Gruvia

Il sole era sorto di nuovo su Magnolia, e, come sempre, mi svegliai all'alba con il sorriso sul volto, consapevole che avrei passato un'altra giornata con Gray-sama.

Negli ultimi tre giorni non l'avevo visto nemmeno una volta, dato che era andato in missione con Natsu-san, Lucy-chan,Happy-chan ed Erza-san.

Mi preparai con il mio solito vestito blu, cantando nel frattempo un allegro motivetto. Mi piazzai davanti allo specchio mettendomi l'ultimo indumento rimasto, ovvero il cappello, quindi, annuendo soddisfatta del mio aspetto, uscii dalla mia stanza, e, in seguito, dal dormitorio femminile.

Camminai lentamente con le mani unite dietro la schiena e il viso sorridente. Il sole scaldava l'atmosfera, e nessuna nuvola si intravedeva nei paraggi, l'ennesima prova del fatto che fossi felice.

Appena arrivata, aprii piano il portone della gilda, venendo investita in piena dal solito frastuono, e fui costretta ad abbassarmi agilmente per evitare che uno dei tavoli si scontrasse con il mio viso pallido.

-Buongiorno!- salutai tutti, sentendo in risposta un disordinato coro di "buongiorno", prima che tutti tornassero alle loro risse.

Cercai con lo sguardo Gray-sama, trovandolo in un angolo a confabulare con i membri della gilda che erano andati con lui in missione, quindi mi avvicinai a loro.

-Buongiorno, Gray-sama!- salutai a gran voce il mio amato, non scoraggiandomi nemmeno davanti al suo malumore.

-Non è giornata, Juvia, lasciami stare- borbottò non incrociando nemmeno il mio sguardo.

Non lasciai che quella risposta smorzasse la mia felicita, ma lanciai uno sguardo interrogativo agli altri.

-La missione non è andata bene- sospirò Lucy-chan -non siamo riusciti a trovare il ciondolo che ci avevano richiesto- mi spiegò tristemente.

-Non importa- cercai di rallegrarli -ci sono molte altre missioni disponibili!-

-Nessuna delle altre avrà una ricompensa simile!- sbottò infine Gray-sama, lanciandomi uno sguardo che mi gelò da capo a piedi.

-Ma potete dividervi in gruppi e cercare delle missioni fruttuose, così riuscirete ad accumulare la stessa somma di jewel!- ritentai con un sorriso leggermente tirato.

-Ci metteremmo troppo tempo- sbuffò -io e Lucy dobbiamo pagare l'affitto che scade tra tre giorni, e servono jewel anche a Natsu, Happy ed Erza-

-Ma tentar non nuoce- replicai insicura.

-Non abbiamo tempo! Lo capisci o no?!- gridò alzandosi di scatto, ma il frastuono della gilda ovattò leggermente la sua voce tuonante.

-Gray, calmati, Juvia non ha colpe- lo ammonì severamente Erza-san, facendolo risedere pesantemente sulla panca che stavano ospitando.

-Se volete Juvia può aiutarvi- tentai di ristabilire la calma.

-Non è affar tuo- sibilò Gray-sama, facendomi sobbalzare.

-Ma Juvia vuole aiutarti- insistetti irremovibile -perche ti ama tanto...- ma non feci in tempo a continuare che mi interruppe bruscamente.

-Io no! Non ti amerò ne ora, ne mai!- urlò con talmente tanta forza da far calare il silenzio su tutta la gilda.

-Oh- emisi soltanto, sentendo un vuoto prendere il posto del mio cuore -Juvia capisce...- sorrisi amaramente, abbassando lo sguardo sui miei stivali.

-juvia crede che ora andrà a fare una passeggiata- mormorai con gli occhi pieni di lacrime, iniziando subito dopo a correre verso il portone della gilda, spalancandolo e uscendo da quel posto.

Il tempo di colpo era cambiato, così che le mie emozioni e i miei sentimenti: la mia gioia era stata rimpiazzata da tristezza, ed una dolorosa rassegnazione aveva preso il posto del mio amore per Gray... san.

Delle grosse nuvole grigiastre coprirono velocemente il cielo, facendo sparire dietro di loro il sole che splendeva fino a qualche secondo prima. Io continuavo a correre, ad allontanarmi da quella persona che aveva aperto in me una ferita che dubitai potesse rimarginarsi.

Continuai a correre anche quando una pensate pioggia si abbatté su Magnolia, spingendo tutte le persone all'aria aperta a rifugiarsi nelle loro case o in luoghi chiusi.

Presto rimasi l'unica anima viva nei paraggi. O almeno, così pensavo.

Una coppia passò vicino a me, facendomi sentire parte della loro conversazione.

-...la pioggia? Il mondo sarebbe migliore senza. La pioggia è triste, mette tutti di cattivo umore, sarebbe meglio se non esistesse...-

-Già- mi fermai, rivolgendo lo sguardo al cielo piangente -la donna della pioggia non dovrebbe esistere- mormorai sentendo le lacrime che avevo represso per così a lungo finalmente uscire e rotolare lungo le mie guance rosee, ma non me ne curai: le gocce d'acqua che stavano cadendo dal cielo mi avrebbero aiutata a nasconderle.

Ad un certo punto sentii il mio cappello afflosciarsi a terra, alle mie spalle, ma non feci caso nemmeno a quello.

Continuai a camminare a testa alta, versando le lacrime che riuscivano solo in parte a liberare il dolore che sentivo in quel momento, la morsa che aveva preso in pugno il mio cuore ferito; sapendo che nessuno se ne sarebbe accorto.

Vagai senza una meta, fino a finire davanti ad un bar dove, attaccata sul vetro in mezzo al muro, c'era un volantino di una missione.

"Un ciondolo di famiglia è stato perduto in fondo all'oceano. Chiunque riesca a trovarlo e lo riporti da noi, riceverà come ricompensa 2'000'000'000 di jewel" recitava quel foglio, dove alla fine era anche scritto il posto dove cercare il gioiello e l'indirizzo della famiglia che lo richiedeva.

-E' la missione di cui parlava gr... lui- mi corressi, ben consapevole del fatto che se avessi udito ancora il suo nome, non sarei più riuscita a trattenere i singhiozzi che cercavano di scuotermi da capo a piedi.

Con passo lento avanzai, decidendo di rendermi utile per almeno una cosa.

Dopo un po, pero, sentii una voce chiamare il mio nome.

-Juvia! Juvia, dove sei?!- stava gridando ininterrottamente Lucy-chan, evidentemente non avendomi ancora vista.

Ne approfittai per trasformarmi in acqua, non volendo ascoltare nessuna delle parole che aveva da dire. Volevo bene a Lucy-chan, ma non era il momento giusto per parlarmi.

Avanzai sotto quella forma fino ad arrivare alla grande distesa d'acqua che ospitava sul suo fondale ciò che cercavo, quindi ripresi nuovamente la mia forma umana e mi tuffai, muovendomi agilmente tra le correnti marine.

In un batter d'occhio fui sul fondale, quindi mi misi a cercare con lo sguardo il gioiello. Vagai per quelle acque per non so quanto tempo, ma finalmente scorsi un luccichio alla mia sinistra.

Mi avvicinai, togliendo con le mani la sabbia che ricopriva parzialmente il ciondolo. Era una semplice catenella in argento alla quale era appeso uno stupendo zaffiro ovale incastonato in una cornice dello stesso materiale della catenella.

Lo presi delicatamente in mano, sentendo una potente vibrazione che decisi di ignorare, quindi tornai in superficie, facendomi accogliere dalla pioggia, e camminai verso la casa del proprietario.

Essa non era nulla di sfarzoso: una semplice casetta in legno, una tipica abitazione di montagna.

Bussai alla porta con poca forza, venendo dopo un po accolta in casa da un anziano signore.

-Vieni, cara, entra- mi invitò gentilmente.

-Juvia ha trovato il vostro ciondolo- gli comunicai con voce spenta, non riuscendo diversamente.

-Hai una grande affinità con il mare?- mi chiese rigirandosi la collana tra le mani.

-Sono una maga dell'acqua- annuì, non riuscendo a staccare gli occhi dal gioiello.

-Questo appartiene a te- me lo porse.

-Cosa?- domandai sorpresa -no, appartiene a voi e alla vostra famiglia- scossi con voga il capo.

-Oh, ciò che ho scritto sulla richiesta non è vero- sventolò una mano con noncuranza -è da tempo che cerco la maga dell'acqua giusta. Non so quando è nata, ma è stata tramandata di generazione in generazione una sorta di breve profezia: quando la portatrice dell'acqua lo troverà, lo zaffiro per sempre la sceglierà- recitò.

-Che cosa vuol dire?- chiesi curiosa, pendendo dalle sue labbra.

-Che, una volta che la persona giusta riuscirà a trovarlo, lo zaffiro la sceglierà come suo custode per sempre- si spiego meglio.

-E la persona giusta non si è ancora presentata?- inclinai leggermente il capo da un lato.

-Sei tu, mia cara- ridacchiò divertito l'anziano.

-Io?- mi indicai stranita.

-Guarda- mi disse soltanto, mettendomi in mano il ciondolo.

Solo in quel momento mi accorsi che la cornice d'argento, prima semplice, era ora ornata da piccoli zaffiri che circondavano il più grande; in più il gioiello ora emetteva debolmente il classico suono delle onde che si infrangono sugli scogli, pura melodia per me.

-Prima non era così- mi girai verso l'anziano signore.

-Già- sorrise dolcemente -è diventato così appena è entrato in contatto con te-

In effetti da quando lo avevo stretto in pugno fino a quando il signore me lo avevo mostrato, non gli avevo lanciato nessun'altra occhiata, cosa che spiegava il fatto che non me ne fossi accorta prima.

-Per favore, prendilo con te, mi toglieresti un grande peso dalle spalle, non dovendo più custodirlo gelosamente e sparpagliare richieste in ogni angolo di Magnolia-

-V-va bene- annuii.

-Oh, scusami, quasi dimenticavo la tua ricompensa- si battè una mano in viso, avanzando verso il tavolo centrale su cui, solo in quel momento me ne accorsi, erano depositati cinque sacchetti all'apparenza pieni di qualcosa che, quando il signore li alzò causando un tintinnio, scoprii essere jewel.

-Non ho fatto nulla che meriti la ricompensa- scossi le mani davanti a me.

-Oh, ma questi non sono per te- mi fece l'occhiolino, mettendomeli tra le braccia -la ricompensa è divisa equamente in questi cinque sacchetti-

-Come fa a sapere che...- iniziai sbalordita, non riuscendo a continuare.

-Non ha importanza, cara- sorrise, spingendomi alla porta -buona fortuna- mi augurò, e, dopo che lo ebbi ringraziato e salutato, chiuse la porta.

Ancora più confusa di prima, mi incamminai verso quella che avevo deciso essere la mia prossima destinazione.

La pioggia aveva cessato di battere sui tetti della città, segno che il mio cuore si era momentaneamente placato, ma le nuvole di un grigio talmente scuro da sembrare nero rimasero là, a provare il dolore che si era insinuato in me come un indelebile cicatrice.

Gray's POV

Non posso credere di aver seriamente urlato in faccia a Juvia, che non aveva nessuna colpa.

-Mio dio, sono un verme schifoso- fu ciò che mi dissi una volta alzatomi, il mattino successivo, posando i gomiti sulle ginocchia e seppellendo la faccia tra le mani.

La prima cosa che feci dopo che il giorno precedente Juvia uscì dalla gilda, fu andarmene a mia volta, barricandomi in casa nonostante le urla dei miei compagni che mi chiamavano.

Mi alzai, deciso a scusarmi con lei, quindi mi preparai e aprii la porta di casa mia.

Ciò che non mi sarei mai aspettato era il sacchetto marrone appoggiato allo stipite. Lo afferrai, constatando che fosse piuttosto pesante, quindi tornai dentro casa. Lo poggiai sul tavolino del mio salotto e, come fosse una bomba pronta ad esplodere, lo aprii con un esagerata cautela.

Gli occhi e la bocca mi si spalancarono quando vidi tutti i jewel che erano depositati al suo interno ed il ciondolo che giaceva in cima a quel mucchio di denaro. La collana ospitava un zaffiro mozzafiato, circondato a sua volta da tanti altre piccole pietre preziose blu.

"Questo è il gioiello che dovevamo trovare" realizzai aggrottando la fronte.

Solo quando posai di nuovo lo sguardo sul sacchetto, notai una piccola busta.

Posai il ciondolo sul tavolo, quindi la aprii, svelando una lettera macchiata da tante piccole gocce d'acqua.

"Juvia spera che questi jewel bastino per l'affitto di Gray-san. Juvia capisce i sentimenti di Gray-san, e gli promette che non interferirà più con lui o gli altri.

"Per Juvia è stato un meraviglioso piacere incontrarlo e vivere le esperienze che ha vissuto con lui. Juvia ti prega di riferire a tutti i membri della gilda che gli vuole bene e li porterà nel cuore per sempre. Voi avete cambiato la vita di Juvia, facendola diventare una persona differente dalla donna della pioggia che tutti conoscevano, e Juvia vi è grata per questo. Juvia ringrazia particolarmente Gray-san, perché le ha fatto provare emozioni e sentimenti che non ha mai provato e che non pensa proverà di nuovo.

"Quindi, grazie, a tutti voi.

"Addio, Juvia"

-Gray-san? Da quando mi chiama Gray-san? Dov'e finito il Gray-sama?- mi chiesi frustrato mentre leggevo la prima riga.

-Non ci credo...- sussurrai spalancando gli occhi, lasciando cadere la lettera sul tavolo -ha anche completato la missione per noi- sorrisi amaramente, diventando sempre più certo di essere un verme di prima categoria.

-Al diavolo l'affitto, io vado a trovarla- mi alzai di scatto, ficcando la collana in tasca, uscendo di casa e chiudendo la porta a chiave.

Come prima tappa optai per la gilda, dato che forse una delle ragazze l'aveva trovata e riportata a casa.

Aprii il portone e, facendomi venire un brivido lungo la schiena, un silenzio da funerale mi investi.

Tutti si girarono verso di me, e parte delle ragazze della gilda mi fu addosso.

-Sei un verme schifoso!- mi urlarono in coro Lucy, Erza, Levy, Bisca e perfino Wendy, cosa che mi lasciò perplesso.

-Lo so, mi faccio schifo da solo- sospirai passandomi una mano in faccia -l'avete trovata?- chiesi poi, una piccola dose di speranza a farsi largo nel mio cuore.

-Ci abbiamo provato, ma niente- scossero la testa.

-Oggi io, Natsu, Happy ed Erza abbiamo trovato un sacchetto pieno di jewel davanti alla porta di casa- mi informò Lucy.

-Anche io, e oltre a quello anche il ciondolo che dovevamo trovare e una lettera- ammisi -sicuramente è andata a completare la missione ed ha diviso la ricompensa per ognuno di noi-

-Cosa diceva la lettera?- mi si accalcarono attorno, ansiose.

Scossi la testa, lasciandole intendere ciò che non avevo il coraggio di pronunciare.

-Io vado, non so quando torno- dissi prima di girarmi e fare per uscire dalla gilda.

-Gray, dimentichi una cosa- mi richiamò Lucy, porgendomi poi la maglia che senza accorgermene mi ero tolto, con un sorriso tirato stampato sul suo viso pallido.

"Di solito è Juvia ad aiutarmi a ritrovare i vestiti" pensai frustrato.

-Ah, e sappi che appena torni ti aspettano le botte che non ti sei preso ora, visto che devi riportarla a casa- mi avvertì seriamente Erza, facendomi annuire colpevole: mi meritavo dal primo all'ultimo pugno che mi avrebbe scagliato contro.

-Gray, un'ultima cosa- parlò di nuovo Lucy, facendomi nuovamente girare verso di lei -ho trovato questo- mi comunico sollevando in aria il cappello che Juvia indossava costantemente.

-Dov'era?- la interrogai.

-Vicino al bar dove abbiamo trovato il volantino della missione- rispose porgendomi l'indumento.

Lo afferrai velocemente, mettendomelo in tasca, ripromettendomi di ficcarglielo in testa senza troppe cerimonie quando l'avrei avuta davanti.

Senza perdere altro tempo, corsi fuori dalla gilda, dove il tempo era migliorato dal giorno precedente, ma le nuvole non smettevano di ammucchiarsi e coprire il cielo altrimenti limpido.

"Si sta trattenendo" pensai "vorrebbe scoppiare, ma sta impedendo alle sue emozioni di uscire"

In pochi minuti di corsa veloce arrivai al posto comunicatomi da Lucy, ma non trovai nessun indizio che potesse aiutarmi a trovare la maga dell'acqua.

"Dato che ha riscosso la ricompensa, deve essere per forza andata alla casa del proprietario" ipotizzai, dirigendomi verso quest'ultima.

Bussai alla porta saltellando da un piede all'altro per l'ansia, ringraziando il cielo quando la porta si aprì.

-Buongiorno, signore- salutai l'anziano che in quel momento mi stava sorridendo gentilmente -può rispondere ad una mia domanda?-

-Se posso, lo farò, ragazzo- annuì.

-Ieri ha incontrato una ragazza vestita completamente di blu, alta più o meno così- feci un cenno con la mano -e che ha l'abitudine di parlare in terza persona?-

-Oh, parli della dolce Juvia?-

-Già!- esclamai sollevato -può dirmi dove e andata?-

-Mi dispiace, ma non possiedo quest'informazione- scosse la testa -però ieri mi è sembrata triste: aveva gli occhi arrossati e le tremava la voce- mi informò, facendomi scendere quel poco di buon umore che avevo ritrovato sotto la suola delle scarpe.

-Capisco- sussurrai abbassando lo sguardo -la ringrazio comunque- aggiunsi salutandolo.

"Dove posso trovarla?" mi chiesi disperato, passandomi le mani tra i capelli e spettinandomeli più di quanto già non fossero.

Dopo qualche minuto di riflessione, un'idea si fece largo nella mia mente.

"E' una follia" mi dissi consapevole "ma se vuol dire trovarla, sono disposto a compierla" decisi sollevando lo sguardo al cielo.

Le nuvole si stavano allontanando verso est, segno che Juvia era più lontana di quello che immaginassi, dato che le nuvole seguivano sempre i suoi spostamenti.

Imprecai iniziando a correre verso la più vicina distesa d'acqua che conoscevo, non volendo perdere neanche un secondo di tempo.

Juvia una volta mi aveva detto che, dopo anni di allenamenti incessanti, aveva sviluppato un'affinità con l'acqua talmente profonda, che riusciva a percepire ciò che succedeva in quell'elemento; però, solo in acque che conosceva e a cui era abbastanza vicina.

"Tanto vale tentare" pensai, buttandomi subito dopo in acqua.

Restai sotto la superficie del mare per diversi minuti, sperando che quella idiozia portasse risultati buoni, e non la mia morte. Dopo più di cinque minuti, la vista mi si fece appannata, e gli occhi mi si socchiusero automaticamente; ero palesemente in procinto di svenire, data la mancanza di ossigeno, e purtroppo avevo calcolato male i tempi: ero stato in apnea troppo a lungo, e in quel momento non avevo nemmeno la forza di tornare in superficie.

Feci appena in tempo di vedere una figura blu muoversi con una velocità strepitosa verso di me, prima che gli occhi mi si chiudessero. Tuttavia non persi i sensi. Mi sentii tirare fuori dall'acqua, dove iniziai ripetutamente a tossire e ad inspirare a pieni polmoni.

-Gray-san è impazzito?!- strillò nel panico una voce al mio fianco, spingendomi subito a girarmi nella sua direzione -per fortuna Juvia è arrivata appena in tempo, altrimenti Gray-san...- iniziò a farneticare, ma non la lasciai finire, posandole un dito sulle lebbra carnose.

-Niente Gray-san- la ammonii con un sorriso stanco -solo Gray-sama, capito?- le chiesi socchiudendo gli occhi, vedendola avvampare sotto il mio sguardo insistente, causandomi una leggera risata divertita.

-Cosa è saltato in mente a Gray-sama?!- esclamò di nuovo, irata -voleva ammazzarsi?!-

-Sapevo che saresti venuta- la feci nuovamente arrossire.

Arrivò anche a boccheggiare un paio di volte, in preda all'imbarazzo, prima che si alzasse e facesse per andarsene.

-Ehi, dove vai?- le afferrai delicatamente un polso, fermandola.

-Juvia se ne va- disse freddamente cercando di liberarsi dalla mia stretta, fallendo miseramente.

-Perché?- corrugai la fronte.

-Gray-san sa già il perché- replicò prima di trasformarsi in acqua e buttarsi in mare.

-Juvia!- la chiamai, non riuscendo però più a distinguerla.

"A mali estremi, estremi rimedi" sospirai.

-Juvia, non ho fatto colazione-

-Gray-san non ha fatto, cosa?!- spuntò fuori all'improvviso, con la faccia paonazza dalla rabbia.

-Gray-san ora viene con Juvia- mi afferrò una mano, trascinandomi con se, ma piantai i piedi per terra, facendola girare verso di me con uno scatto del polso.

-Ti ho già detto- mi avvicinai pericolosamente al suo viso arrossato -che devi chiamarmi Gray-sama- le ricordai con un ghigno divertito dalla sua reazione imbarazzata.

-V-v-va b-bene- balbetto rigirandosi, e ricominciando a trascinarmi lungo le strade di magnolia.

Mi passai una mano tra i capelli gocciolanti, scuotendo la testa nel vano tentativo di asciugarli, ma Juvia sembro percepire quella mia azione.

Mettendosi di fronte a me, alzò la mano libera e poi la abbassò con uno scatto veloce; subito mi sentii completamente asciutto, cosa che provai anche quando toccai la mia pancia.

-Non mi avevi detto di saperlo fare- le dissi quando ricomincio a camminare.

-Gray-sama non sa molte cose di Juvia- replicò fredda.

-Ma intendo scoprirle- ribattei innocentemente e, anche se non potevo guardarla in viso, sapevo di averla fatta arrossire.

-Senti, Juvia- iniziai fermandomi -scusami, sono stato un verme- sospirai afflitto non spostando lo sguardo da terra.

-Non importa...- cominciò a dire lei, ma la fermai sul nascere.

-Si che importa, perche era una bugia- lasciai andare la bomba.

-Cosa vuol dire Gray-sama?- chiese con voce tremante, senza voltarsi verso di me.

-I-io...- iniziai, balbettando per quella che probabilmente era la prima volta nella mia vita -i-io...- ripetei, incapace di continuare oltre.

-Oh, al diavolo- sbottai facendo girare Juvia.

Aprì la bocca per parlare, ma venne interrotta da me.

O meglio, dal bacio che le diedi.

Premetti dolcemente le mie labbra sulle sue, constatandone subito la morbidezza ed il sapore salato dell'acqua marittima, facendo immobilizzare all'istante. Spalanco gli occhi, probabilmente presa alla sprovvista, rendendomi ancora più facile il compito di studiare i meravigliosi e scintillanti zaffiri che erano i suoi occhi.

Dopo un po mi decisi a staccarmi, aspettandomi che corresse via o che mi picchiasse, ma fece tutt'altro: divenne acqua, restando tuttavia dov'era, non muovendosi nemmeno di un millimetro.

"L'ho rotta?" mi chiesi preoccupato, abbassandomi alla sua altezza.

-Juvia? Stai bene?- tentai, toccandola con un dito.

All'improvviso ridivento umana, ma l'espressione spaesata non lasciò il suo viso.

-Juvia ha fatto un sogno bellissimo- mi disse dopo un po, con aria sognante -o forse era solo un allucinazione?-

Sospirai sconsolato, alzando lo sguardo al cielo.

"Oh, andiamo! Deve mettersi pure lei a rendere la situazione più imbarazzante di quel che già è?" chiesi disperato, non ottenendo alcuna risposta.

-Forse Juvia dovrebbe andare da un medico- continuava a parlare la ragazza con una mano sul mento -è la prima volta che ha un allucinazione...-

"Via il dente, via il dolore" mi dissi prima di sporgermi di nuovo verso di lei e scoccarle un breve bacio a stampo.

Qualche secondo di silenzio sussegui la mia azione.

-E' successo di nuovo- esalò alla fine, dandosi un paio di schiaffetti -Juvia crede proprio che dovrebbe andare a farsi visitare da un medico- riflettè ad alta voce.

-Juvia- la richiamai abbassandomi leggermente per essere alla sua altezza.

Guardandola negli occhi, mi avvicinai lentamente, cercando di cogliere un qualunque segno di rifiuto nel suo sguardo, ma non ne trovai. Quindi, per la terza volta in un paio di minuti, la baciai.

Quella volta, però, per farle capire che era reale e non una delle sue solite fantasie, lasciai che il bacio durasse più a lungo. Mossi le labbra contro le sue e, dopo qualche attimo, fece lo stesso, cosa che mi fece desiderare di rilasciare un sospiro di sollievo per il fatto che non mi avesse rifiutato.

Contro ogni mia possibile ed immaginabile aspettativa, picchiettò sul mio labbro inferiore con la lingua, chiedendo l'accesso alla mia bocca, accesso che ottenne all'istante.

Il bacio divenne più intenso, ma appena qualche secondo dopo si staccò di scatto.

Cominciai a preoccuparmi, pensando che lei mi stesse per rifiutare, che non volesse più avere a che fare con me, e che non volesse più vedere la mia faccia; ma mi tranquillizzai con un sorriso sollevato, quando la diretta interessata reagì.

-Gray-sama ha baciato Juvia! Questo è il giorno più bello della vita di Juvia! O almeno, per ora e il più bello, visto che Juvia vorrebbe sposarsi con Gray-sama ed avere tanti bambini; ma per ora si accontenta di un bacio!- cominciò a farneticare rossa con un pomodoro e con le mani che gesticolavano per aria.

-Juvia, calmati- ridacchiai divertito, ma non potei nascondere il lieve colorito roseo che si era formato sulle mie guance.

-O forse era un allucinazione?- si chiese poi, ridiventando seria.

-No, Juvia- sospirai esasperato -non era un allucinazione- la rassicurai.

-Perché Gray-sama ha baciato Juvia?- inclinò innocentemente la testa da un lato.

-Non puoi darmi una tregua?- borbottai mettendomi una mano in faccia.

-Che carino!- rilasciò un verso intenerito -Gray-sama è arrossito!-

-Non è vero- protestai in imbarazzo.

Un breve silenzio seguì la mia affermazione.

-Ti amo-

Juvia sbatte un paio di volte le palpebre, perplessa, socchiudendo le labbra leggermente rosse.

-Gray-sama ha appena detto di amare Juvia?- balbettò presa in contropiede.

-A quanto pare si- feci un sorriso tirato.

-Quindi Gray-sama non considera Juvia fastidiosa e invasiva?- mi chiese commossa.

-No- sospirai -quelle cose te le ho sempre dette perché sapevo che stavo cominciando a provare più di un'amicizia per te, ma non mi sentivo pronto per dirtelo- confessai sentendomi davvero al limite.

-Juvia sente che sta per svenire- mormorò prima di afflosciarsi a terra.

O almeno lo avrebbe fatto, se non avessi avuto la prontezza di prenderla tra le braccia prima che si schiantasse al suolo.

La caricai in spalla a mo' di sacco di patate, cosa che mi fece leggermente arrossire dato che il mio braccio era stretto appena sotto il suo fondoschiena; cominciando a camminare verso la gilda.

Dopo qualche minuto che passò a farneticare cose senza il minimo senso logico, sembrò uscire dalla trance in cui era caduta, divincolandosi. Le lasciai posare i piedi per terra, ma mantenni la presa sulle sue braccia per evitare che collassasse nuovamente.

-Gray-sama diceva sul serio?- chiese con un barlume di speranza negli occhi.

-Mai stato più serio- le confermai sicuro.

-Juvia ora deve preparare il matrimonio e comprare una casa, così sposerà Gray-sama e vivranno con i loro figli. Magari Juvia può anche prendere un criceto, così avranno compagnia finché non avranno dei bambini- cominciò a pianificare a bassa voce, con un sorriso enorme stampato sul viso roseo.

-Juvia, in questo momento ho un po di fame, potremmo andare alla gilda, e poi pianificare in nostro futuro?- le chiesi ironico, sentendo lo stomaco brontolare.

-Gray-sama non ha fatto colazione!- esclamò ricordandosene, cominciando a trascinarmi.

-Juvia, se vuoi puoi salire sulle mie spalle, così non ti stanchi, visto che siamo piuttosto lontani dalla gilda- borbottai puntando lo sguardo altrove.

-Davvero Juvia può farlo?- si eccitò come una bambina, cominciando perfino a saltellare da un piede all'altro per l'emozione, con gli occhi scintillanti.

Prima di permetterglielo, estrassi il suo cappello dalla tasca dei pantaloni e glielo ficcai in testa, guardandola mentre lo sistemava con un broncio adorabile.

Subito dopo, tirai fuori il ciondolo con il zaffiro dall'altra tasca.

-Questo appartiene a te- le dissi, facendola girare in modo di darmi le spalle.

Tenne su i suoi lunghi capelli blu mentre glielo allacciavo, lasciando che il mio respiro si scontrasse con la candida pelle del suo collo, causandole numerosi brividi che fecero nascere un sorrisetto soddisfatto sul mio viso.

La guardai mentre portava felicemente il ciondolo al di sotto del vestito accollato.

-Salta su- mi accovacciai poi dandole la schiena, permettendole di salire e posare le cosce sulle mie spalle.

-Certo che sei leggera- constatai alzandomi e cominciando a camminare verso la gilda.

Dopo qualche metro, inaspettatamente si abbasso su di me, arrivando ad avere il suo viso ad un palmo dal mio, quindi, sempre con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, mi lasciò un bacio sulla punta del naso, facendomelo arricciare.

-Juvia è così felice!- disse spalancando le braccia, facendomi sorridere.

"Se lo è lei, lo sono anche io"

Quando fummo davanti al portone della gilda, la feci scendere, quindi mi afferrò velocemente la mano e lo spalancò con un potente calcio ben assestato, cosa che mi fece rimanere basito.

Si fece largo tra la folla che ci guardava allibita, fino a quando le ragazze non si piantarono davanti a noi.

-Juvia, sei tornata!- esclamarono felicemente la maggior parte, ma Erza non fu tra queste.

-Bene, ora che Juvia è di nuovo a casa, posso pestarti- borbottò tirandosi su una manica immaginaria.

Tutti i membri della gilda ci si accalcarono intorno, chiedendo informazioni che io non ero disposto a dare, e creando un frastuono incredibile.

-Zitti!- tuonò Juvia, facendo ritornare il silenzio.

-Gray-sama non ha fatto colazione, quindi, Erza-san, picchierai più tardi Gray-sama- disse tranquillamente, continuando poi a camminare verso il bancone.

Mira, appostata come sempre dietro di esso, ci guardo divertita, posandomi subito dopo una fetta di torta sotto al naso.

-Ora che ci penso- aggrottai la fronte -perché tu non vuoi uccidermi?- le chiesi stranito.

-Oh, ma io sapevo come sarebbe andata a finire- disse con un sorrisino inquietante -per trovare l'amore prima si devono superare mille litigi- cantilenò, prendendo ad asciugare con un panno bianco un bicchiere in vetro.

-Amore?- la parola si levò come un coro composto da ogni singolo membro della gilda.

-Questa è la mia punizione per te- ghignò maleficamente Mira, mentre tutti gli altri ci accerchiavano e ci chiedeva spiegazioni sulla frase dell'albina.

"Avrei preferito le botte..."

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