[ Shorter Wong - Banana Fish ]

"DORMI PICCOLA MIA"

T/N ha un incubo e non riesce più ad addormentarsi così decide di andare a chiedere aiuto al ragazzo di cui è innamorata, nonché suo boss, Shorter Wong, che sarà più che felice di aiutarla visto che ricambia ignaro i suoi sentimenti.

T/N si svegliò di soprassalto in un bagno di sudore e con il cuore a mille.

Cercò di calmare il proprio respiro fattosi pesante ed irregolare ma non ci riuscì.

Si portò le mani sul volto sconvolto e notò che stava piangendo senza rendersene nemmeno conto. 

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Passarono una decina di minuti ma il suo corpo non aveva alcuna intenzione di tranquillizzarsi così decise di alzarsi dal letto.

Si strofinò gli occhi cercando di asciugare le lacrime ma il rossore ed il gonfiore evidente non facevano presupporre altro.

Faticò a rimanere in equilibrio; sentiva le gambe e la testa troppo pesanti. Si lasciò aiutare dai muri gelidi della camera per poter arrivare fino alla porta.

Mise la mano tremante sulla maniglia e la aprì maldestramente facendo sbattere la porta contro il muro del corridoio.

Aiutandosi sempre con le pareti, si incamminò verso una meta ben precisa.

Fortuna volle che a quell'ora non ci fosse nessuno in giro così nessuno la vide.

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Dopo poco arrivò di fronte ad una porta chiusa e si fermò a fissarla.

"Starà dormendo sicuramente... E' stanco... Lo disturberei..." pensò passandosi una mano fra i capelli annodati e scompigliati.

Non voleva svegliare Shorter soltanto perché aveva avuto un incubo e non riusciva a dormire, le sembrava un motivo troppo futile. Lui era il boss di Chinatown, viveva una vita frenetica e rischiosa, non avrebbe voluto disturbarlo quella rara notte in cui poteva dormire tranquillo e riposarsi.

T/N decise così di girarsi e di incamminarsi nuovamente verso camera sua. Avrebbe provato qualsiasi cosa pur di tornare a dormire in santa pace.

<<T/N!?>> esclamò una voce roca alle sue spalle.

La ragazza si girò spalancando gli occhi spaventata da chi potesse essere ma si calmò subito non appena vide Shorter mezzo addormentato sull'uscio della porta.

<<Ti ho svegliato!?>> domandò lei mentre i suoi occhi diventavano nuovamente lucidi.

<<Ho sentito una presenza dietro la porta e mi sono alzato per vedere chi fosse>> rispose sbadigliando.

T/N si sentì malissimo; lo aveva svegliato, lo aveva disturbato come sempre. Si sentiva un peso per lui. Cercava in tutti i modi di non mettersi in mezzo ma il destino sembrava beffarsi dei suoi sensi di colpa.

<<Non so come scusarmi... Non volevo svegliarti, perdonami...>> mormorò lei sull'orlo di una crisi di pianto.

Shorter vide che T/N era strana così si avvicinò a lei e notò che stava piangendo. Gli si spezzò il cuore nel vedere la ragazza che amava in quelle condizioni.

<<Vieni>> ordinò lui entrando in camera sua.

T/N, con la vista offuscata per le lacrime, cercò di non sbattere contro i muri ed entrò nella stanza. Shorter chiuse la porta e fece sedere la ragazza sul suo letto ancora caldo.

La guardò e si maledì per non essersi svegliato prima per aiutarla.

<<E' successo qualcosa? Perché stai piangendo?>> chiese lui sedendosi sulla sedia della scrivania appoggiandosi allo schienale con le braccia piegate ed il mento su di esse mentre guardava la sua amata asciugarsi le lacrime.

<<E' una stronzata... Neanche un bambino si comporterebbe così... Che vergogna...>> singhiozzò lei evitando in tutti i modi lo sguardo del ragazzo che amava.

Shorter sospirò di fronte alla solita cocciutaggine di T/N così si alzò ed andò a sedersi di fianco alla ragazza che si fece piccola piccola nel percepire il suo boss così vicino.

<<Spiegami tutto per filo e per segno>> la incitò lui guardandola.

T/N scosse ripetutamente la testa: <<No! E' una stronzata, scusami davvero se ti ho svegliato, scusami...>> disse per poi alzarsi con l'unico intento di andarsene e lasciare il ragazzo continuare a riposare ma lui non glielo permise.

La afferrò per il polso e la costrinse a sedersi nuovamente sul letto.

<<Smettila!>> urlò lui arrabbiato. Detestava quando T/N si teneva tutto dentro, è sbagliato farlo; voleva che si fidasse di lui, voleva che fosse l'unico che poteva sostenerla e proteggerla.

T/N si intimidì nel vedere Shorter e pensò che era solo colpa sua se si era arrabbiato, d'altronde, l'aveva svegliato nel cuore della notte.

Non appena il ragazzo capì a cosa stesse pensando la giovane decise di farsi avanti ed abbracciarla.

Lei perse numerosi battiti... Lo amava da fin troppo tempo e non aveva mai voluto esternarne i suoi sentimenti per paura di essere rifiutata e sentirlo così vicino la stava facendo impazzire... Secondo lei, non se lo meritava. Shorter era troppo buono, troppo gentile, troppo bello... Era troppo per una come lei.

Gli doveva la vita e solo per quello gli sarebbe stata grata e fedele per sempre.

~~~~~

Infatti, un anno prima, T/N aveva perso tutto durante un attacco terroristico e si era rifugiata a New York. Non aveva molti soldi con sé e non sarebbe sopravvissuta a lungo nei bassifondi di quella città; molte volte avevano cercato di derubarla o di molestarla ma era riuscita a scamparla sempre. Finché un giorno, un gruppo di ragazzi, la presero di mira.

<<Lasciatemi!>> urlò piangendo.

I giovani risero maliziosi ed iniziarono a spogliarla.

T/N desiderò di morire ma, evidentemente, non era ancora arrivato il suo momento.

<<Lasciatela andare, schifosi bastardi!>> ordinò qualcuno.

Non appena il gruppo vide la misteriosa figura i ragazzi fuggirono a gambe levate. 

<<Stai bene?>> domandò un giovane coi capelli alla moicana fucsia ed un paio di occhiali da sole. Le porse una mano e la fece alzare da terra.

~~~~~

Da quel giorno Shorter decise di far entrare T/N nel suo gruppo cercando di tenerla il più nascosto possibile, lontana da occhi indiscreti e dai pericoli. Era sola ed abbandonata nei violenti e sanguinosi bassifondi di New York ma lui aveva deciso di salvarla e darle una possibilità.

Oltre a Shorter, conobbe anche i suoi uomini ed amici e fu ben voluta da tutti. In un batter d'occhio riuscì a riavere tutto ciò che aveva perso, e tutto solo e grazie a lui.

~~~~~

<<I-Io>> sussurrò lei sentendosi enormemente a disagio. Aveva le mani del ragazzo attorno alle spalle e sentiva il suo respiro sul suo collo.

Arrossì violentemente ed il suo corpo si bloccò. Non osò muoversi di un millimetro.

<<H-Ho avuto un incubo... Non ricordo nulla ma mi sono svegliata di soprassalto e non riuscivo a tranquillizzarmi...>> spiegò lei ricominciando a piangere.

Shorter si morse il labbro inferiore infastidito; si era ripromesso di non volerla vedere più piangere dopo quella volta che l'aveva salvata da quei molestatore, ma lei era lì, in camera sua in un bagno di lacrime.

<<Ci sono io con te, non aver paura, non sei sola>> mormorò il ragazzo stringendola a sé.

T/N si sentì sollevata nel sentire quelle parole sincere.

<<Io non so davvero come sdebitarmi... Mi hai salvata, ti sei preso sempre cura di me assieme agli altri ed adesso, alle tre di notte, sei qui ad aiutarmi ancora una volta...>>

<<Baciami>>

T/N guardò Shorter attonita.

Se l'era immaginato o cosa?

Fece finta di nulla e si beò del calore che Shorter le stava dando.

<<Baciami>>

Di nuovo. 

Una volta si sarebbe potuta anche sbagliare ma due volte no.

<<C-Cosa?>> chiese lei terrorizzata.

Shorter sciolse l'abbraccio e la guardò deciso.

<<Baciami. Hai detto che vuoi sdebitarti giusto!? Allora baciami>> rispose lui con nonchalance.

"Starò ancora sognando" pensò T/N passandosi una mano sul braccio per poi pizzicarselo leggermente. "Cazzo... Non è un sogno"

<<No! Non è quello che intendevo! Qualsiasi cosa; soldi, posso iniziare a lavorare, posso cucinare, lavare... Qualsiasi cosa!>> urlò lei rossissima in viso alzandosi in piedi.

Shorter la seguì e si sollevò dal letto mettendosi di fronte a lei.

T/N indietreggiò fino a toccare la scrivania mentre il ragazzo la intrappolò bloccandole qualsiasi via d'uscita.

Lo sguardo di lui era deciso, fin troppo, e ciò la terrorizzò fino a farla tremare per la paura.

<<Qualsiasi cosa!? Allora baciami>> continuò Shorter insistendo.

T/N era fin troppo intimidita per far qualsiasi cosa, non l'aveva mai visto così. 

<<Se non lo fai tu allora lo farò io>>

E con ciò Shorter mise una mano sotto il mento di T/N sollevandoglielo e si avvicinò a pochi centimetri dal suo viso.

Sentì sulle sue dita del liquido caldo e vide che, ancora una volta, T/N stava piangendo.

<<Perché piangi?>>

La giovane iniziò a respirare affannosamente.

<<H-Ho paura>>

Shorter spalancò gli occhi sorpreso: aveva paura di lui? Come poteva essere successo?

Come poteva essere arrivato a tanto senza nemmeno accorgersene?

<<Perdonami... Non volevo spaventarti...>> disse lui indietreggiando e lasciandole lo spazio vitale per riprendersi.

Sapeva sarebbe stato difficile ma non avrebbe mai pensato così tanto.

T/N guardò Shorter e lo riconobbe; era tornato il solito Shorter gentile.

Senza pensarci due volte, si buttò addosso al ragazzo che rischiò per poco di cadere a terra. T/N si strinse a lui nascondendo il volto nella canottiera nera che indossava e strinse il tessuto sulla sua schiena.

Shorter la abbracciò accarezzandole gentilmente la schiena per aiutarla a sfogarsi completamente. Mise l'altra mano fra i capelli morbidi ed annodati di lei cercando di slegarglieli.

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T/N pianse per quasi dieci minuti ininterrottamente finché anche il suo corpo non si prosciugò e non ci furono più lacrime da buttare fuori. Il suo respiro si tranquillizzò e riacquisì il completo controllo della sua persona.

Lasciò la presa su Shorter e lo guardò innamorandosi ancora una volta di quel ragazzo.

<<Va un po' meglio?>> domandò lui accennando un debole sorriso.

Lei annuì arrossendo.

<<Grazie e scusami per averti disturbato>>

<<Non farmi arrabbiare ancora! Mai più, mai più, non voglio che tu dica mai più che mi disturbi! Ficcatelo in testa!>>

T/N capì e si sedette nuovamente assieme al ragazzo sul suo letto che si era raffreddato nel frattempo che erano rimasti in piedi.

Calò un silenzio imbarazzante.

Shorter deglutì ripensando a cosa avesse detto poco prima e si vergognò infinitamente. 

T/N riprese coscienza e fu sommersa dalla curiosità e dal desiderio di conoscere cosa davvero pensava di lei.

<<Perché volevi che ti baciassi? Era soltanto un modo per cercare di calmarmi?>>

Quelle parole colpirono il ragazzo come un proiettile.

Sospirò e poggiò la testa contro il muro guardando il soffitto. Era stato lui a mettersi in quella situazione e non poteva tirarsi più indietro.

<<Non era soltanto un modo per cercare di calmarti...>>

<<E allora perché?>> chiese lei senza lasciargli nemmeno il tempo di riflettere sulla risposta precedente.

Shorter la guardò e sorrise.

"Diglielo! E' il momento perfetto! Ora o mai più!" pensò lui spronandosi.

Non voleva spaventarla ma voleva farle sapere la verità.

<<Perché ti amo>>

T/N si zittì. Non poteva crederci. Non se l'era mai immaginato. Pensava che per Shorter lei fosse solo un'amica ma agli amici non si dice "ti amo" ma si dice "ti voglio bene".

<<Ti amo anche io>>

Questa volta il proiettile fu rispedito al mittente lasciando Shorter sorpreso ed allo stesso tempo spaventato. Dopo quelle parole sarebbe cambiata la loro relazione? In meglio o in peggio?

<<Davvero?>>

T/N annuì timidamente.

Shorter si fece prendere dai sentimenti e si avvicinò di colpo a lei. Mise maldestramente le sue labbra su quelle di T/N baciandola innumerevoli volte a stampo.

Lei, prendendosi un po' di coraggio, avvolse il collo del ragazzo con le sue braccia e socchiuse le labbra incitandolo ad approfondire il bacio. Entrambi chiusero gli occhi e si abbandonarono a quelle sensazioni.

Le loro lingue si cercavano continuamente, affamate e desiderose di sentirsi dopo tutto il tempo che si erano volute.

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Quello fu il loro primo bacio e durò parecchio.

T/N si staccò per riprendere fiato e sentì la stanchezza prendere possesso del suo corpo.

Shorter notò i suoi occhi farsi pesanti e socchiudersi sempre più così la fece sdraiare sul letto. 

Lui la seguì e, dopo aver avvolto entrambi sotto le coperte, le cinse il busto con le sue forti braccia scoperte.

<<Dormi>> mormorò lui spingendo il minuto corpo di lei contro il suo più grande e forte. Sentiva la schiena di lei contro il suo petto ed aveva alcuni capelli sul suo viso ma non gli diedero affatto fastidio, anzi, chinò la testa e le lasciò un dolce bacio sulla nuca. <<Dormi piccola mia>>

T/N sorrise al settimo cielo e, facendo intrecciare le sue mani con quelle di Shorter, chiuse gli occhi riuscendo finalmente a dormire.

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