[ Shorter Wong - Banana Fish ]
[ Info: possibili spoiler. Linguaggio scurrile. F/N: Falso Nome; I/N: Iniziale tuo Nome; I/C: Iniziale tuo Cognome ]
"'STI CAZZI"
La Mafia Italiana (o di qualsiasi nazionalità vuoi) sta prendendo velocemente piede nei bassi fondi di New York ed il capo di Chinatown, Shorter Wong, vuole conoscere le intenzioni della misteriosa figura a capo della gang arrivata da poco in città.
<<Non capisco... Sono arrivati da poco ma sembra che non abbiano alcun obiettivo in mente il che non avrebbe senso... Allora per quale motivo sarebbero venuti a New York?>> domandò Shorter al suo migliore amico Ash mentre beveva un sorso di Huangjiu, una tipica bevanda alcolica cinese.
<<Non saprei ma sinceramente non me ne importa più di tanto. Finché non ficcano il naso nel mio territorio va bene così>> rispose freddo il biondo. Non capiva il perché Shorter si fosse fissato così tanto nel voler avere dei contatti con quella nuova gang ma a lui non interessava.
<<Ci dev'essere qualcosa sotto...>> borbottò fra sé e sé il ragazzo finendo di bere.
Si alzò in piedi sistemandosi gli occhiali che era solito portare ed uscì dal covo della gang del famoso Ash Lynx lasciando l'amico solo.
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Il ragazzo camminava pensieroso per le strade di New York. Sapeva bene che la Mafia Italiana era molto potente e nota in tutto il mondo ed era preoccupato che potessero combinare qualcosa di losco. Shorter era molto protettivo sia con i suoi uomini che con i suoi amici, li avrebbe protetti anche a costo della vita, ed era quel suo lato che lo stava spingendo ad indagare su quella gang misteriosa. Infatti nessuno sapeva chi fosse a capo di quel gruppo e ciò lo preoccupava ancora di più.
Senza accorgersene, andò a sbattere contro una persona.
Shorter si svegliò dai suoi ragionamenti e vide che era una giovane ragazza dai capelli C/C.
<<Scusami, ero distratto... Ti sei fatta male?>> domandò scusandosi.
<<Nono, tranquillo, sono cose che capitano>> disse la giovane sorridendo cercando di tranquillizzarlo.
<<Se posso fare qualcosa per sdebitarmi dimmi pure>>
Shorter era rimasto folgorato da quella ragazza. "Cazzo quant'è carina" pensava ripetutamente. Non se la sarebbe fatta sfuggire tanto facilmente. Non credeva nel destino ma quell'incontro lo fece ricredere.
<<Ma figurati, davvero non è successo niente, non preoccuparti...>> esclamò lei un po' imbarazzata. Fisicamente Shorter sembrava un ragazzaccio (non che non lo fosse, parliamo del capo di Chinatown e di un alleato del famigerato Ash Lynx) ma aveva un lato piuttosto tenero.
A quella risposta lui ci rimase un po' male ed abbassò leggermente il volto.
<<Però, se non è un disturbo, vorrei chiederti se potresti aiutarmi a trovare questo albergo>> disse T/N prendendo il suo telefonino dalla tasca e cercando la foto su cui vi era il nome della via. Aveva finito internet e stava girovagando a vuoto da un bel po' per le strade di New York alla ricerca dell'albergo in cui aveva prenotato.
<<Si certo!>> affermò Shorter felice di poterla aiutare.
T/N si avvicinò ingrandendo la foto per mostrare al ragazzo dove doveva andare. Lui arrossì leggermente nel sentire il braccio della giovane appoggiato al suo. In confronto a Shorter, T/N era molto più bassa ed esile e ciò non fece altro che aumentare le tonnellate di filmini mentali del ragazzo.
<<Lo conosco, so dove si trova! Non è molto distante, ti ci accompagno!>> disse lui sfoggiando un'enorme sorriso.
<<Non vorrei disturbarti, non ce n'è bisogno>> rispose T/N scuotendo la testa ma lui insistette.
<<Nessun disturbo, anzi, è un piacere... E poi non è una zona molto sicura...>> mormorò Shorter imbarazzato <<Comunque io sono Shorter Wong>>
<<Piacere, io sono T->> si morse il labbro fermandosi appena in tempo <<Sono F/N!>>
Lui era troppo occupato ad osservare ogni minimo dettaglio della giovane per potersi accorgere della strana esitazione di T/N nel rispondere ad una domanda così semplice ed immediata.
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Shorter iniziò a camminare affiancato dalla ragazza chiacchierando del più e del meno.
<<Se posso chiedere, come mai sei venuta a New York?>> domandò lui sprizzante di curiosità.
<<Diciamo per lavoro...>> rispose la giovane rimanendo sul vago.
Il capo di Chinatown non era l'unico, anche T/N era rimasta piuttosto affascinata da lui. Quell'aria da bad boy l'aveva colpita parecchio così come il suo aspetto molto appariscente: i capelli viola alla moicana con i lati rasati che mostravano quello che, molto probabilmente, era il suo colore naturale castano. Aveva un piercing a forma di cono sul sopracciglio sinistro e portava degli occhiali da sole sportivi scuri che lasciavano intravedere pochissimo i suoi occhi neri. Indossava una camicia bianca a maniche lunghe sotto un maglione arancione con un colletto verde e le fodere delle tasche che riprendevano il medesimo colore. Aveva anche dei pantaloni di colore bluastro strappati all'altezza delle ginocchia ed un paio di scarpe da ginnastica bianche con delle parti rosse.
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Dopo una decina di minuti arrivarono di fronte all'albergo in questione.
<<Grazie per avermi accompagnata!>> disse T/N dolcemente.
<<Prego, scusami ancora per esserti venuto addosso!>> ridacchiò Shorter grattandosi nervosamente la nuca.
T/N fece per entrare ma il ragazzo la chiamò.
<<Emm stai attenta mi raccomando!>>
La giovane sorrise per poi entrare in hotel.
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La sera...
<<Shorter?>> lo chiamò un suo compagno sventolandogli una mano di fronte al suo sguardo da pesce lesso.
<<Si?!>> rispose lui sorridendo come un ebete.
<<A che stai pensando? Stasera sei così strano!>> esclamò un altro avvicinandosi al gruppo.
<<Oggi ho incontrato una ragazza...>>
Calò il silenzio nel bar in cui erano ma subito dopo scoppiarono tutti a ridere.
<<Capo mi raccomando non si rincoglionisca per una donna!>> disse uno stuzzicando il povero Shorter innamorato perso.
Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di rivederla.
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Nel frattempo T/N era seduta capotavola a parlare con una ventina di uomini.
<<Ne è sicura signorina?>> chiese uno di loro.
T/N prese il suo bicchiere di cristallo e bevette in una volta tutto il vino rosso che era contenuto al suo interno.
<<Certamente. Dobbiamo guadagnarci la loro fiducia per poter agire indisturbati>> rispose la giovane
<<Ma non è troppo pericoloso? Non sarebbe meglio far calmare le acque? Adesso tutte le gang sanno della nostra presenza a New York e sono tutte in fermento>> intervenne un altro.
T/N prese il coltello con cui poco prima aveva cenato e lo lanciò magistralmente contro il bicchiere ancora pieno di vino dell'uomo che si frantumò in mille pezzi. Lei si alzò in piedi e lo guardò malissimo.
<<Sono io che decido sia chiaro! Se te la fai sotto sei pregato di tornartene da dove sei venuto!>>
L'uomo deglutì nervosamente e non ebbe la forza di rispondere; abbassò lo sguardo non riuscendo a reggere quello di T/N e si zittì.
<<Voglio che sia tutto pronto per domani sera, non esigo intoppi!>> e con ciò T/N uscì dalla sala da pranzo dirigendosi nella sua camera da letto in cui vi erano delle guardie del corpo a controllare l'entrata.
Una volta dentro si tolse i tacchi e sentì un po' di sollievo. Si diresse verso il suo bagno personale ed aprì la cerniera facendo scivolare il suo lungo abito C/P sul pavimento. Era sempre un inferno indossare quell'abito ma non aveva altra scelta; lei era il capo.
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La mattina dopo...
<<Capo!!!>> urlarono alcuni ragazzi bussando alla porta della camera di Shorter che si svegliò di soprassalto. Aprì velocemente la porta sperando che non fosse accaduto niente di brutto.
<<C'è la Mafia Italiana! Sono venuti a parlare con lei!>> spiegarono in coro mentre sudavano freddo per la paura.
<<La Mafia Italiana?!>>
Shorter si vestì velocemente e scese dove lo aspettavano alcuni uomini vestiti eleganti.
<<Ci scusiamo per il disturbo ma avremmo un invito per il signor Shorter Wong>> dissero porgendo al ragazzo una busta bianca chiusa con un sigillo di cera rossa.
Lui, un po' titubante, la prese in mano e la aprì sotto gli occhi dei suoi uomini.
"Egregio Signor Shorter Wong,
La contatto per invitarLa ad un banchetto questa sera alle ore X che si terrà presso il locale X.
Spero vivamente che ci onorerà della Sua presenza.
Le porgo i miei più cordiali saluti.
I/N I/C."
<<Cos'è? Uno scherzo?>> esclamò Shorter di fronte a tutta quella formalità.
<<Affatto. Togliamo il disturbo>> risposero gli uomini andandosene lasciando il capo di Chinatown più che sorpreso. Si sarebbe aspettato di tutto: un attacco, una intimidazione, qualsiasi cosa ma non un fottuto invito ad un banchetto.
Il ragazzo spiegò la situazione ai suoi uomini.
<<Capo! Ha intenzione di andarci?>> chiese uno di loro preoccupato <<E' sicuramente una trappola!>>
<<E' troppo pericoloso! Non sappiamo nemmeno chi siano!>> osservò un altro.
Ma Shorter aveva già deciso; gli avevano concesso su un piatto d'argento la possibilità di conoscere quella misteriosa gang appena arrivata a New York, non avrebbe rifiutato tanto facilmente. Sapeva benissimo che poteva essere una trappola ma non voleva tirarsi indietro.
<<Sono venuti anche da voi da quel che vedo!>> esclamò una voce.
Shorter si girò e vide l'amico Ash sull'uscio della porta con in mano una lettera identica alla sua.
<<Si, qualche minuto fa>>
Con la sua solita ed iconica faccia angelica, Ash si avvicinò all'amico.
<<Ci andrai?>> gli domandò.
Shorter annuì deciso per poi chiedergli: <<Tu?>>
Ash sorrise.
~~~~~
Tardo pomeriggio...
T/N guardò fuori dalla finestra del suo enorme bagno nell'attico che aveva affittato per il suo soggiorno a New York; la vista non era un granché essendo in una zona abbastanza periferica ma era comunque molto suggestiva.
Si era fatta preparare un bel bagno caldo dalle sue cameriere e si stava godendo quel raro momento di tranquillità.
Sul bordo della vasca vi era bottiglietta viola di bagnoschiuma che avevano messo nell'acqua rendendola profumata e creando tanta schiuma.
All'improvviso in mente le comparì il volto di Shorter ed iniziò ad arrossire violentemente.
"Che vado a pensare!?" disse fra sé e sé mentre impazziva come una ragazzina in piena fase ormonale.
"Però quanto era figo!? E poi è stato gentilissimo" continuò a far vagare la mente.
Poggiò la schiena completamente contro la vasca e si strinse nelle sue stesse braccia immaginando di essere invece fra le braccia muscolose e forti di Shorter.
Rendendosi subito conto di cosa stesse facendo decise di uscire dalla vasca: la temperatura troppo alta le stava dando alla testa!
"Ma che cazzo sto facendo? Nemmeno lo conosco, come posso essermi presa una cotta così in fretta, è assurdo!" pensò mettendosi un asciugamano attorno al corpo.
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T/N iniziò a prepararsi per la fantomatica cena.
Alcune ragazze la aiutarono ad acconciare i capelli ed a truccarsi.
<<Signorina, non vuole mettere il suo solito vestito?>> domandò una di loro giovanissima.
T/N scosse la testa indicandone uno all'interno della cabina armadio; era tremendamente provocante, non lasciava niente all'immaginazione.
<<Scusi se mi permetto ma non è un po' uno spreco metterlo per un semplice banchetto con delle gang dei bassi fondi?>> disse un'altra.
<<Effettivamente si, è un vestito da diecimila euro confezionato poche settimane fa ma c'è una persona che voglio colpire particolarmente>> spiegò T/N accennando un flebile sorriso speranzoso.
<<E ci riuscirà sicuramente! Sarà mozzafiato!>> commentò la prima che aveva parlato facendo arrossire quella che era il capo di quel gruppo di mafiosi italiani.
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Intanto alcuni leader delle gang più influenti dei bassi fondi erano arrivati al locale prestabilito.
<<Quanto lusso!>> commentò Shorter poco abituato a tutto quello sfarzo.
<<Già, hanno preparato tutto nei minimi dettagli>> affermò Ash sistemandosi il farfallino che aveva messo per l'occasione.
Il direttore di sala li fece accomodare in una sala privata dove vi era un tavolo lunghissimo che contava almeno una cinquantina di posti che si riempirono con le figure più di spicco fra le gang di New York. Rimase solo un posto libero: quello capotavola dove si sarebbe seduto il capo della Mafia Italiana.
<<Sarà qualche bianco di mezza età>> commentò Cain Blood, il leader dei Black Sabbath.
<<Probabile, stiamo parlando di mafiosi italiani>> disse un altro leader.
Shorter capì vedendo tutte quelle persone che non poteva essere una trappola, per quanti uomini avrebbe potuto avere la Mafia non sarebbero mai riusciti a competere con loro e poi erano anche in un locale pubblico.
Ad un certo punto tutti si zittirono ed iniziarono a fissare la porta d'entrata che era alle spalle di Shorter e di Ash. I due si girarono e videro una figura che si stava dirigendo nella sala privata.
<<F/N!?>> mormorò Shorter attirando l'attenzione dell'amico che lo guardò perplesso.
<<Ringrazio tutti voi per essere venuti alla serata!>> esclamò autoritaria T/N andando a sedersi al suo posto.
Un cameriere tirò indietro la sedia facendola accomodare.
<<Mi presento: buonasera a tutti, io sono T/N T/C, l'attuale capo del gruppo mandato dalla Mafia Italiana a New York>> spiegò lei accavallando le gambe e lanciando un'occhiata a Shorter che la guardava incredulo.
Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi; quella dolce fanciulla per cui aveva perso la testa, così gentile e spaesata, era lei il capo della Mafia!? Non poté fare nulla per il cuore che iniziò a battergli ripetutamente come fosse impazzito di fronte a cotanta sensualità.
<<E tu saresti il capo della Mafia!? Stiamo scherzando? Una donna?>> esclamò un ragazzo dalla carnagione scura quasi con ribrezzo.
<<Si, sono io, qualche problema?>> rispose a tono.
<<Per quale motivo ci hai fatto radunare tutti qui? Cosa vuole la Mafia Italiana?>> domandò Cain Blood.
T/N spiegò ai suoi invitati che i suoi capi l'avevano mandata a New York per avere dei contatti stabili e sicuri con la città oltremare. Voleva conoscere ed instaurare un rapporto pacifico con le gang dei bassi fondi.
Molti, come si era immaginata, si alzarono e se ne andarono ma non li fermò.
Rimasero soltanto una decina di leader tra cui Shorter ed Ash.
<<Perché non approfittare di tutto questo ben di Dio!?>> disse uno affogandosi nelle varie bottiglie di vino sparse per la lunga tavola imbandita.
La cena poté finalmente incominciare.
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<<E' stato molto rischioso esporti così tanto, essendo anche una donna non dev'essere facile ricoprire un ruolo del genere>> commentò Ash mentre tagliava una pregiata fetta di carne.
<<Lo so, sono consapevole di tutti i rischi da prima che partissi per venire a New York>> rispose diligentemente T/N dimostrandosi una donna autorevole e composta.
<<Ti fa onore>> disse Ash.
Shorter nel frattempo non fiatò. Era troppo imbarazzato e scioccato per poter dire qualsiasi cosa. Si era presentata con un nome falso per ovvi motivi ma sembrava essere una ragazza molto alla mano. Purtroppo, scoprendo che era lei a capo della Mafia, non calò affatto l'interesse nei suoi confronti, anzi, sembrò aumentare vertiginosamente.
~~~~~
La cena finì e T/N riuscì nel suo intento; conobbe alcune figure note nei bassi fondi e riuscì ad instaurarci un rapporto. Ma prima che Shorter potesse lasciare il locale assieme all'amico Ash, T/N lo chiamò.
<<Posso parlarti un attimo in privato?>> domandò la giovane.
<<Va bene. Ash, vai pure, ci vediamo domani!>> rispose Shorter cercando di rimanere il più tranquillo possibile.
<<Sicuro?>> chiese l'amico preoccupato di lasciarlo lì solo.
Shorter annuì deciso e la stanza si svuotò lasciando soli i due ragazzi.
T/N andò verso una porta che dava sul retro del locale e fece segno al giovane di seguirla mentre lui non perse tempo nel far vagare i suoi occhi lungo tutte le forme di lei ben sottolineate dal vestito che indossava.
La ragazza uscì ed i due si ritrovarono su un piccolo balcone coperto da alcune piante rampicanti.
<<Mi spiace, avrei dovuto dirtelo fin da subito chi ero>> mormorò T/N guardando Shorter dritto negli occhi.
<<Avevi i tuoi motivi per non dirmelo, non pretendo niente>> rispose lui riconoscendo davanti a sé la ragazza che aveva incontrato il giorno prima.
<<Ti ringrazio...>>
T/N si girò nuovamente dando le spalle a Shorter per evitare che notasse il suo viso arrossire.
<<Volevi parlarmi di qualcosa? Che cosa?>> chiese il ragazzo cercando di evitare che si creassero dei lunghi silenzi imbarazzanti.
<<Emm...>> farfugliò lei nervosamente. Si stava odiando in quel momento; come poteva comportarsi così? Lei era a capo di quel gruppo di mafiosi, non poteva mostrarsi debole!
Shorter la vide in difficoltà così si avvicinò toccandole il braccio ma lei si girò di scatto come spaventata e notò che lui era tremendamente vicino.
<<Ti senti bene?>> domandò lui vedendola sudare freddo e col viso arrossato.
<<No...>> ammise T/N mettendosi una mano sul petto come per evitare che il suo cuore impazzito fuoriuscisse.
<<Posso aiutarti in qualche modo?>>
<<Perché vuoi sempre aiutarmi?>> chiese lei diretta.
Shorter arrossì anche lui ed iniziò a guardarsi in giro imbarazzato non rispondendo alla domanda che gli era stata appena posta.
<<N-Non so... P-Perché voglio e basta!?>> balbettò.
<<Dev'essere davvero bello pensarla così... Sei un uomo molto deciso Shorter Wong...>> commentò T/N appoggiandosi alla ringhiera del balcone ammirando i palazzi davanti a sè illuminati da una miriade di luci.
<<Lo sei anche tu>> disse lui poggiandosi di fianco alla ragazza.
<<No... Perlomeno, non nella vita privata. Sul lavoro sono costretta ad essere decisa e ferrea nelle decisioni da prendere ma quando non sono più uno dei capi della Mafia ma semplicemente T/N è tutta un'altra storia...>> confessò lei con un velo di malinconia nelle sue parole.
<<Non è mai tardi per cambiare!>> esclamò positivo Shorter cercando di tirarla su di morale <<Fai quello che vuoi e basta, non pensare a niente, buttati! Si vive una volta sola!>>
T/N lo guardò con gli occhi lucidi. Stargli così vicino la stava facendo sentire male...
Mal d'amore...
<<Si... Forse hai ragione...>> mormorò lei pensando ad alta voce.
<<Non forse, ho ragione!>> la corresse sorridendo.
T/N prese tutto il coraggio che aveva in corpo e seguì le sue parole alla lettera. Se ne fregò delle conseguenze, di come lui avrebbe potuto reagire... 'Sti cazzi...
La giovane mise le sue mani sulle spalle larghe di lui e, alzandosi in punta di piedi, poggiò le sue labbra su quelle di Shorter che, non se lo fece ripetere due volte, mise le sue mani sui fianchi di T/N spingendola contro di sé.
I due approfondirono immediatamente il bacio facendo incontrare per la prima volta le loro lingue. T/N si abbandonò completamente alle movenze di lui che la guidò in quelle meravigliose sensazioni.
Shorter aveva paura di farle del male; la sentiva così fragile e piccola fra le sue braccia, come se potesse spezzarla soltanto con un dito. Le sue mani erano quasi impercettibili sul corpo di T/N.
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Passarono un bel po' di tempo a baciarsi ma T/N non aveva così tanto fiato da poter continuare ulteriormente così interruppe il bacio. Nel staccarsi si creò un sottilissimo filo di saliva che si spezzò immediatamente e T/N cominciò a respirare affannosamente.
<<S-Scus->> Shorter mise un dito sulle labbra di T/N prima che potesse pronunciare quelle parole.
<<Non ti ho detto di buttarti e fare quello che vuoi senza pensare a niente!?>> domandò lui retorico.
T/N annuì ed i due, avvolti dalla fredda notte di New York, continuarono a baciarsi appassionatamente.
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