[ Shinya Kogami - Psycho-Pass ]

"LO RIFAREI ANCORA ED ANCORA"

T/N decide di confessare i propri sentimenti a Kogami ma lui la respinge per paura di rovinarle la carriera da ispettrice. Però, l'attrazione per la collega, è davvero troppa per lasciarlo del tutto indifferente

La giornata lavorativa della prima divisione della sezione anticrimine della pubblica sicurezza era finita. Era un periodo piuttosto tranquillo ed i casi erano pochi e semplici da risolvere.

Per l'ispettrice T/C  era arrivata l'ora di tornare al suo appartamento ma qualcosa continuava ad attanagliarle la mente.

~~~~~

[Qualche giorno prima]

L'esecutore Kogami si stava allenando come di consueto nella palestra riservata alla sezione anticrimine. Si sentivano i colpi dati al sacco da boxe che rintoccavano per tutta la stanza. Oltre ad essere un buon modo per tenere in allenamento il fisico era anche utile per ridurre lo stress. 

T/N, sentendo i rumori provenire dalla palestra, entrò cercando di non farsi notare. Vide Kogami a petto nudo con addosso solo un paio di pantaloni blu scuro. Le goccioline di sudore percorrevano perfettamente tutti i lineamenti del suo fisico scultoreo. I capelli neri erano più scompigliati del solito e sembravano quasi attaccati alla pelle a causa del sudore. Vederlo in azione era qualcosa di meraviglioso agli occhi di T/N e non solo quello era meraviglioso ai suoi occhi...

All'improvviso Kogami mise una mano sul sacco fermandolo e si girò verso l'entrata dove T/N era appoggiata contro il muro ad osservarlo incantata.

<<T/N, come mai sei qui? Non vieni mai in palestra>> disse l'esecutore mentre si passava una mano fra i capelli.

<<Ecco... Volevo parlarti in privato>> rispose titubante T/N cercando di non incrociare quegli occhi grigi che la affascinavano tanto.

<<Certo, dammi un attimo>> esclamò Kogami con nonchalance mentre si dirigeva verso una panca su cui aveva posato il suo borsone. Prese una sigaretta e se l'accese portandosela alle labbra mentre T/N lo guardava imbambolata. 

"Ed ora che faccio? Oddio! Come posso parlargli tranquillamente se rimane a petto nudo? Non che se fosse stato vestito sarebbe cambiato qualcosa, ma è già difficile così... Non può immaginare quanta voglia io abbia di sparire in questo istante" pensò T/N mentre sentiva il suo corpo tremare involontariamente.

Il cuore le batteva all'impazzata, minacciava di spaccarle la cassa toracica pur di uscire, ed cercava di rimanere il più possibile appoggiata al muro per evitare di cadere e fare una figuraccia di fronte alla sua cotta. 

Kogami si avvicinò a T/N mentre si fumava l'ennesima sigaretta della giornata. 

<<Cosa devi dirmi?>> domandò lui schietto.

"Coraggio" T/N fece un bel respiro e guardò dritto negli occhi Kogami. 

Ci furono alcuni secondi di silenzio ma, prima che l'esecutore potesse dirle qualcosa, lei parlò.

<<Tu mi piaci Kogami!>>

Era riuscita finalmente a confessare i suoi sentimenti; aveva paura ovviamente di un rifiuto ma non sarebbe riuscita a portarsi ulteriormente quel peso nel cuore.

L'uomo aprì la bocca scioccato facendo cadere la sigaretta a terra e fissò la giovane ispettrice. Si sarebbe aspettato qualsiasi cosa: un favore, un caso particolare su cui lavorare, qualsiasi cosa, ma non quella. 

<<Davvero?>> domandò incredulo.

T/N si limitò ad annuire mentre sentiva le sue guance andare a fuoco per l'imbarazzo.

Kogami si morse il labbro inferiore e diede le spalle alla ragazza.

<<S-Scusami, forse tu sei già impegnato, oppure hai già una ragazza che ti piace o semplicemente non ti piaccio; sono anche più piccola di te e forse vorresti una donna più matura...>> T/N iniziò a dare di matto parlando a raffica dopo il gesto di Kogami che aveva interpretato come un rifiuto. 

<<Non è questo il punto!>> urlò Kogami arrabbiato facendo zittire immediatamente T/N che si sentì morire in quell'istante. Non aveva mai alzato la voce con lei e ciò l'aveva spaventata parecchio.

<<Non è questo il punto>> ribadì lui con un tono più pacato girandosi ed avvicinandosi fino ad arrivare a pochi centimetri di distanza da T/N. Kogami, essendo più alto di lei, poggiò le braccia contro il muro ai lati della testa di T/N e la guardò chinandosi leggermente. Notò che gli occhi della ragazza erano tremendamente lucidi e che sarebbe potuta scoppiare a piangere in qualsiasi momento. 

A T/N non parve nemmeno di avere più un cuore, non sentiva più i battiti; avere Kogami così vicino l'aveva completamente spiazzata. 

<<Se devo essere sincero anche tu mi piaci...>> ammise lui arrossendo leggermente <<Ma non possiamo>> e si allontanò da T/N indietreggiando di qualche passo.

<<Cosa? Perché?>> chiese lei di getto.

<<Tu sei un'ispettrice, io sono un esecutore. Potrei in qualche modo alterare il tuo psycho-pass e sai benissimo quali sarebbero le conseguenze>> spiegò lui toccandosi nervosamente il braccio.

T/N prese coraggio e tirò fuori tutta la sua grinta ed il suo carattere: a lei piaceva Kogami e voleva lottare per lui. Si staccò dal muro e si mise di fronte all'esecutore.

<<Hai detto che anche io ti piaccio giusto? O l'hai detto soltanto perché ti facevo pena e non volevi ferirmi?>> disse lei stringendo le mani a pugno.

<<No!>> gridò Kogami <<Tu mi piaci e basta e se non te l'ho mai detto è per il motivo che ti ho appena spiegato!>> 

L'uomo era dispiaciuto, sapeva che così facendo avrebbero perso entrambi un'opportunità preziosa ma proprio perché le piaceva così tanto non voleva metterla in pericolo.

<<A me non interessa!>> urlò lei rispondendo a tono.

Kogami la guardò scioccato "Come può essere così incosciente?" pensò.

<<A te può anche non interessare ma a me si! Tu continuerai la tua vita e troverai un uomo con uno psycho-pass pulito che potrà amarti veramente>>

<<Come potrò amare qualcun altro se in testa avrò sempre te?!>>

E con quella frase, che fu per Kogami come uno sparo dritto al cuore, decise di andarsene nello spogliatoio lasciando T/N da sola. Non avrebbe mai voluto trattarla così duramente ma era l'unico modo per farle capire che avrebbe rischiato troppo stando con uno come lui.

T/N cercò di trattenere le lacrime in tutti i modi ma fu vano, pianse e singhiozzò ripetutamente mentre la sigaretta ancora a terra si stava spegnendo lentamente come la speranza che lei aveva avuto nel confessare i suoi sentimenti a Kogami.

I giorni successivi furono difficili per i due perché, lavorando nella stessa divisione, era inevitabile che si incontrassero. Kogami si limitava a salutarla mentre lei non aveva neanche la forza per rispondergli. 

~~~~~

[Presente]

T/N arrivò davanti alla porta del suo appartamento ma prima che potesse entrare arrivò anche il suo vicino di casa.

<<T/N!>> la chiamò.

Lei avrebbe voluto correre via, scappare da quella situazione scomoda, ma non aveva alcuna via di fuga e sarebbe stato troppo infantile sfuggire ancora da quel problema.

Si girò cercando di mantenere il più possibile la calma e vide Kogami nel suo solito vestiario: indossava un completo nero con una camicia bianca ed una cravatta sempre nera. Ai piedi aveva dei mocassini scuri e sopra il tutto indossava una giacca grigia pesante lunga fin sotto ai fianchi con del pelo bianco finto sul colletto.

<<Vorrei parlarti, non possiamo continuare così... Tutti hanno notato che è successo qualcosa tra di noi ed è controproducente per il nostro lavoro>> disse lui mentre apriva la porta del suo appartamento e faceva segno a T/N di entrare.

Lei rimase immobile, non sapeva bene se accettare oppure no.

<<Non ti mangio tranquilla>> rise lui cercando di smorzare un po' l'atmosfera.

T/N decise di accettare ed entrò nell'appartamento di Kogami che, come il gentiluomo qual era, la fece entrare per prima.

Non era la prima che visitava il suo alloggio, c'era già stata altre volte per motivi di lavoro principalmente.

<<Siediti pure. Cosa ti porto da bere?>> esclamò Kogami mentre i due si avvicinavano ad un divano nero di pelle.

<<Va bene quello che prendi tu>> rispose T/N accomodandosi.

Kogami rise per poi chiederle: <<Sei sicura? Io berrei un Jack Daniel's, ti piace? Non è un po' troppo forte per te?>>

<<Si, va benissimo>>  rispose lei decisa, voleva mostrarsi matura e sicura di sé.

L'uomo andò in cucina e prese da uno stipetto una bottiglia di Jack Daniel's rettangolare con la tipica etichetta nera con le scritte bianche e due bicchieri da whisky. 

T/N era rigida nella postura, teneva le mani poggiate sulle ginocchia e non osava muoversi di un centimetro. Nonostante il rifiuto di Kogami, la sua cotta non era affatto sparita, anzi, sapere che piaceva anche a lui aveva complicato il tutto. 

Kogami poggiò i bicchieri e la bottiglia sul tavolino di vetro posto tra i due divani ed iniziò a versare il whisky per entrambi.

<<Tieni>> disse lui porgendo un bicchiere a T/N che lo prese tenendolo fra le mani.

L'uomo posò sulla spalliera del divano la giacca e si allentò la cravatta sedendosi di fronte alla giovane ispettrice. 

Kogami guardò T/N che portò alle labbra il liquido arancione e pensò a quanto fosse bella.

Lei, sentendo il whisky scendere giù nella gola, iniziò a tossire a causa del bruciore che le aveva procurato.

<<Te l'avevo detto che era forte!>> esclamò lui alzandosi e tornando in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

T/N bevette velocemente e sentì il bruciore diminuire; non essendo abituata a bere alcolici il suo corpo aveva reagito in quella maniera.

Kogami si sedette di fianco a lei e mise una mano sulla spalliera dietro T/N.

<<Va meglio?>> domandò l'esecutore.

Lei annuì ma non appena vide la vicinanza con l'uomo si allontanò di scatto rischiando di cadere dal divano ma Kogami, prendendola per la vita, evitò che piombasse a terra.

T/N si aggrappò istintivamente alla camicia di Kogami stringendo due lembi all'altezza del petto.

Kogami la sollevò facendola poggiare nuovamente sul divano.

I due erano tremendamente vicini, i loro occhi erano incatenati e potevano sentire i loro rispettivi respiri sulla pelle. L'aria era diventata tesa. T/N continuava inconsciamente a stringere la camicia di Kogami mentre lui aveva le braccia avvolte attorno alla vita di lei.

T/N allentò la presa e poggiò delicatamente i palmi delle mani all'altezza delle spalle di Kogami. 

Fu un qualcosa di istintivo, un qualcosa più forte di loro: i due avvicinarono i loro visi simultaneamente fino a far scontrare le loro labbra. Inizialmente era solo un tenero e dolce bacio a stampo ma si erano trattenuti per troppo tempo per non approfittare di quel momento. 

Kogami iniziò a picchiettare con la lingua le labbra di T/N che, capendo cosa volesse fare, le aprì leggermente. L'uomo, per essere più comodo, prese con le sue forti braccia T/N di peso e la fece sedere a cavalcioni su di lui. Passarono quasi una decina di minuti a baciarsi appassionatamente alla francese.

Per mancanza d'aria i due furono costretti ad allontanarsi per riprendere fiato.

T/N era completamente rossa ed era completamente in balia di Kogami che aveva anch'egli le guance arrossate e teneva le mani ferme sui fianchi di lei. Si guardavano stanchi ma ancora desiderosi di continuare.

Dopo qualche istante T/N decise di prendere lei l'iniziativa e si avvicinò al viso di Kogami baciandolo; lui ovviamente ricambiò e lei gli circondò il collo con le sue braccia esili.

Si baciarono per quasi mezz'ora.

T/N era sfiancata, non aveva più forze e poggiò la testa sul petto di Kogami che l'abbracciò tenendola stretta a sé.

<<Scusa>> mormorò lui. T/N alzò lo sguardo e vide gli occhi grigi di Kogami lucidi.

<<Pensavo di poter controllare i miei istinti ma non ci sono riuscito>> si scusò stringendo la presa su di lei.

<<No, non scusarti... Ti penti di avermi baciata?>> domandò lei schietta.

<<No, lo rifarei ancora ed ancora>> ammise Kogami deciso arrossendo.

<<Allora va bene così>> sorrise lei.

T/N si beò di quel momento tra le braccia del suo amato. 

Poco dopo Kogami, tenendola ferma su di sé, si distese sul divano.

<<Penso di essere abbastanza grande per decidere da sola cosa farne della mia vita>> sussurrò lei chiudendo gli occhi.

Kogami sorrise e diede un bacio sulla guancia a T/N che si addormentò coccolata dall'uomo.

<<Hai ragione, e chi sono io per impedirtelo>> mormorò lui sorridendo anche se T/N stava dormendo e non avrebbe potuto sentirlo.

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