Thunder - Garou [ 1/2 ]
T/n T/c, l'adorata nipote di Silver Fang, aveva appena raggiunto il dojo di suo nonno per passare lì le vacanze estive. Anche se i suoi coetanei preferivano trascorrere il loro tempo libero in giro a divertirsi, T/n amava tornare in quel posto perché le faceva venire nostalgia di quando era bambina.
Anche lei infatti era appassionata delle arti marziali, e per qualche anno quand'era più piccola fu allieva proprio di suo nonno. Ma con il passare del tempo, decise di concentrarsi sui suoi studi e di lasciare il combattimento come un puro e semplice hobby.
Ma oltre ai bei ricordi, un altro motivo per cui le era così caro quel posto era proprio la presenza di suo nonno. Silver Fang era un rinomato eroe di classe S, e come tale aveva il compito di intervenire nelle situazioni più pericolose che si venivano a creare a causa degli esseri misteriosi. Ma questo non gli aveva mai impedito di essere una presenza amorevole nella sua vita, anche se a volte poteva essere molto rigido e severo a causa del suo altro impiego come insegnante.
Nonostante questo gli voleva bene davvero e non vedeva l'ora di trascorrere del tempo con lui. O meglio, con lui e il suo allievo Garou.
Bang non l'aveva avvertita di quest'altra presenza in casa sua, e nel momento in cui l'uomo fece le presentazioni la ragazza si rivelò parecchio contrariata. Le spiegò che Garou viveva con lui da quasi un anno ormai, e che lo aveva preso sotto la sua ala per addestrarlo nelle arti marziali. Le assicurò inoltre che era un ragazzo apposto e che non si sarebbe dovuta preoccupare di lui.
T/n però non ne era del tutto convinta: la sua stazza e la sua aura avevano un che di intimidatorio, per non parlare di quegli occhi che mentre la scrutavano parevano quelli di un predatore. Per Garou invece era abbastanza indifferente la sua presenza: fintanto che non avrebbe disturbato i suoi allenamenti e la sua meditazione, poteva fare quello che voleva.
Ma se queste erano state le loro prime impressioni l'uno dell'altra, col passare dei giorni entrambi si dovettero ricredere.
Fin dal primo giorno Bang aveva permesso a T/n di prendere parte alle lezioni con i suoi ragazzi, com'era solito fare ogni estate. Alcuni di loro la conoscevano già e la accolsero di buon grado, ma i nuovi arrivati, tra cui anche Garou, se la risero sotto i baffi nel pensare che una ragazzina potesse tener testa a dei combattenti del loro calibro.
Quando arrivò il momento degli incontri 1 a 1 i ragazzi più anziani si tennero a debita distanza da lei, mentre i novellini non vedevano l'ora di ottenere una vittoria facile e, perché no, anche avere la possibilità di mettere 'accidentalmente' le mani dove non avrebbero dovuto.
"Ragazzina" sghignazzò uno di loro, avvicinandosi a lei guardandola dall'alto al basso. "Vediamo se sei veramente in grado di combattere"
Se quell'energumeno stava cercando di intimorirla, per sua sfortuna non ci riuscì. Essendo abituata a quel genere di situazione, T/n si posizionò direttamente sul tatami aspettando che il suo avversario facesse lo stesso.
"Hey, vedi di non fare tanto l'altezzosa. Anche il rispetto fa parte di questa disciplina" continuò l'altro nel vedere che T/n non batté ciglio alla sua provocazione.
"Vuoi combattere o chiacchierare?" fu la sua risposta.
"Tch"
I due finalmente si schierarono, pronti a combattere. Il ragazzo si mise in posizione guardandola in cagnesco mentre lei gli rivolse un sorrisetto beffardo. Non appena Silver Fang diede il via il suo allievo si lanciò contro la ragazza, ma lei in sole tre mosse riuscì ad atterrarlo.
"T/n si aggiudica lo scontro" decretò l'anziano.
Nessuno nella stanza osò emettere un fiato. Tutti erano rimasti impietriti da quello che avevano appena assistito, meno Bang ovviamente.
"Qualcun altro?" chiese T/n, e in quel momento diverse mani si alzarono dalla folla. Evidentemente arano ancora convinti di poterla battere.
Dopo aver ripreso la sua posizione sul tatami ed essersi schioccata le nocche, la ragazza affrontò tutti coloro che desideravano sfidarsi con lei: con suo grande dispiacere, nessuno di loro durò più di qualche secondo.
Suo nonno si divertiva da matti ogni volta che succedeva quel casino, per questo diceva ai ragazzi che T/n era sua nipote solo dopo che lei li avesse malmenati.
Mentre ascoltava le grida di dolore che si facevano sempre più intense e variegate, l'eroe gettò un'occhiata a Garou, il quale era ugualmente catturato dalla scena.
Il ragazzo ammise di averla sottovalutata la prima volta che si erano visti: l'impressione che gli diede fu quella di una bambinetta lamentosa e viziata, ma a vederla in quel momento pensò che forse avevano più cose in comune di quello che pensasse.
Dopo aver atterrato anche l'ultimo combattente, T/n si girò a guardarlo aspettandosi che volesse sfidarla anche lui.
"Dai Garou, fammi vedere di cosa sei capace"
Il ragazzo sembrò quasi tentato di farle abbassare la cresta, ma dopo aver ricambiato il suo sguardo scosse la testa in risposta. "Non credo sia una buona idea"
"Cosa? Non dirmi che te la stai facendo sotto"
"Non ho paura di te donna, è solo che non voglio farti fare brutta figura" le rispose con un ghigno.
T/n sollevò un sopracciglio, dubbiosa. Non capiva se fosse serio o se la stesse prendendo in giro, ma in ogni caso decise di non insistere: lo avrebbe considerato un fifone a prescindere.
Fu così che T/n si guadagnò il rispetto del ragazzo.
Per quanto riguardò la giovane, ci volle decisamente più tempo prima che iniziasse ad andare d'accordo con lui. Durante le lezioni di suo nonno lo aveva osservato, e doveva ammettere che se la cavava davvero bene. Pensò addirittura che fosse al suo stesso livello, per questo non prese bene il fatto che si fosse rifiutato di combattere contro di lei. Ma anche se lo trovava abile nel combattimento, la sua opinione non cambiò.
A parte durante le lezioni di Bang, l'unico altro momento in cui tutti e tre si trovavano insieme era durante i pasti. T/n si offrì di cucinare o in alternativa di andare in città a prendere qualcosa di già pronto, così che gli altri due potessero dedicarsi per più tempo al loro allenamento. Dopo mangiato, Garou era solito andare a sistemare la sala d'allenamento mentre T/n e suo nonno ripulivano la cucina.
La prima sera, mentre lavavano insieme le stoviglie, Silver Fang le chiese di fare una partita a quel gioco che le aveva insegnato quando era piccola. Lei odiava quel gioco perché non era mai riuscita a vincere contro di lui, ma accettò lo stesso, desiderosa di provarci per l'ennesima volta.
"Non posso credere che ti diverta ancora ad umiliarmi in questo gioco..."
"Oh sù, non iniziare già pessimista. Garou, ti va di leggerci le carte?"
Il gioco era come una sorta di memory: lo scopo era trovare tra le varie carte quella su cui era scritta la frase pronunciata dal mazziere. I giocatori avevano qualche secondo di tempo per memorizzarne la disposizione, dopodiché le carte venivano rivolte verso il basso. Non appena il mazziere, in questo caso Garou, avrebbe iniziato a leggere la frase, i giocatori potevano andare a pescare la carta corrispondente. Vinceva naturalmente chi otteneva più carte.
"Pronta marmocchia?"
"Ci puoi scommettere"
Il tempo di reazione di Bang era a dir poco straordinario, ma T/n lo sapeva già. Già dalla prima sillaba era in grado di riconoscere l'intera frase, e in un battito di ciglia aveva già trovato la carta giusta.
T/n si prese qualche turno per scaldarsi, ripassando mentalmente la posizione delle varie carte ed eliminando mano a mano quelle che suo nonno prendeva. Quando contò che sul pavimento erano rimaste quasi la metà delle carte, la ragazza si concentrò al massimo: sapeva che la chiave per vincere non era la memoria, ma la tecnica.
Dato che i due non gli lasciavano nemmeno il tempo di finire di leggere, Garou si stava annoiando a svolgere quel ruolo. Ma quando lesse le prime lettere della frase successiva, la prima ad aggiudicarsi il punto stavolta fu la ragazza.
"Oh! Vedo che abbiamo ingranato finalmente"
"Avevo solo bisogno di prendere il ritmo"
T/n stava andando alla grande: ora era lei ad aggiudicarsi la maggiorparte dei punti, sotto lo sguardo divertito di Silver Fang. Garou invece rimase colpito dal metodo che usava la ragazza per ottenere le carte prima dell'avversario: con dei rapidi movimenti delle mani creava delle correnti d'aria che alzavano le carte dal pavimento e le attiravano verso di lei. In quel modo, anche se Silver Fang fosse stato più veloce, la carta sarebbe stata al di fuori della sua portata.
Ma l'eroe non ci mise molto a capire il suo schema d'azione, e nonostante i trucchetti di sua nipote riuscì comunque a conquistare qualche altro punto.
"DAI, NON POSSO CREDERCI! HO PERSO SOLO PER DUE PUNTI!" si disperò T/n dopo aver confrontato le sue carte con quelle di Bang, il quale stava sogghignando compiaciuto sotto i baffi.
(POV: io e mia nonna che giochiamo a briscola. Ogni veneto potrà comprendere la frustrazione)
"Devo dire che è stata una bella partita, sei migliorata dall'ultima volta"
"Ufff... è che ero convinta di poter vincere stavolta"
Anche se contento della vittoria, Bang si sentì un po' in colpa nel vedere la ragazza così abbattuta. Sapendo quanto fosse competitiva, forse proporle di fare quel gioco non era stata una grande idea. Poi però gli venne in mente un modo per risollevarle il morale.
"Hai voglia di vincere, eh? Perché non fai una partita con lui?" disse indicando col pollice il ragazzo seduto accanto a loro.
Garou sgranò gli occhi nel sentire quella frase, e lo stesso fece T/n. I due si scambiarono uno sguardo confuso, incerti sul da farsi.
"Ti va?" gli chiese la c/c.
In risposta, lui scrollò le spalle. "D'accordo"
Garou conosceva le regole, dato che ogni volta che Bang aveva ospiti proponeva di fare una partita, ma non aveva mai giocato in prima persona nonostante il vecchio glielo chiedesse almeno tre volte al giorno. Per quella volta decise di fare un'eccezione, dato che si trattava di sua nipote.
"Quando siete pronti, io inizio" disse l'anziano prendendo in mano la prima carta da leggere.
I due annuirono contemporaneamente, mantenendo gli occhi fissi sul pavimento. Quando Bang iniziò a leggere, T/n trovò subito la carta. Così come quella dopo. E quella dopo. E quella dopo ancora. Garou sapeva dove si trovavano le carte, ma con la scusa di quel piccolo trucchetto T/n ci arrivava sempre prima. Decise di lasciarle un po' di vantaggio mentre escogitava un modo di metterle i bastoni tra le ruote.
Alla decima carta, non appena la ragazza puntò gli occhi nella direzione in cui voleva muovere l'aria, Garou sbatté le mani a terra: questo fece alzare tutte le carte allo stesso momento.
"Ma cosa...?"
Prima ancora che si posassero, il ragazzo afferrò la carta corretta lasciando di stucco la c/c.
"Ottimo lavoro Garou" rise Silver Fang, rimasto piacevolmente colpito. "Non ho mai visto nessuno usare questa tattica"
Ripresasi dalla sorpresa, T/n si tirò su le maniche con aria scocciata. "Ok lo ammetto, è stato molto figo. Ma non credere che ti lascerò vincere così facilmente"
Garou le rivolse un ghigno. "Nemmeno io"
I due continuarono ad alternarsi i punti, intralciandosi a vicenda mentre mettevano in atto le loro strategie. T/n non avrebbe mai pensato di dirlo, ma si stava divertendo. Quando giocava con suo nonno pensava solo a come vincere, invece con Garou l'atmosfera era più rilassata e riusciva anche a farsi due risate.
Anche per il suo avversario si stava rivelando un passatempo niente male. Aveva sbagliato a non accettare le richieste di Bang, perché quel gioco si stava rivelando davvero uno spasso per lui. Specialmente quando lui faceva punto e sentiva T/n lamentarsi.
Quando venne aggiudicata anche l'ultima carta, i due ragazzi contarono il proprio mazzo.
"Io ne ho 20" dichiarò Garou.
"Anche io 20" replicò l'altra.
I due si guardarono per un secondo, esasperati dal fatto che tutta quella fatica non avesse portato a nessun vincitore.
"Facciamone un'altra" ordinò T/n, non soddisfatta.
"Che ne dite se invece andiamo tutti a farci una bella dormita?" intervenne Silver Fang mettendosi in piedi.
"Ma come, nonno? Hai proposto te di giocare!"
"Non preoccuparti marmocchia, domani è un altro giorno e potrai fare tutte le partite che vorrai"
Detto questo, Bang si ritirò nella sua stanza lasciando soli i due giovani, i quali si scambiarono uno sguardo di sfida.
"La prossima la vincerò io"
"Sognatelo donna"
E da quel momento, la rivalità tra i due divenne così accesa da manifestarsi anche sul tatami. Se inizialmente Garou aveva preferito non ingaggiare combattimenti contro lei, nei giorni successivi decise di darle una possibilità, ma con sua grande sorpresa anche in quelle occasioni lo scontro finiva alla pari.
Nessuno dei due sembrava voler cedere la vittoria all'altro, in questa o nell'altra occasione. Inutile dire che Bang era stato brutalmente escluso dalle partite a memory, ma in parte sperava che andasse a finire così: era felice di vedere che quei due pian piano avevano iniziato a legare.
• • •
Erano passate un paio di settimane da quando T/n era arrivata al dojo. Dopo un'estenuante giornata era finalmente giunta la sera, e finito di cenare Bang aiutò sua nipote a pulire come al solito.
Garou invece decise di andare nell'altra stanza per mettere in ordine e preparare il terreno di gioco per l'ennesima sessione agonistica di memory. Ma passando di fronte alla finestra della cucina fece un'osservazione.
"Fuori tira un'aria niente male, credo che pioverà stanotte"
Alzando lo sguardo dalle posate che stava lavando, anche Bang controllò fuori dalla finestra. "Sì hai ragione, anche se sembra più cielo da tempesta elettrica che da acquazzone"
A quelle parole T/n si irrigidì di colpo, lasciando la presa sul piatto che aveva in mano. Il rumore attirò l'attenzione dei due.
"Scusatemi, mi è scivolato..." disse ricomponendosi.
Silver Fang si preoccupò alla sua reazione. Sapeva cosa le stava passando per la testa, così cercò una scusa per rimanere solo con lei.
"Garou, perché non vai a sistemare di là? Arriviamo anche noi appena abbiamo finito"
Il ragazzo annuì, ma insospettito dal loro comportamento decise di non allontanarsi troppo: una volta uscito dalla cucina rimase dietro la parete, riuscendo ad origliare la loro conversazione.
"Pensi di farcela stanotte?"
"Non lo so. È passato molto tempo dall'ultima volta... Ma da quello che mi ricordo non è stato per niente facile"
"Se vuoi posso aggiungere un futon nella mia stanza. Ti prometto che non russo"
"Tranquillo nonno, non serve. Non sono più una bambina. E poi, se continui ad aiutarmi non supererò mai questa fobia"
"Non so se le fobie si possano curare T/n, ma se vuoi provare ad affrontarla da sola io non mi intrometterò"
"...Grazie nonno"
"Lascerò comunque la porta della mia camera aperta, se mai dovessi cambiare idea" concluse l'uomo, riponendo l'ultima pentola per poi uscire dalla stanza. Nel farlo, vide che Garou era ancora lì.
Quando i loro sguardi si incrociarono rimasero entrambi zitti, ma il più anziano si portò l'indice alla bocca con sguardo severo, intimando all'altro di far finta di non aver sentito niente. Gaoru fece cenno con la testa, dimostrandogli di aver capito. Poi rientrò nella stanza, vedendo che T/n stava finendo di sciacquare le ultime cose ma era ancora leggermente scossa.
"Vuoi che finisca io di asciugare?" si offrì il ragazzo raggiungendola verso il lavandino.
T/n, sovrappensiero, lo guardò per un momento cercando di capire ciò che le aveva chiesto. "Oh... ok. Grazie Garou" rispose lasciandogli il posto.
"Stasera mi sembri stanca, forse è meglio rimandare a domani la partita" continuò prendendo uno straccio ed iniziando ad asciugare ciò che lei e suo nonno avevano lavato poco prima.
Lei si limitò ad annuire. "Sì, forse è meglio. Allora buonanotte..."
"Buonanotte"
T/n si incamminò verso la sua stanza, preparandosi mentalmente per affrontare la notte. Mentre usciva dalla cucina, due occhi dorati la seguirono fino a quando la sua figura non sparì dietro la porta.
• • •
Ecco a voi la prima parte!
La seconda conto di pubblicarla entro il fine settimana.
||Sara❄
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