Shadow: Dabi - [ 7/8 ]
Dovendo rimanere in casa con loro per qualche giorno così che la ferita potesse guarire del tutto, Dabi dovette abituarsi al ritmo e agli orari di quella famiglia.
[T/N] aveva spiegato al ragazzo che sua madre lavorava nell'ospedale di un altro distretto e si occupava dei turni di notte. Per questo motivo, durante la settimana era ospite di una collega che abitava praticamente a due passi dall'ospedale, mentre tornava a casa nei weekend.
Mion invece era praticamente sempre a casa, a parte quando la mattina doveva andare a scuola.
Caso vuole che Dabi sia stato ferito nella notte che precedeva la settimana di ferie della signora [T/C], per cui si ritrovò ad avere tutte e tre le donne in casa.
Ma non fu così terribile come aveva pensato.
Shuuko lo visitava tutti i giorni, controllando che la ferita si stesse rimarginando nel modo corretto. E [T/N] naturalmente assisteva.
Durante uno di questi controlli, la donna gli chiese come si fosse procurato quel taglio.
- Ehm... - Dabi non sapeva come risponderle. Dicendole la verità avrebbe praticamente confessato di essere un Villain e aveva paura della sua reazione.
Lo avrebbe sbattuto fuori di casa?
Avrebbe chiamato gli Heroes?
[T/N] ne avrebbe pagato le conseguenze?
- Non c'è bisogno che tu menta, come ti ha detto mia figlia so già tutto sul tuo conto - spiegò la donna.
- ...Che cosa sa esattamente? - chiese confuso.
- Beh, so che fai parte di un gruppo di Villains. Ma non ho intenzione di denunciarti o altro dal momento che non hai alzato un dito contro di noi. Dopotutto, ciò che fai al di fuori di qui non sono affari miei... - continuò lei, pulendo la ferita con un panno imbevuto di disinfettante.
Il ragazzo sospirò sollevato, ringraziando [T/N] con lo sguardo.
Lei gli sorrise.
- Dai su, anche io sono curiosa di sapere cosa ti è successo -
Dabi allora spiegò cosa accadde durante l'incidente: Shigaraki aveva inviato lui, Toga e Twice a negoziare con alcuni membri dell'organizzazione mafiosa conosciuta come "Otto precetti di morte".
Le cose però non erano andate esattamente per il meglio.
Al contrario della madre, Mion non vedeva di buon occhio il nuovo convivente: la cosa che le dava più fastidio erano le attenzioni che rivolgeva a sua sorella.
Proprio così, era gelosa di lui.
Dabi aveva il monopolio totale di [T/N] e faceva di tutto per potersela tenere accanto in ogni occasione.
Possiamo dire che i due avevano iniziato una faida silenziosa, facendo a gara a chi passava più tempo con la ragazza.
- [T/NNNNN]! Mi aiuti a fare i compiti? - chiese Mion alla sorella.
- Sì, arrivo subito! - le rispose lei dal divano su cui era distesa.
- Hey, posso alzarmi? - chiese a Dabi, il quale stava sonnecchiando di fianco a lei con le braccia avvolte attorno al suo bacino. In tutta risposta lui strinse la presa e le si rannicchiò ancora più vicino.
Una volta che [T/N] riuscì a liberarsi dalle braccia del ragazzo si diresse in corridoio, dove la bambina la stava aspettando picchiettando il piede sul pavimento.
Dabi fece capolino dal divano, guardando le due sorelle andare in camera di Mion.
La più piccola si girò verso di lui e gli fece la linguaccia.
Lui invece le rivolse il dito medio.
- [T/N]! [T/N]! Dabi mi fa i gestacci! - gridò Mion.
La ragazza allora si girò verso di lui con espressione sconvolta.
- DABI! -
- Non hai le prove che io l'abbia fatto! - replicò lui con nonchalance.
- Ufff, a volte mi sembra di avere due bambini per casa... - sospirò prendendo Mion per mano e andando in camera a fare i compiti.
Insomma, questa era più o meno la routine.
Le cose cambiarono la mattina in cui Shuuko, durante una delle sue visite, decretò che era arrivato il momento di togliere i punti.
- Ne è sicura? - chiese Dabi sdraiato sul divano mentre la donna prendeva delle forbici e una pinzetta.
- Sicurissima. La tua pelle si è completamente rimarginata, non c'è più bisogno del filo - si inginocchiò di fronte a lui, mettendosi gli occhiali per vedere meglio.
Notò che il ragazzo stava tenendo gli occhi chiusi e aveva girato la testa contro lo schienale del divano.
- Non avrai mica paura spero! - rise lei.
- N-No si figuri... - degluttì Dabi.
[T/N] quella volta lo aveva addormentato e quindi non aveva sentito nulla, ma ora non sapeva che cosa aspettarsi ed era agitato.
Le sue paure si rivelarono infondate: non che non sentisse nulla, ma era più un fastidio che un dolore vero e proprio.
- Et voilà! Come se non fosse successo nulla - sorrise soddisfatta la donna una volta sciolto l'ultimo punto.
Dabi si mise a sedere, guardando la cicatrice bianca che era rimasta al posto della ferita.
Gli tornò in mente la notte in cui [T/N] lo aveva tratto in salvo e non poté fare a meno di sentirsi in debito verso quella famiglia.
- Io... la devo ringraziare - mormorò alzandosi in piedi, guardando Shuuko allontanarsi per disinfettare gli attrezzi.
- Le devo molto, sia a lei che a sua figlia. Non so davvero come avrei fatto se [T/N] non mi avesse aiutato e se tutte voi non mi aveste accolto in casa. Vi ringrazio... - disse rivolgendo un profondo inchino alla donna.
Lei gli sorrise da dietro al bancone della cucina. Lo fissò per qualche secondo, poi scosse la testa.
- Sai Dabi, io ti reputo una brava persona -
Dabi a quelle parole tirò su il busto. Guardò la donna con gli occhi leggermente spalancati, non credendo alle sue orecchie.
- Sei un ragazzo molto gentile, educato e rispettoso. È un vero peccato che qualcosa ti abbia indotto a percorrere la strada sbagliata... - aggiunse con un velo di tristezza negli occhi.
- E sono sicura che [T/N] non avrebbe mai rischiato così tanto per una persona qualsiasi. Devi essere sicuramente molto importante per lei... -
Dabi la ascoltava in silenzio, attento ad ogni singola parola.
Non si era mai sentito dire quelle cose da nessuno.
- Ho visto come la guardi. Da quel che ho potuto intuire tu ricambi il suo sentimento, è così? - gli chiese sorridendo.
In verità, il Villain non era mai entrato in argomento con [T/N].
Certo, lui aveva capito di piacerle: non a caso avevano pomiciato in quel vicolo per sua iniziativa.
Ma in realtà non era sicuro di aver fatto intendere alla ragazza che anche lui provava la stessa cosa nei suoi confronti.
- Sì signora, è così - rispose deciso.
- Ok, bene... - sospirò sollevata.
- Ora... - gli puntò il dito contro.
- Io da domani torno a lavoro e voi avrete casa libera. Sono pronta a scommettere che al primo momento buono voi due vi ritirerete a fare le vostre cose... - continuò fissandolo dritto negli occhi.
- Mi raccomando. Non ho nulla in contrario, ma vedi di trattarla bene oppure preparati a lasciare questa casa. Mi sono spiegata? - concluse con tono minaccioso.
Dabi alzò una mano e posò l'altra sul petto, in corrispondenza del cuore. - Ha la mia parola -
Shuuko lo fissò ancora per qualche secondo, poi riacquistò la sua solita espressione pacata.
- Ho messo dei preservativi nel cassetto del suo comodino, nel caso vi servano -
Lui la guardò incredulo, poi iniziò a ridere.
- Signora [T/C], dopo [T/N] lei è la donna più fantastica su questo pianeta -
• Quella sera •
- Sicura che non vuoi che la accompagni io al compleanno della sua amica? - chiese [T/N] alla madre mentre lei e Mion si preparavano ad uscire.
Avevano da poco finito di cenare, quando Mion si ricordò dell'invito alla festa di compleanno che aveva ricevuto quella mattina a scuola.
- Sì, ci penso io, così faccio un giro unico per andare in stazione. Sarei dovuta andarci comunque domani mattina, ma sono sicura che alla mia collega non darà fastidio se arrivo con una notte di anticipo - le sorrise la donna aprendo la porta.
- A domani sorellona! - esclamò la bambina abbracciando [T/N].
- Ci vediamo quando vengo a prenderti. E mi raccomando, comportati bene - le ricordò dandole un bacio sulla fronte.
- Mh mh. Ciao Dabi! - sventolò la manina verso di lui.
- Divertiti piccoletta - le rispose con un mezzo sorriso.
- E noi ci vediamo la settimana prossima. Troverò la casa intatta? - scherzò Shuuko.
- Sì mamma, come ogni volta - disse abbracciandola.
- MAMMA SBRIGATI! - la chiamò Mion impaziente.
- Arrivo! Allora vado... - si soffermò su Dabi, scrutandolo per un paio di secondi.
Avvicinò due dita agli occhi per poi puntarle verso il ragazzo, un implicito avvertimento per dirgli "Attento a ciò che fai, ti tengo d'occhio".
Lui si limitò ad annuire.
Dopo un ultimo saluto, la signora [T/C] e Mion lasciarono la casa.
Non appena la ragazza chiuse la porta si venne a creare un silenzio surreale, piuttosto imbarazzante.
Per la prima volta dopo giorni lei e Dabi erano rimasti da soli e, strano ma vero, entrambi si sentivano leggermente a disagio.
Per cercare di liberarsi da quella sensazione, [T/N] finì di sparecchiare la tavola e iniziò a lavare i piatti nel lavandino dando le spalle al ragazzo, nel più completo silenzio.
Ma a quanto pare non funzionò, perché sentiva lo sguardo di Dabi fisso su di lei.
Lo guardò con la coda dell'occhio: era ancora seduto a tavola e la stava scrutando intensamente.
Per un istante le sembrò di vedere un bagliore sinistro nei suoi occhi.
Tornò a concentrarsi sui piatti, ma quella tensione che si stava creando tra loro due le impediva di pensare con la mente lucida.
Dopo degli interminabili minuti, la ragazza sentì la sedia strisciare sul pavimento e dei passi lenti avanzare verso di lei.
Il suo cuore cominciò ad accelerare, mentre invece i movimenti delle sue mani si facevano sempre più lenti, fino a cessare del tutto quando percepì le mani calde di Dabi poggiarsi sui suoi fianchi.
[T/N] si bloccò all'istante, i muscoli completamente congelati.
La sua schiena aderiva completamente al petto di lui, bloccandola in una specie di gabbia dalla quale non poteva liberarsi.
Il ragazzo le spostò i capelli dal collo, bloccandoli dietro il suo orecchio. Poi avvicinò il viso fino a sfiorarle la pelle con il suo naso, facendo dei profondi respiri per godersi a pieno il suo profumo.
Sentire il fiato caldo del ragazzo infrangersi sulla sua pelle le provocò dei piccoli brividi lungo la schiena.
[T/N] sgranò gli occhi e lasciò la presa sul piatto che stava tenendo in mano quando sentì le labbra morbide del Villain appoggiarsi su di lei.
Il silenzio venne colmato dallo schiocco dei morbidi e umidi baci che Dabi stava lasciando su ogni centimetro di pelle che incontrava, scendendo lentamente dal collo verso la spalla, abbassandole con una mano la spallina della maglietta.
La ragazza aveva iniziato a tremare sotto al suo tocco mentre dei piccoli sospiri di piacere fuggivano dalle sue labbra e delle insolite fitte nascevano nel suo basso ventre.
Ancora troppo tesa per poter reagire, lasciò che lui continuasse quella dolce tortura.
Dabi ripercorse il tragitto al ritroso, per poi portare le labbra vicino al suo orecchio.
- Me lo avevi promesso, ricordi? - le disse con una voce profonda e terribilmente sensuale, accarezzandole i fianchi.
[T/N] tentò di ricomporsi e si girò, incontrando il suo corpo torreggiare su di lei e il suo sguardo penetrante che esaminava ogni centimetro del suo viso.
- C-come è messa la... l-la tua... - tentò di dire ma il ragazzo la precedette, sollevando il lembo della maglia che copriva la cicatrice.
Lei la osservò stupefatta.
- Q-Quando hai tolto i punti? -
- Stamattina, mentre accompagnavi la piccoletta a scuola - le rispose non staccandole gli occhi di dosso.
- Tua madre ha detto che sono come nuovo. Non c'è il rischio che si riapra -
[T/N] sorrise sollevata a quell'affarmazione, appoggiando la mano sulla cicatrice per tracciarne il contorno con le dita.
- Mi sembra ieri che te l'ho ricucita, e invece... - mormorò afferrando la maglia e alzandola del tutto, invitando il ragazzo a spogliarsi.
Dabi recepì il messaggio e se la tolse, ghignando nel vedere la ragazza arrossire con lo sguardo perso davanti al suo fisico.
Allora fece lo stesso con lei: afferrò il tessuto della sua maglia e gliela sfilò lentamente, facendola rimanere in reggiseno.
Colta alla sprovvista, [T/N] si coprì con le braccia e abbassò lo sguardo, imbarazzata.
- Non devi vergognarti... - sussurrò Dabi prendendole il viso tra le mani e lasciandole un leggero bacio sulle labbra.
- Sei bellissima -
La ragazza arrossì più di quanto non fosse già, spostando timidamente le braccia per poi appoggiare le mani sulle possenti spalle di lui.
Si baciarono di nuovo, questa volta con molto più vigore, facendo salire la temperatura ad ogni secondo che passava.
Le loro mani iniziarono a vagare sul corpo dell'altro, cercando il calore di cui avevano bisogno.
[T/N] gli accarezzava i capelli sulla nuca con una mano, mentre con l'altra gli faceva i grattini sul collo e sulla schiena.
Dabi invece fece scivolare le mani dal suo viso lungo tutta la schiena per andare ad afferrarle il sedere, invitando la ragazza ad aggrapparsi a lui.
[T/N] fece come richiesto, avvolgendo le gambe attorno al suo bacino e allacciandogli le braccia dietro al collo, senza mai staccarsi dalle sue labbra.
Dabi allora, tenendola stretta a sé, lasciò la cucina e si diresse in corridoio.
- Dove mi stai portando? - gli chiese sorridente la ragazza appena staccatasi dal bacio, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo.
- In camera tua. È lì che tua madre ha messo i preservativi - rispose lui con nonchalance.
- MIA MADRE COSA?! - esclamò tornando a guardarlo.
- Vi siete messi d'accordo?! -
- In realtà no, ha fatto tutto da sola - disse aprendo la porta della camera.
- Oh santo cielo... - commentò a bassa voce la ragazza, arrossendo di nuovo.
Dabi ridacchiò nel vederla in quello stato.
- Credo proprio che io e tua madre andremo d'accordo -
Questa volta fu lei a ridere, per poi far incontrare di nuovo le loro labbra mentre il Villain richiuse la porta dietro di sé.
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