Shadow: Dabi - [ 6/8 ]

La persiana della finestra in salotto non era stata completamente alzata: [T/N] voleva evitare di far entrare troppa luce per non svegliare il ragazzo.
Ma quei pochi raggi di sole che filtravano nella stanza andarono a illuminare proprio la figura di Dabi.

Strizzò gli occhi non appena percepì il calore del sole colpirlo in pieno viso, per poi aprirli lentamente per abituarsi alla luce.

Si rese conto di essere ancora sul divano dove [T/N] lo aveva portato quando era ancora debole e sanguinante, con l'unica differenza che ora il suo corpo era avvolto da una morbida coperta.

E lo aveva capito perché non indossava la maglia.

Ma che...?

Nonostante fosse ancora provato dalla notte appena trascorsa, tentò di mettersi a sedere; nel farlo però si accorse di avere qualcosa fra le dita.

Quando tirò fuori il braccio dall'involucro di coperte per capire cosa fosse, vide che teneva in mano un foglietto bianco con su scritto qualcosa.

Buongiorno :)

Spero tu abbia dormito bene e che ti senta un po' meglio, per quanto possibile.

Ti prego, cerca di non muoverti troppo, non hai idea di quanto sia stato difficile ricucire quella ferita. E non ho intenzione di farlo di nuovo.


Probabilmente quando ti sveglierai io non sarò in casa, perciò chiedi pure a Mion se hai bisogno di qualcosa.

[T/N]

Quando lesse il suo nome alla fine del messaggio gli venne naturale sorridere.

Dabi sbadigliò, stiracchiando le braccia verso l'alto.
Quel movimento gli provocò una fitta al ventre.

- AGH! Cazzo... - commentò togliendosi la coperta dalla pancia.

Il ragazzo aveva una serie di bende arrotolate attorno al bacino, probabilmente per evitare che la ferita si infettasse.

Appoggiò una mano sopra il punto in cui la ragazza aveva applicato i punti di sutura, facendo un po' di pressione.

- Agh! Ok no, pessima idea... - esclamò ritirando immediatamente la mano.

Dabi pensò che forse avrebbe fatto meglio ad ascoltare la ragazza e restare il più fermo possibile, per evitare che i punti saltassero e che la ferita ricominciasse a sanguinare mentre lei non era in casa.

Si appoggiò al divano a braccia conserte, esplorando con lo sguardo la stanza in cui si trovava.
Non era nulla di più di un normale salotto: c'erano un divano, un tavolino, una televisione, qualche quadro appeso al muro e gingilli vari su mobili e mensole.

Era passato troppo tempo dall'ultima volta in cui era stato accolto nella casa di qualcun altro, senza contare ovviamente lo squallido bar che fungeva da base per i Villain.
Si sentiva stranamente a suo agio lì.

Proprio come la notte precedente, un rumore di passi echeggiò per il corridoio, arrivando alle orecchie del Villain.
Anche questa volta, si rivelarono essere i piedi scalzi di Mion.

La bimba sbadigliò, poi cercò Dabi con lo sguardo, notando la sua chioma corvina spuntare dallo schienale del divano.

- Buongiorno... - disse quasi sussurrando, ancora assonnata.

Dabi girò la testa verso di lei, facendo scontrare i suoi occhi turchesi con quelli [C/O] della bimba.

- Buongiorno anche a te. Tu devi essere Mion giusto? - le chiese sorridendo un po'.

- Mh mh.... - annuì.

- La tua sorellona mi ha parlato di te -

- Come ti senti? Fa ancora male? - gli chiese improvvisamente, indicando su di sé il punto in cui Dabi era stato ferito.

- Ah, no. Solo se faccio movimenti troppo bruschi. Ma se sto fermo non sento quasi niente - le rispose calmo.

La bambina gli sorrise in risposta, poi si avviò verso la cucina.
- Cosa vuoi per colazione? -

Ora che ci pensava, Dabi non metteva nulla sotto i denti da quando era stato in missione la notte precedente.
Stava morendo di fame.
Tuttavia, non voleva fare richieste alla bambina già di prima mattina.

- Non preoccuparti, sto bene così -

Mion lo guardò per un attimo, poi tornò a fare quello che stava facendo.
Poco dopo tornò dal ragazzo con due tazze di the e un pacco di biscotti.

Appoggiò una tazza sul tavolino davanti al divano e si sedette con l'altra accanto al Villain.

- Quella è per te - gli disse indicando la tazza fumante.

- Ma no, ti ho detto che... - il suo stomaco lo tradì, gorgogliando talmente forte che anche Mion riuscì a sentirlo.

- [T/N] ha detto che devi mangiare qualcosa - lo zittì lei.

Sì, sono proprio sorelle...

- Ok, ok. Se lo ha detto il grande capo non posso rifiutare - disse ridacchiando, prendendo la tazza dal tavolino e una manciata di biscotti dal pacchetto che la bambina aveva messo fra loro due.

Poi appoggiò la mano sulla sua testa e le scompigliò giocosamente i capelli.
- Grazie piccoletta -

- Hey! Non sono piccola! Ho 9 anni sai?! - rispose gonfiando le guance.

Il Villain sorrise divertito alla sua reazione.
- Scusa, allora non lo dirò più... piccoletta -

Mion lo fissò con uno sguardo che avrebbe fatto paura persino ad All Might.
- Mi stai antipatico-

Quando entrambi finirono di fare colazione, Dabi le chiese di raccontargli quello che era successo quella notte dopo che lui aveva perso i sensi.

- [T/N] ti ha sistemato la ferita - gli disse indicando la sua pancia.
- È stata bravissima. Non aveva mai fatto una cosa del genere, eppure è riuscita a chiudere il taglio solamente con ago e filo - raccontò.

- Una volta assicuratasi che i punti avrebbero tenuto, ti ha tolto i vestiti sporchi di sangue e li ha messi in lavatrice. Poi ha bendato tutto per evitare che durante la notte si riaprisse la ferita. -

Dabi ascoltò in silenzio ogni singola parola, annuendo per far capire a Mion che stava seguendo.

- Poi, visto che era tutta sporca di sangue è andata a farsi la doccia. Intanto io ti ho portato la coperta e sono tornata a dormire. Non credo sia successo qualcos altro, ma non penso visto che [T/N] è entrata in camera poco dopo di me - concluse guardando il Villain.

- Ho capito. Grazie Mion - disse soddisfatto.

La bambina gli sorrise.
Prese le tazze vuote e le portò in cucina assieme ai biscotti.

- Sai dov'è andata tua sorella? - chiese il Villain.

- Uhm... Se non mi ricordo male doveva andare a prendere la mamma in stazione - rispose lei.

- Oh - Dabi non aveva preso in considerazione il fatto che le due ragazze potessero vivere ancora con i genitori.
Non ci avrebbero messo molto a capire che lui era un Villain.

- E il vostro papà invece? - continuò leggermente nervoso.

- Non vive qui. Lui e la mamma si sono lasciati qualche anno fa - spiegò Mion tornando a sedersi sul divano.

- Non ti preoccupare. Sono sicura che [T/N] le avrà già spiegato tutto - provò a rassicurarlo notando la sua espressione corrucciata.

Speriamo...

Dopo qualche minuto, Dabi e Mion sentirono la porta di casa aprirsi.
- Siamo tornateee! - gridò [T/N] entrando, seguita da una donna che le somigliava molto.

- Mamma! - Mion si fiondò tra le braccia della donna, avvolgendole il bacino con le braccia.

- Ciao tesoro! - disse lasciandole un bacio tra i capelli.
- Come stai? Che hai fatto di bello questa settimana? - chiese alla bambina.

[T/N] invece rivolse la sua attenzione a Dabi: lo trovò seduto sul divano, esattamente dove lo aveva lasciato.
- Hey, come stai? - gli chiese avvicinandosi.

Istintivamente le cadde l'occhio sul suo petto nudo, finendo per arrossire violentemente.

Dabi non rispose.
Era occupato a fissarla.
Capelli [C/C] e [F/C], stupendi occhi [C/O], una decina di centimetri più bassa di lui.
Anche meglio di come se l'era immaginata.

Quando si accorse che [T/N] stava ammirando il suo corpo le rivolse un sorrisetto malizioso, facendole sgranare gli occhi e voltare lo sguardo da un'altra parte per l'imbarazzo.

- [T/N], è lui il ragazzo di cui mi hai parlato? - le chiese la madre, avvicinandosi ai due.

- Uhm, sì. Lui è Dabi. Dabi, ti presento mia mamma, Shuuko [T/C] -

La signora [T/C] si avvicinò al divano, porgendo la mano al ragazzo che, anche se un po' titubante, la strinse per salutarla.

- Piacere signora - disse cercando di sembrare il più naturale possibile, anche se l'aver teso il braccio in avanti gli provocò un dolore non esattamente leggero al fianco.

D'istinto si portò l'altra mano sulla fasciatura e la donna se ne accorse.
- Ti dispiace se do un'occhiata? - gli chiese gentilmente, indicando il punto che stava tenendo.

- Uhm... - Dabi guardò [T/N] in cerca di conferma.

- Mamma è una dottoressa, sicuramente potrà curarti meglio di quanto potrei mai fare io - lo rassicurò sorridendo.

Il ragazzo allora spostò la mano così che lei potesse togliere le bende per esaminare la ferita.

- Stenditi pure. Vediamo che ha combinato mia figlia... - disse rivolgendo un'occhiata alla ragazza che nel mentre le si era inginocchiata di fianco.

Srotolò la garza dal bacino del ragazzo, rivelando i punti di sutura fatti con ago e filo.
Poi fece un sorriso compiaciuto.

- Heh, guardare Grey's Anatomy e tutte quelle altre serie ospedaliere ha dato i suoi frutti a quanto pare... Devo dire che non è così pessima - commentò facendo scorrere le dita sulle cuciture.

- Hey! Mi ci sono impegnata un sacco! Non è pessima, è... discutibile - ribattè la ragazza.

La donna ridacchiò mentre Dabi si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
- Dimmi almeno che hai usato uno degli aghi sterili che tengo in lavanderia e non quello da cucito -

[T/N] assunse un'espressione basita.
- Ah... C'erano degli aghi sterili? -

- Ecco, ora muoio... - commentò scherzosamente Dabi guardandola.

- Ma che ne so io se abbiamo strumenti chirurgici in casa?! Ora non dirmi che c'è anche una sala operatoria nascosta! - esclamò lei rivolta alla madre.

Guardando la figlia maggiore e sospirando, Shuuko decise che Dabi per il momento poteva rimanere con quella sutura, a meno che non si fosse infettata o avesse ceduto.
In quel caso, avrebbe dovuto riaprire il tutto e ricucire da capo.
Dopodiché la rifasciò.

- Bene, ora se non vi dispiace vado a farmi una dormita. Il turno di notte questa volta mi ha completamente devastata, ci vediamo più tardi - così dicendo si diresse in camera da letto.

Prima di prendere la parola, il ragazzo aspettò di sentire la porta nel corridoio chiudersi dietro alle spalle della donna.

- Allora vivrò ancora per qualche giorno se mi va bene - disse rimettendosi a sedere.

- Lo spero proprio, dopo tutta la fatica che ho...! - [T/N] non fece in tempo a finire la frase che una mano bruciata le afferrò il polso e la tirò a sé.

Si ritrovò in grembo a Dabi con le mani pressate contro la pelle calda del suo petto, mentre il Villain le avvolse un braccio attorno ai fianchi.
Le prese il mento tra le dita, facendole alzare lo sguardo verso di lui.

Quei gesti gli costarono qualche fitta alla pancia, ma venne ripagato dal vedere le guance della ragazza tingersi di un bel color porpora.
Riuscire finalmente a toccarla gli provocò un'emozione immensa.

- Uhmmm, credo che me ne andrò in camera... - borbottò Mion sparendo nel corridoio con una faccia disgustata.

[T/N] era completamente paralizzata.
Il Villain si chinò leggermente in avanti, arrivando a sfiorare l'orecchio della ragazza con le sue labbra, iniziando ad accarezzarle la guancia con il pollice.
Dovette reprimere il suo istinto per evitare di saltarle addosso in quel momento.

- Grazie - le sussurrò con voce profonda, facendole venire i brividi in tutto il corpo.

- Ieri notte mi hai salvato, ti devo la vita... - continuò stringendo la presa attorno al suo bacino, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo.

Non c'era malizia nelle sue parole, Dabi era profondamente sincero e riconoscente per quello che [T/N] aveva fatto per lui.

- I... Io, ecco... - balbettò lei al massimo dell'imbarazzo.

- Voglio ringraziarti come si deve... - sospirò contro la sua pelle, - ...e anche punirti per avermi dato un sonnifero spacciandolo per antidolorifico -

Oh cazzo, se n'è accorto...

[T/N] perse un battito mentre percepì le sue labbra curvarsi in un ghigno contro la sua pelle, per poi cominciare a baciare lentamente il collo, facendola irrigidire ancora di più.

- Ehm... D-Dabi? - lo interruppe lei con il cuore che non ne voleva sapere di rallentare.

- Cosa? - le chiese appoggiando la fronte contro la sua per guardarla dritta negli occhi, non allentando la presa su di lei nemmeno per un istante.

- Non... non sarebbe meglio aspettare c-che tu stia meglio? - dovette concentrarsi parecchio per formulare una frase di senso compiuto senza balbettare.
- E poi ci sono mia sorella e mia mamma in casa, non vorrei che... -

Questa volta fu il Villain a zittirla con un bacio: un bacio lungo e passionale in cui era racchiusa tutta la voglia che aveva di lei.

[T/N], inizialmente colta alla sprovvista, si lasciò andare e ricambiò, avvolgendogli le braccia al collo e affondando le mani nei suoi capelli corvini.

Dabi le mordicchiò giocosamente il labbro inferiore, per poi far scivolare la lingua tra le sue labbra.
La tirò ulteriormente a sé, afferrandole il capelli alla base della nuca per approfondire quel bacio ancora di più.

I loro respiri che si mescolavano, le mani che vagavano tra le ciocche di capelli dell'altro, il tutto mentre le loro lingue si cercavano e si intrecciavano senza sosta; nessuno dei due aveva intenzione di staccarsi.

Ma si videro costretti a farlo dato che l'ossigeno è piuttosto importante se si vuole vivere.

Quando quel contatto si interruppe entrambi erano senza fiato e con le gote arrossate, gli occhi fissi in quelli dell'altro.
Non volevano lasciarsi andare, avevano bisogno l'una dell'altro.

Dabi fu il primo a riprendersi.
- Non appena riuscirò a muovermi più liberamente... e quando in casa rimarremo solo io e te... - le disse con il fiatone, accarezzandole la guancia.

[T/N] sorrise e gli lasciò un veloce bacio a stampo.
- Non vedo l'ora~ -

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