Shadow: Dabi - [ 5/8 ]
[T/N] non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di Dabi disteso sotto di lei che tremava di piacere sotto al tocco delle sue mani.
In quel momento era stata trascinata dall'euforia, ma ripensandoci a distanza di giorni e con la mente lucida, la ragazza non poté fare a meno di rimuginarci sopra.
Ma con quale coraggio mi è venuto in mente di saltargli addosso?!
Maledetti ormoni!
Arrossì intensamente ripensando all'espressione pacifica del suo volto: gli occhi chiusi per godersi al meglio i baci e le labbra curvate in un sorriso malizioso mentre le sue mani vagavano senza sosta sotto la maglia.
Maledizione...
Cercò di distrarsi da quei pensieri seguendo la sua solita routine: tenere in ordine la casa, badare a Mion, prendere a calci i malviventi del distretto a luci rosse.
Ma di notte, quando si trovava sola nel suo letto e cercava di addormentarsi, la mente prendeva di nuovo il sopravvento.
Le sembrava di avere ancora le mani sulla sua pelle bollente, di sentire nelle orecchie i suoi profondi sospiri, di avere le labbra ancora appoggiate sulle sue.
[T/N] si morse il labbro.
Lo desiderava.
Desiderava giacere tra le sue braccia, sentire finalmente le sue mani accarezzare ogni curva del suo corpo, facendola fremere ad ogni tocco.
"Anch'io voglio... voglio toccarti..."
Sentì le farfalle nello stomaco mentre la sua meravigliosa voce le rimbombava nelle orecchie.
È vero che ci siamo baciati, ma...
Se lui non provasse dei veri sentimenti verso di me?
Se fosse solo una questione di sesso per lui?
Queste domande la accompagnarono fino alla sera del loro solito incontro.
Lo stava aspettando nel vicolo come di consueto, nascosta nella parete.
Percorse la strada un paio di volte avanti e indietro, gettando occhiate qua e là per controllare se un certo toast bruciacchiato si facesse vivo.
Nel fare ciò le cadde l'occhio su quel che rimaneva del sacco dell'immondizia a cui Dabi aveva dato fuoco la volta prima: non poté fare a meno di ripensare al loro momento di passione.
Cominciò a sentirsi accaldata mentre il battito cardiaco si faceva sempre più veloce.
Riuscirò a parlare normalmente con lui senza farmi venire in mente idee perverse?
Passarono altri minuti, durante i quali [T/N] divenne sempre più nervosa: un po' per il ricordo di ciò che era successo e in gran parte perché Dabi non si era ancora fatto vedere.
Non la faceva attendere così tanto dal loro secondo incontro, quando le promise che non sarebbe più arrivato in ritardo.
Si disse che probabilmente gli altri Villain del suo gruppo lo stavano trattenendo, o che magari era impegnato in una missione.
Devo avere fiducia in lui.
Non mi costa niente aspettare.
Ma più il tempo passava e più la ragazza cominciava a preoccuparsi.
Aveva sforato l'orario prestabilito di una mezz'ora abbondante.
Non era da lui.
Che cosa faccio?
Rimango qui o vado a cercarlo?
Ad un tratto si sentì un forte boato in lontananza.
Gli allarmi delle macchine si sommarono alle grida della gente, gettando le strade nel caos più totale mentre una densa scia di fumo nero cominciava a salire in cielo.
Cosa cazzo?!
Dev'essere esploso qualcosa in periferia.
Alcune persone che si trovavano nella strada principale si allontanarono spaventate, così [T/N] decise di disattivare il suo quirk e di nascondersi tra la gente in fuga, calando il cappuccio della felpa sul viso per passare inosservata.
Era curiosa di vedere cosa fosse successo, ma quel che le premeva di più era sapere se Dabi era coinvolto in quella faccenda.
Corse per l'isolato che portava verso la periferia, dove la nube di fumo continuava a salire oscurando il cielo stellato.
Mentre cercava di farsi strada tra la folla, una persona che avanzava lentamente carponi in controluce catturò la sua attenzione.
Riusciva a malapena a muoversi; probabilmente era rimasta ferita durante l'incidente.
[T/N] senza pensarci due volte le si avvicinò per aiutarla ad alzarsi e metterla al sicuro.
- Vieni, aggrappati a me. Ti aiuto ad alza... -
Si bloccò quando, una volta inginocchiatasi di fianco allo sconosciuto, notò sulle sue braccia delle familiari cicatrici.
- DABI! - lo chiamò incredula con gli occhi lucidi.
Il ragazzo aveva il capo chino e si teneva la pancia con un braccio.
Quando sentì chiamare il suo nome guardò la ragazza con occhi sofferenti.
- C-Come sai... il mi...? - le chiese a fatica, non riuscendo a vederla completamente in viso a causa del cappuccio.
- Sono io! Sono [T/N]! - lo rassicurò, cercando di metterlo a sedere per controllare la ferita.
Quando sentì la sua voce gli si illuminò il viso, contratto subito dopo in una smorfia di dolore quando la ragazza provò ad alzarlo da terra.
- Agh! No, ferma! Fa troppo... male... - disse dolorante stringendo la presa sulla pancia mentre qualche goccia di sangue scivolava lungo il suo braccio.
- Scusa! Scusa... - doveva trovare un modo per portarlo via di lì.
- Ecco gli Heros! -
- Sono arrivati i Pro-hero! -
Gridò qualcuno tra la folla.
Dabi sgranò gli occhi.
- Non posso... - venne interrotto da un colpo di tosse.
- Non... non devono trovarmi... -
[T/N] era indecisa sul da farsi: doveva trovare un modo per spostare Dabi senza fargli del male e sopratutto senza essere vista.
Lo guardò aggiungere anche il secondo braccio a tamponare la ferita, continuando a tossire e a gemere.
Le venne un'idea.
- Ti prego perdonami - disse mentre gli spostò le braccia dall'addome, rivelando l'enorme chiazza di sangue che si stava espandendo sulla maglia bianca dopo ogni secondo che passava.
- AGHHH! AGH, CAZZO! - si lamentò mentre la ragazza, a fatica, riuscì a caricarselo in spalla facendo passare le sue braccia attorno al collo e afferrandolo per le cosce.
Le ginocchia di [T/N] iniziarono a tremare, segno che avrebbero ceduto da un momento all'altro sotto il peso del ragazzo se non si fosse data una mossa.
- Resisti ti prego. Ora ti sentirai un po' strano... - spiegò lei facendo un respiro profondo, prendendo la rincorsa e dirigendosi verso la parete più vicina.
Dabi chiuse gli occhi aspettandosi un impatto, ma non fu così.
Invece, i due sfrecciarono ad una velocità assurda su muri, strade, marciapiedi e qualsiasi altra superficie che incontravano.
[T/N] stava usando il suo quirk.
Dabi ora si sentiva stranamente bene: la ferita non pulsava più come prima e aveva smesso di sanguinare, come se il suo intero corpo si fosse bloccato nel tempo.
- Ma che...? -
- Dabi! Cos'è successo?! - gli chiese preoccupata non appena sentì la sua voce.
- Uhm... È una storia lunga... - rispose lui con un fil di voce.
- D'accordo, mi spiegherai tutto quando starai meglio -
Non rispose subito, era piuttosto occupato ad osservare il mondo esterno scorrere davanti ai suoi occhi come una pellicola dei vecchi film.
- Figo vero? - commentò la ragazza, continuando a correre verso una destinazione sconosciuta con Dabi a peso morto sulla schiena.
- Huh, e così è questo che provi quando diventi un'ombra... -
- Goditi questo momento, quando disattiverò l'Obscurus tornerà tutto come prima... - lo avvertì, rallentando il passo mentre si addentrava in un quartiere pieno di villette a schiera.
Superò velocemente alcune case per poi infilarsi sotto la fessura di una porta.
Una volta entrata, [T/N] tornò nel suo corpo e lo stesso fece Dabi.
Il ragazzo cominciò a sentire di nuovo quel dolore immenso mentre lei lo fece scivolare il più delicatamente possibile sul divano del salotto.
[T/N] accese la luce e si tolse il cappuccio, lasciando che i suoi capelli [C/C] le ricadessero sulle spalle.
Nonostante ora avesse la possibilità di guardarla in viso, Dabi non riusciva a tenere gli occhi aperti, tanto era forte il dolore che provava.
- Aghhh! Cazzo che male! - gridò tenendosi la ferita con le mani, cercando di rallentare la fuoriuscita di sangue.
- Shhhh shhhh... Tranquillo, andrà tutto bene... - disse la ragazza con voce tremante, allontanandosi da lui per dirigersi verso quella che doveva essere la cucina, aprendo un'anta e tirandovi fuori una scatola piena di medicine.
Mentre [T/N] era intenta a rovistare, Dabi sentì dei piccoli passi rimbombare nel corridoio.
- Mmmhhhh - mugolò qualcuno.
- Sorellona...? Aaaaaahhhm - chiese, mentre uno sbadiglio scappò dalla sua bocca.
- Mion! Amore scusa, non volevo svegliarti... - le rispose [T/N] vedendola stropicciarsi gli occhi con le mani.
- Cosa stai facendo? - le chiese con voce assonnata.
Poi si accorse di sentire una sconosciuta voce maschile respirare affannosamente e gemere di dolore.
La sorella maggiore fece cenno col mento verso il divano, tirando fuori dalla scatola la medicina che stava cercando.
Mion guardò nella direzione indicatale e vide una chioma corvina spuntare dal bracciolo del divano.
- Sta male, devo aiutarlo - spiegò [T/N] riempiendo un bicchiere d'acqua e sciogliendoci dentro la medicina.
Tornò dal ragazzo e gli appoggiò il bicchiere sulle labbra.
- Bevi - ordinò.
- Cos'è...? -
- Un antidolorifico, bevi per favore -
Dabi schiuse le labbra così che la ragazza potesse aiutarlo a bere, sostenendogli la nuca con una mano e accompagnando il bicchiere con l'altra.
- Ti serve una mano? - chiese Mion alla sorella, anche lei preoccupata dopo aver assistito alla scena.
- No tesoro, torna pure a dormire. Ci penso io - la rassicurò mentre il ragazzo svuotò il contenuto del bicchiere.
- Sei sicura? - le chiese di nuovo.
[T/N] gettò un'occhiata alla scia di sangue che dal ventre del ragazzo stava scivolando copiosamente sul divano.
- Ehm... Anzi, fammi un piacere: portami una bacinella con dell'acqua tiepida. E anche degli asciugamani - ordinò.
La bambina annuì e si precipitò in bagno per prendere quello che aveva chiesto.
- [T...T/N] - mormorò Dabi tentando di aprire gli occhi.
- Sì, sono qui! - rispose inginocchiandosi sul pavimento e accarezzandogli le guance, notando come il suo viso fosse completamente imperlato di sudore.
Lui non aggiunse nulla.
Era finalmente riuscito a guardare in viso quella ragazza, ma quella vista non durò a lungo: d'un tratto le palpebre gli si fecero pesanti e percepì i muscoli di tutto il corpo rilassarsi di colpo.
Guardò [T/N].
- Che cosa...? - non riuscì a completare la frase perché la ragazza ancora una volta lo zittì con un bacio.
- Andrà tutto bene... - gli sussurrò una volta staccatasi.
L'ultima cosa che Dabi sentì prima di perdere i sensi fu la voce di Mion.
- Ecco! Ho preso tutto! - esclamò la bambina portando alla sorella bacinella e asciugamani.
- Grazie tesoro - disse stampandole un bacio in fronte.
Alzò la maglia inzuppata di sangue scoprendo il taglio profondo che si faceva largo sulla pancia del ragazzo, cominciando a tamponarlo con un asciugamano per fermare l'emorragia.
Quando le sembrò che il flusso di sangue fosse rallentato prese un altro asciugamano, lo bagnò nella bacinella e pulì la pelle attorno alla ferita, controllando che Dabi si fosse addormentato del tutto.
Poi si diresse verso un mobile e ne aprì gli sportelli.
Prese ago e filo.
- Non vorrai mica ricucirlo, vero? - chiese spaventata la più piccola, osservando la sorella srotolare il filo dal rocchetto e infilarne l'estremità nell'ago.
La ragazza fece un respiro profondo guardando verso il ragazzo privo di sensi che giaceva scomposto sul divano.
Le tremavano le mani.
Era terribilmente spaventata dall'idea che qualcosa potesse andare storto.
L'emorragia poteva riprendere da un momento all'altro e Dabi sarebbe morto dissanguato; oppure, anche se fosse riuscita a ricucirlo, il taglio sarebbe potuto infettarsi a causa degli strumenti precari che stava usando.
Devo provarci...
Devo provare a salvarlo...
Degluttì a vuoto.
Appoggiò pollice e indice sui due lembi di pelle separati dalla ferita, avvicinandoli fino a farli combaciare.
- Mion... - disse seria, liberando la mente da qualsiasi altro pensiero che non fosse salvare Dabi.
L'ago penetrò nella pelle.
- ...non guardare -
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top