Shadow: Dabi - [ 1/8 ]
Quella sera toccò a lui fare il giro di ronda. Non che gli andasse di farlo, ma qualsiasi altra cosa era meglio di stare rinchiuso in quel bar con Shigaraki e la sua banda di squilibrati.
Più tempo passava con loro e meno riusciva a sopportarli: Shigaraki discuteva con Kurogiri per ogni piccola cosa; Spinner continuava a lamentarsi del fatto che quello che stavano facendo non rispecchiasse gli ideali di Stain; Magne doveva costantemente controllare che Toga non accoltellasse qualcuno dalla noia e Twice ogni due per tre dava di matto e iniziava a dire frasi senza senso.
Per quale cazzo di motivo ho scelto di unirmi a loro?
Camminare per le strade vuote e poco illuminate della periferia per lui fu come allontanarsi da un enorme carico di stress, a cui però avrebbe dovuto far ritorno dopo appena qualche isolato.
Ed è esattamente per questo motivo che le le sue passeggiate notturne duravano decisamente molto di più di quelle degli altri.
Sicuro del fatto che il suo aspetto poco raccomandabile avrebbe dissuaso le persone dal rivolgergli la parola, Dabi era solito avventurarsi in una zona dove la vita notturna era all'ordine del giorno: bar e pub aperti h24, insegne al neon ovunque e altri tizi dall'aspetto inquietante tra i quali sarebbe passato inosservato.
Era proprio lì che stava andando.
Dopo alcuni minuti passati a vagare tra i vicoli, riuscì a sentire in lontananza il frastuono di vetri i frantumi e gente ubriaca gridare ai quattro venti, segno che era quasi arrivato a destinazione.
Quando i primi locali comparvero all'orizzonte, una figura catturò l'attenzione di Dabi: era appena uscita da un bar e si stava dirigendo verso la periferia, camminando sul marciapiede opposto a quello dove stava lui.
A causa della poca illuminazione non l'aveva vista in faccia, ma a giudicare dal rumore che producevano le sue scarpe a contatto con il cemento doveva trattarsi di una ragazza con i tacchi.
Dopo aver seguito la direzione del marciapiede per un po', svoltò in un vicolo totalmente al buio.
Tsk, idiota. Quello è un vicolo cieco.
Dabi la guardò sparire nell'ombra con la coda dell'occhio, l'eco delle sue scarpe che si faceva sempre più silenzioso.
Non sembrava essersi accorta di lui.
Poco più avanti, sempre lungo il marciapiede opposto, altri due individui stavano percorrendo la stessa strada. Stavolta Dabi decretò subito dalle figure corpulente che si trattava di due uomini.
- Sei sicuro che abbia girato lì? - disse uno di loro, agitando la bottiglia vuota che teneva in mano.
- Sicurissimo, ha imboccato quella stradina. Non può scappare, non ci sono uscite - sogghignò l'altro sfregandosi le mani, chiaramente ubriaco.
I due uomini si avventurarono a loro volta nel vicolo.
Dabi, inizialmente non interessato alla cosa, si fermò e guardò indietro verso quella via immersa nell'ombra. Aveva capito le intenzioni di quei due, e per qualche secondo gli passò per la mente l'idea di intervenire.
Alla fine si disse che in fondo non erano affari suoi, e riprese a camminare con la sua solita aria annoiata.
Qualche istante dopo, per la strada deserta rieccheggiarono delle grida. Delle grida tutt'altro che femminili.
Arrivarono anche alle orecchie del Villain, che si girò nuovamente nella direzione da cui provenivano.
Huh? Ma che cosa sta succedendo lì dentro?
Rimase fermo con gli occhi puntati verso quel vicolo, aspettando che qualcuno, ragazza o uomini, uscisse. Quando però non successe, Dabi si incuriosì e decise di dare un'occhiata.
Attraversò la strada e si diresse a grandi falcate verso il vicolo incriminato. Quando ci arrivò davanti le grida erano già cessate.
Facendosi luce con le fiamme della mano destra, si inoltrò in quello spazio stretto e angusto.
Superò alcuni sacchi dell'immondizia abbandonati a terra e dei cassonetti rivoltati dai gatti randagi, dai quali proveniva un odore nauseabondo.
Procedeva a piccoli passi controllando la strada davanti a sé con il braccio teso in avanti, proiettando sulle pareti la sua ombra distorta.
Non si sentivano rumori particolari, a parte il rimbombo lontano dell'attività del quartiere a luci rosse.
Dabi era sempre più curioso di sapere chi avesse avuto la meglio sull'altro. Avrebbe sicuramente pensato che i due uomini fossero riusciti nel loro intento, ma sentire quelle urla gli fecero venire il dubbio che fosse successo qualcos'altro.
Dopo ancora qualche passo, le sue fiamme illuminarono qualcuno disteso a terra. Si guardò attorno, per poi abbassarsi rimanendo in equilibrio sulle punte dei piedi: era uno dei due uomini.
Dabi gli illuminò il volto, rivelando il setto nasale rotto dal quale scendeva copiosamente del sangue. Respirava, ma a quanto pare era stato stordito per bene.
Ma tu guarda...
Il ragazzo mosse il braccio attorno al corpo dell'uomo, trovando accanto alla tasca dei pantaloni il suo portafogli. Lo raccolse con l'altra mano e ne esaminò il contenuto: c'erano solo i documenti.
- E così sei una ladruncola... - disse ghignando tra sé e sé, alzandosi in piedi e scavalcando l'uomo privo di sensi.
Poco più avanti trovò anche il secondo, rivolto a pancia in giù e con un braccio piegato in una posizione poco naturale dietro alla schiena. Anche nel suo caso il portafogli era abbandonato fuori dalla tasca, senza contanti.
- Non male ragazzina, non male... - disse compiaciuto a voce un po' più alta di prima, pensando che la ragazza in questione dovesse trovarsi ancora lì dal momento che non l'aveva vista uscire dal vicolo.
Quando però raggiunse il muro che segnava la fine della strada, si dovette ricredere.
Da dove se l'è svignata?
Questo posto non ha altre uscite.
Dabi ripercorse il vicolo al contrario, illuminando terreno e pareti per cercare un'ipotetica via di fuga che la ragazza avrebbe potuto usare, ma si ritrovò all'inizio della via senza aver trovato nulla.
Peccato...
Il ragazzo spense le fiamme e si mise le mani in tasca.
Deve aver usato il suo quirk per scappare...
Ora che aveva soddisfatto la sua curiosità potè finalmente dedicarsi al suo obiettivo iniziale: bere qualcosa prima di tornare alla base dei Villains.
Non fece in tempo a fare un solo passo che un rumore proveniente da dietro di sé lo fece girare per l'ennesima volta.
Vide che uno dei cassonetti all'inizio della stradina era caduto a terra. Qualcuno doveva averlo urtato.
- Ma allora mi prendi per il culo - protestò con espressione scocciata.
Poteva anche essere che i due uomini si fossero ripresi, ma a giudicare dai colpi che avevano subito ci sarebbe voluto molto più tempo.
Credo proprio che non riuscirò a farmi nemmeno una bevuta...
Si fece inghiottire dall'oscurità di quella strada, deciso a trovare quella ragazza.
Raggiunse di nuovo il punto in cui i due individui erano stati tramortiti. Era tutto esattamente come l'aveva trovato pochi minuti prima.
- Andiamo tesoro, vuoi giocare a nascondino? - chiese con voce provocatoria.
Non si aspettava di certo una risposta, ma con sua sorpresa sentì il coperchio di un cassonetto aprirsi.
- Oh ma allora ci sei... -
Questa volta accese le fiamme su entrambe le mani per vedere meglio. Si guardò intorno, gettando luce davanti e dietro di sé. Non vide nessuno.
Sentì invece un verso soffocato vicino a lui, come se qualcuno stesse trattenendo una risata.
Allora si voltò di scatto tendendo un braccio davanti sé, sicuro di averla colta in flagrante.
Nessuno nemmeno stavolta.
- Senti ragazzina, non continuerò a fare la figura dell'idiota ancora per molto. La mia pazienza ha un limite - disse continuando a guardarsi intorno, cercando un qualche segno che potesse aiutarlo a capire dove si trovasse.
Una risata divertita rimbalzò sulle pareti del vicolo, rimbombando nelle orecchie del ragazzo.
- Lo trovi divertente? - chiese con tono seccato. - Sai cosa diverte me invece? Abbrustolire le persone - enfatizzò le parole dell'ultima frase, aumentando l'intensità delle sue fiamme.
Puntò le mani verso i corpi ancora stesi a terra.
- Se li hai lasciati in vita significa che non vuoi che muoiano... - disse mentre le fiamme si propagavano lungo le sue braccia. - Sarebbe davvero un peccato se io adesso... -
- NO ASPETTA! -
Il ragazzo gignò. Ritirò le braccia e guardò dietro di sé, illuminando la visuale con le mani. Non vide nessuno.
Ma porca puttana!
- Dove cazzo...!? -
- Qui - rispose calma una voce femminile.
Il Villain si voltò verso di essa, ritrovandosi a fissare il muro.
Ma quando la luce delle sue fiamme si scontrò con la superficie di mattoni, rivelò l'ombra di una ragazza con i tacchi.
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