Parents: Shinsou Hitoshi - [ Extra ]

"Eccoci nel mio quartiere!" esclamò T/n emozionata, avvolgendo il braccio del suo ragazzo. "Siamo quasi arrivati Toshi"

Shinsou degluttì nervoso.

Come sono finito in questa situazione?!

È passato un mese da quando Shinsou e T/n si sono confessati a vicenda, e da allora tutto stava procedendo a gonfie vele.

Nonostante fosse rimasto il solito ragazzo timido e insicuro, Shinsou si stava rivelando un ottimo fidanzato: anche nei suoi piccoli gesti riusciva a dimostrare a T/n ogni giorno quanto fosse importante per lui.

Ma, anche se lei aveva già raccontato a mezza scuola della loro relazione, Hitoshi era ancora riluttante nel dimostrarle affetto davanti ad altre persone. Preferiva coccolare la sua ragazza lontano da occhi indiscreti, in modo da rendere quei momenti ancora più piacevoli e speciali.

Il loro passatempo preferito?
Stare sdraiati ore e ore sul letto di Hitoshi a non fare assolutamente nulla se non rilassarsi e sonnecchiare l'uno tra le braccia dell'altra. Fu durante uno di quei pomeriggi che T/n gli fece quella proposta.

"Sai Hitoshi, è un sacco di tempo che non vedo i miei genitori, così questo weekend avevo intenzione di tornare a casa per stare un po' con loro. Poi però ho pensato che potresti venire anche tu, così avrai l'occasione per conoscerli. Che dici? Ti va?"

Ah già, ecco com'è andata...

A Shinsou, ovviamente, non andava per nulla di incontrare i genitori di T/n: era un passo importante per la loro relazione, un passo che però non era ancora pronto a compiere.

Cosa sarebbe successo se non fosse piaciuto ai suoi genitori Avrebbero impedito a T/n di frequentarlo Cos'avrebbero pensato del suo quirk?

Cosa sarebbe successo se avessero scoperto che aveva utilizzato il Brainwash su loro figlia?

Troppe incognite a cui dover pensare. Quando confessò a T/n le sue preoccupazioni, lei come al solito cercò di rassicurarlo e di trasmettergli un po' del suo ottimismo.

"Conosco i miei genitori. Sono sicura che saranno felicissimi di conoscerti!"

Dopo aver insistito per dieci minuti buoni a suon di suppliche e occhioni da cucciolo, alla fine Shinsou cedette.

Ahhhh, non riesco proprio a dirle di no...

Sapeva quanto T/n voleva bene alla sua famiglia, e vedendola così entusiasta durante il tragitto verso casa sua, si disse che doveva almeno provare a fare una buona impressione con i suoi.

Doveva farlo per lei.

"Ti sei già fatta un'idea di come potrebbero reagire i tuoi genitori quando mi presenterai come il tuo ragazzo?" chiese Shinsou una volta che T/n individuò casa sua in lontananza.

"Oh, certo che ce l'ho: mia madre avrà cucinato qualsiasi cosa che aveva in casa per l'occasione, mentre mio padre starà probabilmente cercando un'arma con cui farti fuori" disse con tono tranquillo e rilassato.

A Shinsou andò di traverso la sua stessa saliva sentendo quell'ultima frase.

"TUO PADRE COSA?!"

"Sta tranquillo! Se solo oserà toccarti, minacciarti o intimidirti in qualche modo se la dovrà vedere con me" cercò di tranquillizzarlo, ma a giudicare dalla sua espressione terrorizzata non era riuscita nel suo intento.

"Hey..." si fermò, voltandosi per avere il ragazzo di fronte a sé. "Ti fidi di me?"

"Certo che mi fido di te" sospirò lui deciso guardandola negli occhi.

"Allora non hai nulla di cui preoccuparti" gli sorrise premurosa prendendolo per mano.

I due raggiunsero il vialetto di una casa piccola e graziosa, con un giardino non troppo grande ma comunque ben curato.

Avvicinandosi sempre di più alla porta, T/n percepì la mano di Shinsou stringere più forte la sua, segno che era ancora piuttosto nervoso. Lei ricambiò la stretta.

Prima di suonare il campanello, la ragazza diede uno sguardo a Hitoshi, aspettando il via libera. Lui chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Poi annuì.

Din don

All'interno della casa si sentirono dei passi frettolosi, i quali precedettero la figura della donna che aprì la porta.

"Siete arrivati! Ciao tesoro!" esclamò questa aprendo le braccia.

"Ciao mamma" rispose T/n, andandole incontro per abbracciarla.

"Ahhhh mi sembrano passati anni dall'ultima volta che ti ho vista" commentò la donna liberandola dalle sue braccia.

"Non esagerare, la scuola non è iniziata da così tanto" ridacchiacchiò lei.

Poi si voltò verso il suo accompagnatore, invitandolo ad avvicinarsi.

"Mamma, ti presento Shinsou Hitoshi. Il mio ragazzo..." disse con un lieve rossore sulle guance.

La signora T/c lo squadrò dalla testa ai piedi, poi gli rivolse un sorriso cordiale.

"Piacere di conoscerti Shinsou"

"Altrettanto signora" rispose lui mentre si inchinava per salutarla.

Con grande sorpresa della ragazza, Shinsou sembrava tutt'altro che nervoso: sfoggiava un sorriso rilassato e il suo linguaggio del corpo suggeriva che era a suo agio in quella situazione.

"Prego entrate, ho le pentole sul fuoco e non vorrei perdrele troppo di vista" disse spostandosi dalla porta per poter farli entrare.

"Che ti avevo detto?" gli sussurrò divertita.

"Avevi ragione" replicò lui trattenendo una risata.

"Dai raccontate un po'..." cominciò la donna prendendo posto davanti ai fornelli. "Come va a scuola? Tutto bene?" T/n roteò gli occhi a quella domanda.

"Possiamo rimandare l'interrogatorio a quando saremo in tavola, per piacere?"

"Sì sì, scusa. Aspettiamo che arrivi anche tuo padre allora" rispose lei dall'altra stanza.

"A proposito, dov'è papà?" le chiese, sorpresa di non averlo ancora visto.

"Mi ha detto che doveva vedersi con dei colleghi di lavoro. Tornerà per cena"

"Ok, fa niente. L'hai scampata..." disse rivolta ad Hitoshi, il quale finse di asciugarsi il sudore dalla fronte.

"...per ora" ghignò abbassando la voce.

Nel frattempo, T/n accompagnò il ragazzo in camera sua per appoggiare gli zaini con il necessario per passare la notte lì.

"Quanto mi sei mancato!" esclamò gettandosi sul suo letto a pancia in giù, rimbalzando sul materasso come una bambina.

Vedendola, Shinsou non poté fare a meno di sorridere e di stendersi accanto a lei.

"Come sono andato? Secondo te le piaccio?"

La ragazza ridacchiò nel vederlo così ansioso. "Sei stato fantastico, sembravi un'altra persona"

Shinsou tirò un sospiro di sollievo.

"Sei più tranquillo ora?" gli chiese passando una mano tra i suoi capelli violetti.

"Decisamente. Tua mamma è stata gentile, ma è tuo padre che mi preoccupa..." mormorò lasciandosi coccolare.

"Papà sa essere molto geloso, lo ammetto, ma non ha mai ucciso nessuno. È una brava persona, solo un tantino protettivo..."

"Uhm... qualcosa mi dice che sarò il suo primo omicidio..." ribattè scherzando.

T/n rise e scosse la testa. "Te l'ho detto, ci penso io a difenderti. Fifone che non sei altro" scherzò dandogli un bacio sulla guancia.

"Come osi? Stai parlando con un futuro eroe sai?" fece il finto offeso.

La ragazza si allungò verso di lui, lasciandogli un lungo bacio sulle labbra.

I due rimasero a coccolarsi sul letto fino a quando la madre di T/n non li chiamò a tavola.

"Papà non è ancora arrivato?" chiese lei alla donna mentre preparava gli ultimi piatti.

"Dovrebbe arrivare a momenti, noi intanto iniziamo a mangiare, che se no si raffredda tutto" le rispose.

Non passò nemmeno un minuto da quando i tre presero posto a tavola che la porta d'ingresso si aprì. T/n si alzò dalla sedia e corse ad accogliere la persona che era appena entrata.

"Ciao papà!" gli saltò al collo avvolgendogli le braccia dietro alla testa e affondando la faccia tra la spalla e il collo dell'uomo.

"Hey! Ma guarda un po' chi si rivede!" esclamò non appena vide la ragazza corrergli incontro.

"Mi sei mancato..."

"Anche tu tesoro" la rimise a terra, scompigliandole i capelli con una mano.

"State già mangiando? Che c'è di buono per cena?" chiese dirigendosi in sala da pranzo con la figlia al seguito.

Non appena Shinsou lo vide sgranò gli occhi: era un uomo corpulento, di bell'aspetto e che emanava una certa autorità.
La sua presenza lo mise subito in soggezione.

Ciò che lo colpì di più di lui furono i magnetici occhi c/o che lo scrutavano curiosi, identici a quelli della sua ragazza.

Ecco da chi li ha ereditati T/n

"Abbiamo un ospite vedo..." disse rivolto al ragazzo.

Hitoshi si alzò in piedi sudando freddo. Era tremendamente nervoso ma cercò di non darlo a vedere: non voleva che la sua insicurezza gli facesse fare brutta figura.

"S-Sono Shinsou Hitoshi... Piacere di conoscerla signor T/c" disse per poi rivolgere all'uomo un profondo inchino.

Anche se non poteva vederlo, Shinsou percepiva lo sguardo pesante dell'uomo su si sé e cominciò a preoccuparsi.

Chissà a cosa starà pensando...

"Piacere di conoscerti ragazzo" ribattè dopo qualche secondo.

Hitoshi sollevò il busto, sospirò sollevato e riprese il suo posto a sedere. L'uomo fece lo stesso, sedendosi accanto alla moglie.

"Sei un suo compagno di classe?" gli chiese indicando la figlia.

Il suo cuore mancò un battito.
Guardò T/n per capire cosa fare; lei con un leggero cenno del capo gli suggerì di rispondere.

"Ehm no... V-Vede, io sono..."

Quando però si accorse che Shinsou stava per entrare in iperventilazione a causa della troppa pressione, decise di prendere la parola.

"No papà, Hitoshi ecco... è il mio ragazzo" disse con il tono più tranquillo che riuscì a fare.

Il signor T/c, che si stava apprestando a mangiare, si bloccò con le bacchette a pochi centimetri dalla bocca, fissando i due ragazzi.

T/n e Shinsou non osarono fiatare.
Aspettarono pazientemente che l'uomo interiorizzasse ciò che aveva appena sentito.

"Il tuo... ragazzo?" chiese alla figlia.

"Sì papà. Il mio ragazzo" confermò lei annuendo convinta.

Il signor T/c continuava a spostare lo sguardo da sua figlia al ragazzo seduto accanto a lei. Dopo essersi ripreso dallo shock, riprese a mangiare come se non fosse successo nulla, anche se la tensione nell'aria era ancora palpabile.

"E sentiamo, da quanto state insieme?" chiese cupo.

"Poco più di un mese..." rispose T/n, cercando la mano di Shinsou sotto al tavolo e stringendola per cercare conforto.

"Uhm... quindi è una cosa passeggera. Meglio così..."

La ragazza corrucciò le sopracciglia. "Scusa, cosa intendi?"

"Intendo che non durerà a lungo. Ti sei solo presa una cotta per lui, sono sicuro che vi lascerete alla prima litigata" spiegò continuando a mangiare, non degnandola di uno sguardo.

Sua moglie gli appoggiò una mano sul braccio, cercando di attirare la sua attenzione.

"Non iniziare con questi discorsi. Non lo conosci nemmeno, direi che una possibilità se la merita, no?"

Lui le rivolse un'occhiata scettica, poi guardò Shinsou dritto in faccia.

"Che quirk possiedi?"

Il ragazzo sgranò leggermente gli occhi a quella domanda. Strinse d'istinto la mano di T/n.

Ci siamo. È finita.

"Si chiama Brainwash. Mi permette di far cadere sotto il mio controllo chiunque risponda ad una mia domanda..." borbottò cercando di sostenere lo sguardo dell'uomo.

Il padre di T/n sembrò sconvolto, come anche sua madre.

"Sei impazzita?!" esclamò verso sua figlia. "Non ti lascerò uscire con lui. Considerati single da questo istante!"

"Cosa?! No, te lo puoi scordare!"

"Questo qui è in grado di farti il lavaggio del cervello Probabilmente lo avrà già fatto e tu non te ne sarai neanche accorta! Ha scritto VILLAIN sulla fronte a caratteri cubitali! Svegliati!"

"Papà, non ti permettere!" ribattè lei sconvolta e indignata.

"Caro, ti prego. T/n è venuta a trovarci dopo mesi, non rovinare la sua serata in famiglia per piacere..." provò a calmarlo la moglie.

"Come puoi pensare che io stia calmo dopo che nostra figlia ha detto di frequentare questo... questo...!"

"ORA BASTA!"

T/n sbattè le mani sul tavolo e si alzò in piedi, guardando furiosa suo padre.

"Come osi parlar male di lui?! COME OSI?!" continuò alzando la voce.

Tutti la stavano fissando impauriti, Shinsou compreso. Non l'aveva mai vista così arrabbiata.

"Shinsou è una persona fantastica, un promettente futuro eroe, e soprattutto un fidanzato meraviglioso! È estremamente rispettoso nei miei confronti e mai, mai, oserebbe toccarmi con l'intenzione di farmi del male!
SEI TU IL VILLAIN QUI!"

La stanza cadde nel silenzio più totale. Si sentiva solo il respiro pesante della ragazza mentre riprendeva fiato per aver gridato così tanto.

Dopo aver guardato in cagnesco suo padre per l'ultima volta, T/n corse via dalla sala da pranzo coprendosi il viso con le mani.

"T/n! T/n torna qui!" la chiamò suo padre infuriato.

Shinsou, nonostante fosse ancora sconvolto per aver assistito a quella scena, non esitò un solo istante ad alzarsi da tavola e seguire la fidanzata.

"E tu dove credi di andare?!"

"Mi dispiace signore..." il ragazzo si voltò verso l'uomo, gli occhi ridotti a due fessure. "...ma T/n ha bisogno di me"

Se ne andò anche lui, lasciandosi alle spalle le facce basite dei due coniugi.

Non ci mise molto a trovarla: sentì dei singhiozzi provenire dalla sua camera e, una volta aperta la porta, la trovò rannicchiata in un angolo mente piangeva con la testa china sulle ginocchia.

La raggiunse e si sedette accanto a lei, abbracciandola e accarezzandole i capelli c/c che tanto adorava.

Lei sollevò la testa sentendo le braccia del ragazzo attorno a sé, incontrando il viso di Shinsou a pochi centimetri dal suo.

"Scusami Toshi..." mormorò tra le lacrime. "Pensavo che sarebbe... che sarebbe stato più comprensivo..."

Shinsou accompagnò dolcemente la testa di lei verso le sue labbra per lasciarle un bacio sulla fronte.

"Non preoccuparti, va tutto bene..." le sussurrò accarezzandole la guancia.

"No invece... Non va tutto bene" singhiozzò nascondendo il viso nel petto di lui. "Avevi ragione. Era troppo presto per farti conoscere i miei... Avrei dovuto ascoltarti..."

Gli occhi del ragazzo si rattristirono.

Non è il tempo il problema. Anche se mi fossi presentato tra un anno, suo padre avrebbe avuto la stessa identica reazione.

"Mi dispiace che ti abbia detto quelle cose..." ammise dispiaciuta, abbracciandolo a sua volta. "E mi dispiace anche di aver fatto quella scenata... Non so cosa mi sia preso..."

"Scherzi? Sei stata incredibile!" ribattè Shinsou prendendole il viso tra le mani in modo che lo guardasse.

Il ragazzo le stava sorridendo entusiasta, un sorriso dolce e divertito allo stesso tempo. T/n era confusa.

"Come scusa?"

"Hai tenuto testa a tuo padre in una maniera che non avevo mai visto prima! E inoltre sei stata di parola: avevi detto che mi avresti difeso, e lo hai fatto. Forse non sono io il vero eroe della coppia..." concluse ridendo, passandosi una mano dietro al collo.

La ragazza forzò un sorriso. Aveva smesso di piangere ma era ancora piuttosto scossa, così Shisnou la prese in braccio a mo' di sposa e la appoggiò sul letto, rimboccandole le coperte affinché stesse comoda.

"Grazie Toshi..." disse tirando su col naso.v"Cosa farei senza di te..."

Il ragazzo le diede un bacio sulla testa. "Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare? Non hai toccato quasi nulla di quello che ha preparato tua madre"

Lei scosse la testa. "Non voglio che torni di là. Papà potrebbe riprendere ad urlarti contro..."

"Non m'interessa. Farei qualsiasi cosa per te" insistette sorridendole.

"Non avevo dubbi... Ma lascia stare, non ho fame comunque. Sono solo stanca..." disse con voce debole e le palpebre che iniziavano a farsi pesanti.

"Ok, allora ti lascio dormire..."

Shinsou si alzò in piedi e fece per lasciare la camera della ragazza, ma lei lo afferrò per il braccio trattenendolo vicino al letto.

"Cosa c'è?" le chiese preoccupato.

"Dormi con me..."

Hitoshi si congelò.

Non riusciva a capire perché quella richiesta gli facesse tanta paura. Non era la prima volta che condividevano il letto: aveva perso il conto di quante volte si erano addormentati insieme nella sua camera in dormitorio.

Ma un pisolino era un pisolino. Qui si parlava di una notte intera.
In fondo anche Shinsou aveva, per quanto timidi e repressi che fossero, i suoi istinti.

"Sei... Sei sicura?" le chiese con le guance arrossate. Lei annuì.

"Non voglio che tu rimanga da solo con mio padre che si aggira per casa... E comunque non riuscirei a dormire sapendoti in un'altra stanza quando invece potresti essere qui con me "

Shinsou la guardò negli occhi: lo guardavano supplichevole, ancora lucidi e arrossati per il pianto di poco prima. Sorrise e sospirò.

Non riesco proprio a dirle di no...

Si infilò sotte le coperte accanto a lei, lasciando che si rannicchiasse contro il suo corpo.

"Se lo scopre papà... Dovrò escogitare un modo per farti uscire vivo da qui domani... " mormorò con gli occhi chiusi, la testa appoggiata sotto il mento del ragazzo.

"Non preoccuparti di questo ora..." le sussurrò con voce melliflua, accarezzandole la schiena per rilassarla.

Cullata dal respiro e dalle carezze di Shinsou, T/n si ritrovò presto con la testa pesante e iniziò a sbadigliare. Prima di prendere sonno però, riuscì a mormorare un'ultima cosa.

"Ti amo... Hitoshi..."

Il ragazzo sgranò gli occhi e schiuse le labbra dalla sorpresa.

Il suo cuore palpitava più velocemente di prima, ora infuso di un piacevole calore che si irradiò in tutto il suo corpo, facendogli andare il sangue alla testa. Sentiva le guance in fiamme dall'imbarazzo.

Strinse T/n più vicino a sé per nascondere il viso tra i suoi capelli.

Quelle parole tanto brevi quanto sincere lo avevano riempito di gioia, facendolo sentire così fortunato e onorato che quella ragazza, tra tutti, avesse scelto proprio lui.

"Ti amo anch'io T/n..." sussurrò commosso, non accorgendosi che lei si era addormentata già da un pezzo.

La mattina seguente

Shinsou fu il primo ad aprire gli occhi, notando come prima cosa che T/n stava ancora dormendo tra le sue braccia.

Si prese qualche istante per contemplare l'espressione beata del suo viso: la bocca leggermente aperta che respirava al posto del naso facendo rumore; la fronte coperta da alcune ciocche di capelli ribelli che Shinsou spostò con le dita, rivelando alcune lacrime rimaste bloccate agli angoli dei suoi occhi.

È bellissima...

Non riuscì a trattenersi. Appoggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, godendosi appieno il calore e la morbidezza di quella bocca così perfetta che lo aveva stregato fin dal momento in cui l'aveva vista per la prima volta.

Sentendo un'insolita presenza su di lei, la ragazza aprì lentamente gli occhi incontrando quelli chiusi di Shinsou. Quando realizzò cosa stava succedendo, sorrise sulle labbra del suo ragazzo e ricambiò il bacio.

Si staccarono poco dopo, rimanendo con la testa sul cuscino a guardarsi negli occhi per un tempo che parve infinito.

"Buongiorno..." mormorò T/n dopo aver sbadigliato.

"Buongiorno tesoro" Shinsou le schioccò un bacio sulla guancia, facendola ridacchiare.

"Come mai così coccoloso di prima mattina?" chiese con la voce ancora impastata dal sonno.

"Perché ieri sera mi hai detto una cosa bellissima.." sospirò ripensando a quelle parole.

"Ahhhh per quello" esclamò lei sorridendo.

Shinsou fece combaciare di nuovo i loro volti, appoggiando la fronte su quella di T/n.

"Dimmelo ancora..." la pregò sfiorando le sue labbra.

La ragazza esitò, divertendosi nel vedere Hitoshi così impaziente, ma invece di esaudire la sua richiesta decise di baciarlo di nuovo.

"Perché non me lo dici tu invece?" lo stuzzicò accarezzandogli la guancia con il dorso della mano.
"Scommetto che non..."

"Ti amo" le disse sorridendo con le guance leggermente arrossate.

Lei sembrò non crederci. Rimase senza parole per alcuni secondi, durante i quali tutti i globuli rossi del suo corpo le migrarono in faccia, facendola assomigliare ad un peperone.

"Io... Questa non me l'aspettavo..." borbottò in imbarazzo.

- Tocca a te~ - la incitò con voce provocatoria.

Non appena T/n aprì bocca per parlare, si sentì un grido dal piano di sotto.

"T/nnnn! La colazione!"

Quasi sollevata dal fatto che sua madre l'avesse interrotta, la ragazza si precipitò fuori dal letto lasciando Shinsou indispettito.

"Ma...! Non è giusto!" si lamentò guardandola mentre andava in bagno per sciacquarsi il viso.

"Già! Che peccato! Sarà per la prossima volta!" gli rispose ridendo.

Sbuffando, anche lui si mise in piedi, stiracchiando braccia e schiena. Per poco non saltò sul posto quando un paio di mani lo afferrarono per le spalle.

Temendo si trattasse del padre di T/n rimase immobile senza muovere un muscolo.

"Anch'io ti amo Hitoshi..." soffiò sensualmente una voce femminile nel suo orecchio.

Il corpo di Shinsou venne percorso da un'infinità di brividi, mentre un fastidioso formicolio cominciò a farsi largo tra le sue gambe.

NONONONO NON ORA CAZZO!

Si voltò di scatto verso la porta della stanza, vedendo T/n allontanarsi da lui correndo lungo il corridoio e giù per le scale, trattenendo le risate.

Maledetta...

La ragazza raggiunse sua madre in cucina, sentendo nel mentre la porta del bagno chiudersi violentemente.

"Buongiorno mamma" la salutò appena la vide.

"Hey, buongiorno..." le si avvicinò con espressione preoccupata. "Come stai?"

"Bene, non preoccuparti" la rassicurò con un sorriso, sedendosi a tavola.

"Mi dispiace tantissimo per ieri sera. Non avevo la minima idea che tuo padre potesse..."

"Mamma" la interruppe lei. "Non sei te quella a doversi scusare"

La donna annuì rassegnata e porse a T/n una tazza della sua bevanda preferita.

"Shinsou è sveglio?"

"Oh sì, credo sia in bagno a cambiarsi" rispose cercando di non ridere.

"Ha dormito con te stanotte?" le chiese sospettosa.

"Mh mh" rispose mentre sorseggiava dalla tazza. "E se te lo stai chiedendo, perché so che te lo stai chiedendo, sono ancora vergine. Stà tranquilla"

Poco dopo arrivò anche Shinsou, fulminando T/n con lo sguardo.
Lei in tutta risposta gli indirizzò un bacio con la mano.

Dopo che i due ragazzi finirono di fare colazione sistemarono le loro cose e si fermarono davanti alla porta d'ingresso.

"Come? Ve ne andate già?" chiese la donna dispiaciuta nel vedere la figlia con lo zaino in spalla.

"Meglio di sì. Non vorrei mai che si ripeta la scenata di ieri sera..." spiegò lei sorridendole tristemente.

"È un vero peccato... Spero ci saranno altre occasioni per conoscerci meglio" disse rivolta al ragazzo.

"Senz'altro signora. Quando si saranno calmate le acque, prometto che T/n ed io verremo a trovarvi di nuovo" la rassicurò Shinsou.

T/n non fece in tempo ad appoggiare la mano sulla maniglia della porta che dei passi pesanti dietro di lei le fecero voltare la testa verso l'ultima persona che voleva vedere in quel momento.

"T/n aspetta... Prima che ve ne andiate devo dirvi alcune cose" la fermò suo padre, comparendo dalla camera da letto.

"Non mi sembra ci sia nient'altro da dire..." ribattè acidamente la ragazza.

"Invece sì. Vi devo delle scuse..."

Sotto gli occhi stupiti dei due ragazzi, il padre di T/n si inchinò. "Scusami per aver alzato la voce contro di te ieri sera..." disse alla figlia.

"E scusami ragazzo per tutte le stupidaggini e le cattiverie che ho detto su di te. Mi è stato fatto notare di aver esagerato, spero possiate perdonarmi entrambi..." concluse alzandosi e guardando negli occhi sua figlia.

T/n non riusciva a capire se suo padre fosse veramente pentito oppure se si fosse scusato solo perché sua madre lo aveva costretto a farlo.

"Senti papà..." gli rispose scettica.
"Per ora mettiamoci una pietra sopra. La prossima volta che torniamo dovrai dimostrarmi di aver capito che hai sbagliato. Non ti scuserò fino ad allora"

L'uomo annuì con sguardo basso ma lieto che T/n gli avesse dato la possibilità di riscattarsi.

"Per quanto riguarda me invece, credo che abbiamo cominciato con il piede sbagliato..." cominciò Hitoshi. "Se lei si impegna ad abbandonare i pregiudizi che si è fatto su di me, io mi impegnerò a dimostrarle che sono degno di frequentare sua figlia"

Controvoglia, l'uomo annuì.
"D'accordo ragazzo, voglio fidarmi"

I due si strinsero la mano per sugellare quella promessa.

"Allora ci vediamo la prossima volta" salutò T/n abbracciando sua madre.

I due studenti lasciarono la casa e si incamminarono verso la U.A. mano nella mano, commentando tutto quello che era successo fino a quel momento.

T/n alla fine ne uscì vittoriosa su entrambi i fronti: da una parte aveva detto "ti amo" a Shinsou per la prima, volta rendendo la loro relazione ancora più forte di prima.

Dall'altra parte, ora che i suoi genitori sapevano che aveva un ragazzo, poteva avere la certezza che si sarebbero impegnati seriamente ad accettare Shinsou non solo come persona, ma anche come suo fidanzato.

Non poteva sentirsi più sollevata di così.

• • •

È lungherrimo, lo so.

Per questo ci ho messo 750 anni a scriverlo.

Purtroppo quella volta Dio non mi ha concesso il dono della sintesi :)

Spero che questo "piccolo" extra su Shinsou vi sia piaciuto e niente, ci vediamo alla prossima storia ☆

||Sara❄

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