Paralyzed: Garou - [ 2/8 ]

Prima di iniziare a leggere, una piccola nota. In questo capitolo viene nominato un certo Sitch.
Per chi non si ricordasse chi è...

...si tratta di questo signorotto nasone.

Dovrebbe essere un pezzo grosso dell'Associazione Eroi, ma non mi ricordo esattamente il suo ruolo.

•••

Quando riprese i sensi, Garou era ancora stordito e indolenzito.
L'ultima cosa che ricordava era il viso della ragazza che stava per avvicinare l'ago al suo collo. Al solo pensiero gli vennero i brividi.

Si rese conto di non essere più in quella radura in mezzo al bosco, ma sdraiato a pancia in giù su qualcosa di morbido.

Il suono ovattato di un ticchettio gli riempì le orecchie, mentre qualcosa di freddo e umido si muoveva a contatto con la pelle della sua schiena, rimasta scoperta.

Dove... dove sono...?

Aprì lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte per poter mettere a fuoco. Si trovò di fronte un busto femminile, appartenente all'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere.

- TU! -

Spalancò gli occhi del tutto e tentò di alzarsi in piedi, senza successo.

Anche se stavolta riusciva a parlare, il suo corpo era ancora paralizzato e costretto in quella scomoda posizione.

- Ti sei svegliato finalmente - disse calma T/n rivolgendogli una breve occhiata per poi tornare a ciò che stava facendo.

- Cosa... Cosa mi hai fatto?! Perché non posso muovermi?! - ringhiò il ragazzo.

- Stà calmo. Risponderò a tutte le tue domande una volta che avrò finito qui - gli rispose con nonchalance.

- Finito cosa?! -

Non ricevette risposta, la ragazza concentrata a fare altro.

- Tch, come ti pare... -

Mentre aspettava, Garou fece l'unica cosa che gli era possibile fare: guardarsi attorno.

Si trovava in una stanza che non aveva mai visto prima, sdraiato su quello che doveva essere un divano. Sulla parete davanti a sé individuò l'orologio che causava quel ticchettio insopportabile.

Sono nel salotto di qualcuno...
Che sia casa sua?
Perché cazzo sono qui?

Sul pavimento accanto alle ginocchia della ragazza c'erano svariati batuffoli di cotone, tutti sporchi di sangue, le bende con cui si era medicato nel capanno e una delle frecce avvelenate che lo avevano colpito mentre stava combattendo.

La ragazza, inginocchiata davanti al divano in corrispondenza della schiena di Garou, poggiò a terra dell'altro cotone insanguinato e una boccetta di disinfettante, per poi sollevarsi sulle ginocchia e appoggiare una mano sulla freccia ancora conficcata nella spalla destra di lui.

- Stringi i denti - lo avvisò preparandosi ad estrarla.

- No aspetta, cosaAAAAHG! -

La seconda freccia con un suono metallico finì sul pavimento accanto all'altra.

- Ecco fatto - commentò T/n bagnando un nuovo batuffolo. Garou protestò digrignando i denti non appena lei iniziò a tamponare la ferita, sentendo la pelle bruciare a contatto con il disinfettante.

- Ottimo, questa dovrebbe essere l'ultima - borbottò tra sé e sé.

- Donna, rispondi alla mia domanda! - gridò lui spazientito, ma T/n lo ignorò di nuovo.

Invece, avvicinò il viso al corpo steso davanti a lei, chiudendo gli occhi e appoggiando dolcemente le labbra sulla pelle bollente del ragazzo.

- Cosa cazzo...? - chiese Garou basito, non capendo perché lo stesse facendo.

Poi però cominciò a percepire qualcosa: una specie di formicolio accompagnato da un piacevole calore. Percorse tutta la sua schiena, insistendo nei punti in cui presentava delle ferite, per poi scomparire attenuandosi man mano.

Quando cessò del tutto, la ragazza si staccò da lui, ammirando soddisfatta il risultato: non c'era più traccia di graffi, abrasioni o tagli sulla sua pelle. O meglio, ne erano rimasti due: i segni lasciati dalle frecce di Shooter.

- Uhm, non era mai successo. Forse il veleno ha impedito la cicatrizzazione... - riflettè sottovoce sfiorando con le dita le ferite in questione.

Garou, ripresosi da quell'esperienza mistica, le rivolse un'occhiata interrogativa. - Che hai fatto? -

Ancora persa tra i suoi pensieri, T/n non sentì subito la sua domanda.

- Mh? Oh sì, scusa. Ora ti faccio vedere... - disse prendendogli una mano e portandola davanti alla sua faccia, così che potesse assistere alla dimostrazione.

Nel vederla estrarre uno spillo dai suoi capelli, Garou tentò di ritirare la mano. Ovviamente senza riuscirci.

Ma contrariamente a quel che aveva pensato, l'ago non penetrò nella sua pelle. Con la punta, [T/N] graffiò il dorso della sua mano, creando un piccolo taglio sanguinante.

- Agh! Ma sei...! -

Dovette trattenersi dall'insultarla dal momento che si trovava totalmente sotto il suo controllo e lei aveva una potenziale arma in mano. Inoltre, in quella circostanza, lui non era assolutamente in grado di difendersi.

Provò a concentrarsi su di lei, osservandola mentre faceva incontrare le sue labbra rosee con le sue nocche rovinate, lasciandoci un lungo bacio.

Dopo qualche secondo, la sua mano venne pervasa di nuovo da quella strana sensazione, in particolare sul dorso dove il taglio si stava rimarginando sotto i suoi occhi increduli. Quando la pelle finì di cicatrizzarsi, T/n gli lasciò la mano per poi posare gli occhi di lui.

Garou sbattè più volte le palpebre per capire se quello che aveva appena visto fosse successo sul serio o se lo avesse solo immaginato. - Ehm... C-Credo di avere più domande di prima... - mormorò sbalordito.

T/n sorrise divertita nel vederlo in quello stato. - Ok, da cosa vuoi partire? -

- Da questo. Come hai...? Cosa...? - chiese continuando a fissare il dorso della sua mano.

- È un'abilità che si trasmette nella mia famiglia da generazioni: ogni donna nasce con il potere di curare le ferite facendo determinate azioni che variano da persona a persona. Come hai potuto vedere, io lo faccio baciando la zona che voglio curare - gli disse, sperando che quella breve spiegazione fosse sufficiente per soddisfare la sua curiosità.

Garou rimase interdetto per qualche secondo, poi si riprese. - E non c'è un modo per... ecco, imparare questa cosa? - chiese speranzoso.

- Se speri che ti dica di sì mi dispiace - rispose scuotendo la testa. - Prossima domanda? -

- Ah già... PERCHÉ NON RIESCO A MUOVERMI?! - sbraitò di punto in bianco, cercando nuovamente di fare qualche movimento, ma invano.

- EHI! Non urlare! Dove pensi di essere? Nel tuo capanno? - ribattè T/n che nel mentre aveva fatto un balzo all'indietro, spaventata dall'improvviso cambio di tono.

- Quella è un'altra delle mie domande, ma prima rispondi a questa! -

- E va bene! - esclamò riprendendo in mano l'ago che aveva usato poco prima. - Hai sette di questi sul tuo corpo - disse mettendo l'oggetto davanti ai suoi occhi. - Tre lungo la schiena, uno per braccio e uno per gamba. Ti ho paralizzato con l'agopuntura, contento? - disse spazientita.

- Cosa?! E per quanto devo rimanere così? -

- Beh, credo che nessuno sia in grado di tenerti a bada in modo che tu non faccia disastri o aggredisca altri classe S. Quindi, secondo i miei calcoli... per un bel po' - concluse sorridendo ironica.

Ti pareva...

- Che palle... - mormorò lui rassegnato.

- O almeno fino a quando non ti porteranno al quartier generale dell'Associazione Eroi... - continuò lei.

- A proposito, dove mi trovo ora? - le chiese Garou guardandosi attorno.

La ragazza sospirò. - Sei a casa mia -

Il cacciatore di eroi corrucciò le sopracciglia. - E perché mi hanno portato qui? -

- Vorrei tanto saperlo anch'io... -

La ragazza si sedette sul pavimento a gambe incrociate, prendendosi il viso tra le mani.

- Sinceramente, spero che ti portino via da qui il prima possibile. Non ho tempo da perdere per stare dietro a te, cacciatore di eroi - disse T/n guardandolo annoiata.

- Wow, ti sei già stancata di avermi qui? Non sto facendo letteralmente nulla! - commentò Garou.

- Perché non puoi fare letteralmente nulla - sbuffò lei.

In quel momento partì la suoneria di un telefono. T/n si alzò in piedi e raggiunse il suo cellulare, rimasto sul tavolo della cucina. Le si illuminò il viso leggendo "Associazione Eroi" sullo schermo della chiamata. Mostrò il telefono a Garou.

- Come non detto. A quanto pare te ne andrai prima del previsto - sorrise facendo scorrere il dito sul pulsante per accettare la chiamata.

• • •

- COME SAREBBE A DIRE CHE RIMANE QUI?! - esclamò la ragazza incredula al funzionario del quartier generale dall'altro capo della cornetta.

- È-È come le ho detto... Al momento non po-possiamo trasferirlo da nessun'altra parte -

- SPERO TU STIA SCHERZANDO! Ho promesso a mio fratello che questa settimana, a partire da oggi, avrei badato a sua figlia! Non posso tenere un criminale e una bambina sotto lo stesso tetto! - continuò T/n camminando nervosamente avanti e indietro per la stanza.

- M-Mi dispiace signorina T/c, ma a-al momento non abbiamo alternative... -

Lei ringhiò scocciata massaggiandosi la testa con la mano libera, cercando di trovare una soluzione per risolvere quel casino.

- Passami Sitch - chiese con tono deciso.

- Il signor Sitch? Ne è sicura...? -

- PASSAMELO TI HO DETTO! -

- S-Subito... - balbettò il funzionario, terrorizzato dalla voce furiosa della ragazza.

Garou nel frattempo stava assistendo a tutta la conversazione, seguendo T/n con lo sguardo mentre vagava a grandi falcate per la stanza.

Certo che ha un bel caratterino...

- Ha chiesto di me, signorina T/c?- rispose una voce pacata dall'altra parte del telefono.

- Grazie al cielo, che piacere sentirla signor Sitch... - sospirò sollevata. - Deve fare qualcosa! Non c'è davvero un altro modo per portarlo via di qui? Una cella fortificata... oppure... un... -

- Per quanto mi dispiaccia T/c, temo che non ci sia altra scelta - le rispose lui mantenendo un tono composto e professionale.

- Se lo portassimo al quartier generale e, per caso, riuscisse a scappare, i danni a oggetti e persone sarebbero incalcolabili. Nemmeno in prigione riuscirebbero a gestirlo... L'unica soluzione possibile è che Garou rimanga sotto la sua supervisione -

T/n compresse le labbra assieme, accusando il colpo. - E come faccio con la bambina? - insistette lei.

- L'Associazione si impegnerà a mettere a sua disposizione almeno una coppia di eroi ogni giorno. Nel caso ci fossero problemi non esiti a rivolgersi a loro, anche se ho modo di pensare che il cacciatore di eroi sia in ottime mani - le promise Sitch.

A quanto pare non ho scelta...

- D'accordo... Allora farò del mio meglio... - disse rassegnata, forzando un sorriso per dare l'impressione di aver felicemente accettato quell'incarico.

- So che non mi deluderà T/c -

- La ringrazio per la disponibilità. Arrivederci -

T/n chiuse la chiamata. Garou la vide gettare il telefono a terra, disperata.

- MALEDETTI INCOMPETENTI! - iniziò a gridare per la frustrazione. - Perché cazzo siamo andati a catturarlo se non avevamo un posto dove tenerlo?! Perché?! -

- Hey... - intervenne il ragazzo.
- Urlare non sistemerà le cose. Nemmeno io sono entusiasta, ma ora, che tu lo voglia o no, siamo coinquilini -

La ragazza gli rivolse un'occhiata minacciosa, tornando a sedersi sul pavimento di fronte a lui.

- Coinquilini? - iniziò sgranando gli occhi. - Garou, io dovrò imboccarti per farti mangiare, dovrò farti il bagno e dovrò pulirti il culo dopo che avrai cagato. A me sembra di essere la tua badante, non la tua coinquilina -

- Allora levami gli aghi, così farò queste cose da solo - provò a convincerla.

- Oh, ma perché non ci ho pensato subito! - esclamò sbattendosi una mano in fronte.

- Così dopo avermi pestato a sangue potrai tornare a scorrazzare per la città alla ricerca dei classe S. Come no, lo faccio subito... - ribattè sarcastica.

Garou roteò gli occhi. - Beh, allora sono cavoli tuoi. Potevi non diventare un eroe se ti scoccia fare il tuo lavoro - disse alla ragazza.

- Non sono un eroe -

Il ragazzo la guardò confuso.
- Come? -

- Faccio parte dell'Associazione ma sono classificata come guaritrice. Il mio compito è assistere gli eroi feriti - spiegò calmandosi, rallentando il respiro affannato.

- Ho scelto questo ruolo proprio perché non sopporto la violenza - ammise guardandolo dritto negli occhi. - E per pura ironia, ora dovrò prendermi cura di te -

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