Mission: Dabi - [ 5/7 ]
Una volta varcato il cancello il giardino sembrò raddoppiare di volume, così come anche il numero delle persone al suo interno. Gruppi di amici che ridevano e scherzavano, coppie che si appartavano tra le siepi per cercare un po' di tranquillità, camerieri che vagavano tra i tavoli offrendo da bere: T/n e Dabi si ritrovarono a zigzagare tra quel mare di gente per arrivare fino allo spiazzo centrale, dov'era allestita la maggior parte del ricevimento.
- Questo posto mi da già sui nervi - sussurrò il ragazzo a denti stretti. Non sopportava quel genere di ambiente, troppo caotico e movimentato per i suoi gusti da lupo solitario.
T/n accennò un sorrisetto e roteò gli occhi, alzando leggermente lo sguardo su di lui. - Fai almeno finta di essere a tuo agio, altrimenti qualcuno si accorgerà che non sei abituato a questo genere di eventi -
- Perché? Tu lo sei invece? -
- Sicuramente più di te - ribattè continuando a farsi strada tra gli invitati.
Una volta raggiunto il piazzale davanti all'entrata della villa, i due iniziarono a gurdarsi intorno per avere almeno un'idea di dove iniziare le ricerche, ma ad un tratto gli occhi della ragazza si illuminarono, bloccandosi sulla fontana di cioccolato che zampillava sopra uno dei tavoli imbanditi.
- Oddio, non ci credo! Ho sempre voluto provarne una! - esclamò con voce emozionata.
Senza pensarci due volte lasciò il braccio di Dabi e si avvicinò di corsa al tavolo, facendo vagare lo sguardo sugli infiniti vasi di frutta messi a disposizione per gli ospiti.
- Vediamo... Da dove comincio? -
Il ragazzo, basito, la fissò prendere una fragola e intingerla nel cioccolato liquido, per poi portarsela alla bocca e addentarla lentamente, come se non volesse perdersi nemmeno un briciolo dell'immenso sapore che quella combinazione di pietanze le avrebbe scatenato in bocca.
Ma quanti anni ha? 2 e mezzo?
Dopo averle visto prendere un'altra fragola con un'espressione estasiata in volto, Dabi fece per andarla a trascinare via da lì ma sfortunatamente un cameriere lo precedette: raggiunse la ragazza e le porse un calice di champagne dal suo vassoio, il quale fu accettato molto volentieri. Passò poi anche da lui ma il Villain rifiutò, lanciando un'occhiata torva sia al cameriere che alla sua accompagnatrice.
- Che ti prende? - gli chiese T/n dopo aver sorseggiato dal suo bicchiere.
- E hai anche il coraggio di chiedermelo? - ribattè come se il problema fosse ovvio.
- Siamo qui per un motivo ben preciso. O te lo sei già dimenticata? Non è un parco giochi, concentrati -
La c/c lo fissò per qualche secondo, sollevando un sopracciglio con fare inquisitorio. Poi svuotò il bicchiere e gli rivolse un sorriso rassicurante.
- Sei tu che hai dimenticato una cosa, caro - disse con voce bassa e melliflua, andandogli incontro lentamente. - Questa è una missione in incognito. Vuol dire che se non vogliamo dare nell'occhio dobbiamo comportarci come dei normali invitati. Quindi... -
Arrivata di fronte a lui, gli mise davanti al viso la seconda fragola che aveva preso. Lo sguardo del ragazzo passò velocemente dal frutto agli occhi di T/n, la quale stava sorridendo maliziosa.
- Non oserai... - la minacciò sussurrando, capendo bene dove quella situazione sarebbe andata a parare. Lei sembrò divertita dalla sua reazione.
- Oso eccome. Andiamo tesoro, fai "aaaaah" - pronunciò la seconda frase alzando notevolmente il tono di voce, tanto da attirare l'attenzione di alcuni degli ospiti che si stavano servendo da mangiare nei tavoli accanto.
Dabi osservò con la coda dell'occhio le persone sollevare lo sguardo dai loro piatti per puntarlo incuriositi verso di loro, mentre la ragazza continuava a fissarlo con finta espressione dolce, sbattendo sinuosamente le palpebre per dargli fastidio mentre attendeva la sua mossa.
- Scordatelo - mimò con le labbra, ma a T/n quella risposta non piacque.
- Eddai, solo un morso! O altrimenti tutta questa gente penserà che siamo una coppia poco affiatata - insistette, rivolgendosi più agli altri invitati che a Dabi.
- Non me ne frega un ca... -
- Userò il mio quirk se necessario - si affrettò ad aggiungere, questa volta sussurrando. L'espressione seria che aveva assunto all'improvviso lo convinse del fatto che non stesse affatto mentendo. Le pupille del ragazzo si rimpicciolirono nel sentire quella minaccia.
Questo prova... che ho ragione io.
Ho sempre avuto ragione!
Ha usato la sua unicità su di me anche quella volta!
Nel vederlo ancora esitante, T/n sospirò rassegnata. - Sei proprio un guastafeste... -
Roteando gli occhi, si portò la fragola alla bocca e la mangiò al posto suo: tra le dita le rimase solamente la coroncina di foglie verdi, che lanciò di proposito addosso allo smoking immacolato del suo chaperon.
Dabi, confuso, seguì con lo sguardo i resti del frutto colpirlo per poi cadere a terra, confondendosi con l'erba del prato. Terminato quel teatrino, i commensali tornarono a farsi gli affari propri.
- Ma come, niente quirk? - le chiese con tono quasi avvilito. - Niente "guardami negli occhi e fa tutto ciò che ti dico"? -
T/n sollevò un sopracciglio, fissandolo contrariata.
- Sai perfettamente che non l'avrei mai usato su di te. Anche se te lo meriteresti - confessò dandogli le spalle e incamminandosi verso chissà dove.
Quindi mi sono sbagliato di nuovo?
O è lei che sta mentendo? Ahhh...
Perché le femmine sono così difficili?
- Oi, dove stai andando? - le domandò dopo aver alzato lo sguardo e averla vista allontanarsi sempre di più.
- Sarà meglio dividerci se vogliamo trovare il nostro uomo - spiegò con nonchalance. - Vado a vedere se di là trovo qualcosa, tu dà un'occhiata qua intorno - Detto questo, scomparve tra la folla.
Dabi rimase fermo in piedi ancora per qualche secondo, guardandosi in giro con fare vago sperando di riuscire a scorgere Sukekawa per pura fortuna. Ma naturalmente ciò non accadde, così anche lui iniziò a girovagare per i tavoli. Mentre era intento a scrutare le facce dei vari invitati, ripensò a ciò che T/n gli aveva detto poco prima.
"Sai perfettamente che non l'avrei mai usato su di te"
Non poté fare a meno di sentirsi in colpa per aver nuovamente dubitato di lei. Come poteva pensare ancora, dopo tutte le volte che lei aveva negato e sostenuto fermamente di essere innocente, che gli stesse mentendo? Che stesse ancora cercando di ingannarlo?
Ma allora se non è stato il suo quirk, cosa mi è successo quella notte?
Per quanto continuasse a cercare una spiegazione, e credetemi, non passò un singolo giorno dalla loro rottura senza che Dabi tentasse di far chiarezza sulla questione, non riuscì mai a venirne a capo.
Ancora assorto tra sé e sé, si passò una mano tra i capelli: forse era meglio lasciarsi tutto alle spalle. Sì... Lasciar stare, dimenticarsi dell'accaduto e andare avanti.
T/n sembrava esserci già riuscita, perché lui invece no? Che i sentimenti della ragazza nei suoi confronti fossero più forti di ciò che provava lui?
- Ma che bel giovanotto! -
All'improvviso, Dabi si sentì trascinare verso il basso. Non appena voltò la testa per capire che cosa lo avesse strappato dai suoi pensieri, vide che una donna si era aggrappata a lui: con una mano si teneva al suo braccio e con l'altra sorreggeva un bicchiere vuoto. E a giudicare dal suo odore, non era il primo che aveva bevuto.
- Cosa ci fai qui tutto solo? - gli chiese con un tono di voce alterato, probabilmente a causa della sbronza.
Era quel tipo di donna di mezza età che tentava in tutti i modi di sentirsi più giovanile indossando vestiti scollati, truccandosi pesantemente e facendosi vedere in giro con compagni più giovani di lei. Ma nonostante questi tentativi, Dabi non faticò a capire che la donna andava per i cinquanta. Ma anno più anno meno, restava di fatto una persona con cui non voleva avere a che fare.
- Non dirmi che sei venuto senza accompagnatrice! In tal caso, mi offro volonta... -
- Signora, mi lasci il braccio per cortesia - cercò nel modo più gentile possibile di convincerla a togliersi di dosso, ma quella donna non fece altro che avvinghiarsi di più.
- Oh su, non fare il timido! Erano anni che non mi capitava di incontrare un ragazzo così attraente - continuò lei, ignorando le lamentele del Villain e rivolgendogli invece un occhiolino. Dabi assunse un'espressione schifata.
Il limite della sua pazienza si trovava ben al di sotto della media, ed ecco infatti che il suo corpo iniziò a surriscaldarsi, pronto a incenerire quella scocciatrice.
Ma come gli aveva fatto notare T/n alcuni minuti prima, se non volevano dare nell'occhio dovevano comportarsi come dei normali invitati. Perciò fece un respiro profondo e tentò di nuovo di allontanarla con le buone.
- Sono lusingato signora, ma ho già un'accompagnatrice. Quindi se vuole scusarmi... - spiegò afferrandole la mano e sciogliendo la presa dal suo avambraccio, guadagnandosi un'occhiataccia offesa.
- Ah sì? Io non vedo nessuna ragazza qui con te. Quindi perché non...? -
Ad un tratto la donna si sentì picchiettare sulla spalla: quando si girò per controllare cosa fosse, incontrò due brillanti occhi c/o fissi nei suoi.
- Allontanati immediatamente da lui - ordinò T/n con voce decisa, seguendo con lo sguardo la figura barcollante della donna che se ne ritornava da dov'era venuta, lasciando finalmente in pace il ragazzo.
Dabi tirò un sospiro di sollievo nel vedere quella donna andarsene e d'istinto si rilassò quando T/n prese il suo posto accanto a lui.
Le rivolse un sorriso sghembo.
- Cosa c'è? Sei gelosa? -
La c/c incrociò il suo sguardo per un istante, distogliendolo il secondo dopo. - Ma fammi un piacere... -
sbuffò altezzosa iniziando a camminare lontano dai tavoli del bouffet, sperando che quella donna non si riprendesse troppo in fretta dall'effetto del suo quirk e tornasse a cercarli per qualche strano motivo.
- Tu piuttosto, non ti facevo un tipo da milf - lo punzecchiò a sua volta, ricambiando l'espressione maliziosa. Lui rispose con un verso divertito, facendole sfuggire una piccola risata.
- Tralasciando le tue avventure amorose, trovato niente? - gli chiese tornando seria.
- Non che abbia cercato molto in realtà, ma non mi sembra di aver visto Sukekawa -
- Come sarebbe a dire "non che abbia cercato molto"? - ripeté lei fermandosi di colpo.
- L'hai vista anche tu no? Quella ha cominciato a darmi fastidio e non ho avuto il tempo di finire il giro - si giustificò mantenendo un tono calmo.
T/n alzò lo sguardo verso di lui, rivolgendogli un'occhiata seccata. Ma incontrando il suo sorrisetto beffardo, non poté far altro che distogliere lo sguardo e scuotere la testa contrariata.
- Non posso lasciarti solo due minuti, spillatrice... -
• • •
I Villain in incognito continuarono a setacciare il giardino: T/n colse l'occasione per chiedere a qualche invitato se per caso avesse visto il padrone di casa, ma a quanto pareva il signor Sukekawa era un tipo piuttosto schivo e riservato.
- Nessuno qui fuori sembra averlo visto da nessuna parte - concluse Dabi una volta tornati ai tavoli di fronte alla villa. T/n, delusa, si lasciò cadere sulla prima sedia libera che riuscì a trovare, esalando un enorme respiro. Avevano girato a vuoto per mezz'ora abbondante e cominciavano a farle male i piedi.
- Sei già stanca? Eppure non siamo qui da molto - la canzonò il moro.
- Facile per te. Non hai camminato sull'erba con dodici centimetri di tacco sotto ai piedi - ribattè lei acida, slacciando il cinturino delle scarpe e lasciando i piedi a contatto con l'erba fresca.
- Sei capace solo a lamentarti -
- Senti - si voltò di scatto verso di lui, i capelli che si mossero alla stessa velocità di una frusta. - Se vuoi te le presto così vai a farti una corsetta attorno alla villa! -
- Lo farei volentieri, ma purtroppo non si intonano con il mio completo - concluse ghignando soddisfatto della sua battutina.
La ragazza lo guardò in cagnesco un'ultima volta prima di portare lo sguardo sulla sua pochette e iniziando a frugarci dentro alla ricerca dello specchietto.
- Sei insopportabile... - borbottò sottovoce.
Lui riuscì lo stesso a sentire il suo ultimo commento e, senza farsi notare, sorrise di gusto. Quel piccolo scambio di battute gli ricordò i battibecchi che nascevano puntualmente ogni giorno quando ancora si frequentavano, anche se in quei casi andavano avanti ad urlarsi dietro per ore, per poi riappacificarsi come se nulla fosse successo.
Mentre T/n contemplava silenziosamente il suo riflesso, un particolare dietro di sé catturò la sua attenzione: sulla scalinata che portava all'interno dell'edificio vide la donna che prima ci stava provando con Dabi, e ripensando alla scena le scappò un mezzo sorriso. Poi però un pensiero si fece largo nella sua mente.
Dopo aver fissato con sguardo assente lo specchietto per qualche altro secondo, T/n ruotò il busto verso l'enorme villa che spiccava nel mezzo del giardino e il Villain, rimasto a guardarla per tutto il tempo, se ne accorse.
- Ti è venuta un'idea su cosa fare ora? -
La ragazza rimise lo specchio in borsa e si girò nuovamente verso di lui. - Se nessuno lo ha visto qui fuori, significa che è dentro casa, no? - disse quasi fosse ovvio, cosa che in fondo era.
- Cioé, mi stai dicendo che questo si è fatto preparare tutto questa roba nel giardino... per poi rimanere chiuso in casa? - ripeté l'altro leggermente allibito, quasi non riuscisse a crederci.
- ...Si? - provò a rispondergli lei, nella speranza che avesse colto quel piccolo e semplice concetto.
- ...Che schifo i ricchi - disse scuotendo il capo, e la ragazza non poté controbattere. Almeno su una cosa erano entrambi d'accordo.
- Ok, diamoci una mossa allora. Non ho intenzione di stare qui ancora a lungo -
- Mmmhhh ma ho appena tolto le scarpe! Dammi un minuto - si lamentò lei gettando la testa all'indietro, per niente intenzionata a rimettersi in piedi.
Tsk. E poi sono io quello insopportabile...
- Se le tue povere gambe non ce la fanno più a sorreggerti, posso sempre portarti dentro in braccio - le disse con un ghigno, avvicinandosi alla sua sedia con le braccia tese verso di lei.
- OH NON TI AZZARDARE - lo avvisò rimettendosi le scarpe in fretta e furia con un lieve rossore a colorarle le guance. - Tieni quelle mani bruciate lontane da me -
- Ai suoi ordini - ghignò divertito alzando le mani in segno di resa, per poi infilarle nelle tasche dei pantaloni. Aspettò che T/n si sistemasse e quando finalmente si rimise in piedi, andò da lei e le porse il braccio. - Andiamo? -
La ragazza gettò una timida occhiata a quel suo gesto, ma questa volta non esitò ad appoggiarsi a lui. Anche se lo aveva appena negato, adorava sentire il calore emanato dal suo corpo: la faceva sentire al sicuro, protetta... e le ricordava quel felice periodo che avevano passato insieme e di cui aveva così tanta nostalgia.
Mentre salivano la sontuosa scalinata, decorata con vasi di fiori e drappi che pendevano sul corrimano, Dabi si accorse che T/n gli si era stretta più vicina. La sua mente processò almeno una dozzina di frasi che avrebbe potuto dirle per farla sentire in imbarazzo, ma si sentì così felice nel vederla nuovamente a suo agio con lui, che preferì rimanere zitto. Se fosse riuscito a mantenere quell'atmosfera tranquilla, magari dopo la missione avrebbe avuto la possibilità di confrontarsi con lei sul loro problema, così da risolvere finalmente la questione.
E forse potrò convincerla a tornare da me.
Al solo pensiero di riaverla fra le braccia gli si strinse il cuore, tanto da far nascere sul suo viso sfregiato un piccolo ma intenso sorriso.
- Dabi - disse la Villain fermandosi all'ultimo scalino, attirando la sua attenzione e dirigendola con un cenno del capo verso la sala che si apriva dinnanzi a loro. - Lo abbiamo trovato. Quello è Sukekawa -
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