Mission: Dabi - [ 1/7 ]
- Possibile che nessun Villain in questo maledetto distretto possegga il quirk che ci serve? -
Shigaraki era nervoso. Avrebbe avuto una sola possibilità, e non poteva permettersi di sprecarla.
- Se mettessimo un annuncio su internet? Come per l'attacco alla USJ? - propose Kurogiri.
Il ragazzo gli rivolse un'occhiataccia, i suoi piccoli occhi rossi che a malapena si vedevano tra le ciocche azzurre.
- Assolutamente no. È una missione della massima segretezza, nessuno a parte noi dev'esserne a conoscenza -
- E il tuo maestro invece? - si intromise Spinner. -Hai detto che possiede più di un quirk, e che può trasmetterli ad altre persone -
- Credi che non gliel'abbia già chiesto?! -
Tomura iniziò a graffiarsi il collo in preda alla frustrazione. I presenti fecero un piccolo passo indietro, preoccupati che il ragazzo potesse scagliarsi contro uno di loro con l'intenzione di ridurlo in cenere.
Tutti stavano continuando a proporre idee per riuscire nell'impresa anche senza utilizzare quel quirk. Tutti, a parte Dabi: se ne stava appoggiato alla parete a braccia conserte, lontano dagli altri. Sembrava assorto nei suoi pensieri.
Toga se ne accorse e gli si avvicinò.
- Ehi Dabi! Cosa c'è che non va? -
Lui sospirò profondamente e alzò gli occhi turchesi sulla ragazza, rivolgendole il suo solito sguardo annoiato. - Forse... conosco una persona con il quirk che fa al caso nostro -
Il parlottare di poco prima divenne un silenzio tombale: anche se lo disse a bassa voce, in qualche modo tutti riuscirono a sentirlo e si voltarono verso di lui.
Shigaraki smise di grattarsi e gli puntò gli occhi addosso. - E perché me lo stai dicendo solo ora? -
Dabi ricambiò l'occhiata solo per un istante, gettando nuovamente il suo sguardo in un punto indefinito del capannone. È vero, conosceva la persona giusta. Ma sarebbe stata disposta ad aiutarli?
- Non voglio darvi false speranze. È qualche anno che non la vedo e non so nemmeno se è ancora in città - rispose al ragazzo dai capelli azzurri.
- Sempre meglio di niente. Puoi rintracciare questa persona? - domandò speranzoso Kurogiri.
A quella domanda, Dabi chiuse gli occhi e abbassò il capo. Certo che poteva farlo, ma non ne aveva per niente voglia.
- Parla maledetto! - insistette Shigaraki.
- Anche se la trovassi non credo che riuscirei a convincerla. Dovrebbe parlarci uno di voi - disse con tono malinconico.
Che gli stava succedendo? Dabi, per quanto il suo volto potesse esprimere vacuità, era un ragazzo spavaldo e sicuro di sé. Quel comportamento non era da lui e tutti i presenti lo notarono, ma nessuno osò fare domande.
Eccetto Toga, piuttosto incuriosita da quella sua insolita reazione.
- Sembra proprio che tu non sopporta questa persona... - iniziò guardandolo di sottecchi e ghignando al contempo.
- Che c'è? Avete litigato forse? Oh no! Aspetta, non dirmelo: eravate piuttosto intimi, ho indovinato? -
La velocità con cui i suoi occhi si riempirono di collera e puntarono minacciosi verso quelli ambrati della ragazzina li fece sembrare dei dardi mortali. Si avvicinò pericolosamente a lei con la mano tesa in avanti puntando alla sua gola, fiamme azzurre che sgorgavano a fiotti tra le sue dita.
- Non sono affari tuoi - sibilò scandendo bene le parole.
Toga, per niente intimorita, gli sorrise psicopatica come al suo solito, poi si allontanò tranquillamente per andarsi ad appoggiare su uno dei mucchi di travi abbandonati nella rimessa che da qualche settimana ormai era diventata il loro rifugio.
- Poco m'importa chi sia per te questa persona. Trovala e convincila ad aiutarci, oppure non disturbarti a tornare - ordinò Tomura.
Il ragazzo dalla pelle bruciata gli rivolse la stessa occhiata spiritata, per poi distogliere lo sguardo e sospirare rassegnato.
- Tch. Quando inizio le ricerche? -
- Ora -
• • •
Mentre camminava per le strade buie della periferia, Dabi cercava di ricordarsi i posti frequentati dalla persona che stava cercando. Anche il solo pensare al suo viso gli provocava un doloroso groviglio allo stomaco. Non aveva per niente voglia di vederla.
Tu e il tuo quirk di merda...
Calciò nervosamente una bottiglia di vetro abbandonata sul marciapiede, osservandola andare in frantumi mentre le schegge rimbalzavano a terra accompagnate dal frastuono dell'impatto. Continuò a camminare a testa bassa, le mani in tasca e gli occhi socchiusi quasi temesse di scorgerla per caso nel volto della gente che affollava quei vicoli.
Toga aveva colpito nel segno: avevano avuto un trascorso, travagliato e con non pochi problemi. E quando arrivò il momento di lasciarsi, decisamente non avvenne in buoni rapporti.
Difficilmente sarebbe riuscito ad avere una discussione civile con lei, a patto che si fosse lasciata avvicinare. Dubitava anche che sarebbe stata disposta ad ascoltare la sua proposta. Ma per evitare di mandare in bestia Shigaraki doveva almeno provarci.
Giunto in una delle strade principali controllò all'interno di un paio di locali, cercandola con lo sguardo rimanendo sull'uscio per paura di essere riconosciuto da qualcuno. Al terzo tentativo gli sembrò di vedere una chioma familiare: c/c, f/c... Ma non era sicuro fosse lei. Per quanto ne sapeva, nel tempo in cui non si erano visti potrebbe avere cambiare aspetto.
La ragazza in questione era di spalle, seduta al bancone del bar accanto ad un uomo di almeno una ventina d'anni più grande. Aveva la testa rivolta verso il suo interlocutore e dal punto in cui si trovava Dabi non riusciva a vederla bene in viso, così provò ad avvicinarsi senza dare nell'occhio.
Dopo qualche passo si fermò di colpo. Le sue viscere sembrarono contorcesi nel ventre.
Cazzo... È lei...
Ora riusciva a vedere chiaramente bene sia lei che l'uomo. Non aveva più dubbi. L'aveva trovata, e quasi si maledisse per averlo fatto.
I due parlavano tranquillamente, entrambi con un bicchiere di qualche drink alcolico in mano.
Lui ci stava palesemente provando, tanto che di punto in bianco le fece un baciamano e lei sorrise lusingata.
Da fuori sembrava una normalissima conversazione, ma Dabi sapeva bene che era tutta una messa in scena: l'uomo aveva lo sguardo perso in quello di lei, i cui occhi risplendevano di una luce sinistra, quasi ipnotica. Stava usando il suo quirk. Il quirk che serviva a Shigaraki per la sua cazzo di missione.
Perché deve averlo proprio lei?
Perché non qualcun altro?
Ad un tratto l'uomo tirò fuori delle banconote dalla tasca, le posò sul bancone e le fece scivolare verso di lei, come per dire "Ecco, sono tue". La ragazza le prese senza batter ciglio, rivolgendo un sorriso e un'ultima occhiata alla sua vittima. Poi svuotò d'un fiato il bicchiere, cacciò in tasca il malloppo e si alzò dallo sgabello, dirigendosi con nonchalance verso l'uscita.
Peccato che a bloccarle la strada ci fosse Dabi. Non appena lo vide sgranò impercettibilmente gli occhi. L'aveva riconosciuto subito, non che fosse difficile date le sue evidenti bruciature. Rimase immobile a qualche metro da lui, guardandolo con aria sospettosa mentre lui faceva lo stesso, aspettando la sua prossima mossa.
Lei distolse lo sguardo per prima, ignorandolo e fingendo di non averlo visto. Riprese a camminare verso la porta del locale, ma non appena gli passò accanto Dabi le prese il polso fermandola. Girò la testa verso di lui, assottigliando gli occhi. - Cosa vuoi? -
La sua voce. Quella voce che in passato avrebbe ascoltato per ore senza mai stancarsi ora fu quasi inospportabile alle sue orecchie.
- Devo parlarti - le rispose a voce bassa.
Lei increspò le labbra in un sorriso beffardo. - Se vuoi parlare della nostra rela... -
- Non si tratta di quello - la interruppe ancor prima che potesse finire, intuendo dove volesse andare a parare e decidendo che era meglio non entrare in argomento.
Lei roteò gli occhi divertita, mantenendo quel suo sorriso. Sembrò pensarci su per un momento, indecisa sul da farsi. Nello stesso istante, l'uomo rimasto solo al bancone notò che i suoi soldi erano spariti e la ragazza se ne accorse.
- Non qui - sussurrò ribaltando la situazione, afferrando il polso del ragazzo e trascinandolo fuori dal bar. Si nascosero nella prima via poco illuminata che trovarono.
- Allora? - iniziò lei impaziente, spostandosi delle ciocche ribelli dietro all'orecchio.
Il ragazzo accennò un ghigno ripensando la scena a cui aveva appena assistito in quel bar.
- Ironico, non è vero? -
Le sopracciglia della c/c di aggrottarono, adornando l'espressione disorientata che assunse il suo volto dopo aver sentito quelle parole.
- Cosa è ironico? Il fatto che io e te siamo qui insieme? Perché sì, lo è. Anche se non mi viene da ridere -
rispose acida.
Dabi scosse il capo, divertito. Non si aspettava che ci arrivasse dopotutto. - Mi riferivo al fatto che il nostro primo incontro dopo anni è avvenuto nello stesso modo in cui ci siamo conosciuti. Ricordi? Vedo che non hai perso le vecchie abitudini... T/n -
Pronunciò il suo nome controvoglia, quasi fosse la peggiore delle parolacce. Lei lo percepì, sollevando un sopracciglio ed emettendo un verso contrariato in risposta.
- Huh, sai com'è. Vivo di questo -
Nessuno dei due riusciva a guardarsi negli occhi: entrambi avevano lo sguardo puntato altrove, su qualsiasi cosa che non fosse la faccia dell'altro. La loro reciproca presenza li faceva sentire terribilmente a disagio e vogliosi di andarsene di lì il prima possibile, ma ovviamente il loro orgoglio impediva di darlo a vedere.
Dopo aver sbuffato spazientita, T/n riprese la parola. - Si può sapere cosa vuoi? Avevi detto che non volevi più vedermi, dovresti ricordarti anche questo -
Come dimenticarlo...
Il suo viso contratto in una smorfia di dolore, cercando di reprimere le lacrime che scendevano a fiumi dai suoi occhi c/o, mentre con la voce rotta dal pianto gridava disperatamente il suo nome. Scosse la testa per scacciare quell'immagine.
- Non credere che sia venuto di mia spontanea volontà. Sono stato mandato dal mio... "capo" - spiegò tornando serio, simulando le virgolette con le dita.
Lei assunse un sorriso storto, rivolgendogli un brevissimo sguardo scettico per poi tornare a fissarsi la punta delle scarpe. I capelli che aveva sistemato prima le ricaddero in viso ma stavolta li lasciò dov'erano.
- Il grande Dabi che sottostà alle direttive di qualcun altro? Pft, questa mi è nuova -
- Già, fa strano anche a me... - sospirò pensando alla faccia di Shigaraki.
Dopo qualche altro secondo di silenzio, T/n si decise a guardarlo negli occhi. Lui fece lo stesso. - E cosa vuole il tuo capo da me? - chiese con finta aria curiosa.
- Ci serve il tuo aiuto per una missione -
Lei incrociò le braccia al petto, riducendo le sue iridi c/o a due fessure. - Perché proprio io? -
Dabi ricordò di come i suoi occhi si erano illuminati mentre parlava con quell'uomo nel locale. Degluttì.
- Per il tuo quirk -
T/n accennò un sorriso compiaciuto, roteando gli occhi. - Ovviamente... - sussurrò tra sé e sé.
Il ragazzo la fissava in attesa di una risposta, ma lei non sembrava per niente propensa ad accettare l'incarico.
- Dammi un buon motivo per cui dovrei aiutarti - sibilò aspra.
Dabi si aspettava un atteggiamento diffidente da parte sua, ma il fatto che stesse giudicando la missione solo perché era lui a parlargliene lo irritò non poco.
- Senti - iniziò con tono deciso.
- Non è un piacere che stai facendo a me, sei libera di rifiutare se vuoi. Ma sappi che le conseguenze della tua scelta le pagherò io -
- No, senti tu! Vieni qui a chiedermi di unirmi alla tua banda di malviventi per prendere parte ad una missione di cui non so nulla. Cosa cazzo dovrei risponderti? - gli rispose a tono.
Dabi si portò una mano in faccia, afferrandosi con pollice e indice il setto nasale. Sospirò per calmarsi: doveva trattenersi dall'incenerirla viva.
- È davvero necessaria la tua partecipazione, altrimenti non mi sarei nemmeno sognato di venirti a cercare, ok? - insistette cercando di convincerla. - Non credo tu abbia niente di meglio da fare comunque, quindi perché non lo prendi almeno in considerazione? -
La ragazza continuò a fissarlo con aria scocciata, iniziando a battere nervosamente il piede a terra. Tra tutti i Villain che popolavano quella zona, proprio a lei doveva andare a rompere le palle?
- ...Io che ci guadagno? - chiese ad un tratto.
Dabi accennò un ghigno.
Forse era riuscito a convincerla.
- Potrai passare un'intera notte con me. Che ne dici? - scherzò spalancando le braccia e indicandosi con le mani.
T/n dovette trattenersi dal ridere. Sollevò un sopracciglio e assunse un'espressione schifata. - Le notti che ho passato con te mi bastano e avanzano per il resto della vita. Grazie -
Il ragazzo roteò giocosamente gli occhi, poi si rimise le mani in tasca. Rialzando lo sguardo su di lei, vide che stava sfregando tra loro l'indice e il pollice di una mano.
- Che mi dici di questi? - disse continuando a fare quel gesto, alludendo ai soldi.
Dabi scrollò le spalle. - Sì, credo di potermi procurare un po' di quelli -
Lei sorrise, mordendosi il labbro inferiore. Ora si che si ragionava.
- Lo prendo per un sì? - chiese il ragazzo notando la sua espressione soddisfatta.
Dopo qualche altro attimo di silenzio T/n tornò a guardarlo e annuì leggermente con la testa. - D'accordo. Vediamo un po' di che missione si tratta -
- Ottima scelta - commentò lui, tendendole la mano per condurla alla base della lega.
Lei snobbò quel gesto, schiaffando la sua mano lontano da lei e superandolo a grandi falcate.
- Fammi strada spillatrice ambulante -
Dabi scosse la testa, sorridendo al nomignolo che gli aveva dato anni prima.
Sarà interessante...
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Heyoooo~
Sono sopravvissuta alla maturità!
Ora sono LIBERAH
FINALMENTE
E questo significa che posso dedicare più tempo alla scrittura <( ̄︶ ̄)>
Anyway, sono stra soddisfatta di come è uscito il primo capitolo, considerato che è un anno che continuo a revisionarlo :")
Fatemi sapere anche voi se vi è piaciuto e se sono riuscita ad incuriosirvi tra quirk, missioni e relazioni travagliate ( ͡° ͜ʖ ͡°)
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