Mask: Shinsou Hitoshi - [ 4/5 ]

Hitoshi e T/n, rimasti soli in officina, si misero a sistemare quel che potevano.

Shinsou raccolse da terra i vari macchinari scivolati dalla mensola, rimasta attaccata al muro solamente per un'estremità. Nel farlo trovò anche il suo guanto sepolto sotto a qualche detrito e, fortunatamente, non sembrava danneggiato.

La ragazza invece stava liberando la superficie del suo tavolo da lavoro, rinvenendo man mano tutti i bozzetti e i progetti che aveva fatto in quel duro periodo. Quando constatò che la maggiorparte di essi era da buttare le venne voglia di gridare dalla disperazione.

Nessuno dei due aveva fiatato da quando il professore portò via Mei. Fu T/n la prima a interrompere quel silenzio.

- Mi dispiace Shinsou... - disse sospirando, passando velocemente una mano sul fogli stropicciati per togliere la polvere.

Shinsou la guardò sorpreso.
- Non è stata colpa tua T/n. Non devi scusarti -

- Invece sì... - rispose lei con la voce incrinata. - Sicuramente avevi qualcosa di meglio da fare invece di perdere il pomeriggio a mettere a posto questo disastro... - commentò guardandosi attorno, soffermandosi sul congegno ancora fumante al quale la sua compagna stava lavorando.

- Forse avrei potuto evitarlo... - tirò su col naso, sentendo la gola pizzicare per le lacrime che stava cercando di non far uscire.
- Il sensei mi aveva chiesto di controllarla... -

Quando Shinsou si accorse che aveva gli occhi lucidi, smise di fare quel che stava facendo e la raggiunse.

- Hey no, ti prego... Va tutto bene... - Appoggiò le mani sulle sue guance, asciugando con i pollici ogni lacrima che minacciava di straripare. T/n però non accennava a calmarsi.

Quando non riuscì più a trattenersi, si gettò sul petto del ragazzo, nascondendovi il viso ormai rigato dalle lacrime. Poi lo avvolse con le braccia, e pianse.

Oddio

Shinsou rimase paralizzato, come se nella sua testa fosse comparsa all'improvviso la schermata di errore del computer. La ragazza di cui era innamorato lo stava abbracciando e si stava sfogando su di lui.

Il suo battito cardiaco cominciò ad accelerare e sperò che lei, avendo la testa appoggiata al suo petto, non se ne accorgesse.

Non sapendo bene come fare per consolarla, tentò di replicare la posizione in cui si ritrovarono sotto al tavolo al momento dell'esplosione: le cinse la schiena con un braccio, mentre con l'altro le accarezzò la testa, facendo scorrere la mano sui suoi morbidi capelli c/c, ora scompigliati più di prima.

- Non preoccuparti T/c... Va tutto bene... - disse a bassa voce provando a sovrastare le sue deboli grida.

Con le dita della mano appoggiata alla sua schiena, che si alzava e abbassava velocemente a causa dei singhiozzi, si mise a tracciare dei piccoli cerchi per rilassarla.

La ragazza strinse la presa su di lui, godendosi quel contatto di cui aveva così bisogno in quel momento. Anche Hitoshi si abbandonò a quella piacevole sensazione, appoggiando il mento sulla sua testa.

Dopo qualche minuto passato a massaggiarle la schiena, Shinsou si accorse che T/n aveva smesso di piangere, anche se continuava a fare respiri pesanti e a tirare sù col naso di tanto in tanto.

- Non darti la colpa per quello che è successo. Non potevi sapere che sarebbe finita in questo modo... - disse con tono di voce normale, sentendo la ragazza annuire contro di lui.

- E comunque, voglio che tu sappia che non mi è alcun disturbo aiutarti a mettere a posto. È il minimo che possa fare per ringraziarti di aver costruito quei fantastici supporti - concluse rivolgendole un sorriso.

Lei alzò finalmente lo sguardo verso di lui; gli occhi e il viso ancora arrossati.

- G-Grazie Shinsou... - mormorò guardandolo negli occhi e cercando di ricambiare il sorriso. Il cuore del ragazzo si sciolse a quella vista.

T/n vagò con lo sguardo sul viso di lui, fermandosi sulla sua guacia e spalancando gli occhi.

- Shinsou... - disse allungando la mano per toccarla, facendolo sussultare - ...stai sanguinando -

Hitoshi si tastò la zona indicatagli dalla ragazza e quando si guardò la mano vide le dita sporche del liquido rossastro.

Qualcosa durante l'esplosione lo aveva colpito poco sotto l'occhio destro, procurandogli un taglio da cui fuoriusciva del sangue.

- Sarà meglio che vada in infermeria... - Le disse sciogliendo, a malincuore, la presa sulla sua schiena.

- No aspetta - replicò T/n dirigendosi verso il fondo dell'officina e fermandosi davanti ad una cassetta fissata al muro. - Non disturbiamo Recovery Girl solo per un taglio, avrà già abbastanza da fare con Hatsume -

Dalla piccola porticina, che rivelò contenere un kit di primo soccorso, tirò fuori del cotone e un flacone di disinfettante. - Vieni, ci penso io -

Il ragazzo obbedì, raggiungendola e sedendosi di fronte a lei su una delle poche sedie superstiti, così che potesse medicarlo.

T/n bagnò il batuffolo di cotone con il disinfettante. Poi si sporse verso di lui e con una mano gli afferrò il mento, facendogli ruotate leggermente la testa, mentre con l'altra tamponava delicatamente la ferita.

A Shinsou mancò il respiro.
Ora che erano nuovamente così vicini ogni fibra del suo corpo tendeva verso di lei; strepitava per poter sentire ancora il calore del suo corpo e i muscoli gli dolevano quando si vide costretto a trattenersi.

Il viso della sua amata era talmente vicino al suo che riusciva a percepire il flebile respiro di lei infrangersi sulle sue gote, che nel frattempo si erano arrossate un'altra volta.

- Una cosa positiva però è successa: ora hai completato il cosplay di Eraserhead - commentò T/n sorridendo, riferendosi alla cicatrice che Aizawa si era fatto durante l'attacco dei villains alla USJ.

- Uh, hai ragione... - cercò di rispondere disinvolto, ma la verità era un'altra.

Ora che aveva parlato, Shinsou non potè fare a meno di guardare le sue labbra. Quelle labbra rosee e un po' screpolate che avevano catturato la sua attenzione. Quelle labbra che desiderava baciare con tutto se stesso.

Devo trattenermi...

Ha appena visto il suo posto preferito in tutta la Yuuei saltare in aria, nel vero senso della parola.

Non le servono altri problemi a cui pensare...

Nonostante cercasse di autoconvincersi, non riusciva a cancellare l'immagine di loro due uniti in un dolce e casto bacio.

Ma poi, un pensiero tanto geniale quanto malsano si insediò nella sua mente.

E se... la ipnotizzassi...?

- Ecco fatto, come nuovo - esclamò la ragazza, che nel frattempo aveva applicato una garza sulla lunghezza del taglio, fermandola poi con un cerotto.

- Senti T/c... - cominciò il ragazzo, cercando di mascherare il conflitto che stava avvenendo dentro di sé.

- Mh-mh? - rispose rimettendo a posto il disinfettante.

Ma come mi è venuto in mente?!

- Posso chiederti una cosa? - chiese continuando a fissarla.

- Sì, certo. Dimmi pure - rispose chiudendo la cassetta del kit.

Non posso usare il mio quirk su di lei...

Shinsou si voltò verso il tavolo dove i due si erano riparati qualche minuto prima. Indicò il pavimento. - Non ti sembra strano che i detriti non ci abbiano raggiunto lì sotto? -

T/n osservò il punto indicato dal ragazzo e capì a cosa si stava riferendo: le schegge metalliche erano disposte a formare un perfetto semicerchio attorno al tavolo.

- Oh cavolo, non mi sono accorta di aver attivato il mio quirk! - commentò leggermente sorpresa.

Devo smettere di farle domande!

- Il tuo quirk? E in cosa consiste? - chiese incuriosito.

- Sono magnetica: attraggo e respingo gli oggetti metallici. Praticamente, è come se il mio corpo fosse un'enorme calamita! - spiegò lei, felice che Hitoshi gliel'avesse chiesto.

Sono un idiota.

- Che forte! Un quirk perfetto per una studentessa della sezione di supporto - commentò il ragazzo, prendendosi internamente a schiaffi in faccia.

- Haha già, è anche per questo che scelto questo co... -

T/n lasciò la frase incompleta.
I suoi occhi persero ogni scintilla di vita e il suo volto divenne inespressivo come quello di uno zombie.

Shinsou espirò l'aria che aveva trattenuto fino a quel momento.
Titubante, si alzò dalla sedia e avanzò verso di lei a passi lenti.
Non riusciva a credere di averlo fatto.

Quando le arrivò di fronte prese le sue guance tra le mani e la fissò per degli eterni secondi, ammirando ogni singolo dettaglio del suo viso: dai suoi meravigliosi occhi c/c al minuscolo neo vicino all'orecchio di cui non si era mai accorto.

Non aveva il coraggio di farlo, tanto era forte il senso di colpa che provava.

Ora che il danno è fatto non posso tirarmi indietro...

Fece un respiro profondo. Stava esitando. Si vergognava di se stesso per essere ricorso a tanto: come aveva potuto?

Stava per liberare T/n dall'ipnosi, quando si rese conto di una cosa: le sue labbra pulsavano. Pulsavano terribilmente, pregandolo di finire ciò che aveva iniziato.

Raccogliendo l'ultimo briciolo di coraggio che gli era rimasto si chinò su di lei.

Degluttì a vuoto, chiuse gli occhi e fece congiungere le sue bramose labbra con quelle di T/n.

Poco dopo

- T/c, va tutto bene? - chiese il professor Maijima, preoccupato nel vederla fissare il vuoto con aria assente.

- Eh... cosa...? - la ragazza si guardò attorno, stordita. Cercò Shinsou con lo sguardo, ma l'unica persona nella stanza oltre a lei era il professore di ritorno dall'infermeria.

- Ti senti male? - chiese nuovamente Maijima, allarmato.

T/n non sapeva cosa rispondere.
Si sentiva strana, quasi intorpidita.
Era una sensazione difficile da descrivere, come se si fosse appena svegliata da una lunga dormita e non riuscisse a ragionare con la mente lucida.

Dov'è finito Shinsou?
Non era qui con me poco fa?

- N-Non saprei... - rispose mormorando, ancora confusa.
- Mi gira un po' la testa... -

- È stata una giornata intensa - cominciò Maijima. - Per non parlare di tutte le ore che hai passato in officina in questi giorni, devi essere sfinita... -

La ragazza non pensava fosse stata la fatica a ridurla in quello stato, doveva esserci dell'altro.
- Ma no Sensei, lo sa che per me è un piacere lavorare qui - replicò.

- Lo so, lo so. Ma la colpa è stata anche mia, mi rendo conto di aver sottoposto i miei studenti ad una mole di lavoro troppo pesante. Vi devo delle scuse - concluse accennando un inchino.

T/n stava per contestare, ma il professore la fermò prima che lei potesse dire qualcosa.

- Niente ma. Torna pure in dormitorio e riposati, ci penso io a finire qui -

Maijima sensei non volle sentir ragioni, così la ragazza si arrese e obbedì.

Nel tragitto verso il dormitorio della sua classe si rese conto di una cosa: percepiva una leggera pressione sulle labbra, come se qualcosa si fosse appoggiato su di esse.

Provò a toccarle, ma non sentì nulla.

Forse il sensei ha ragione, la stanchezza deve avermi dato alla testa...

Una volta entrata nella sala comune, i suoi compagni di classe, aggiornati dal professore sull'accaduto, le chiesero di Hatsume e dell'incidente.

T/n cercò di soddisfare la loro curiosità raccontando tutto e non tralasciando alcun dettaglio.

Pensò che magari ripercorrendo i vari avvenimenti si sarebbe ricordata di quegli istanti che, a parer suo, mancavano all'appello.
Ma non funzionò.

Dopo aver risposto alle varie domande dei suoi amici, decise di farsi una doccia per togliersi di dosso la polvere e la stanchezza.

In piedi sotto al getto d'acqua calda, T/n ricominciò a chiedersi per quale motivo non riusciva a ricordare il momento esatto in cui Shinsou lasciò l'officina.

Ad un certo punto dev'essere andato via... per forza deve averlo fatto. Voglio dire, non può mica sparire nel nulla...

Man mano che l'acqua scendeva sul suo corpo, scivolando dalle spalle lungo la schiena, poi lungo le gambe e infine nello scarico, così fecero anche i suoi pensieri nella sua mente: passavano davanti ai suoi occhi uno dopo l'altro, come dei flash.

L'esplosione.
Shinsou che la trasse in salvo.
Hatsume distesa tra le macerie.
Lei con in mano i progetti rovinati.
Lei che piangeva tra le braccia di Hitoshi.
La sua mano che accarezzò la guancia ferita del ragazzo.
Lei che lo medicava.
Shinsou che le faceva domande sul suo quirk.
Lei che gli rispondeva.

T/n alzò la testa di scatto.

Shinsou mi stava facendo delle domande...

Spalancò gli occhi.

Mi chiedeva del mio quirk...
Ho risposto alle domande di Shinsou sul mio quirk...
Shinsou...
Quirk...

Abbassò nuovamente le palpebre e chinò il capo, così che l'acqua calda potesse fluire sul suo collo.
Non voleva crederci.

- Il quirk di Shinsou -

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