Nero e Bianco/ WangXian

Illuminato da quella luce lunare, che riusciva a farlo splendere come la più lucente delle stelle, lui se ne stava lí, in piedi di fronte a me, a scrutarmi nel più profondo dei suoi occhi scuri. Io, dal canto mio, a labbra dischiuse, continuavo a guardarlo a mia volta. Strinsi il pugno che nascondevo dietro alla mia schiena e lasciai sfumare quella voglia di fermarlo. Del resto, non ero nessuno per impedire al patriarca Yiling, di fargli smettere di suonare quel maledetto flauto, che man a mano prendeva sempre più energia negativa, per quanto triste e doloroso era, dovevo solo accettare ciò che aveva in mente.

Se volevo continuare a rimanere al suo fianco, dovevo solo accettare chi avevo scoperto che fosse realmente. Un coltivatore demoniaco. Questo era il mio Wei Ying, che per tutti era semplicemente "Wei Wuxian", ma non per me. Per me, era molto di più che un semplice nome datogli per fargli sapere chi era. Per me bastava che fosse semplicemente se stesso, che sapesse che di me potesse fidarsi. Che potesse fidarsi di quel Lan Wangji che aveva conosciuto, ma che aveva anche visto cambiare e questo solo grazie a lui.  Era grazie a lui che avevo imparato a conoscere il vero me.

Ma, ora che mi ero ritrovato, non potevo permettergli assolutamente di perdersi. Di perdere quell'unica essenza che era.

E pensando questo non resistetti più all'impulso. Sapevo che non c'era più tempo da perdere, sapevo, che in qualche maniera -anche se non sapevo come - dovevo fermarlo, prima che il suo corpo potesse danneggiarsi completamente, disintegrando come macerie, quell'organo quasi nero, che gli batteva nel petto.

"Wei Ying!"
Scattai chiamandolo, ma sembrava non sentirmi. Lui continuava a starsene lí, continuando a suonare, totalmente avvolto dalle tenebre. Sembrava che fosse in un mondo tutto suo, completamente distorto da quella che era la realtá. La nostra realtà.

Gli occhi chiusi e  le sue labbra ancora appoggiate su quel flauto, non facevano altro che fare uscire una melodia sempre più aggressiva, rispetto la prima.

"Wei Ying, fermati".
Non avendo un suo accenno, allora fu lí che osai alzare il tono. La mia voce totalmente differente di prima, rispetto a quello, fu solo un flebile sussurro lasciato andare a quel vento che quella sera si stava abbattendo.

"Non mi costringere a farti del male".
Ringhiai, più a me stesso che a lui. Sapevo che quelle parole erano una difficoltà per me, ma non avevo avuto altra scelta. La verità? La verità, è che non gli avrei mai potuto fare del male davvero. Se gli sarebbe successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato. A quel punto avrei desiderato essere io quello ferito da lui.

Una risata di scherna, di chi non credeva a ciò che aveva appena sentito, sentii perforarmi i timpani. E con loro il mio cuore, che poco a poco stava crollando come un impero, messu sú dopo tanto lavoro e impegno. Sapevo, a cosa stavo andando incontro, ma nonostante ciò, mi sono permesso di cercare di andargli incontro. Questa era una lotta e non solo la sua. Ma anche  mia. Se non sarebbe uscito indenne, allora non ne sarei uscito anche io.

"Lan Wangji. Lan Wangji. Dimmi, non crederai che potrai fermarmi con il potere della purezza,  vero? mi disse con disprezzo, mostrandomi tutta la rabbia e l'odio che abitavano nei suoi occhi ora completamente rubini. Macchiati di rosso sangue.

Parole che ebbero una grande impatto su di me. Nel quale, in un primo momento, tanto era vero che mi bloccò. Ma poi una luce di speranza nel poterlo salvare, mi riportò in me.

Lo guardai, cercando di scorgere, qualcosa - qualunque cosa - anche se piccola del vecchio Wei Ying, ora rimasto intrappolato da quei rimorsi che lo stavano incatenando a loro. Ma a qualunque cosa, avrei fatto di tutto, per riportarlo alla normalità e abbattere una volta per tutte quella barriera che aveva creato dentro di sè.

"Adesso finalmente mi crederai? Vedi cosa ti sta costando praticare l'arte oscura? Lo vedi come, poco per volta, sta distruggendo il vero te. Quello che  ora hai messo da qualche parte, nascosto in te? Smettila e lasciati aiutare. Torna a Gusu con me. Ti scongiuro Wei Ying. Prometto di aiutarti, ma dammi almeno una possibilità" dissi con voce spezzata. Tutta colpa della voglia di piangere e urlare  tutto il dolore che sentivo avventarmi il cuore. Come se ci fosse qualcuno, che si stesse divertendo a strapparmelo dal cuore e per poi pugnalarlo più e più volte.

"Smettila! Non esiste più quel me. Non posso più ritornare indietro. Quello che è stato fatto è stato fatto, e per questo ho deciso di lasciarmi ai miei peccati. Com'è giusto che sia. Non c'è più speranza per me, quella è la mia nuova vita, e per quanto possa essere difficile imparare a conviverci, non potrà mai più essere come prima. Vattene Lan Zhan. Vattene lontano da qua, prima che sia troppo tardi" gridò straziato nell'anima.

Uno strazio che stava dilaniando pure a me a starlo sentire. Le mie orecchie ostentavano a credere ciò che sentivano. Nessuno meritava di rimanere da solo, questo era la verità. Sapevo - anzi - ero sicuro che insieme c'è l'avremmo fatta, le sue tenebre sarebbero state estirpate e ancora una volta la luce avrebbe preso di nuovo possesso di quel corpo che non volevo che si macchiasse di sangue cremisi. Un sangue che avrei fatico a togliermelo dalla vista nel dimenticarlo.

" C'è una luce per tutti, basta solo volerla"gli dissi, ciò in cui fortemente credevo.

E fu in quel momento, in cui vidi, finalmente, la sua barriera creparsi. Gocce cristalline presero a rigargli la pelle pallida. Il suo pomo d'Adamo che si alzava e abbassava.

Quanto avrei dato, nel solo per bloccarlo tra le mie braccia, in modo che non potesse più farsi del male. Ma non a me. Io, ero preoccupato per lui, come solo quella luna spettatrice ne era testimone.

E in quell'attimo dopo, capii che forse lo avrei perso una volta per tutte. Lo vidi voltarsi, per poi gettare quel flauto che stringeva forte tra le mani, per terra. Fu solo quel rumore a rompere il nostro silenzio. E solo allora lasciai andare le mie lacrime, che come gocce di rugiada presero a scendere. Tirai su con il naso e con quella forza che mi stava venendo a mancare, presi la mia spada, impugnandola verso la sua figura. Non volevo, ma dovevo fermarlo prima che potesse disintegrarsi con le sue stesse mani.

Presi un momento per me, e buttai fuori l'aria che sino a quel momento avevo trattenuto.
"Te l'ho detto, mi stai obbligando..."
una piccola pausa, nella quale lo vidi impugnare a sua volta la sua spada e per poi voltarsi lentamente.
" Non ti lascerò andare, non prima che tu passi sul mio cadavere. Se combatterai con me, ti do il permesso di trafiggermi se la cosa dovesse sfuggirmi dalle mani" sussurrai, senza perdere il suo contatto visivo, ora vuoto per via di quelle parole.

Lo vidi scuotere la testa, mentre il suo corpo prese impercettibilmente a tremare.
"Non incitarmi a farlo. Non osare a farlo, Hanguang jun"ringhiò.

Ma io non mi diedi per vinto. Non feci un passo indietro, ma ne feci uno in avanti, verso di lui, e poi ancora un altro. E fu, allora che prese ad indietreggiare. Ma più lui faceva così, più io mi avvicinavano.

"Ti avverto Lan Zhan, ancora un passo e io..."

"E tu cosa? Inizierai a prendermi sul serio?"gli chiesi con tono serio.

Ma dicendo questo, subito dopo mi pentii subito. Mi pentii della mia stupidità. Mi pentii  di aver agito all'incontrario, di ciò che in realtà avrei voluto. Avevo detto che l'avrei protetto. Ma l'unica cosa che riuscii a fare fu solo quello di vedere l'amore mio uccidersi con le sue stesse mani.

"Weiiii Ying!"
Gridai, sgranando gli occhi e sentendo il mio cuore morire con lui.

Cosa avevo appena fatto? Lo avevo appena distrutto, compiendo il peggior peccato, che nella vita esista. Macchiarsi di sangue di una persona che di te si fidava.

Non potevo credere che quella spada che fino a un momento prima mi era puntata addosso, ora, invece, era conficcata nella profondità del suo petto, dove una macchia di sangue si stava espandendo, a vista d'occhio. Le sue mani macchiate del suo stesso sangue ancora strette attorno a quel pugnale. I miei occhi sgranati. Il suo corpo che pian piano si stava accasciando a terra, sino a caderci del tutto.

L'impatto della sua schiena sull'asfalto grigio, ricreò un rimbombo. E io non volevo crederci. Non volevo credere di averlo spinto  a fare una cosa del genere e ora, con quale coraggio avrei potuto guardarlo negli occhi.

"Wei...Ying".
Singhiozzai, nel momento in cui corsi da lui.

Mi accasciai con le ginocchia affianco al suo corpo macchiato dal mio tradimento e con un piccolo barlume di speranza di poterlo vedere ancora vivo, lo presi fra le mie braccia tremanti. Una mia mano che sorreggeva il retro della sua nuca, poté sentire la sofficità di quei capelli lunghi, e con  l'altra che lo cingevo alla schiena.

"Wei Ying".
Piansi, per la prima volta nella mia vita.

"Perdonami L-lan Zhan. Non è s-stata...."le sue parole si interruppe nell'esatto momento, in cui una smorfia di dolore rovinò il suo viso. Lo stesso viso che più volte, avevo avuto l'onore di accarezzare.
Non aprí gli occhi, si limitò solamente a continuare a parlare con occhi chiusi.
"c-colpa tu-a".

Sapevo che ero un codardo a pensare una cosa del genere. Ma fu meglio così. Non avevo il coraggio di guardarli come se niente fosse. Perché non era vero niente.

Con tutto il coraggio di sto mondo, tolsi quella maledetta spada dal suo cuore e con le mani sanguinanti la lasciai cadere debolmente di fianco a noi e quel corpo che continuai a tenere fra le mie braccia, lo strinsi a me, il suo viso sulla mia spalla bagnata dalle sue lacrime, ed io singhiozzante lo implorai di non lasciarmi. Di rimanere con me.

"L- Lan Zhan".

"Hm"

"E-ecco perché... t-tra noi non ha mai p-potuto funzionare" ascoltandolo mi accigliai, e con il naso sulla sua testa mi inebriai per l'ultima volta del suo buon profumo.

"Siamo troppo differenti. Due a-anime non destinate. Era p-proprio vero quello c-che dicevano...."una pausa, con dei respiri che si facevano sempre più piccoli, accompagnati da dei strozii di tosse.
"Insieme ci ditruggeremo. E alla fine, cosí è stato. Per quanto potremmo volerci, siamo destinati a qualcosa di d-differente. Lan Zhan. Tu sei il b-bianco e i-io il nero. Tu sei la p-purezza e io il peccato. T-ti auguro il meglio Lan Wangji" e dicendo questo esalò anche l'ultimo respiro.

"WEI YIIING!"

Gridai e gridai, accompagnando il mio buio con quella pioggia che prese a scendere su di noi. Nonostante questo, nonostante adesso stessi reggendo un corpo freddo e priva di vita, non osai ad allontanarlo dal mio corpo, se non per regalargli un delicato e un ultimo  bacio d'addio sulle sue labbra pallide.

Rimanemmo così per non so per quanto tempo. Io che piangevo, mentre continuavo a stringere fortemente quel corpo a me. Forse aspettando, che da un momento all'altro, potesse rivivere. Ma questo non avvenne. Per quanto lo sperassi, stavolta non sarebbe più tornato da me.

                                       The End.

Nota Autrice : lo so, sono una persona cattiva, proprio io che piangevo ogni volta che moriva ed ora, invece, mi ritrovo a scrivere un capitolo del genere, ma vergognati. Sia chiaro AMO il personaggio di Wei Ying, e proprio per questo, rispetto a questo capitolo, e di tutto quello che ha passato nella storia originale, si merita solo il meglio. Insieme al nostro adorato Lan Wangji, ovvio. Detto ciò...

*Va a piangere in un angolino*💔😭

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