Extra (Rinascita) / ??
"Wei Ying.... Ricordati di me ". Sussurrò come un delicato vento che mi sfiorava l'orecchio.
Non c'era un giorno in cui io non pensassi a lui, non c'era un giorno che quel sogno si sbiadisse. Quel dolce sogno era sempre lí, pronto per riapparire ogni volta che avessi chiuso gli occhi, ed era lí che quella solita figura mi appariva.
Un ragazzo in tunica bianca, dalla pelle lattea accompagnata da quei delicati occhi dalla forma bellissima. I lungi capelli scuri che ad ogni suo movimento ondeggiavano al vento, accompagnando quei suoi movimento eleganti e melliflui e quella sua luccicante spada che nella sua mano prendeva sempre più padroneggianza. Io dietro di lui, alle sue spalle, senza alcuna arma difesa, lo guardavo ammaliato, ma tanto quanta preoccupazione che provavo al solo pensiero di vederlo ferire. Non sarei riuscito a sopportarlo. Non quando sapevo che in quel momento avrebbe potuto farsi del male, solo per proteggermi. E io mi odiai per questo. Non volevo che la mia anima gemella mi proteggesse, non volevo che rimanesse ferito per causa mia. Ero una inutilità. Questo mi ripetevo in mente e questa negatività che da dentro sentí tirarmi più giù, nel fondo dell'oscurità, non mi faceva altro che farmi avvolgere dalle tenebre. Lasciai che l'odio e i rimpianti mi divorassero, sino a spappolarmi il cuore, ora divenuto nero. Lanciai un grido e solo ora mi resi conto che il mio Lan Wangji aveva smesso di lottare, i suoi occhi vuoti e con un nota di preoccupazione nei miei rubini, sento il sapore metallico del sangue scorrermi dalla bocca, tossí spuntandone un po' a terra.
Cos'è questo dolore opprimente che sento al cuore? Batte così forte, che non mi permette di darmi il tempo per cercare di regolarizzare il mio respiro. Da quando mi sto facendo tormentare da questo profondo cambiamento?
"WEI YING"
Urlò Lan Wangji, che guardandomi non si accorse dei movimenti veloci del nemico alle sue spalle.
Avrei voluto gridare. Avrei voluto dirgli di spostarsi, di lasciarmi combattere da solo questa battaglia. Ma tutto quello che feci, fu guardarlo con occhi vacui, sentendomi le parole morire in bocca. Così come il mio respiro.
É un attimo, la spada nemica che venne trafitta alla sua schiena, proprio all'altezza del petto. Dalla mia posizione riuscì a vederla fuoriuscire. La macchia di sangue che si andava a formare sempre di più. Quello stesso sangue che a goccioline stava colando dalla punta di quel maledetto attrezzo. Lo vidi spalancare la bocca, con le lacrime agli occhi.
"NOOO!" Gridai, ma senza muovermi dalla posizione in cui ero . E fu lí, che lasciai libera la cattiveria e la voglia di vendetta uscire fuori, come un forte tornado che si sarebbe abbattuto su ogni cosa che li sta sul cammino.
Piansi. Lasciai che le mie lacrime cremisi scendessero a bagnarmi le mani e il viso. Ma non me ne preoccupai. Ero soltanto preoccupato per la persona che aveva appena rischiato la vita per me.
Se sentivo rabbia? Sí, e sentivo che quella bomba dalla miccia accesa, tra poco sarebbe stata fatta saltare in aria. Quella bomba, non era altro quel me che cercavo in ogni modo di tenere a bada. Ma alla fine uscí.
Mi pentí di non avermi fatto aiutare dalla mia anima gemella quel giorno, così come mi pentí di non avere dato retta alle sue parole, che avevo lasciato correre via nel vento. Come se non avessero avuto importanza, come se fosse stata una cosa leggera tanto da sopravvalutarla. Ma alla fine non erano sbagliate. Presi a sorridere come un pazzo, portandomi una mano sull'occhio destro e la mano sinistra a tenermi il cuore. E giurai che non sarebbe finita così. Non sarei morto prima di aver fatto vendetta.
La spada venne tirata via, lo sguardo impaurito del nemico in armatura nera che guardava con orrore ciò che ha fatto. Supplicò pietà, ma da una parte me lo feci entrare, come dall'altra la lasciai uscire.
Pietà? Davvero stava chiedendo pietá? No, non l'avrebbe passata liscia, non dopo aver fatto cadere quel corpo senza respiro con la fronte a terra. Gli occhi ancora spalancati.
E io che ridevo e piangevo allo stesso momento, stavo solo aspettando che il richiamo silenzioso che avevo rilasciato per fare tornare in vita li spiriti maligni. Aspettai immobile, non osando smettere di guardare quel nemico indietreggiare. Ma quello che non seppe , era che la paura mi nutriva. Mi rendeva più forte e sempre più intoccabile. Stavo lasciando che lo spirito maligno che avevo dentro, divorasse quello che di me rimaneva. Il Wei Ying che voleva rimanere dalla parte dei buoni, sarebbe svanito . Così come quel cuore tra il metà puro. Tutto sarebbe svanito, come una nuvola di vapore, che nell'aria si andava a dissolvere.
Vidi il suo corpo venire divorato dagli spiriti, sentí il rumore delle ossa che venivano rotte e il rumore delle grida. Ma tutto mi era impassibile. Quello che feci, fu soltanto solo quello di avvicinarmi al mio Lan Zhan. Delicatamente lo presi tra le braccia e lo strinsi al petto. Quel petto dove dentro da qualche parte nascosta dal nero, batteva ancora come una volta. Batteva per le emozioni che Lan Wangji mi aveva fatto provare. Ricordai tutti i suoi baci, il suo modo di essere impassibile, ma che allo stesso tempo sapeva anche essere amorevole con le persone a cui teneva. A tutti i ti amo che ci eravamo sussurrati. E il ricordo della nostra prima volta delicata e paziente. Piansi e gli spostai una ciocca bagnata di sangue dalla faccia, chiudendoli attentamente le palpebre con le dita. Ma nonostante ciò, non ero ancora pronto per lasciarlo. Non volevo credere di averlo perso.
Averlo perso per me equivaleva a vivere senza ossigeno, ma che per questo in pratica avrebbe significato andare dritta da una morte certa. E fu lí, che presi in mano la situazione. Sarei stato io stesso a ricongiungermi con lui e adesso. Non volevo aspettare un momento in più.
Con sguardo perso, lasciai andare quel corpo che avevo amato - che amo ancora- e presi tra le mani quell'unica spada che mi era rimasta e la porto direttamente al mio cuore dove senza esitazione, la trafiggo. Non gridai, tenni tutto dentro mordendomi le labbra tra i denti, mi si mozzò il respiro, ma questo non fa smettere di farmi uscire quelle lacrime ora divenute cristalline. Con debolezza, poggiai una mano sul petto della mia persona della vita e chinandomi li sussurrai " questa non è la fine. É solo l'inizio della nostra nuova vita. Ma un giorno ci rincontreremo, lo prometto" parole che purtroppo mi uscirono spezzate per via del respiro corto. Sorrisi. Un sorriso amaro e lasciai che la mia testa si appoggiasse su quel petto, dove la mia mano cercava disperatamente un palpito. Ma sapevo che era troppo tardi, ma rinunciavo dal crederci e pian piano lasciai chiudere gli occhi, aspettando che la morte mi riportasse dal mio Lan Zhan. Dove solo con lui, il mio cuore sarebbe potuto ritornare sereno, come il sole dopo la tempesta.
"Wei Ying, ricordati di me".
Sento, ma per quanto quella voce riconoscibile mi sussurrò nel buio, non potei fare altro che seguire quella luce.
***
In un altra vita.
"Wei Ying, Ricordati di me".
Ma cosa poteva significare, e perché quel ragazzo che pensavo ogni notte mi appariva nel sonno?
Non capivo. Ma per quanto provai a cercare di sforzare di ricordare mi risultò tutto in vano. Decisi di lasciare perdere e con un sbuffo continuai la mia solita camminata verso l'ultimo giorno di scuola. Alzai il viso verso quel cielo sereno, lasciando che quel vento mi scompigliasse i corti capelli scuri. L'estate si stava avvicinando, ma per quanto io potevo adorare quella stagione, ogni volta mi faceva sentire sempre più triste. Non sapevo come spiegarlo, ma era come se mancasse una parte fondamentale di me. Come se con la forza quella parte mancante, mi sia stata strappata via con la forza e il dolore al petto non era da meno. Ma che non erano altre mie stupide paranoie? Possibile che mi sentivo così solo? Che sentivo il bisogno di qualcuno di specifico al mio fianco, anche se quella persona mi è ancora sconosciuta - non c'è?
Un petalo di fiore di Sakura mi finí in faccia, la presi tra le mani e abbassando lo sguardo l'ammirai come se fosse la cosa più bella di questo mondo. Perché guardandola, mi riportava nostalgia di ricordi lontani e sbiaditi? Cosa significava tutto questo?
Era possibile che facesse parte di qualche mio passato sconosciuto?
" Ci rincontriamo, Ge Xiao".
Disse Wang Yibo.
Al suono di quella dolce voce, alzai lo sguardo e puntando lo sguardo verso quella figura sotto ad un albero di ciliegio, mi venne impossibile non sorridergli e quel sorriso fu pure ricambiato. Lo vidi gettare la cartellina per terra e spalancare le braccia.
Accettai quell'invito e senza pensarci troppo mi buttai fra le sue braccia, che tanto mi erano mancate. Lui mi strinse fortemente a sé e mi baciò i capelli. Questo non fece altro che farmi capire, quanto in questi cinque lunghi mesi mi sia mancato da morire. Poterlo abbracciare così, mi fece ritornare a respirare regolarmente, assopendo ogni mio dubbio, incertezza e pensiero di prima. Accantonò tutto, ma non il mio cuore che suona in una dolce melodia d'amore. Batteva forte.
"Mi sei mancato tanto".
Mormorai, sentendo le lacrime agli occhi.
"Hei. Non piangere, adesso sono di nuovo qui con te" disse, facendomi alzare lo sguardo.
Mi circondò il viso con i suoi palmi caldi e mi cancellò le lacrime con i pollici " Non ci separeremo mai più, ok ?" mi chiese candidamente, con certezza e fondendo i suoi occhi nei miei.
Appoggiai la mia fronte sulla sua, senza perdere il contatto gliel'ho promisi e poi lo baciai come se da lui dipendesse la mia vita. Ed era vero, senza la mia anima gemella non sarei mai sopravvissuto.
Ricambiò quel delicato bacio, chiudendo quella promessa, sotto al nostro albero di ciliegio. Dove tutto nacque, così come il nostro primo incontro e bacio. Quell'albero non era altro che il testimone del nostro amore .
The End.
Nota Autrice: eccoci qui. Ho sentito il bisogno di scriverlo e adesso che l'ho fatto, riesco a sentire per davvero di aver chiuso una volta per tutte questo cerchio. Questa è davvero la fine, quella giusta 😌.
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