Seconda Prova @Denise_e_Lidia

Premessa: Faccio presente che non leggo Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban da uno o due mesi, perciò alcuni dettagli, gli orari, per esempio, potrebbero essere sbagliati.

Denise_e_Lidia

Raggiunsi casa Dursley con il fiatone. Privet Drive, numero 4.
Appena giunta al cancello, suonai il campanello.
Nessuno aprì. Una leggera brezza mi accarezzo i capelli, un brivido mi percorse il corpo.
-Dudley?- sussurrai, pur cosciente che non mi avrebbe potuto sentire.
Non aspettavo risposta. Semplicemente dovevo parlare.
Dovevo essere certa di trovarmi lì, con i piedi sulla scritta Welcome scritta a lettere nere sullo zerbino della porta.
-Dudley- affermai, divertita dalle mie stesse parole. Quanto ero sciocca.
Eppure, qualcuno mi udì.
Dietro di me una voce rauca esclamò: -Dudley?
Mi volta i di scatto. Davanti a me si ergeva una donna massiccia, o meglio obesa, alta ma non troppo, con degli occhietti porcini fuori dalle orbite.
-Dudley?- ripeté.
Scossi leggermente la testa, in segno di assenso.
-Dudley!- disse lei, stavolta urlando!
-Vernon!- gridò ancora.
-No...- sussurrai io, accigliata -Dudley-
Ma alla porta, in effetti, non si presentò Dudley, bensì un omone con la chioma biondiccia e dei baffi da tricheco, senza collo.
Entrai senza chiedere, trovandomi davanti una donna esile, con il collo smisuratamente lungo, che mi lanciò un'occhiata arrogante -E tu saresti...?- mi attaccò.
- Mi chiamo Chiara- La informai, senza troppe cerimonie.
Ma la donna non mi tolse gli occhi di dosso. -E...- continuò meditabonda -Cosa fai qui?-
-Sono stata invitata da Dudley per un pigiama party- sorrisi beffarda.
-E così...- ghignò -Mio figlio ti avrebbe invitata qui?-
-Esatto- Le risposi con una smorfia -Ma, mia cara signora- Le dissi in tono confidenziale -lui chi è?- Domandai, fissando l'uomo biondiccio mentre faceva accomodare la signora.
-È mio marito- ringhiò -Vernon Dursley!-
-Vernon?- Le dissi, ridendo spudoratamente -Da dove vengo io quelli come lui si chiamano Maurizio Costanzo-

Senza aspettare risposte, probabilmente poco cortesi, mi diressi su per le scale. In cima al pianerottolo del primo piano, sopra una catasta di libri, era situata una sveglia sbilenca, in parte rovinata, ma all'apparenza funzionante.
Notai che era già sera. Mi affrettati a cercare la Camera di Dudley. Corsi per i corridoi e salii le scale due gradini alla volta, finché, finalmente, non udii dei gemiti attraverso la porta del secondo piano.
Mi scaraventai all'interno della stanza, aspettandomi di vedere Dudley raggiante del mio arrivo, ma non fu così.
All'interno della stanza c'era un ragazzo magro, forse anoressico, con dei folti capelli neri e due occhioni verdi cerchiativda un paio di occhiali. Mi bastò uno sguardo per notare che aveva una cicatrice sulla fronte.
-Il celebre Harry Potter?- Gli domandai, sghignazzando, ma, con mia grande sorpresa, egli sussultò.
Che si aspettasse davvero di essere... famoso?
Decisi di mettere in chiaro la faccenda una volte per tutte.
-Capiscimi bimbo- mormorai con saccenza -Sei... ehm... celebre... perché Dudley... sì sono una sua nuova compagna di classe- risposi al suo sguardo attonito -... parla sempre di te... di come ti maltratta... ti picchia... e tu soffri... in silenzio...- Capii all'istante di aver colpito un nervo scoperto. Ebbi un dubbio se allontanarmi prima che fosse troppo tardi (e al pensiero mi scappò un sorriso), o farlo irritare ulteriormente... sì, era la decisione giusta.
-Scusami- dissi, accomodandomi sul letto di Harry -Sbaglio o...- dissi guardandomi intorno con innocenza -Oppure sei orfano- Lo vidi scattare, impotente, e fui piena di gioia.
Sospirai. -Mi dispiace- dissi, falsamente dispiaciuta -Non si scherza sui morti... sono loro?- chiesi, indicando una foto che, anche se può sembrare assurdo, ne sono certa, era in movimento. -i tuoi genitori?-
Il ragazzo annuì, e una strana creatura, dentro di me, fece un balzo. Mi riempii di euforia.
-Tuo padre è brutto come te- Dissi, con una voce puramente maligna, che a stento riuscii a riconoscere. Avevo spesso comportamenti cattivi, ma non mi ero mai spinta tanto in là.
Non feci in tempo a scusarmi, che ci fu un esplosione, il muro saltò, come bombardato.

Attraverso il buco venutosi a fermare, vidi Dudley, la chioma bionda e gli occhietti minuti.
-La... cena...- bisbigliò, guardando esterrefatto la scena.
Mi salutò in fretta, poi entrò in camera. Decisi che era meglio allontanarmi. L'ultima cosa che sentii fu -Pagherai le conseguenze- ululato dalla voce di Dudley
.
Poco dopo eravamo tutti a tavola, io, Dudley, suo cugino Harry Potter, sua madre, Maurizio Costanzo e la donna dagli occhi porcini che avevo incontrato fuori dal cancello.
-Mia zia Marge- me la presentò Dudley, mentre quello che doveva essere il suo cane (Di zia Marge) mi lacerava il laccio della scarpa.
Le strinsi la mano sudata, aveva una stretta davvero potente.
Si pensi che poco dopo riuscì a far esplodere un bicchiere.
Continuò insultando i genitori di Harry, docendo che erano nullafacenti, di cattivo sangue, e...

Non ricordo quasi più niente di quella sera. Credo di essere svenuta, di aver preso una botta in testa. L'unica cosa che so è che sono rinvenuta in una strano posto, per terra, circondata da gente in movimento che non badava alla mia presenza. Sul muro, però, c'era una scritta.

Ministero della Magia, Reparto Obliviatori.

Inizialmente pensai di essermi sbagliata, che forse era un sogno, un'allucinazione, ma poi riflessi la scritta, ed era sempre uguale,

Ministero della Magia, Reparto Obliviatori.

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