Prima prova / @Ele_Riddle
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Dobby. «Un elfo libero». Dobby fu liberato da Harry Potter, e lo ripagò con la vita.
Fu lui a salvare Harry e i suoi amici da Villa Malfoy. Fu lui a morire, quel giorno.
Ma perché, Dobby si trovava là?
Non era ad Hogwarts?
«Non ci tornò» direbbero in molti. E, come dargli torto.
Dobby lavorava ad Hogwarts perché Silente lo pagava.
Ma Silente era morto l'anno prima.
Quindi, perché sarebbe dovuto tornare?
Per un motivo più che valido. Lo stesso per cui salvò Harry Potter. Dobby era affezionato ad Harry Potter.
Dobby, è quel tipo di Elfo Domestico, che tende a stare vicino alle persone (e alle creature) a cui si affeziona.
Il primo settembre 1998, tutti gli Elfi Domestici, si stavano dando un gran da fare, per preparare il banchetto di inizio anno a vecchi e nuovi srudenti. Tutti, eccetto uno.
«Dobby!» lo rimprovero Bob, l'Elfo Domestico più anziano delle cucine. Tutti lo ammiravano e lo rispettavano. Ma non Dobby.
«Torna a lavoro!» gli disse Bob, squadrandolo con quegli occhi grigi e freddi, così simili a quelli di Lucius Malfoy, da farlo sussultare. Ma era un altro il motivo per cui faceva infuriare Dobby. Bob venerava i maghi purosangue, e adorava essere sottomesso e punito, molto più degli altri Elfi Domestici.
L'unico elfo che si ribellava a lui, oltre Dobby, era Winky. La stessa Winky che tre anni prima aveva pianto perché Barthy Crouch l'aveva licenziata. La stessa che per il proprio licenziamento, aveva bevuto quintalate di Burrobirra. Ma Dobby l'aveva cambiata. Ora, lei era l'unico ad appoggiarlo, e, nonostante non si esponesse quanto lui, Dobby gliene era grato.
Allo stesso modo, Winky ammirava Dobby per il modo in cui cercava di far valere i propri diritti.
Fu così, che quel primo di settembre, ebbero il loro primo appuntamento.
Subito dopo aver servito il banchetto, Dobby sgattaiolò via dalle cucine. Indossava la giacca di uno smoking decisamente troppo grande, e una cravatta a pois. Si era legato uno straccio intorno alla vita, a mo' di gonnellino, e aveva accuratamente scelto i calzini più brutti della sua collezione, uno grigio con le saponette, e l'altro giallo, a righe verdi.
Quando incontrò Winky, sotto il Platano Picchiatore, il Cappello Parlante aveva appena finito la sua canzone. L'elfa indossava solo una federa di cuscino, ma Dobby la trovava ugualmente stupenda. «Dobby pensa che Winky è davvero carina oggi» l'apostrofò l'elfo, e Winky ne sembrò piuttosto compiaciuta. Camminarono per un po' in un silenzio imbarazzato, fino a raggiungere le sponde del Lago Nero.
Fu Winky a rompere il ghiaccio.
«Winky ha sentito da studenti che dentro Lago c'essere un mostro!» esclamò, spaventata.
«Winky» le rispose calmo Dobby «Tu può usare magia!» le disse «tu può difenderti». Winky ne fu leggermente rincuorata, ma continuava a tremare.
«Winky» riprese Dobby abbracciandola «Tu ha grande potenziale. Se maghi dicono che noi è senza diritti, noi guadagnare diritti!»
«Grazie Dobby» gli rispose Winky «Ma signor Crouch mai fatto usare tanta magia a Winky per lei» Dobby si sedette a terra, sciogliendo l'abbraccio.
«Winky» le disse «tu guarda il cielo. C'è tante nuvole. Noi non vuole che nuvole fanno pioggia, ma loro piovere, anche la più bianche e piccole»
Winky non sembrava capirci molto, ma ascoltò, senza interferire, sdraiata sul prato, la mano stretta in quella di Dobby. Sapeva chs lui l'avrebbe protetta. Si sentiva così _accettata_, per la prima volta in vita sua, che per poco dimenticò le urla di Bob, udibili anche a tanta distanza, o della Piovra Gigante, il mostro del lago. Non le importava più niente di niente. Ed era sicura, che nulla avrebbe potuto rovinare quel momento. Ma si sbagliava.
«Guarda che bella coppietta di elfi monelli!» disse una voce, alle loro spalle. Entrambi gli Elfi Domestici scattarono in piedi, appena in tempo per vedere un uomo interamente vestito di nero, con un tatuaggio sul polso sinistro, estrarre la bacchetta.
Dobby riconobbe subito il tatuaggio. L'aveva visto fin troppe volte sul braccio di Lucius Malfoy: un teschio e un serpente, il MARCHIO NERO.
Dobby non sapeva esattamente cosa significasse, ma sapeva che non era un buon segno.
Non appena Amycus Carrow pronunciò l'incantesimo, Dobby rispose con una magia qualsiasi, scagliandogli contro una serie di canarini indemoniati. Ma era troppo tardi. Ormai Winky giaceva dietro di lui, a terra, morta. Dobby non ebbe bisogno di girarsi per capire che l'anatema mortale l'aveva colpita.
«Credo che Piton mi perdonerà un paio di minuti di assenza» ghignò il Mangiamorte. Prese Dobby, e si smaterializzarono insieme. Dobby conosceva fin troppo bene quel posto: Villa Malfoy. E non appena vide Luna Lovegood e Garrick Ollivander poggiati al muro, in attesa di un aiuto, capì chei Harry Potter sarebbe arrivato al più presto. Capì che tra non molto avrebbe raggiunto Winky, e che finalmente, avrebbero potuto vivere felici e contenti, in cielo.
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