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Sono passati tanti anni ma sei ancora presente nei miei sogni, mi hai sempre detto di andare avanti ma non è bastato.

È vero, mi sono sposata e ho avuto dei figli, ma non ho mai smesso di amarti, neanche per un secondo, e né tanto meno ti ho mai dimenticato.

Tutti i ricordi appartenenti agli anni 40s sono solo immagini sfocate o situazioni confuse, ma il tuo volto è sempre ben dettagliato, neanche una piccola parte di te  è sfocata e tutti i ricordi di noi sono impressi saldamente nella mia memoria.

Cerco di venirti a trovare più volte a settimana, sono sicura che tu ci sei e che ci sarai sempre, nonostante tu mi abbia lasciato andare molto tempo fa.

Anche oggi sono qui, davanti alla tua lapide, con gli occhi lucidi e le mani tremanti che appoggiano delicatamente delle margherite su di essa.

Forse le margherite non sono i fiori giusti, ma ti ricordi quando la mattina venivi da me e me le regalavi?

L'aria inizia a farsi sentire, il fresco della sera sostituisce la poca brezza di prima.

Ringrazio il cimitero per essere aperto fino ad un certo orario, altrimenti non potrei godermi un' altra notte con te.

Non so perché, ma ho il netto desiderio di vederti spuntare vicino a me, vederti vivo e riabbracciarti anche solo un' ultima volta.

So che è impossibile, ma ci spero comunque, magari anche per un secondo.

Chiudo gli occhi e mi immagino la tua figura, finché, non sento una voce fin troppo famigliare giungermi alle orecchie.

« Vedo che sei andata avanti, eh? »

Apro gli occhi. Ti vedo, sei tu. Ho aspettato per tanto tempo di raggiungerti, di rivederti, di incastrare le mie iridi marroni nel tuo oceano immenso di emozioni.

« Com'è possibile? » riesco solo a dire.

Ma d'improvviso il mondo attorno a noi cambia, non siamo più al cimitero, ma nella piazza principale della città.

La sirena anti- bombe suona incessantemente, soldati pullulano le strade e in cielo si vedono aerei sganciare bombe.

Subito mi metto le mani sulla testa per ripararmi, vicino a me non ci sei più tu. Ti cerco con lo sguardo ma non ti trovo, così, anche sotto le bombe, inizio a cercarti vicino alla piazza.

Camminando mi accorgo per l'ennesima volta quanto sia brutta la guerra, distrugge case,uccide persone,rovina famiglie.

Ma questo non ha mai fermato nessuno, anzi, tutti hanno continuato senza mai fermarsi, anche gli alleati non sono dei santi.

Continuo a camminare non trovandoti, guardo a destra e a sinistra ma si vedono solo macerie su macerie, e nient'altro.

Guardo l'ambiente intorno a me, riesco a scorgere il negozio di Sarah, la panetteria di Owen, e il ristorante di Berit.

È tutto coperto da polvere, quindi è abbastanza difficile riconoscere gli edifici che circondano le strade.

Per il momento le bombe non si fanno più udire, l'aereo che le sganciava si è allontanato e non si sente più un suono assordante.

Più sicura aumento il passo per andare a controllare se tu stia bene e che sia vivo, poi però rifletto,sei morto nel mio presente, ma forse le cose potrebbero cambiare rivivendo il passato.

Mi affretto a girare l'angolo dell' edificio alla mia sinistra, quando lo faccio vedo in lontananza soldati che imbracciano un fucile e che sono pronti a sparare.

Hanno l'arma puntata verso il loro davanti, hanno i sacchi anti proiettile a coprire buona parte del corpo e solo mezzo busto è visibile.

Riesco a sentire delle urla in tedesco e degli abbai di cani, vedo i soldati impugnare più saldamente il fucile e prepararsi per sparare.

Nel frattempo io sono ancora in mezzo all' angolo, con le mani sulle braccia a riscaldarmi e la polvere appiccicata sulla pelle e i vestiti.

Mi avvicino di poco per vedere se tu sia lì, guardo e quando incroci le tue iridi con le mie subito abbassi le braccia con il fucile e ti guardi alla tua destra, dove c'è il tuo superiore.

Voi poi vi scambiate un' occhiata d'intesa, non capisco subito perché. Forse anche il superiore mi ha notata? Infondo mi conoscevano tutti alla caserma, come la chiamavo io dato che gli altri usavano un'altro nome.

Ti vedo scavalcare i sacchi anti proiettile e correre verso di me. Per sicurezza  guardi da una parte all'altra per non beccare un qualcuno che ti potesse sparare.

Quando sei più vicino inizio a camminare molto veloce e successivamente a correre,quando siamo vicini mi porti subito da un'altra parte.

« Ma che ti salta in mente?! È pericoloso, lo sai che avrebbero potuto ucciderti?! Tra l'altro perché non sei in un rifugio anti-aereo? »

Non riesco a pronunciare parola, le mie labbra sono letteralmente incollate e non spiaccicano una parola.

Accorgendoti di questo poi tu mi porti in una struttura abbandonata. Una volta dentro mi alzi il viso con le dita e mi sorridi.

Mi abbracci. Mi abbracci come se non ci fossimo abbracciati da una vita, ed è così.

Lacrime iniziano a scendere veloci dai miei occhi arrossati, ti stringo più forte e tu fai lo stesso.Ti stacchi poi dall'abbraccio e mi asciughi le lacrime.

« Non devi più cercarmi, io appartengo al passato e tu al futuro. Devi andare avanti e vivere altre mille vite, io ormai sono bloccato qui »

« Ma io voglio viverle con te le mie altre vite! Abbiamo avuto un breve periodo insieme, il più bello che avessi mai vissuto, ma è durato troppo poco! »

« La nostra vita l'abbiamo già vissuta, io non ti abbandonerò mai, neanche tra mille anni. Ma il passato è diventata una prigione per me, e anche per tutti quelli che sono morti qui. Ti prego va avanti, fallo per me. Vivi le altre infinite vite che io non potrò vedere »

Mi rivolgi un'ultima occhiata e poi corri via da me, mi affaccio all' edificio e ti vedo riandare nel posto di prima.

Imbracci velocemente il fucile e neanche pochi secondi dopo ti ritrovi a sparare per via degli ordini urlati dal tuo superiore.

I tuoi compagni cadono a terra come corpi senza vita, nonché quello che ora sono.

Sono paralizzata, non riesco a muovere neanche un muscolo quando vedo un tedesco avvicinarsi a te e spararti un proiettile al petto.

Non riesco neanche a sentire il mio urlo disperato quando ti vedo cadere a terra senza vita, e ne tanto meno riesco ad ascoltare la mia mente che mi dice di star ferma là dove sono invece di andare da te.

Corro disperatamente fino al tuo corpo, cerco di trascinarti più indietro e ci riesco. Strappo un pezzo di gonna e avvolgo la tua ferita per far fermare l'emorragia.

Vedo che sei ancora vivo, così cerco di farti forza per sopravvivere,non succederà un'altra volta.

« Tanto lo sai già come andrà, è inutile provare a medicarmi. Non importa »

« Ma non può succedere di nuovo! Sono sicura che questa volta riuscirò a salvarti »

Quando però vedo che i suoi occhi si chiudono sempre di più capisco che la sua ora sta già arrivando, il destino non si è risparmiato per bussare alla porta della morte e portare via altri innocenti.

« Non importa se non ci sei riuscita, va bene così. Forse l'ho già detto ma, grazie per tutti i giorni passati insieme, grazie per tutte le volte che non ti sei arresa difronte a una persona come me, ma soprattutto grazie per avermi fatto amare come non avevo mai amato, sarò sempre con te e non pensare mai che io ti possa abbandonare. Ti amo, ma ti dico ciao »

Di colpo apro gli occhi, ci metto un po' di tempo prima di capire dove sono. Non mi trovo più sul campo di battaglia, ma bensì al cimitero.

Mi accorgo di aver pianto, la lapide è bagnata e anche le mie guance.

Allora era solo un sogno?

Non me lo so spiegare, ma so per certo che non è una coincidenza.

Esco dal cimitero e guardo un'ultima volta la tua lapide.

« Avrei dovuto morire anch'io durante quella battaglia, ma non è stato così. Scusami se continuerò a pensarti e a cercarti, ma è più forte di me. Come tu mi hai lasciato andare ora lo faccio anch'io, non fraintendere non è un addio, ma semplicemente un ciao...»

We'll meet again
Don't know where, don't know when
But I know we'll meet again
Some sunny day

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