23. Nicolò Barella
29.06.2024
Qualche minuto dopo gli inni di Italia e Svizzera, l’arbitro fischiò il calcio di inizio.
Sin da subito notai che l’Italia e soprattutto Nicolò stavano giocando male, era come se non ci fossero in campo e sembrava che non volessero vincere questa partita. Non erano dei guerrieri che volevano passare questi ottavi di finale, anzi, sembrava volessero tornare in Italia.
In questo momento non riuscivo a riconoscerli più: non erano in grado di concretizzare più di 3 passaggi di fila, regalando palla alla Svizzera e non correvano come avevano fatto durante gli scorsi Europei di calcio, era come se non fossero mai scesi in campo. Per me erano irriconoscibili.
Infatti, al 36’ Freuler segnò il gol dell’1 a 0 della Svizzera, e ciò era dovuto dal buco che avevamo in difesa. Facevamo così tanta pena che, secondo me, i bambini dell’oratorio sarebbero stati in grado di battere questa squadra e, se fossi stata uno dei campioni della nostra gloriosa nazionale, mi vergognerei solamente a guardare una partita pietosa come questa.
Mi concentrai su Nicolò, sperando che, almeno lui, fosse in grado di risollevare questo schifo ma, a quanto pareva, anche lui stava giocando malissimo, come quasi tutti i suoi compagni di squadra. Sembrava che il numero 18 dell’Italia non fosse più capace di giocare a calcio: questa stagione all’inter era totalmente differente il suo modo di giocare, ora nessuno riusciva a riconoscerlo, nemmeno io.
L'arbitro fischiò la fine del primo tempo: ero convinta che, in questi 15 minuti, Spalletti cercasse di incoraggiare i ragazzi, per fargli prendere fiducia e riuscire a rimontare questo risultato a nostro sfavore. Confidavo tutto nel nostro ct, sperando che questo primo tempo fosse solamente un brutto scherzo.
Invece, dopo (a malapena) un minuto, Vargas segnò il gol del 2 a 0 per la Svizzera. Questo portava all’80% fuori dall’Europeo, se l’Italia avesse continuato a giocare così.
Con l’andare dei minuti, l'Italia fece pochissimo: era come se fosse una replica del primo tempo. I ragazzi non riuscivano a fare delle azioni decenti, perdendo continuamente la palla come nei primi 45 minuti e sembrava fossero morti in campo.
Anche Nicolò non era migliorato nel corso di questo secondo tempo e, infatti, venne sostituito da Spalletti verso il 63’. Percepivo che il mio ragazzo non stesse bene, perché lo guardai attentamente mentre usciva: non aveva la solita faccia di quando era felice e spensierato. Sarei andata a consolarlo subito dopo il triplice fischio.
La prima vera occasione dell’italia avvenne verso il 73’, ma non si concluse nulla. Ora ero sicura che l’italia sarebbe uscita da questo Europeo: non avremo mai replicato l’annata del 2021. Infatti, dopo i minuti di recupero assegnati, l’arbitro fischiò il triplice fischio. Questo significava che la Svizzera fosse ufficialmente ai quarti di finale e noi dovevamo tornare in Italia. Questa partita aveva deluso sia me, che tutti gli italiani venuti allo stadio e quelli che l’avevano guardata a casa.
Per un momento rimasi a guardare i giocatori della Svizzera abbracciarsi, mentre festeggiavano il passaggio ai quarti di finale dell’Europeo. Però, mi venne in mente Nicolò e decisi di entrare dentro lo stadio per consolarlo.
Nicolò’s pov
Entrai dentro lo spogliatoio: in questo momento volevo solo piangere per lo schifo che avevo fatto in campo. Mi volevo sotterrare. Ero convinto di essere il responsabile della sconfitta dell’Italia, quando dovevamo festeggiare per essere passati ai quarti di finale, in cui avremo dovuto affrontare la vincitrice tra Inghilterra e Slovacchia.
Misi le mani sul viso per cercare di nascondere le lacrime che scendevano sulle guance, dovute dall’orrore di partita fatta. Ero così triste e demoralizzato che non riuscivo neanche a farmi una doccia. I miei compagni di squadra cercarono di farmi stare meglio, fallendo miseramente. Sapevano che l’unica persona che potesse rendermi felice nonostante questo disastro fosse solamente una: Angelica.
Lei era la miglior ragazza che avessi potuto incontrare da quando abitavo a Milano: la conobbi qualche giorno dopo dal mio arrivo nel capoluogo lombardo e mi innamorai all’istante. Era la prima volta che mi capitava di prendere una sbandata per una persona in pochissimo tempo. Ora io e lei stiamo insieme da 4 anni e vorrei che rimanesse con me per il resto della vita.
Nonostante stessi pensando alla mia ragazza, non fui in grado di smettere di piangere per questa sconfitta meritata, non mi capacitavo ancora di aver giocato così male.
Pensando alla partita penosa appena giocata, non sentii la porta dello spogliatoio aprirsi e dei passi che avrei riconosciuto tra mille. Non mi accorsi nemmeno di Angelica che si sedeva a fianco a me per cercare di consolarmi.
Mi resi conto di avere la mia ragazza a fianco solamente quando iniziò ad accarezzarmi la schiena piano piano, procurandomi le sensazioni che solo lei era in grado di farmi provare. Nonostante le carezze, il mio pianto si intensificò e Angelica cercò di stringersi a me perché non voleva vedermi in queste condizioni.
“Hey amore, so che ti fa male giocare in questo modo, non riuscendo a trascinare la nazionale ai quarti di finale di questi Europei, ma capita a tutti di giocare una partita in questo modo. Non sei l’unico calciatore a cui capita quello che è successo a te. Non sai quante volte abbia visto squadre vincere un trofeo e, l’anno dopo, o come in questo caso quattro, ma a causa del covid tre, perdere e uscire quasi subito dalla competizione. Non è facile riuscire a vincere due volte di fila la stessa competizione. C’è solo una squadra in grado di farlo: il Real Madrid. Sai anche tu che lì ci sono giocatori di qualità, ma questa nazionale ha dimostrato che non fossimo capaci di rifarci e di vincere due volte consecutive gli Europei. Non è sicuramente questa partita a far vedere chi sei e il tuo valore da calciatore. Ora vorrei vederti carico per la prossima stagione con l’Inter, sono sicura che sarai bravissimo amore!” cercò di rassicurarmi Angelica.
Solamente così riuscii ad alzare la testa dalle mie mani. Notai che non c’era nessuno oltre a me e Angelica, non sapevo dove fossero gli altri e neanche mi interessava: in questo momento volevo stare con la mia ragazza.
“Grazie amore, queste parole mi servivano. Ti amo da morire” dissi per poi lasciarle un tenero bacio sulle labbra. Quando ci staccammo, riuscii a regalarle un sorriso.
“Anche io ti amo” replicò Angelica, per poi sorridermi.
“Che dici, ora ti fai una doccia? Gli altri sono già andati nel pullman e ci stanno aspettando. Quando torniamo in Italia, andiamo in Sardegna dai tuoi? Li ho sentiti l'altro giorno, mi hanno detto che vorrebbero vederti”. Io annuì per poi andare a lavarmi. Mentre ero in doccia, sentii la porta chiudersi: Angelica era uscita dallo spogliatoio.
Dopo che finii la doccia, mi cambiai e uscii mano nella mano con Angelica. L’unica ragione per cui non fossi triste era lei: era la mia felicità.
Angolo autrice:
Questa one shot è dedicata ad angelica235028. Spero ti piaccia! ❤
E spero possa piacere anche a voi!
Se avete delle richieste, sono disponibile a soddisfarle!
Vi voglio bene ❤
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