Halloween
Per il gatto era il primo turno di Halloween.
Sapeva che quella notte ne sarebbero successe delle belle: il velo tra i due mondi era più sottile, e molti spiriti distratti si facevano ingannare dalle maschere.
Alcuni, gli aveva raccontato il suo maestro quando era un piccolo spirito anche lui, dimenticavano di essere morti e tornavano nelle loro case.
Il gatto era ancora poco più di un cucciolo, ma sapeva bene cosa fare.
Aprì gli occhi nel sentire qualcosa solleticargli i baffi.
Era l'umana che lo coccolava nel sonno?
«Presto, stupido gattino!» lo svegliò la voce del suo maestro «C'è una presenza! Fissala fino a quando non se ne va!» sbuffando, il gatto ubbidì. La presenza si volatilizzó dopo un paio di minuti di occhiatacce.
Verso le due beccó una bambina dietro la tenda, verso le due e un quarto, una vecchietta in cucina.
Non bastò guardarla, ma almeno la fermò dal preparare un dolce.
«Che ci fai qui?» le domandò curioso.
«Preparo un dolce, domani i miei figli verranno a portarmi in chiesa.»
«Domani quando?»
«Il primo novembre 1911. Poi andremo a trovare il mio papà al cimitero.»
«Domani è primo Novembre, ma 2020. Ti sei confusa. Vivevi qui, vero?» la vecchina sgranó gli occhi. Gli carezzó il musino con una mano pallida e poi sparì con un grazie.
Ebbe un dialogo simile con in soldato appena tornato dalla guerra.
«Tua moglie ti aspetta dall'altra parte» gli disse il gatto «È un po' arrabbiata perché ti sei confuso.»
«No» disse stancamente a un Hippy anni 70
«I tuoi non vivono più qui, si sono confusi pure tua nonna e tuo padre. Distratti in famiglia, eh?»
Poi beccó un bambino giocare col naso dell'umana, ma gli diede una zampata.
«Ti giuro, non volevo graffiarti!» urlò quando si prese un cuscino in testa «Avevi un fantasma sul naso!» ma l'umana sentì solo un "miaoooooo".
Passò la notte a scacciarli dalle tende, dai muri, dai letti su cui si sedevano, dalle sedie, dagli scaffali.
Al mattino era stremato!
Stancamente si accucció sul letto, ma notò che era già occupato da una piccola Ombra
«E tu chi sei?» domandò minaccioso.
«Sono l'ex guardiano. Ti è sfuggito un fantasma, ma ci ho pensato io.»
«Beh, ora puoi andare, ci sono io qui.»
«Sei ancora un pivello. Tu a far da guardia a loro?»
«Non sono un pivello!»
«Sì che lo sei. Non lo sai che alcuni si annidano nella mente degli umani?»
«Beh, questa notte nessuno ha avuto incubi.»
«Perché ti ho aiutato! Sono andato da quelli che non hai controllato. Vanno guardati TUTTI. Perché non l'hai fatto? »
«Emh... Non so salire sui loro letti.»
«Vedi che ti servo? Dormi ora»
«Ma domani te ne andrai? Non voglio ti vedano»
«Io non me ne andrò mai. Sarò sempre qui per loro, ma non ti preoccupare: non mi vedranno.»
«Basta che non mi intralci. Oh no» sbuffó nel vedere di nuovo il soldato «2020. Sei già morto» gli ricordò.
«A me bastava fissarli. Poi è molto divertente, gli umani si spaventano quando fissiamo. Dormi ora.»
«Ma gli spiriti... »
«Per molti basterà la tua presenza. Fai molte fusa, il rumore li sveglia.»
«E gli altri?»
«A loro penserò io. Tu dormi.»
Il gatto dormì per qualche altra ora.
Gli umani si svegliarono tranquilli, senza incubi.
Al gatto dissero che era pigro, ignari della battaglia della notte appena passata.
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