un amico silenzioso

Volevo un amico immaginario. Volevo qualcuno con cui sfogarmi, con cui parlare liberamente senza alcun pudore.

"Come faccio ad avere un amico immaginario?"
Mi chiedevo.
"Devo immaginarlo e poi inizia a parlare da solo o devo decidere anche cosa deve dire?"
Sdraiata sul letto a guardare il soffitto, fomdevo il mio cervello con queste domande.

Poi un giorno, mi decisi.
Ero appena uscita dalla piscina, dopo un'intensa lezione di nuoto.
Continuavo a immaginare l'aspetto del mio ipotetico amico, che mi sarebbe stato al fianco per tutta la vita, o almeno, quando ne avevo bisogno.

Mi venne in mente, non so perché, Jeff the killer. Nel suo aspetto originale. Bianco con gli occhi spalancati cerchiati di nero e un sorriso intagliato da orecchio a orecchio.
E di colpo, sentii la mia mano essere afferrata.
Ce l'avevo fatta!! Avevo finalmente un amico immaginario. Mi scappò una risata incredula, guardando in volto quell'essere tumefatto che avrebbe dovuto seguirmi ovunque.

Lo feci salire in macchina, e per tutto il tragitto, non disse una parola.
Se ne stava lì, in silenzio, sui sedili posteriori, sorridendo e rivolgendomi ogni tanto uno sguardo tramite lo specchietto.

Arrivata a casa mi misi a fare i compiti. Jeff era seduto nella sedia affianco alla mia.
Non diceva una parola, mi indicava solo dove stavo sbagliando.

D'un tratto mia madre si sedette proprio sulla sedia dove era seduto il mio amico.
"No! No! No! Così lo schiacci!"
Urlai senza pensarci.
Mia madre mi guardò stranita, con una smorfia in viso.
"C-c'era il mio amico seduto lì"
Continuai, mormorando.

"Tranquilla, si sarà levato."
Rispose solamente, ignorando il mio sguardo.
Guardai avanti a me, era lì. Jeff era ora in piedi davanti al tavolo.
Mi alzai per farlo sedere, e vedendo le mie azioni, mia madre, con aria seccata, disse
"Non si tratta così un amico immaginario."

Rimasi stupita da quelle parole.

"Ah no?"

"No, anzi questo, sfiora la follia"
Rispose assottigliando la vista, con un leggero sorriso falso in volto, come per dire "ti stai comportando da pazza, non lo capisci?"

Quelle parole mi immobilizzarono. Decisi di ignorare mia madre e di finire le espressioni algebriche in silenzio, mentre Jeff mi guardava con la testa appoggiata su una mano.

La notte, dopo aver cenato, mi coricai, e dopo poco Jeff avvolse le sue braccia attorno alla mia vita.
Non sapevo se eliminarlo di già, o farlo rimanere. Dopotutto, il mio desiderio di avere un amico immaginario era solo un esperimento.
"Perché non parli? Perché non mi dici quanto sono pazza ad avere un amico immaginario - anch'esso pazzo - alla mia età?"
Gli chiesi esasperata dal suo silenzio.

Sentii la sua testa posarsi sulla mia schiena.
E lo sentii dire sottovoce solo poche parole che mi sconvolsero.
"Hai ragione, sei un po' matta, ma non importa, ora riposa"

Chiusi gli occhi e mi addormentai quasi subito, rassicurata dal fatto che ora c'era lui accanto a me e mi avrebbe protetto.
Oppure fatto a pezzi, ma questo in fondo potevo solo deciderlo io.
Lui era solo un frutto della mia fantasia malata.
Le sue parole erano i miei pensieri detti con un'altra voce.








Angolo autrice:
Ehy ehy ehy! Era da tanto che non scrivevo una Oneshot.
Questa storia rappresenta un momento essenziale della mia vita, e le cose raccontate sono successe per davvero. Relativamente parlando.
Volevo solo condividere questo "sfogo" con voi.
Spero vi sia piaciuta, nonostante è corta.
Ciaus~🌟


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