La mia Rosa
A te, mia cara Rosa.
C'era una volta una principessa che viveva nel Castello Quarzo Bianco.
Amava la vita, il suo regno e i suoi abitanti ed era sempre allegra e pronta a dare una mano a chi ne aveva bisogno.
Era una ragazza dal cuore d'oro.
Aveva dei capelli color cioccolato, la pelle chiara, quasi da sembrare candida come la neve, un sorriso viveva perennemente sul suo dolce e morbido viso che tutti avrebbero voluto anche solo sfiorare.
Solo che si annoiava, non avendo alcun amico.
"Vorrei qualcuno con cui condividere le mie passioni, emozioni, momenti difficili..."
Diceva sempre.
Un giorno, queste sue parole arrivarono alle orecchie di una delle suddite più anziane, che decise di aiutare la fanciulla, esaudendo il suo desiderio con la sua magia.
"Non sapevo che lei fosse una maga, signora!"
Disse la ragazza seduta sul suo letto a baldacchino, con aria euforica, una volta che la vecchina le rivelò la sua vera identità.
"Certe cose devono restare nascoste perché non sempre sono apprezzate, mia cara principessa."
Rispose l'anziana, ridacchiando.
"Cosa devo fare? Cosa devo fare? Cosa devo fare?"
Ripeté la ragazzina saltellando sulla branda dalle coperte color prugna.
La signora le fece cenno di calmarsi, sempre con un sorriso curioso stampato sulle labbra screpolate, poi le sussurrò
"Chiudi gli occhi mia cara"
Le sottili palpebre della principessa coprirono le sue iridi nocciola. "E ora...?"
Sussurrò infine, prima di sentire la dolce vecchina ridacchiare, ma non era una risata bella, anzi, sembrava malvagia, non le piaceva.
Per un momento decise di lasciare perdere, ma l'anziana riprese a parlare.
"Di queste esatte parole: in una rosa delicata, mi sono trasformata,
Chissà mai se marcirò e se un amico troverò?
La magia verrà spezzata quando lui ti avrà accettata
Se ti ama sarai fortunata e la maledizione sarà cancellata!"
"Ma che razza di formula è?"
Chiese la principessa un poco sbigottita aprendo uno dei due occhi.
"Ehy! Non sbirciare signorina e fidati di me"
La fanciulla roteò l'occhio aperto e lo richiuse, iniziando, titubante a recitare ciò che la donna le aveva detto di dire.
Non appena pronunciò le ultime parole, una luce pallida e rosacea fece aprire gli occhi alla ragazza, che si rese conto di star emettendo luce, come una stella.
"Aspetti! È normale questa reazione?"
"Normalissima mia cara"
Sghignazzò la vecchia con un sorriso maligno in viso, strofinandosi le mani rugose mentre la principessa piano piano si trasformava in una piccola e graziosa rosellina.
Il fiore cadde a terra inerme, e la vecchietta lo lanciò fuori dalla finestra della cameretta, per poi uscire indifferente, come se nulla fosse accaduto.
La rosa cadde delicatamente sull'asfalto, perdendo un petalo.
La gente che camminava, non si accorgeva di lei, e la calpestava.
La principessa, ancora cosciente, si mise a piangere, anche se nessuno poteva sentirla.
"Basta calpestarmi! Ehi! Qualcuno mi raccolga! Aiutatemi!!"
Scarpa dopo scarpa, petalo dopo petalo, la rosa-principessa rimase quasi priva di corolla.
"Se ti ama sei fortunata...la maledizione sarà cancellata...Dannazione!! Quella vecchiaccia mi ha ingannato. Mi ha trasformato in una rosa! Come farò a spezzare l'incantesimo? Chi mai potrebbe servirsi di una rosa sgualcita e calpestata? Ma sopratutto, come faranno a riconoscermi?! Non possono sentirmi! Sono un fiore!"
Sbraitò la rosa quando vide arrivare il crepuscolo, e la strada isolarsi del tutto. Rimanendo sola e abbandonata a sé stessa.
Cominciò a rassegnarsi di non tornare più nel suo castello, e di morire in solitudine senza che nessuno la venga a salvare.
Ed era tutta colpa di quella maga. Chissà ora cosa avrebbe combinato, con la principessa fuori da mezzo.
Quali mai saranno stati i suoi scopi malefici? Perché sbarazzarsi di lei?
Sentì di star per piangere, anche non percependo la sensazione degli occhi umidi e del naso che prudeva, come al solito. Poi venne scossa dai primi singhiozzi.
"Chi è che piange?"
Una voce spezzò il silenzio che aveva riempito la via.
La rosa si guardò intorno, speranzosa di aver finalmente trovato qualcuno che poteva aiutarla.
Ad aver parlato era stata una ragazzina dall'aspetto bizzarro.
"Sono qui!!"
Gridò la principessa cercando di farsi sentire.
La fanciulla girò la testa in ogni direzione, pur di capire da dove provenisse quella voce flautata.
"Sono la rosa a terra!!"
Continuò la principessa esasperata.
La ragazza sconosciuta si bloccò per un attimo, ora era abbastanza vicina alla rosa, che poté vederla bene.
Aveva dei capelli corti e scompigliati a caschetto scalato, color miele, e gli occhi scuri, di un colore che non riuscì a capire di quale si trattasse.
"Una rosa...che parla?"
Rispose la ragazza chinandosi sul fiorellino rovinato, prendendolo con le mani.
"Ahi! Fa piano!"
A quell'esclamazione, la bionda lasciò immediatamente il fiore, lanciando un gridolino di stupore.
"Ahia! Insomma cerca di essere delicata... Ehm..."
"Lilith. Mi chiamo Lilith, e tu?"
"Beh, chiamala fatalità, ma mi chiamo Rosa."
"Oh capisco, beh, come mai piangevi, Rosa?"
Chiese Lilith raccogliendo nuovamente, stavolta in modo più delicato il fiore da terra.
"Io sono la principessa del Castello Quarzo Bianco!! Una maga mi ha trasformato in una rosa! Ho bisogno di aiuto per tornare normale. Non ho idea di ciò che farà quella vecchia tolta me di mezzo."
"Principessa?!? S-sei proprio tu?? Oh santo cielo, perdonatemi per il mio rozzo comportamento, per favore..."
La ragazza si inginocchiò più e più volte, scusandosi.
"Ehi, stai tranquilla Lilith, non è niente. Ma ora mi serve il tuo aiuto per tornare normale!"
Ribatté agitata Rosa.
"Oh si giusto, perdonami principessa Rosa. Forse posso fare qualcosa per aiutarti, ti porto al mio rifugio."
E così Lilith portò la principessa nella sua casa, una piccola abitazione in pietra con un saloncino davvero di dimensioni ridotte rispetto al salone del castello a cui Rosa era abituata.
La bionda posò il fiore su un tavolino attaccato a un muro, poi scese in una botola che portava chissà dove, lasciando la principessa sola, di nuovo.
Pochi minuti più tardi la ragazza tornò con un grosso tomo fra le mani, dall'aria antica e importante.
"E quello che sarebbe?"
Chiese la rosa poggiata sul tavolo.
"Un libro degli incantesimi preso in prestito da un gruppo di streghe"
Rispose sbattendo con poca eleganza il volume sul tavolo, facendolo tremare.
"Preso in prestito eh? Un momento sai come usarlo?"
Lilith annuì con aria fiera, sfogliando il libro in cerca di un rimedio.
"Sono stata apprendista di una maga molto gentile che però ora è scomparsa, in compenso mi ha lasciato molti appunti importanti e utili e i suoi attrezzi!"
Continuò allegra leccandosi il dito per sfogliare meglio le pagine ingiallite e impolverate.
"Oh quindi sei una piccola strega?"
"Praticamente sì. Ma non preoccuparti, io voglio aiutarti, considerami una tua amica okay?"
Rispose ancora Lilith sorridendo.
A quelle parole, così semplici ma così profonde Rosa sentì la cassa toracica esplodere dalla gioia.
Se fosse stata umana, sarebbe diventata rossa come un peperone.
Aveva davvero detto la parola amica? Aveva davvero un'amica?
Qualcuno che l'avrebbe aiutata e assistita?
Rosa non si era mai sentita così felice come in quel momento, pensando costantemente a quelle parole e osservando la piccola strega consultare il libro con attenzione.
L'abbigliamento di Lilith era piuttosto singolare.
Indossava un vestito marroncino cucito in più punti con filo colorato, rosso, verde, viola giallo e azzurro.
La gonna, che le arrivava alle ginocchia ma era abbastanza larga, era ricoperta di toppe, anch'esse colorate. Inoltre non indossava le scarpe, girava a piedi nudi.
"La strega deve averti ordinato di recitare una formula vero? Ricordi per caso come era?"
Chiese Lilith rivolgendo i suoi occhietti vispi verso la Rosa.
Ella ci pensò su per un attimo, poi cominciò a canticchiare
"In una Rosa delicata mi sono trasformata, chissà mai se marcirò e se un amico troverò?...Ehm...poi era...ah, si!
La magia verrà spezzata quando lui ti avrà accettata, se ti ama sarai fortunata la maledizione sarà cancellata!"
"Bah, che strana formula, non l'ho mai sentita dire in giro..."
Disse la maghetta riprendendo a sfogliare il Volume.
"Proviamo con questa formula intanto."
Esclamò indicando una pagina con il dito.
Lilith si schiarì la voce e recitò una poesia
"Malata e frastornata, con questa magia sarai curata!"
La rosa emise una luce rossastra e brillante, che svanì pochi secondi dopo, lasciando qua e là delle piccole scintille vermiglie.
Il fiore era tornato come nuovo e i petali erano più vivaci di prima.
Una scintilla di euforia scaturì negli occhi scuri di Lilith.
"Ora dobbiamo solo cercare un modo di farti tornare normale"
Disse la bionda, ricominciando a sfogliare il libro.
"Già...'solo'..."
Mormorò la Rosa quasi a non voler farsi sentire.
"Ehi, pensa positivo!"
Esclamò la ragazzina, che l'aveva sentita.
"E un grazie non guasterebbe sai?"
"Già...grazie Lilith."
Rispose il fiore con poca convinzione.
Non che fosse contenta la principessa anzi era più che grata che la stesse aiutando, ma in quel momento aveva la testa altrove e non riusciva a parlare e pensare correttamente.
Le parole che le rimbalzavano per il cervello erano "considerami un'amica okay?"
E per lei era fantastico sentirselo dire.
Tentativi dopo tentativi, la rosa e la streghetta erano ancora in quella casa di pietra, a cercare un rimedio per la maledizione.
"Eppure ci deve essere una qualche contro magia a questo sortilegio"
Si disse Lilith seduta sul pavimento con le gambe incrociate e il tomo magico su di esse.
"Potrebbe essere quella che faceva tipo...l'incantesimo malvagio è spazzato via con...coraggio? Ma no, ovvio che non era quello...allora potremmo provare con..."
"Niente! Non proviamo più niente!"
Sbraitò la rosa all'improvviso interrompendo i pensieri di Lilith.
Ella si alzò all'improvviso da terra appoggiandosi sul tavolo rovinato, cercando di capire cos'è che non andava per il verso giusto.
Fece per accarezzare un petalo
"Ehi...Rosa-"
"Non è apposto niente!"
La interruppe di nuovo, sta volta in modo più severo.
Lilith a sentire quelle parole ritrasse subito la mano, restando di stucco.
"Ma io veramente voglio solo aiutarti"
Cominciò a sentire un vuoto dentro di sé.
Una pugnalata.
"Non importa!! Non lo stai facendo! Sei solo un'incapace!"
Urlò furiosa la Rosa, in preda alla rabbia.
Lilith si sentì crepare gli organi.
Si alzò da terra e sbattendo una mano sul tavolo con forza e delusione gridò in risposta
"BENE! Se non ti sono d'aiuto voglio proprio vedere come te la caverai da sola!!"
E dopo quella frase in cui c'erano mischiate furia, tristezza e indignazione uscì dall'abitazione sbattendo la porta legnosa.
"A..aspetta...Lilith...mi dispiace!! Ti prego torna indietro non so cosa mi sia preso! Io ho veramente bisogno di te! Da sola non posso fare nulla! Sono un fiore inutile! Lilith!"
Implorò la principessa-rosa abbandonata sul tavolo.
Ma pensando che la sua amica fosse già lontana, rimase in silenzio cominciando a piangere.
Lilith in realtà era rimasta dietro la porta con le lacrime agli occhi ascoltando le grida disperate di Rosa, sentendole poi cessare e tramutarsi in pianto.
Una parte di lei sarebbe voluta entrare e fare pace con lei.
Un'altra le suggeriva di andarsene via e tornare più tardi. Molto più tardi.
In balia dei pensieri, si prese la testa fra le mani strofinandosi i capelli e alla fine si decise.
Spalancò la porta ancora piangendo.
Era sulla soglia, non fece un passo, voleva che fosse stata Rosa a chiedere scusa per prima.
Dopo pochi attimi di silenzio...
"Mi dispiace!"
Gridarono all'unisono.
"Pensavo te ne fossi andata..."
"Non potrei abbandonare l'unica amica che ho e che ha bisogno del mio aiuto!"
Rispose con un sorriso triste Lilith prendendo tra le mani la rosellina avvicinandola al suo naso.
"T-ti voglio bene Rosa."
La principessa restò per un istante in silenzio, cercando di piangere, ma senza riuscire a lacrimare.
"E io ne voglio a te, Lilith. Non ti urlerò mai più. Mi perdoni?"
La ragazza annuì stringendosi la rosa tra le mani e il viso, odorando il profumo delicato che emanava.
Una luce rosacea illuminò l'umile dimora, accecando per un attimo Lilith, che dopo pochi secondi, una volta che la luce si dissolse, si ritrovò abbracciata con una minuta ragazza alta come lei, magrolina, con i capelli castani ondulati che le arrivavano alle spalle.
Un diadema bianco le risplendeva in fronte, mentre sui capelli c'erano ancora incastrati dei petali rosa.
E sorridendo come nessuna delle due aveva mai fatto fino ad allora, continuarono ad abbracciarsi e a piangere lacrime di gioia, mentre il cielo si tingeva di arancione annunciando il crepuscolo.
A te, mia cara Rosa. La mia prima e unica amica.
Una compagna, forse di vita.
Ricordi? Dopo aver spezzato l'incantesimo decidemmo di fuggire via da lì.
Il perché non lo ricordo neppure io.
Gli anni passarono, e dall'amicizia sbocciò qualcosa di più complicato ed intenso.
L'amore.
Ricordo il nostro primo (imbarazzante) bacio. Tu eri rossa come i petali della tua corolla, ma alla fine ti lasciasti andare. Non dimenticherò mai la passione che c'era in esso.
Ti amo Rosa. Ti amo davvero molto.
Angolo autrice:
Ciao di nuovo ragazzi!
Spero davvero che questa luuuuunga storia vi sia piaciuta.
È il "remake" di un racconto che scrissi in quinta elementare, ho cambiato alcune cose ovviamente e corretto la grammatica, ma spero di essere riuscita a mantenere la semplicità del testo e la tenerezza del rapporto tra Lilith e Rosa.
È davvero molto importante per me, è un racconto che rappresenta la fase che sto vivendo in questo momento.
Spero che vi abbia commosso o comunque che vi sia piaciuta.
Ciaus~🌈
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