From Me to You

Il familiare corvo messaggero Yun batteva il becco nero sul vetro della finestra, attirando l'attenzione dell'Elfa, intenta a leggere un libricino di botanica magica. 
«Ancora tu?! Sciò! Smettila di colpire in quel modo con il tuo beccaccio, basta! Se mi crepi il vetro giuro che...»

La porta della camera si aprì di colpo, un'altra Elfa, vestita d'azzurro e con i biondi capelli ricci raccolti in una coda stette per un istante sull'uscio, chiedendo «Che succede Julie?»  Non attendette però una risposta, capendo subito dopo la situazione. Si precipitò quindi alla finestra, aprendola e lasciando entrare il povero corvo Yun infreddolito insieme a dell'aria gelida tipica della stagione di Noral, la più fredda dell'anno in tutta Coritokus.

«Craaaaaa! C'è una lettera per Margit!»

Tremò Yun alzando la zampa a cui era legato un foglio arrotolato con un nastro rosso. Venne percorso da un altro brivido e scosse le ali liberandosi dei fiocchi di neve posati su di esse. Margit lo prese e se lo appoggiò sul petto, coprendolo con la sua calda mantellina di lana azzurrina, con i pizzi ancora più soffici, bianchi e caldi.

«Tranquilla Julie era solo Yun, non è a prima volta che viene a trovarci» Disse Margit facendo per uscire dalla stanza della sorella maggiore, mentre quest'ultima irritata cercava di pulire via la neve dal pavimento, ormai sciolta in piccole pozze d'acqua. 

«Appunto, non è la prima volta, e ogni volta cerca imperterrito di creparmi la finestra invece di posarsi sul davanzale come un uccello messaggero normale.» 

Ma Margit non la stava più ascoltando, pensò fosse la solita esagerata mentre uscì dalla stanza solleticando le piume del messaggero, che si beò di quelle coccole, chiudendo gli occhietti neri, stanco per il lungo volo. L'elfa azzurra si rifugiò in camera sua, lasciando il corvo Yun riposaresul suo letto, mentre gli sfilava il messaggio dalla zampa.

«Fatti un sonnellino eh» Disse la bionda con la premura di una madre, apprestandosi a leggere il contenuto della pergamena, una lettera dalla sua amata Rhina.

Cara Margit ,

Sono passati  mesi dalla tua ultima visita, quando tornerai a trovarmi? Manchi a me, e anche a Luna e Alice. Capisco la tua paura di abbandonare nuovamente tua sorella dopo ciò che è successo, ma io ho bisogno di rivederti. Ma se tu proprio non te la senti di venire da me, allora vuol dire che sarò io a venire da te, un giorno. Mi farò guidare da Yun, ormai lui conosce la strada e inoltre sono curiosa di vedere la tua città, di vedere se è davvero come me la sono immaginata, dopo le tue accurate descrizioni. C'è molta neve da te in questo periodo vero? Anche qui a Sperduta fa freddo, ma non ha mai nevicato. Tuttavia il lago si è ghiacciato, e delle sirene nemmeno l'ombra, devono essere emigrate in mare, oppure sono rimaste intrappolate nel ghiaccio, boh, chi lo sa?

Nella tua ultima lettera mi hai scritto che avresti iniziato a insegnare geografia in una scuola della Città del Nord, giusto? Hai iniziato, quindi? Come ti trovi? Di certo saprai incantare tutti i tuoi studenti grazie all'entusiasmo con cui racconti dei posti in cui sei stata (te l'ho mai detto che ti brillano gli occhi quando mi parli dei tuoi viaggi e delle meraviglie che hai visto? Li spalanchi proprio, e sono bellissimi.)

Gestire il negozio di botanica con tua sorella invece com'è?

Hai notizie di mia cugina? Non mi scrive per niente e se non sbaglio è già partita un mese fa insieme a Grete e a Federique, no? Quando li raggiungerai? So che vuoi farlo, la tua sete di avventura e conoscenza del mondo non può essere messa a freno, o sbaglio?

Comunque, qui va tutto bene, l'unica cosa è che mi manchi molto. Mi manca parlare con te, passare le mattinate fresche nella foresta sedute su qualche roccia, baciandoci in silenzio, stando vicine, scaldandoci a vicenda.

Il mio letto è ancora pregno del tuo odore, del nostro odore mischiato insieme. Solo al pronunciare il tuo nome il mio cuore batte come non ha mai fatto in vita mia. È stato sempre così, da quando mi sono innamorata di te. Per questo spero di rivederti presto, in un modo o nell'altro.

Con amore infinito,

Rhina


Era così tenera, pensò Margit asciugandosi una lacrima furtiva. Le sue guance erano incandescenti, un sorriso triste le si era formato inconsciamente sulle labbra, mentre rileggeva senza sosta la frase "il mio letto è ancora pregno del tuo odore"

"...del nostro odore mischiato insieme"

Del nostro odore...

Quel pensiero la imbarazzava e la fece arrossire ancora di più, costringendola ad affondare il viso ciliegia nelle candide mani, mentre la sua testa era pienamente immersa in quei ricordi di amore. Anche a lei mancava tutto quello, eccome se le mancava, eccome se lo voleva ancora.

Rilesse qualche frase della pergamena, le cadde l'occhio su una domanda in particolare

"Quando li raggiungerai?"

Deglutii, sentendo il terrore di andare via sopprimerla, anche se lei non voleva che partire e ricominciare a viaggiare.

"So che vuoi farlo, la tua sete di avventura e conoscenza del mondo non può essere messa a freno, o sbaglio?"

No che non sbagliava, si diceva l'elfa sospirando e lasciando finalmente la lettera sul tavolo,per poi riprenderla subito dopo sedendosi vicino a Yun, che riposava. Margit prese a carezzargli le piume sulla testa nera con le nocche, senza distogliere lo sguardo dalla carta. Eppure qualcosa davvero era in grado di frenarla; la paura di perdere sua sorella.

L'anno passato ci mancò poco che morisse, ma se Margit fosse stata lì, o almeno così le rinfacciava Julie, quella malattia non le sarebbe mai venuta.

Quindi a costo di abbandonare la sua passione, a costo di vedere partire i suoi amici senza di lei, a costo di morire dalla voglia di rivedere Rhina, decise di rimanere al fianco di sua sorella, per proteggersi a vicenda, per non perderla. La paura di tornare a casa e di trovaree Julie senza vita la attanagliava anche dopo essere stata a passeggiare per il quartiere. Perciò aveva iniziato ad uscire con sua sorella, a lavorare con sua sorella, ovunque lei andava Julie la seguiva e viceversa.

Ma la convivenza con l'elfa maggiore non era facile e felice. Non parlavano spesso, di abbracci non se ne davano quasi mai, Julie era irritata sempre da tutto, e sembrava trovare pace solo quando si dedicava ai suoi fiori, o alla sera, quando beveva il tè ai frutti di bosco e si rilassava parlando con Margit. Per il resto, Julie era insopportabilmente noiosa.

Una lettera da una scuola della Città del Nord rappresentò la salvezza della minore; Una proposta di lavoro come insegnante di Geografia di Coritokus nella scuola Nawel Kari, speditagli grazie alla notorietà ottenuta come viaggiatrice esperta. 

La possibilità di poter raccontare dei posti presenti a Coritokus per far magari appassionare dei ragazzi le sembrò una cosa stupenda. Inoltre era una scusa per non trascorrere tutta la giornata con Julie. Accettò con piacere la proposta e presto le arrivò una seconda lettera in cui veniva richiesta la sua presenza per un colloquio. Inaspettatamente, anche l'elfa maggiore era sinceramente contenta per lei. Così anche lo schfoso senso di colpa di lasciare da sola la sorella a casa mentre lei lavorava sparì nel nulla. La scuola non era lontana, e Julie non le avrebbe rinfacciato nulla,poteva stare finalmente un po' tranquilla.

La bionda scattò in piedi dal letto, decisa a rispondere alla mezzosangue. Si fiondò sulla scrivania, prese un foglio, cercò una penna ma non ne trovò, perciò prese una matita e iniziò a scrivere.




Rhina aspettava da quattro giorni il ritorno di Yun. Ma conoscendo Margit, era probabile che lo avesse accudito per un po' prima di farlo tornare indietro.  Trattava il corvo e la sua colomba messaggera Selene come fossero figli suoi. Sorrise al pensiero. Come le mancava.

Si ritenne fortunata d'altro canto però a vivere con le due streghe cugine, Luna e Alice. Erano simpatiche, si trovava bene con loro e le insegnavano ad utilizzare le arti magiche. Inoltre, da quando il lago si era ghiacciato, le tre avevano iniziato ad andarci a pattinare, nonostante nessuna di loro fosse capace a farlo correttamente. Sarebbe stato ancora più divertente pattinare con Margit, pensava la mezzosangue, sicura che la sua ragazza fosse stata bravissima a pattinare sul ghiaccio.

Un gracchiare la risvegliò dai suoi pensieri, perciò salì al piano di sopra, e andò sul balcone, ritrovando Yun in gran forma con una lettera legata ad una zampa con del nastro blu di seta.

«Bentornato corvaccio»

Lo salutò scherzosamente la rossa slegando il nastro e prendendo la lettera.

«Craaaa! Rhina sei cattiva! Cattiva!»

Sbraitò l'uccello fintamente offeso, per poi volare sulla spalla della sua padrona, mentre quest'ultima srotolò la lettera facendo un gran respiro, rifugiandosi in camera sua.

Yun volò sul suo trespolo e si addormentò quasi subito. La mezza vampira  si sdraiò sul letto sfatto, iniziando a leggere.


Cara Rhina,

Anche tu mi manchi e non sai quanto. Mi sento così felice sapendo che nonostante la distanza i nostri sentimenti reciproci non sono cambiati di una virgola, ti amo così tanto.

Mi stavo domandando anche io quando sarei potuta finalmente venire di nuovo a trovarti. Come ho già detto, anche io sento la tua mancanza.

Rhina accarezzò la carta, stringendo tra le dita dell'altra mano il nastro di seta che odorava di Margit. La rossa interruppe un istante la sua lettura, mentre le sue narici si beavano del profumo della lontana compagna.

Ma purtroppo non posso venire, non ancora. Nella tua lettera avevi detto che se io non fossi stata in grado di raggiungerti, saresti stata tu a venire da me; lo faresti davvero? Immagino di sì, non sei solita a promettere cose che poi non mantieni. Come io non sono solita a dirti bugie. Perciò credimi, credimi ti prego quando ti dico che muoio dalla voglia di rivederti, di raggiungere Federique, Grete e Arrit (a proposito, il mese scorso mi è arrivata una loro lettera: stanno alla grande, non preoccuparti) di tornare a viaggiare!

Ma non posso, semplicemente non posso. Forze maggiori mi costringono a rimanere a casa e a non allontanarmi troppo, se non rispettassi queste regole imposte nella mia testa succederebbe qualcosa di brutto. Lo so che sono solo paranoie, ma non è facile disobbedigli, a questo mostro invisibile che mi trascina indietro. Questo mostro mi si para davanti gli occhi quando esco di casa emi domanda cupo dove ho intenzione di andare e quando ho intenzione di tornare. Lo vedo riflesso nello specchio, negli occhi di Julie quando litighiamo.

Perdonami, era un piccolo sfogo, non dargli troppo peso.

Comunque ho iniziato davvero ad insegnare in una scuola! Non tutti prestano attenzione, ma certi studenti mi ascoltano tutt'orecchi e vedo brillare nei loro occhi la stessa scintilla che vedi nei miei quando ti parlo delle mie avventure. Insegnare è diventata una distrazione dalla quotidiana noia casalinga, e io mi diverto. Ho incontrato degli alunni davvero interessanti.

Ad esempio c'è un certo Simon che però viene chiamato da tutti Simmy, soprannome che odia, si innervosisce sempre quando i suoi compagni lo usano. È uno degli studenti più tranquilli che ho conosciuto, anche se è facilmente irritabile. È minuto ma è piuttosto forte, una volta l'ho dovuto separare da due suoi compagni di classe che stava menando perché lo prendevano in giro. Teoricamente avrei dovuto mettergli una nota, ma ho preferito parlare con lui e farmi spiegare come fosse arrivato a menare due dei suoi compagni. A quanto pare lo vessavano da due anni e lui era semplicemente esploso dalla rabbia all'ennesima presa per il culo. I ragazzini sanno essere davvero crudeli certe volte. In conclusione, gli ho fatto capire che con la violenza avrebbe creato solo altra violenza, e che da quel momento, se qualcuno lo avesse preso in giro, sarei intervenuta io. Non sembrava molto convinto dalle mie parole, ma non ci furono più risse da parte di Simon.

E poi c'è Clara, una ragazza vivace che partecipa sempre alle mie lezioni con grande interesse, ponendomi domande e studiando tanto. Sembra ci tenga a diventare la mia pupilla. È determinata a viaggiare per tutta l'isola anche lei un giorno sai?  Ha i capelli rossi come i tuoi e gli occhi neri.

Potrei continuare per ore a raccontarti dei miei studenti, ma preferirei di gran lunga farlo di persona, magari sdraiate sul tuo letto, l'una accanto all'altra, dopo aver fatto l'amore.

Lo sogno spesso, di fare l'amore con te per poi svegliarmi rossa e sudata. Probabilmente sono rossa anche ora mentre sto scrivendo questa frase, però sento il bisogno di dirtelo. Desidero i tuoi baci, le tue carezze le tue mani sul mio corpo, il tuo profumo mischiato al mio.

Con altrettanto infinito amore ,

Margit

P.S qui nevica quasi ogni giorno, come avevi immaginato. Gestire il negozio con mia sorella non è poi così male, ci sono delle piante che sembrano uscite da un altro mondo. Quando mia sorella parla di piante le brillano gli occhi. È l'unica occasione in cui  si possa vedere un barlume di umanità e di passione in Julie. Per il resto è fredda più della neve ed ha gli occhi spenti come se fosse morta.

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