Future life
Ted posizionò con cura i vasetti nei contenitori trasparenti, come faceva da mesi ormai. Ogni fila di un colore diverso, ogni fila una caratteristica diversa. In ogni vaso un seme diverso, in ogni seme una magia diversa.
Da quando quella sperimentazione era stata messa sul mercato, il lavoro e la paga di Ted erano cresciuti a dismisura. Era molto felice di questo, lui amava il suo lavoro e ancora di più provare nuove tecniche, quindi quando il capo gli proponeva qualche nuovo progetto lui accettava volentieri.
Dopo aver ordinato i contenitori trasparenti sui ripiano, iniziò a catalogare i ripiani a seconda dell'età dei semi: cinque o tre settimane, uno o due mesi. Tracciò una riga che divideva a metà il foglio del catalogo su cui stava scrivendo, poi si allontanò dal bancone per andare a prendere le provette in cui venivano coltivati gli ovuli.
Abbinò l'età di ogni ovulo a quella dei semi come faceva ogni settimana e scrisse nella seconda colonna il numero di identificazione della provetta corrispondente. Poi ripose catalogo e provette al proprio posto e uscì dal laboratorio spegnendo la luce. Andò a controllare le incubatrici che simulavano le placente, misurò i valori vitali dei cordoni e quelli degli ovuli contenuti all'interno dell'apparato artificiale. Sentì una campanella suonare, era sicuramente il suo collega Shawn che lo chiamava.
Entrò nell'ascensore e raggiunse il laboratorio di robotica al piano inferiore.
"Ehi Shawn. Che ti serve ancora?"
"Ehi Ted. Senti dovresti impiantare un nuovo ovulo nella placenta 26. Ecco l'elenco delle caratteristiche che mi hanno inviato i genitori"
"Ah. Vado"
"Ciao Ted" salutò Shawn senza ottenere risposta.
Ted salì nuovamente al piano superiore leggendo distrattamente il foglio consegnatogli da Shawn: forte, intelligente, astuto, invincibile. Insomma, volevano Hulk. Ah no, lui era verde, non "dalla pelle ambrata".
Ted cominciò a riordinare il materiale necessario: serviva la placenta nella quale avviò la procedura di sviluppo, la provetta con l'ovulo appena fecondato e i vari vasetti con i semi corrispondenti alle caratteristiche richieste. Prese il tutto e tornò nella stanza delle incubatrici. Introdusse l'ovulo nella macchina artificiale, poi con la massima cautela accelerò la procedura di crescita. Arrivato alle due settimane, l'età giusta per introdurre i semi, inserì i vari vasetti nell'apposita fessura, poi avviò il processo di trasferimento.
Attese i dieci minuti necessari per copiare tutte le informazioni genetiche dai semi all'ovulo e poi controllò che ci fossero tutti i valori necessari alla vita. Accelerò il processo di crescita, i genitori avevano richiesto il bambino per il prossimo mese. Entro una settimana doveva arrivare ad essere un feto, poi avrebbe raggiunto i sei mesi di età in quella successiva e infine il tempo rimanente l'avrebbe occupato per completare lo sviluppo dei vari organi a velocità ridotta rispetto all'inizio.
La macchina che misurava i parametri vitali emise un forte suono acuto e prolungato. Ted corse immediatamente a vedere cos'era successo, e ricontrollando i valori si accorse che erano tutti al di sopra della norma. Non solo sarebbe stato molto facile per quella creatura crescere e svilupparsi, ma soprattutto sarebbe sopravvissuta a moltissimi disastri e malattie. Era una sorta di alieno, sarebbe stato ormai scorretto parlare di umano. Una creatura capace di sopravvivere a tutto, con la forza necessaria per sconfiggere ogni nemico, ogni ostacolo che si fosse posto sulla sua strada.
La componente etica del cervello artificiale di Ted si risvegliò. Dopo molti anni passati a fare quel lavoro per sviluppare uomini in grado di portare l'umanità a un certo grado di civiltà, dopo tutto quel tempo usato per la ricerca al fine di migliorare il mondo, qualcosa si era rianimato in lui. Ed era stato proprio quel foglio, che gli aveva fatto subito immaginare Hulk, a risvegliarlo dal suo lungo sonno. Cercò di controllare quel sentimento e andò avanti con la procedura.
Ma quella sensazione di sbagliare continuava a fare capolino nella sua testa, lo tormentava, lo logorava, consumava lentamente il suo cervello artificiale non abituato a sopportare le forti emozioni che un corpo vero doveva provare tutti i giorni. Lo stress era talmente tanto che Ted, per la prima volta, non riusciva ad andare avanti nel suo lavoro. Si fermò a riflettere su ciò che stava facendo ma che il suo cervello sembrava urlargli di non fare.
Lui come sempre, stava creando un nuovo individuo con la manipolazione genetica di piante e ovuli cresciuti in vitro. Lui come sempre, stava simulando nove mesi in una reale placenta in un'incubatrice di altissimo livello. Lui come sempre faceva il suo lavoro.
Ed era proprio lì che sbagliava! Quel giorno non era come sempre. Quel giorno stava creando qualcosa di diverso, che superava addirittura i normali parametri vitali di un essere umano. Quel giorno stava generando un mostro, non un uomo.
A quel punto Ted si rese conto di ciò che stava facendo. Stava procurando all'umanità un nuovo pericolo. Era lui il cattivo adesso, non le malattie che colpivano il 77% del genere umano sconfitte anni fa grazie alla procreazione in laboratorio. Non erano i virus, i tumori che colpivano l'imperfetto genere umano migliorato in seguito grazie alla tecnica che lui stesso stava mettendo in pratica. Ora il nemico era lui, che si stava spingendo troppo in là, oltre la soglia del semplice sviluppo. Lui stava permettendo la creazione di una nuova creatura da inserire nell'ecosistema. Una creatura che con le sue capacità sarebbe stata capace di distruggere l'intera popolazione.
Velocemente uscì dal laboratorio e scese al piano inferiore.
"Shawn, io non ce la faccio. Mi stai chiedendo di creare una macchina da guerra, non un uomo. Il mio cervello rischia di crollare, non riesco a reggere lo stress emotivo. Io non posso farlo."
"Ted cosa stai dicendo? È lo stesso lavoro che hai sempre fatto, devi farlo, ci pagano per creare quel bambino."
"Ma quello non sarebbe più un bambino! Lo capisci che sarebbe un pericolo???"
"Ted ma cosa ti sei fumato? Sei sicuro di stare bene?"
"Ma perché non vuoi capire!" Ted sbattè la mano sul tavolo. Si passò la mano tra i capelli e furioso tornò al piano di sopra.
"Ted dove vai? Cosa hai intenzione di fare? Ted fermati dannazione!"
In preda alla furia più cieca corse nella sala placente, prese in mano la prima cosa che trovò e cominciò a colpire tutto: le incubatrici, le provette rimaste, i vasetti sparsi qua e là.
"Cos'hai fatto Ted? Sant'iddio..."
Ted si fermò e guardo Shawn negli occhi. Poi prese una provetta, la spezzò a metà e se la conficcò nel petto, come segno del suo disprezzo verso quella società anti etica.
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