Capitolo 40 - Conseguenze
"Pensi davvero ci caschi?".
Una domanda. Mille diversi interrogativi.
Cosi le aveva chiesto Harry, salutandola con un freddo bacio sulla guancia, prima di andare via dalla Beta Chi.
Quanto di esplicito ci fosse in quella frase non era dato sapere. Poteva essere semplicemente una sua intrinseca speranza fosse davvero tutta una farsa quella serata, oppure aver davvero mascherato l'intera faccenda.
Ma il punto era un altro. Neppure la stessa Faith riusciva a distinguere più dove fosse il limite.
« Perché sono così... debole? » chiese retoricamente ad un'entità astratta che sedeva con lei sul letto di camera sua.
Sola. Nell'oscurità della notte e dei suoi pensieri.
La casa era ricolma di gente. Cameron e Justin dormivano beati nelle loro camere. Il secondo l'aveva gentilmente riportata a casa salutandola con un pudico bacio sulla guancia mentre il primo, stremato dagli allenamenti dei Cossaks, era andato a dormire già prima dell'inizio della festa.
Harry era rientrato con Alissa circa mezz'ora più tardi di quanto non avessero fatto Faith ed il suo accompagnatore. Rumore di bottiglie che urtavano il pavimento e risate rumorose. Così la loro esibizione continuava fino al punto di non ritorno. Un po' come quella di Faith.
Eppure, in quel momento, una sinistra quiete regnava nella casa. Si sarebbe aspettata gemiti e cigolii provenire dalla camera di Harry, il che avrebbe reso quella patetica pantomima molto più reale, eppure stranamente una cappa di silenzio avvolgeva strettamente la casa.
Solo la parte più morigerata di Faith gridava nella notte. Urlava di scandalo e di vergogna.
I ricordi si confondevano con le emozioni ed il labile confine tra sonno e veglia veniva spesso infranto dal timore delle inevitabili conseguenze.
Quanto lontane saranno?
Non solo Harry o Cameron, ma anche Savannah si aggiunse al banchetto per spartire le paure. L'avrebbe incontrata non da coinquilina del ragazzo ma da amante.
Maledire con tutta sé stessa quel demone ormonale, che Cameron continuava ogni giorno di più a sfruttare, non aiutava a togliere dalla mente la morbida sensazione che quella pastosa carezza sul palato le aveva donato.
Fingere, simulare ed apparire. Tutti sinonimi di una sola parola: mentire.
Ma la bugia è una grotta profonda nella quale ci si addentra con il rischio di perdersi e che essa diventi, a lungo andare, la nostra realtà.
"Segui il cuore".
Così si dice. Ma come spesso accade la verità non è mai bianca o nera.
E' una grigia e atona via di mezzo che si mimetizza tra le pieghe delle possibilità.
Ma di fronte a Faith miriadi di alternative di dipanavano in una matassa ingarbugliata ed inestricabile.
Avrebbe potuto seguire la testa, puntare tutto su Justin lasciando le beghe adolescenziali e le ripicche all'infinito infantilismo degli altri due.
Oppure Cameron, lui, i suoi occhi dorati sotto i capelli splendenti schiariti dal sole, gli addominali scolpiti da ore di palestra e seguire il suoi ormoni eccitati dall'ovulazione. Infine scegliere, o provare a scegliere e lottare contro la pericolosa Alissa, Harry con il suo distacco ad oltranza legato alla dolcezza virile che spingeva Faith a credere che, dopotutto, lei fosse la sua scelta ricambiata.
L'unico modo per scegliere era non scegliere. In fondo il destino aveva sempre fatto le veci al posto suo.
Un tonfo. Un rumore ad interrompere quel flusso di coscienza.
E' reale oppure l'ho solo sognato?
Un secondo. Più rumoroso.
Una voce sommessa, lontana. Era acuta, a tratti stridula.
« Harry! »
Era Alissa ed era reale. Più reale che mai.
« Harry! »
Passi veloci sul cigolante parquet. La porta della camera si spalanca urtando la parete opposta.
« Aiutatemi! Harry è svenuto! »
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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