Capitolo 4 - Justin
Cameron era alto, longilineo e dal fisico asciutto. Su tutta la figura svettavano i suoi capelli di una tonalità molto simile a quella di Faith. Un ampio ciuffo si ergeva contro la forza di gravità coprendo l'intera larghezza della fronte.
Gli occhi, leggermente inclinati verso il basso, si illuminavano di un castano cosi chiaro da possedere riflessi dorati alla luce del tardo pomeriggio che filtrava dalle veneziane.
Le minute orecchie esaltavano la spigolosità della mascella, stretta in un abbagliate e perfetto sorriso.
Indossava una camicia bianca con le maniche girate fino all'altezza dei gomiti ed un paio di jeans volutamente consunti. Sui suoi avambracci lunghe vene si allungavano vistosamente verso i polsi.
« P... piacere! Faith De Nisio! »
« Cameron Raileigh! »
Forse per il colpo ricevuto, forse per l'apparizione tanto improvvisa, Faith non riusciva a connettere le parole ai suoi pensieri.
Il ronzio del frigo nella cucina, il cinguettio degli uccelli in giardino, gli scricchiolii di assestamento della casa.
Faith si accorse tardi che il silenzio era incombente da troppo tempo.
« Sono appena arrivata ma posso mostrarti ciò che ho visto! » ruppe il ghiaccio Faith.
« Con piacere! »
Non fu affatto facile. Soprassedere su quella paradossale situazione ebbe come effetto collaterale un'accelerazione delle sue frasi per timore di incontrare altri imbarazzanti momenti di silenzio. Lo vide sorridere fissando il punto su cui era caduta.
Avrebbe cercato di comportarsi il più naturalmente possibile ma il risultato che produsse fu solamente parlare a sproposito ed agitarsi come un'invasata.
« Non è male come alloggio! » annunciò Faith.
« Dici? Ne ho visti di migliori! » rispose sollevando una tovaglietta di pizzo. « Meglio comunque di quello che ho nel campus! »
« Hai un alloggio nel campus e paghi un affitto fuori? »
« Storia lunga. » tagliò corto Cameron.
Al termine del giro turistico si ritrovarono al punto di partenza di fronte alla porta.
« Come ci sistemiamo per le camere? » chiese lo sconosciuto coinquilino.
« Prima le signore! » finse sicurezza Faith.
« Mi sembra giusto! Ma solo questa volta però! »
Faith andò a raccogliere la trolley appoggiata in un angolo dell'ingresso.
Qualcosa attirò l'attenzione di Faith oltre la finestra dell'ingresso.
Qualcosa accanto alla sua macchina.
Non ci credo!
Blu elettrico con inserti bianchi. Una moto sportiva sul vialetto. Quella moto.
« Figlio di... »
« Mi chiedevo quanto tempo ci avresti messo a capire chi ero! »
« So benissimo chi sei! Sei uno stro... »
« Una brava signorina non dovrebbe parlare in questo modo! Non piacerai a nessuno così sai? »
« Non voglio certo piacere a te! »
« Mai dire mai! »
« Sei davvero... »
« Si si! Uno stronzo, egocentrico, narcisista, eccetera, eccetera. Nulla di ciò che puoi dirmi non mi è stato già detto. Qualunque cosa io sia, vedi di fartela andare bene perché ci vedremo spesso mia cara e io non cambio! »
« Ora ascoltami bene! Li conosco quelli come te! Quelli con complessi di Edipo cosi radicati da meritare il proprio nome per una patologia psichiatrica! Forse questo atteggiamento menefreghista e strafottente farà bagnare le puttanelle con più anni che neuroni. Ma non è, e ne sarà, il mio caso! Pensi di aver trovato la chiave per aprire tutte le "porte"? Te la farò ingoiare se solo provi ad avvicinarti a me! »
Cameron non si scompose. Il suo sorriso beffardo rimaneva saldamente ancorato attorno a quei denti splendidamente bianchi.
« Va bene! » fece una voce alle spalle di Faith. « Vedo che avete già fatto amicizia! Cameron non smetti un secondo di fare lo scemo? Scusalo Faith, è il suo modo di dire "ciao"! »
Era sorridente e spigliato.
Deve essere un suo amico...
« E tu saresti? Un coinquilino? »
« Piacere! Mi chiamo Justin! »
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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