Capitolo 17 - Sconfinamento
Gli occhi chiusi. L'acqua. Il freddo delle mattonelle farsi via via più tiepido. La testa su di esse appoggiata. I pugni stretti. La mente persa nei pensieri come quelle gocce tra i capelli.
Pensieri.
Ed è solo il secondo giorno...
Forse, più avanti, sarebbe andata meglio.
La routine avrebbe plasmato il tempo, come l'uso fa con uno scomodo paio di scarpe nuove.
Ma i tacchi più alti esistenti erano una benedizione rispetto ai due ragazzi che rispondevano ai nomi di Cameron ed Harry.
La verità è che non esiste giustizia.
Nessuna karmica via da intraprendere. Nessuna rivincita se il mondo colpisce duro. Continuerà a farlo indipendentemente da quanto la tua anima sia pura. E Faith ne era la vivente prova.
Per quanto potesse sforzarsi, per quanto provarci fosse obbligatoriamente giusto ed essenziale, il risultato non cambiava. La felicità rimaneva sempre una lontana chimera da raggiungere sul tapis roulant della vita.
Avrebbe potuto correre quanto più forte e veloce le sue gambe le potevano permettere, la vita avrebbe corso più di lei.
Cosa fare?
Subire. Trincerarsi, attendendo la tempesta passasse.
La fortuna gira, dicono.
Ma nella mente sconvolta di Faith, per giunta in quel momento del mese, tutto era buio. Forse solo Justin le risollevava lo spirito. Lui sembrava diverso.
A pensarci in molti sono sembrati diversi e poi...
Il beneficio del dubbio, o se vogliamo più semplicemente la fiducia, era rimasta a Nashville insieme al padre ed a Matthew.
Il genere maschile non stava riscontrando nel cuore di Faith gran successo in quel particolare periodo storico, come si è capito.
Lo scherzo di Harry era stata solamente la goccia che aveva fatto traboccare un vaso ricolmo di risentimento e fiducia mal riposta.
Ma qualcosa di buono esisteva.
Si stava lentamente abituando a quella casa, a quella stanza, a quella doccia.
Chiuse l'acqua sgorgante.
Era stata inaspettatamente piacevole. La temperatura perfetta e costante, lo spazio a disposizione, in fondo, più che sufficiente.
Scostò la tendina osservando l'acqua fuggita dalla doccia correre veloce tra le fughe delle mattonelle del pavimento. Una lama di sole bussò alla finestra proiettando sul muro le ombre delle tapparelle.
L'orologio sul cellulare segnava le sei, il che significava un'ora abbondante con l'acqua che le aveva accarezzato i pensieri.
Allungò il braccio. Avvolse i capelli nel piccolo asciugamano accanto al lavandino.
Gocce luminose rifrangevano la luce del sole scorrendo sul suo corpo nudo prima di cadere a terra.
Si voltò verso l'appendiabiti dietro la porta.
L'accappatoio era rimasto in camera. La fretta della mattina lo aveva lanciato sul letto badando molto poco all'ordine, Harry aveva completato l'opera facendo dimenticare a Faith qualsiasi studiata utilità e spingendola sotto un'arrabbiata, poi pensierosa ed infine rilassante, doccia.
Il pavimento diventava sempre più scivoloso.
La pelle iniziò ad intirizzirsi percependo la corrente fresca intrufolarsi da sotto la porta per la camera.
Si tolse il piccolo asciugamano dai capelli. Li vide scendere a ciocche lungo le sue spalle sfiorando il principio dei seni nudi.
Lo gettò a terra e ci camminò sopra per raggiungere la porta.
Mamma che freddo!
In punta di piedi raggiunse la porta e, spalancandola, corse nella sua stanza.
« Cercavi questo? » chiese Harry esibendo l'accappatoio appeso ad un dito.
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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