Marine Wife

Questa canzone mi ispira un racconto la cui protagonista è la moglie di un Marine. Anche se non viene molto posto l'accento su questo aspetto, i Marines avranno anche loro mogli, padri, qualcuno di caro che li aspetta, no?

Canzone: I marinai tornano tardi - Murubutu

"Quand'è che mi porti con te?
Voglio vedere quello che vedi"
Gli disse lei subito dopo le nozze
Nonostante il mar di mare che le torceva le reni
L'avrebbe seguito su tutte le rotte, tutte le volte

Si erano conosciuti nella cittá di lei, dove lui era stato mandato in servizio. La prima occasione in cui si erano parlati era stata quando lei stava tornando dal mercato dopo la consueta spesa settimanale; c'era un forte vento e il cielo nero, chiare avvisaglie di una tempesta.

Affrettó il passo, non volendo essere all'esterno quando si sarebbe scatenata la furia degli elementi. All'improvviso sbattè contro qualcosa, e le borse le caddero di mano, rovesciando il loro contenuto sulla stradicciola. Quel qualcosa contro cui aveva sbattuto era un Marine.

Deglutì. Lei era una donna giovane e nubile, e in paese i Marines di stanza erano rinomati per la loro frenesia predatoria.
Ma non accadde nulla di tutto ciò: l'uomo l'aiutò a rialzarsi e a raccogliere la spesa da terra con fare gentile e cortese. Si era pure offerto di accompagnarla a casa, ma lei aveva educatamente rifiutato, non sapendo se fidarsi di lui o no.

- Sta bene. Arrivederci, signorina- si era accomiatato, prima di imboccare un'altra strada per ritornare alla base.

La settimana dopo si erano incontrati di nuovo e avevano cominciato a chiaccherare, cosa che alla fine era diventata un loro piccolo rituale: da una volta alla settimana a ogni giorno, si incontravano sempre nello stesso posto alla stessa ora, parlando e conoscendosi sempre di più.

Poco a poco, una conoscenza superficiale, da estranei, diventò prima un'amicizia, poi qualcosa di più.

Si erano sposati dopo due anni e mezzo di fidanzamento. Lei ovviamente era perfettamente cosciente di cosa significasse essere la moglie di un Marine: lunghi mesi di solitudine, trasferimenti improvvisi... ma il suo amore era più forte di tutto questo.

Gli aveva chiesto se lui poteva portarsela appresso, ma il marito le aveva risposto di no. Ordini dall'alto imponevano ai membri del Corpo di non portare familiari civili con loro durante le missioni. E anche perchè lei gli aveva confessato di soffrire parecchio il mal di mare.

Lo aveva tartassato parecchio anche domandandogli i giorni in cui era in missione, ma non li sapeva nemmeno lui. Capitava che stesse via per mesi, per poi tornare proprio quando la moglie si era assuefatta alla sua mancanza e stava cominciando a crederlo morto.

Non sai mai quando torna, chi lavora nel mare
Quando ti abitui all'assenza, rieccolo lì che compare

Quando lui finalmente era a casa, lei gli faceva sempre la stessa domanda:

"Questa volta che fai?"
Forse era una domanda scema, una cantilena che diceva:
"Resti
O vai?
Che fai?
Che fai?"

La domanda poteva sembrare inutile, visto che lui non poteva rifiutarsi di partire per una missione, ma era una di quelle curiose abitudini che le coppie sposate sono restie ad abbandonare.

A ogni modo, non sapendo mai quando tornasse il marito, seguiva la famosa citazione: "vegliate, perchè non sapete mai il giorno, nè l'ora".
Avevano pure comprato la casa vicino al porto, così lui non doveva fare molta strada per tornare, una volta sceso dalla nave.

Decorava la tavola bianca con qualche fiore del posto
Al centro un vaso d’acqua e dentro un ramo di bosso
Apparecchiava sempre per due con il mare di sfondo
Con l’occhio allenato a cogliere tutti i movimenti nel porto

Lei gli aveva sempre detto di non amare particolarmente quella casa: la puzza di pesce, gli avanzi di galera che giravano, specialmente pirati perlopiù ubriachi, il rumore continuo del motore delle navi che andavano e venivano...
Ma, sotto sotto, non l'avrebbe mai ceduta. Il poter vedere il suo uomo, dopo la lunga assenza, con i tratti del suo bel volto fiero accentuati dalla luce della luna, le faceva venire le farfalle nello stomaco.

Poi finalmente eccolo apparire, la punta di un monte
Appoggiato coi gomiti alla balaustra del ponte
La luna riversava sull’acqua piatta una luce rifratta
Che scendeva calma carica di polvere d’ovatta

Il momento di massima gioia era quando lui apriva la porta e metteva il piede sulla soglia. La donna solitamente, appena lo vedeva mettere il piede sulla banchina del porto, lo andava ad aspettare direttamente nell'ingresso della loro abitazione, tutta trepidante.
Neanche il tempo per il marito di entrare che lei gli aveva giá gettato le braccia al collo piangendo dalla gioia. Lui ricambiava l'abbraccio stringendola ancora più forte, poi rientravano in casa. Lei gli preparava la cena, che l'uomo consumava molto volentieri. Certo, aveva giá cenato prima sulla nave, ma non c'era confronto tra la solita sbobba che gli veniva servita in servizio e il cibo caldo che la moglie gli faceva trovare. Anche se era sazio, mangiava comunque, facendo complimenti come se non toccasse cibo da giorni, gli piaceva vedere la moglie felice. Dopo cena, lui le raccontava finalmente dei posti in cui era stato.

La costa di rocce che si stende fra Genova e Tolone
O il manto bianco alle falde delle Azzorre
Le baracche di zinco imbiancate di calce nel meridione
Le zagare esplodono ovunque ad aprile!

La donna chiudeva gli occhi, mentre il marito le raccontava di ciò che aveva visto e sentito. Le pareva persino di essere sfiorata dalla brezza marina e di annusare, di sfiorare con le dita i petali dei fiori che le venivano decantati in primavera.
Piu di una volta le era sfuggito di bocca il desiderio di mollare tutto e di intraprendere anche lei la carriera del marito, ma lui la avvertiva sempre:

"Tu non farti ingannare le parole sanno come tradire
Questo è un mestiere pessimo, qualche scorcio colpisce
Per il resto è solo fatica e una solitudine che annichilisce"

E allora? Cosa doveva dire lei, che non si muoveva mai dal paese, che non aveva visitato mai nessun luogo al di fuori della sua isola natale?

"Prendo in prestito i tuoi occhi allora" disse lei scortese

Se ne era pentita immediatamente, il marito era a casa da neanche una notte e lei lo trattava così?
Dopo un po'aveva trovato il coraggio e le parole giuste per scusarsi; lui l'aveva perdonata con un sorriso ed erano andati di sopra, in camera da letto.
Desiderava che il tempo si fermasse, in quella notte, lei stretta tra le braccia del marito.
Ma si sa, le cose belle non sono destinate a durare a lungo. L'uomo poteva fermarsi solo pochi giorni prima di ripartire. Almeno i turni del servizio avevano tutti più o meno la stessa durata.

Il velo del vento lambiva le vie del paese
E si portava via le sue speranze di stare insieme
E poi le riportava le speranza di poterlo rivedere fra un mese

La mattina in cui lui doveva partire lei lo accompagnava sempre al molo, fino alla nave. Niente pianti o fazzoletti sventolati: solo un lungo abbraccio. Dopodichè lui saliva sulla nave e lei stava sul molo finchè il veliero non partiva, a volte chiaccherando anche con le mogli/fidanzate dei commilitoni del marito. Poi tornava sempre in casa, e ricominciava il solito trantran, scandito dai pasti e condito dai pensieri che lei rivolgeva al marito lontano.

Poco tempo e partiva, lo vedeva sparire all’aurora e
Lei seduta in poltrona lo immaginava intagliare la bruma
Verso porti e moli, a trenta nodi, nuovi soli
Oppure lottare contro muri furiosi di schiuma
E sarebbe tornato, si sarebbe tornato
E sarebbe riuscito a stupirla ancora
Come l’ultima volta che tornato a tarda ora
Le aveva portato in regalo un vestito da sposa di Cefalonia

Prese dalla scatola l'abito, che pareva nuovo nonostante fossero passati moltissimi anni dalla prima e unica volta in cui l'aveva indossato. Sospirò, immergendosi nei ricordi di quel giorno speciale.

Era una calda e assolata giornata estiva, e lei era felice come non mai. Avevano organizzato una cerimonia per pochi intimi, consona al carattere riservato dei due novelli sposi. Lo sposalizio in chiesa era andato bene... i commilitoni di lui avevano pure incorniciato la scena del bacio con le loro sciabole.

Guardò fuori. Il sole stava calando, era giusto ora di pulire il balcone. Quella era l'ultima faccenda della giornata prima della cena, e molte volte chiaccherava con alcune vicine di passaggio che tornavano dalle loro passeggiate.

"Sempre via suo marito eh? Beato lui che viaggia!"
Dicevano le donne salutandole sulla terrazza
E lei che annuiva pulendo il parapetto di ferro
Su cui il vento lasciava sempre un leggero vello di sabbia

Qual era stata l'ultima volta che aveva visto il marito? Non era a casa da molto tempo, i ricordi di lui si erano sbiaditi. Che si fosse dimenticato di lei? No, impossibile, lo conosceva bene ed era certa della sua fedeltá; poteva anche essere che fosse tornato e che lei non se ne ricordasse. Ormai era diventata anziana e la memoria le faceva cilecca. Sì, doveva essere così.

Si era abituato, il paese di pochi focolari
A vederla in attesa
Qualche turista chiedeva ai locali:

"Cosa fa quella vecchia, la sera, con gli occhi sul ponte?"

"Aspetta che il marito torni dal mare"

- Ah, davvero? Da quanto è via? Quando pensate che tornerá?- chiedevano ancora i turisti.

I paesani a quel punto li fissavano intensamente.

"Sono dieci anni che è morto"

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