Capitolo 21
Nami continuava la sua avanzata a testa bassa, pensierosa.
Stavano andando a riprendersi il loro capitano, ma stavolta non ci sarebbe stato nessun piano.
Loro sarebbero dovuti entrare, sconfiggere il nemico, prendere il capitano ed uscire.
A dirla sembrava la cosa più semplice del mondo, ma difficilmente sarebbe stato tutto così facile.
Quella donna era un osso duro, molto duro.
Ma se la loro motivazione per combattere era la salvezza del loro capitano avrebbero affrontato anche la marina intera.
La rossa non riusciva ad immaginare come sarebbe stato se fosse andata male,non voleva immaginarlo.
Non voleva perdere il suo eroe.
Aveva già provato questa paura quando, strappando il giornale al vecchietto delle nuvole, aveva letto gli eventi di Maineford.
Di quando correndo per scappare via aveva preso a piangere, sinceramente quella volta.
Ma stavolta sarebbe stato diverso, stavolta serebbero stati al suo fianco e non lo avrebbero lasciato per nessun motivo al mondo.
Mentre nella mente della rossa vorticavano questi pensieri, uno spadaccino dalla chioma verde era più determinato che mai.
Avrebbe tagliato quel labirinto in pezzi pur di passare.
Doveva salvare il suo capitano.
Doveva.
Perché questa volta era stato lui a metterlo nei guai, e anche questa volta lo aveva lasciato solo.
Strinse l'elsa delle propria spada,fino a farsi male.
Era arrabbiato, era arrabbiato con sé stesso, perché era stato inutile in quell' occasione.
Si ritrovarono presto davanti all'entrata del labirinto il quale si stagliava imponente di fronte a loro.
Il primo ad avanzare fu proprio lui che con un impeto di rabbia e grazie al Taglio dell'Orco distrusse letteralmente mezzo labirinto, così da liberare l'entrata.
Rufy che in quel momento stava venendo scortato da una guardia al piano di sopra, passando per delle scale a chiocciola in una delle torri,capi subito che il boato era stato provocato dai suoi compagni e i suoi occhi si riempirono di gioia ma preoccupazione allo stesso tempo.
Aveva paura che Amaya fosse troppo forte e che loro soccombessero.
"Che dici ti dai un mossa?!" disse la guardia tirandolo con uno strattone per le manette e distraendolo dai suoi pensieri.
Il moro vide un finestra in lontananza e gli venne in mente un idea, dato che aveva i piedi liberi poteva provarci.
Mise lo sgambetto alla guardia in modo che si piegasse in avanti e poi con tutta la forza che gli era rimasta in corpo colpi la guardia schiacciandogli il petto tra il ginocchio e i gomiti.
Quando lei perse l'equilibrio la spinse un modo da farla cadere per le scale.
Con le mani ancora legate non esitò un attimo a correre verso la finestra aperta, pronto a buttarsi.
Ma proprio un secondo prima che Rufy riuscisse a saltare, si sentì tirare per la maglia e sbattere a terra.
"Non te ne andrai così facilmente"
~~~~
I ragazzi corsero all'impazzata verso l'entrata del castello e sfondarono la porta di prepotenza.
Appena aprirono tutte le guardie presenti si fondarono contro di loro.
Ma in cinque minuti erano già tutti a terra.
Gli unici a rimanere erano Amaya e un ragazzo che li pareva familiare ma che non riconobbero.
"Dov'è Rufy?" Usop dovette far appello a tutto il suo coraggio per fare quella fatidica domanda.
"È proprio qui" disse indicando l'essere di fianco a sè.
"Ma dove, io non lo vedo" chiese ingenuamente il piccolo Chopper.
Gli altri invece guardavano terrificati colui che era stato indicato.
Quello non era Rufy, quello era un mostro.
A quattro zampe, vicino ad Amaya un essere completamente nero, a parte gli occhi e la bocca, stava ringhiando contro di loro.
Sembrava un animale randagio, pronto ad attaccare.
"Che cosa gli hai fatto?" le chiese prima sottovoce Nami "CHE COSA GLI HAI FATTO ?!?!?" le urlò invece subito dopo.
Amaya gignò divertita.
"L'ho fatto mio" rispose.
Trattenne una risata, le espressioni delle persone che aveva davanti la divertivano troppo.
"Ho fatto in modo che non potesse più lasciarmi, l'ho fatto parte di me"
I ragazzi rimasero col fiato sospeso.
Cosa avrebbero dovuto fare ora ?
Non fecero in tempo a trovare una risposta che il mostro saltò letteralmente addosso a loro e furono costretti a scansarsi.
Ma nessuno aveva il coraggio di affrontarlo o, semplicemente, fargli del male.
Lui si guardò attorno e con un'incredibile voracia si scagliò contro Sanji che, agilmente, riuscì a schivarlo.
Erano tutti pietrificati davanti all'evidenza: il loro capitano, il loro punto di riferimento, la persona che più rispettavano li stava attaccando con l'intento di ucciderli.
Questo pensiero, che riempiva la mente di tutti, faceva più male di qualsiasi ferita, di qualsiasi passato oscuro, faceva più male della stessa morte.
Quello che ormai non era neanche l'ombra del loro capitano continuò ad attaccarli, a volte graffiando e ferendo qualcuno di striscio.
Ma ad un certo punto Zoro allargò le braccia e si parò davanti ai suoi compagni.
"Sono sicuro che Rufy non vorrebbe questo" parlò.
L'altro gli ringhiò contro in posizione di difesa,non capendo bene cosa volesse fare lo spadaccino.
"Rufy" sibilò Amaya "attaccalo!" ordinò.
'Rufy' obbedì immediatamente e saltò pronto a fare a brandelli la pelle della persona di fronte a se.
Ma quando fu ad un centimetro da lui si fermò.
Quasi qualcosa lo stesse trattenendo.
Zoro vide gli occhi di Rufy tornare a tratti normali
"A-iu-Aiu-tami" sibilo piano il mostro...
~~~~~
All'interno della propria coscienza il vero Rufy stava assisendo alla scena sicuro di non poter fare nulla.
Era come essere al cinema, uno spettatore di cose che, però, lui stava facendo davvero e non era finzione.
Vedeva se stesso attaccare con aggressività i propri compagni e ogni volta temeva di colpirli, temeva di fargli del male.
Dovevano scappare, l'unica cosa che avrebbero potuto fare era fuggire, lontano, perché lui ormai aveva perso il controllo.
Si portò le mani alla testa disperato e si inginocchiò poggiano la fronte a terra.
"Andate via, scappate" pianse implorando.
"Vi prego" tutto si stava facendo buio intorno a lui quando, però, sentì una voce.
"Sono sicuro che Rufy non vorrebbe questo" era la voce di Zoro.
Rufy la riconobbe e alzò la testa mentre le ultime lacrime percorrevano le sue guance che finito il proprio percorso si schiantavano al suolo, un suolo che il quel posto sembrava non esistere.
"Rufy, attaccalo" sentì
"No!" urlò disperato alzandosi e allungando una mano come se volesse fermarsi.
Chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò il volto di Zoro sconvolto davanti.
Allora disse la cosa più sensata che gli venne in mente: "Aiutami"
Angolo Autrice.
Mi dispiace davvero per l'enorme ritardo,dovete davvero scusarmi, ma ho avuto un sacco di cose da fare e non ero mai a casa.
Mi dispiace! Ma ho rimediato con un capitolo un po' più lungo del solito. Vi adoro tutti!
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