Capitolo 20

Rufy rimase sconvolto, impossibile, lei... loro si erano fidati... l'avevano accolta, si erano divertiti insieme e lei... lei li aveva traditi, lei lo aveva tradito...
"...Hisa"

Al sentire pronunciare il nome della ragazzina Rufy riuscì a riprendere il controllo per metà e, spinto dalla rabbia, si avventò contro Hisa.

La rosa impassibile rimase a guardare mentre Rufy, incantato per metà, le correva contro con una ferocia animalesca, letteralmente.
Poco dopo però la corsa del moro fu fermata da Amaya, che urlò un sonoro "Fermo."

Di conseguenza Rufy si fermò.
Non che stesse agli ordini di sua volontà ovviamente,ma il controllo della donna era troppo forte.

"Maledizione..." sussurrò la donna, e improvvisamente la "morsa", in cui teneva il figlio, si sciolse.
Rufy gioì internamente guardandosi e notando di essere tornato alla normalità.

Ma le feste del capitano durarono poco, sin quando un giramento di testa non lo fece inginocchiare.
Cosa gli succedeva? Si sentiva debolissimo.

"E normale che tu ti senta debole" rispose la donna alla domanda nascosta del capitano "Ogni volta che io prendo il controllo di te un pezzetto della tua anima sparisce, e se continuerò la tua anima si logorerà fino a non rimanerne più nulla, finché non diventerai una bambola senza volontà, un corpo vuoto, che neanche io potrò far muovere... finché non morirai"

"E-Eh?" chiese Hisa, inorridita.
"Q-questo non me lo avevi detto Amaya" le disse quasi disperata
"Questo non era nei patti!" le urlò contro, infine, prendendo la sua veste e girandola verso di sé.

"Patti?" Chiese confuso il capitano, mentre si sentiva sempre di più mancare.

Vedeva offuscato e sentiva male, riuscì a notare solo il movimento di ambedue le figure allontanarsi, prima di perdere i sensi.

Intanto al villaggio.

"Come sarebbe a dire 'se n'è andata'?"
Chiese scioccato Franky, riferendosi a Hisa, mentre Rie gli spiegava come erano andati i fatti.

"Ora non importa, dobbiamo salvare il capitano" Disse serio Zoro, prendendo la terza katana e mettendola alla vita.

"Ma se la prendessero, sarebbe pericoloso. Gli stranieri qui non sono accettati, te lo sei dimenticato baka!?" intervenne Nami
"Infatti Zoro ragiona" intervenne Usop
"Già" continuò Chopper.

Lo spadaccino li guardò con una faccia stupefatta per circa due minuti.
"Ma siete seri?" chiese ad un tratto.
"Cosa intendi idiota?" gli rispose con tanto di lingua la navigatrice.

"Nami, davvero non ci sei arrivata? Potevo capire gli altri due"
chiese l'archeologa.

"Non capisco"
"Yohohoho Nami-Swan il fatto della legge degli stranieri era tutta una formazione per non far trapelare informazioni sulla sovrana, e sulle sue intenzioni" rispose Brook.
"Ma non avrebbe senso... così Rufy non si sarebbe mai avvicinato alla isola"

"Per volerlo a tutti i costi sicuramente avrà informazioni su di lui e sicuramente saprà che Rufy va contro tutto e tutti, se tu dici A lui fa B"
spiegò freddo Zoro.

"Ma è troppo rischioso, non era sicuro che approdassimo"ribattè Nami.
"Avrà fatto in modo che lo facessimo..."

"Ragazzi" intervenne Mitsuhide che nel frattempo era andato a prendere le armi dei pirati.
"È sparito il sacchetto con il mini kit di pronto soccorso" disse.

"Eeeh?!" Urlò chopper

Al castello

Strine il sacchetto tra le mani, mentre con il tallone del piede toccava ripetutamente il pavimento, tenendo un ritmo... un ritmo simile al quello del suo cuore, in quel momento, ansioso.

Aveva preso quel sacchetto sicura che sarebbe riuscita a rimanere sola con Rufy e, nel peggio, a curargli le ferite.

-Ogni volta che io prendo il controllo di te un pezzetto della tua anima sparisce, e se continuerò la tua anima si logorerà fino a non rimanerne più nulla, finché non diventerai una bambola senza volontà, un corpo vuoto, che neanche io potrò far muovere... finché non morirai-

"Quella maledetta!" pensò prendendo un cuscino dal divano su cui era seduta è sbattendolo contro il muro.

Rimase a fissare il muro per un po', col fiatone, per risprendersi.
"Quella bastarda, tutto ciò non era nei patti, aveva detto che non avrebbe fatto del male a nessuno" pensò Hisa, arrabbiandosi.

Provò ad aprire la porta ma vide che era ancora chiusa a chiave.
Amaya l'aveva chiusa in una stanza dicendo che sarebbe stata la sua.

La odiava.
Odiava amaya perché aveva mentito e perché stava facendo del male a quello che, per lei, era ancora un compagno.

Nei piani sotterranei

Rufy si svegliò alzando la testa velocemente e sbattendo contro una lastra di ferro.
"Un letto a castello?" pensò
"No,era solo una mensola" riformulò quando riuscì a vedere meglio dove aveva sbattuto.
Si alzò dal letto dove era sdraiato con un forte mal di testa, non causato della botta.

Notò immediatamente di essere in una cella, dalla parete formata da sbarre.
Si avvicinò a queste e toccandole si sentì subito debole: agalmatolite.

Lasciò la presa, di sfondare non se ne parlava e provare a scassinarle era inutile, doveva trovare le chiavi.
Cercò con lo sguardo un guardia, o qualcuno che potesse somigliarci.

Non c'era nessuno.
Non vedeva neanche delle chiavi...

"Ragazzi, scusatemi..."

Angolo autrice
Salve bella gente!
Sono tornata!
Non so che dire.
Non uccidetemi, si risolverà tutto...credo...*si rifugia sul Monte Bianco* *urla* ci sentiamo alla prossima! Baci!!!

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