Capitolo 14

"Signora, le dovremmo parlare... in privato" Disse l'uomo che la seguiva prima, con un tono alquanto triste.

La donna smise di accarezzare la testa di suo figlio, il quale si era addormentato con un'espressione serena in volto.
Si alzò, prese la sua borsa e si avvicinò alla porta dove l' uomo l'aspettava.
Prima di chiudere la porta rivolse un ultimo sguardo a Rufy.

Presero a camminare per un lungo corridoio e ad un certo punto Amaya chiese "potrei sapere che ore sono?" "Sono le 22:40" rispose lui "è stata quasi sette ore in stanza con suo figlio"

La donna non rispose limitandosi ad abbassare la testa e stringere nervosamente il manico della borsa che portava a tracollo.

Arrivarono in una stanza grigia e malconcia, somigliava a una stanza per gli interrogatori.

Si sedettero, lei sulla sedia difronte al medico, che la stava aspettando, e lui di fianco a quest'ultimo.

Garp assisteva alla scena fuori, dato che aveva avvisato il medico che lui e Amaya non erano in buoni rapporti.

"Signora, da ciò che mi è stato raccontato, il suo, è stato un atto violento verso suo figlio."
Amaya si limitò ad annuire a denti stretti.
"E sa cosa significa questo?"
Strinse forte la borsa con entrambe le mani, facendo sbiancare le nocche.
"Ve ne prego, non separateci. Non posso vivere senza mio figlio."
"Signora se lei non può vivere senza suo figlio lo lasci a noi, con lei rischierebbe la vita"
"Cosa insinuate!? Che io voglia ucciderlo !?" Urlò Amaya sbattendo le mani sul tavolo
-Moderati imbecille- pensò Garp assistendo alla scena.

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Il piccolo Rufy intanto si era svegliato quando non aveva più sentito la madre carezzargli i capelli, provò a riaddormentarsi ma non prendeva sonno e decise allora di alzarsi per potersi affacciare alla finestra dove si vedeva tutta foosha illuminata.

Rimase ammaliato a vederla per circa un quarto d'ora poi sentì delle urla venire da fuori

"No, no vi ho detto!" "Signora non ha la facoltà di decidere"

Sentì la porta aprirsi e vide sua madre con gli occhi lucidi venirgli vicino sorridendo e dicendo "Uh sei sveglio, su preparati, andiamo a casa"
"Rufy no!" Disse l'uomo
"Rufy..." Garp si presentò vicino alla porta fissando il bambino con sguardo severo.

Il piccolo impaurito si allontanò un poco dalla madre e le chiese " mi fa male ancora un po' la testa, possiamo rimanere solo stanotte ancora ?"

Amaya ascoltando queste parole andò in preda il panico più totale si guardò intorno e si mise sulla difensiva prendendo una pistola dalla borsa e puntandola sul medico.

"No mi separerò! non anche da lui! Urlò piangendo e stringendo la pistola con mani tremolanti.

Sparò tre colpi contro Garp, i quali vennero tutti schivati, uno colpì la porta mentre altri due il muro.

Il quarto fu deviato da Garp, che prese la mano della donna e l'alzò verso l'alto, portando il proiettile a traforare il soffitto.

Amaya comprendendo che non aveva alcuna possibilità si accasciò a terra piangendo e sussurrando
"Scusami,Rufy"

Angolo Autrice
Salve gente !
Non ho niente da dire.
Buona serata.
Baci.

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