Capitolo 13
Il piccolo Rufy venne svegliato dalle urla della madre che lo chiamava.
"Rufy"
"Arrivo mamma!"
Il bimbo scese le scale che conducevano al piano di sotto, attento a non scivolare con i piedini scalzi.
"Tesoro, è pronta la colazione, vieni a sederti" lo invitò la madre
"Colazione!" urlò entusiasta il bambino inciampando per le scale e cadendo a terra.
Si alzò subito dopo incurante di aver sbattuto le ginocchia e corse verso il tavolo.
Trovò un cornetto e del latte caldo ad aspettarlo.
"Wow, mamma come mai ?" chiese.
Rufy e sua madre non erano in buoni condizioni economiche da quando Dragon li aveva lasciati e lei non voleva assolutamente aiuto da Garp, quindi era raro che mangiassero bene.
"Ma come Rufy, che giorno è oggi? Lo sai?"
"Il 5 maggio..."
"E che cosa succede il 5 maggio?" chiese la mamma sorridente.
"È il mio compleanno!" Urlò improvvisamente il bambino ricordandosi della festa.
"Bravo!" disse la madre, Amaya, ridacchiando alla felicità del bambino.
"È il mio compleanno! È il mio compleanno!" continuò a canticchiare Rufy, saltellando e girando in tondo.
"Dai dai vieni se no si raffredda"
Il bambino si fiondò a tavola.
Fece per prendere il latte ma notò che questo era macchiato di grigio all"interno ma lo portò alle labbra comunque e sentì subito un sapore amarissimo sul palato.
"Mamma, cosa c'è nel latte?" chiese il bimbo mantenendo il bicchiere in mano.
"Mmm, latte, zucchero e ... insetticida"
"Insetticida?" chiese spaventato.
"Non volevo ci andassero insetti all'interno" disse calma lei asciugando in piatto della sera prima.
"Mamma il piatto è asciutto, sono dieci minuti che- "
"Taci e bevi il tuo latte"
" Ma c'è-"
" BEVI QUEL DANNATO LATTE "
Urlò Amaya facendo spaventare il bambino chè fece cadere il bicchiere a terra frantumandolo e facendo versare la bevanda.
"Sei un idiota!" urlò ancora prendendo il bambino per la testa e spingendolo a terra facendogli battere la nuca sui vetri.
Quando vide che il bambino non si muoveva più iniziò ad allarmarsi.
"Rufy" lo chiamò con un fil di voce.
Un liquido rossastro iniziò a mescolarsi al latte.
"Rufy!"
Il pomeriggio seguente
"Un taglio sulla nuca, dieci punti di sutura, è stato pericoloso"
"Che mi dice di lei?"
" Non ho analisi certe, ma oserei dire schizzofrenia, probabilmente causata dallo stress di portare avanti un figlio da sola ... fin dalla nascita ecco."
"Potrà occuparsi ancora di Rufy?"
"No"
Rufy aprì gli occhi per la seconda volta in quella giornata.
Si guardò intorno e notò che non era nella sua stanza, ma in una completamente vuota, su di un letto bianco. L'unico suono che si udiva era quello del ticchettio dell' orologio grigio appeso alla parete.
"Rufy ti sei svegliato" gli chiese il nonno seduto di fianco a lui.
"Come stai?" Chiese gentile.
"Mi fa male la testa" affermò il bambino con voce fievole.
"Tranquillo, passerà" disse un medico entrando nella stanza.
"Ti ricordi cosa è successo?"
Rufy ci pensò, poi annuì.
"Ce lo racconteresti? Noi non abbiamo ben capito" disse il dottore avvicinandosi.
"Avevo sentito un sapore strano nel latte, così ho chiesto cosa c'era dentro, e lei mi ha detto che ci aveva messo dell"insetticida" si fermò " ho visto la mamma strofinare il piatto per più di dieci minuti, così glie l'ho detto e lei si è arrabbiata, io ho fatto cadere il latte e lei... credo mi abbia spinto"
"Va bene"
Il dottore si avvicinò alla porta e quando stette per aprirla, qualcuno dall'esterno lo fece prima di lui.
"Dov'è Rufy?!" entrò Amaya.
"Signora, le ho detto che non è possibile per ora vedere il bambino" la raggiunse un uomo.
"Prego, si accomodi."
"Ma dottor-"
"Facciamoli incontrare... per l'ultima volta..."
Angolo autrice
Salve gente! Ho aggiornato. Wiiii!!!
Perché l"ultima volta? BOH
ci vediamo alla prossima ,baci.
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