𝑫𝑰𝑪𝑰𝑨𝑺𝑺𝑬𝑻𝑻𝑬
Un mese prima
Paura.
Dolore.
Freddo.
Erano queste le sensazioni che Anneka percepiva in quel momento.
Immersa in quell'oscurità indefinita, avvertiva il corpo fluttuare come steso tra le onde dolci dell'oceano, lasciando che quella immensa distesa blu cobalto le cullasse l'anima. Teneva gli occhi aperti, fissi in quell'infinito che si apriva sopra di sé: un miscuglio di colori, dal bianco al rosso più acceso, danzavano come nuvole mosse da un vento burrascoso che non le era permesso di sentire.
Lasciò che lo iodio le entrasse nei polmoni attraverso dei respiri profondi, mentre le mani si muovevano in modo circolare sulla superfice nitida e fresca.
Non sentiva nulla.
Era come se la sua coscienza si fosse spenta, donandole una sensazione di pace e tranquillità.
Non aveva alcuna domanda che le frullava nella testa.
Nessuna paura a tormentarle il cuore.
Semplicemente si sentiva libera dal fardello di preoccupazione e frustrazione che aveva dovuto sopportare in quelle settimane: stare per sempre in quell'indefinito non le sarebbe dispiaciuto. Sarebbe stata lontana da tutto e da tutti, non sarebbe più dovuta tornare in Accademia e rivedere Edgar; non avrebbe più dovuto nascondere quei gracili sentimenti che provava per Theon e reprimere la curiosità nei confronti di Levi.
Ma purtroppo, era solo una mera fantasia.
Sapeva, nel profondo del suo cuore, che fuggire non era un'opzione da considerare.
Non era un'opzione che lei poteva considerare: in quell'esatto momento ebbe la certezza che qualunque cosa fosse successa, qualunque cosa avesse fatto per sfuggire da responsabilità a lei ancora ignote, non sarebbero servite ad allontanarla da quel mondo che l'attraeva a sé sempre di più.
Improvvisamente, il cielo colorato da numerose sfumature si spense, trascinandola nel buio più totale.
Avvertì come una pressione spingerla verso il basso, immergendola in quell'acqua divenuta gelida, tanto da non permettere di avere più il controllo sul suo corpo. Un paio di occhi azzurri e un sorriso sinistro che aveva già visto precedentemente le si materializzò a pochi centimetri dal viso, inchiodandola in quel mare che piano piano aveva acquisito la stessa consistenza del ghiaccio.
"Non potrai sfuggirmi per sempre. Presto sarai mia"
Le sussurrò all'orecchio, tanto che quella voce sembrò stringersi attorno alla gola, facendole fuoriuscire dalle labbra le ultime bolle di ossigeno che aveva trattenuto.
Anneka cercò di dimenarsi, allontanando da lei quella strana figura, fino a che non avvertì un ronzio farsi sempre più forte.
Il suo corpo non era più immerso nel ghiaccio e i suoi occhi non fissavano più un infinito tetro.
Una luce soffusa era tutto ciò che riusciva a vedere adesso.
Il mosaico sopra la sua testa e l'odore di disinfettante le fecero capire che non si trovava in quello luogo strano.
«Anneka, sono Helene, riesci a sentirmi?»
La voce della ragazza le arrivò ovattata alle orecchie.
La mano calda e morbida dell'amica le accarezzò la fronte, togliendole i capelli appicciati dal sudore.
Il suo respiro era estremamente affannato; sentiva male ovunque e un bruciore costante alla spalla e al braccio destro, la costrinsero a voltare lo sguardo verso di esso: la pelle era rossa, come se si fosse scottata con dell'acqua bollente, e una lunga cicatrice biancastra segnava il percorso dal polso fin sotto la spalla. Su di questa, segni di denti aguzzi erano ben visibili e delle vene pulsanti continuavano a irradiare un dolore costante.
I ricordi le balzarono davanti agli occhi come lampi di luce improvvisi, ricordandole cosa fosse successo.
Senza pronunciare una parola, chiuse gli occhi e inspirò profondamente cercando di reprimere le lacrime che le pungevano i lati degli occhi.
Helene sembrò capire cosa stesse provando, così decise di non dirle nulla e di continuare la medicazione al braccio. Lo avvolse con delle garze pulite e inumidite di disinfettante e cicatrizzante, per poi coprirlo con una fasciatura nera e stretta fin sotto la spalla.
Poi, spostò il lenzuolo bianco, scoprendole le gambe tumefatte.
Anche queste furono coperte dalle stesse bende usate per la medicazione precedente.
«Nonostante il tuo corpo abbia risposto bene alle cure, ti darò comunque piccole gocce di antidolorifico» le spiegò, avvicinandosi alla flebo accanto al suo letto.
Anneka manteneva lo sguardo su un punto fisso davanti a sé, senza trovare la forza di esprimere una sola parola.
In quel momento, sperò solo che Helene andasse via.
«Anneka... Mi dispiace tanto»
Le disse accarezzandole la spalla, senza riuscire ad avere una qualche reazione.
Una volta andata via, Anneka immerse la faccia sul cuscino, dando sfogo al suo dolore.
Ora
Gli occhi scuri e tetri erano fissi sulla linea ritta dell'orizzonte, leggermente plumbea a causa di un temporale in arrivo.
L'aria gelida proveniente dall'Oceano soffiò sulla pelle chiara di Anneka, provocandole dei piccoli brividi di freddo, le uniche sensazioni che aveva permesso al suo corpo di provare.
I capelli chiari si mossero delicatamente dalle sue spalle più robuste e muscolose a causa dei continui allenamenti.
Stringendo delicatamente il piccolo medaglione che portava al collo, Anneka ripensò a quella notte: era passato un mese da quella notte infernale in cui aveva rischiato di perdere la vita.
Era passato un mese da quando aveva perso sua madre.
Il rapporto che aveva da sempre sviluppato con lei non aveva eguali: era la sua migliore amica, la sua confidente, compagna di avventure e, soprattutto, l'unica che sapeva curare ogni suo male con una semplice carezza.
Sua madre era la sua ancora, il suo punto di appoggio, era il collante che teneva insieme i pezzi della sua anima fragile.
E adesso che quella colla non c'era più, tutto stava crollando e lei non avrebbe potuto arrestare tale processo. Perdere sua madre era stato come sradicare la sua anima dal corpo, annullando ogni emozione legata ad essa. Al centro del suo petto non vi era che una voragine, alimentata dal solo sentimento di vendetta nei confronti di colui che aveva osato portargliela via.
Quella fonte di dolore era diventata il suo carburante, la forza che la spingeva ogni giorno a svegliarsi e a migliorarsi, per essere pronta ad affrontare qualunque cosa.
Da quel giorno, aiutata da Dusan, aveva dato inizio a una serie di allenamenti che le impegnavano gran parte della giornata, stancandola a tal punto da non permetterle di pensare. Aveva deciso di chiudere ogni singolo rapporto con chiunque avesse incontrato in Accademia, inclusi Theon e Helene: certo, le mancava scherzare con lei e ricevere tutte le attenzioni che era solito riservarle lui, ma aveva come la sensazione di non potersi più fidare di nessuno.
Nonostante tutto, come ogni settimana, era costretta a presentarsi in infermeria per permettere a Theon di medicarle il braccio.
Infatti, quella mattina, una volta indossata la divisa riservata agli allenamenti, si era recata in quel luogo, aspettando su uno dei tanti lettini bianchi e perfettamente puliti.
La porta in legno massiccio si aprì, rivelando la figura alta e meno muscolosa di Theon.
Indossò velocemente i guanti in lattice, afferrando poi la cartella che la riguardava: segnò alcune cose a penna, per poi apre l'armadio contenente tutte le medicazioni.
Poi si voltò e solo allora la guardò dritta negli occhi.
Anneka mantenne il suo sguardo, fino a quando non si avvicinò per poter procedere con il suo lavoro. Lei, di rimando, si voltò dall'altra parte, non volendo fissare il suo braccio completamente sfigurato: avrebbe portato per sempre con sé i segni di quel dolore, non soltanto nell'anima ma anche nel corpo.
Se mai un giorno avesse avuto il coraggio di riprendersi, ci sarebbero state quelle cicatrici a ricordarle il fatto che non aveva salvato sua madre.
«Si sta riprendendo bene... Se continuiamo così, questi segni rossi dovrebbero sparire» le disse, senza ricevere alcuna risposta. «Adesso ti rifaccio la medicazione e sarai libera fino alla prossima settimana» continuò.
«Non sarò mai libera»
Lo disse senza pensarci, ma era quello che sentiva.
Theon, dopotutto, non poteva fare nulla per alleviare il suo dolore se non provare a consolarla.
«Mi dispiace per tutto quello che è successo... Non me lo perdonerò mai»
«Non sono qui per sentire le tue scuse, ma per la medicazione. Se hai finito, io avrei altri impegni»
Theon sollevò lo sguardo e si ritrovò un'Anneka completamente diversa da quella che aveva mai conosciuto: nei suoi occhi color cioccolato non vi era altro che vuoto e assenza.
E tutto per colpa sua.
Senza dire altro, Anneka scese velocemente dal letto e si diresse verso la porta.
Era stata dura, insensibile e priva di tatto.
Lo aveva deluso e forse lo aveva anche incolpato senza un reale motivo, ma in quel momento non voleva perdersi in sentimentalismi inutili perché non sarebbe riuscita a perdonare nessuno neanche a volerlo.
Estraendo il foglio che, quella mattina le era stato lasciato appeso dietro la porta della camera, Anneka seguì accuratamente le indicazioni, ritrovandosi in un primo momento difronte l'ufficio di Edgar.
Il suo obiettivo, dopo essersi ripresa, era stato quello di voler sapere ogni cosa e qualcuno sembrava averla accontentata.
Bussò più volte e, nonostante non ricevette alcuna risposta, le pesanti porte si aprirono lentamente, rivelando Edgar seduto dietro la sua scrivania e con lo sguardo rivolto verso di lei.
I suoi capelli corvini erano perfettamente tirati indietro, la barba incolta tagliata in linee dritte e due occhiaie profonde a circondargli gli occhi azzurri.
«Ti stavo aspettando» disse, spegnendo il sigaro nel posacenere in ceramica.
Si alzò dalla poltrona, sistemandosi la camicia dentro il pantalone del completo gessato.
«Sarò felice di raccontarti tutto ciò che devi sapere, pur essendo consapevole del fatto che non sarai più te stessa. Da questo momento in poi, non riuscirai più a riconoscere il tuo stesso riflesso allo specchio. Tu sarai un insieme di vite, di vissuti dolorosi e piacevoli» disse avvicinandosi a lei.
Era come se stesse cercando una sorta di conferma, curioso di vedere la sua sicurezza vacillare difronte a tale schiettezza. Anneka inspirò profondamente, stringendo i pugni ai lati dei suoi fianchi.
«Sei pronta a scoprire chi sei?»
Edgar non trasmetteva alcuna emozione dalla sua voce.
Il suo tono atono provocò un brivido di angoscia che percorse l'intero corpo di Anneka, non riuscendo però a farla ricredere sulla decisione che aveva preso.
In quel mese era cambiata molto, sapendo ormai di essere sola al mondo.
«Per una vita intera mi sono sentita inesatta. Se davvero appartengo a tutto questo, allora sono pronta. Sono pronta a scoprire ogni singola parte del mio passato, anche se fosse più dolorosa del mio presente»
Rispose, tenendo lo sguardo fisso negli occhi dell'uomo.
Questo le rivolse un sorriso di compassione misto a tristezza, portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per poi accarezzarle la guancia con fare paterno.
«Vedo che non sei cambiata per niente e questo mi rincuora» sussurrò, prima di spostarsi verso il lato destro della stanza. «Non possiamo parlarne qui, dobbiamo spostarci in un luogo più adatto»
Con un movimento veloce, tirò verso il basso l'arazzo pesante appeso al muro.
Questo cadde rumorosamente, accasciandosi come un corpo morto.
Anneka fissò il tessuto rosso e nero, adornato da alcuni dettagli in oro e argento, prima di spostare lo sguardo verso la voragine buia sulla cui entrata sostava Edgar.
Non c'era più nulla che potesse spaventarla, perché ormai non aveva più nulla da perdere.
Silenziosa, si ritrovò a seguire Edgar in un lungo corridoio fatto in pietra grezza, illuminato da delle torce che si accesero non appena passarono sotto di esse.
Il luogo in cui sostarono era simile alla grotta in cui l'aveva portata Theon, con la sola e unica differenza che, in quel caso, a riempire l'aria non c'era l'odore di bosco, ma di mare vivo e possente.
«Dove siamo?»
«Nella costa ovest di Lostwinter, poco lontani dall'Accademia»
«Non pensavo che vicino all'Accademia ci fosse il mare»
«Infatti non c'è, è solo un'illusione» le rispose pacato Edgar, osservando la sua reazione sconcertata. «Imparerai a comprendere la differenza tra ciò che è reale e ciò che è effimero... Ma andremo per gradi, prima è meglio che ti spieghi da dove tutto ciò ha avuto inizio» iniziò, portandosi al centro dell'ambiente.
L'odore del mare le inebriò le narici, facendole venire nostalgia di quell'immensa distesa azzurra. Nonostante lo osservasse ogni mattina appena sveglia, avrebbe voluto tanto toccarlo, immergersi in quell'acqua cristallina e piangere, fingendo che le lacrime fossero semplici gocce marine.
A distrarla da quel pensiero fu lo schiocco di dita provocato da Edgar, con la quale accese le candele presenti nei quattro angoli principali della grotta, illuminando rispettivamente quattro simboli diversi. Sotto ognuno di essi, vi era un'ampolla di vetro dentro cui era custodito un simbolo degli elementi naturali e, accanto, una porta in legno massiccio con le maniglie in oro.
«Questo è il Passaggio per raggiungere il nostro regno, ma non dovrebbe essere una novità dato che Theon ti ha già mostrato la Sala dei quattro elementi – sogghignò, vedendo l'espressione imbarazzata della ragazza – Questa è casa mia quindi conosco ogni singolo vostro movimento. Comunque, partendo dal principio, tu, come tutti noi, sei legata ai quattro elementi naturali» prese a spiegare, indicando velocemente i pilastri in marmo bianco, con venature rosse.
Edgar alzò le mani davanti il suo viso, facendo materializzare al centro dell'ambiente una mappa antica.
«Il regno di Insperia è formato da cinque isole principali: la prima, a nord-ovest, è Terram, l'isola della terra. Essa è ricca di superfici fertili e rigogliose che fornisce a Insperia, e a tutte le isole circostanti, il giusto apporto di viveri. In essa vivono pascoli e crescono diversi tipi di vegetazioni, utili soprattutto in ambito medico. Theon e Helene sono originari di quest'isola, precisamente della catena montuosa Petra, dove si è stabilita la loro Congrega, l'unica presente in tutto il regno. Entrambi hanno sviluppato poteri diversi che presto avranno modo di mostrarti»
Anneka non riusciva a fare domande in quel momento, essendo ammaliata dalla bellezza del luogo che Edgar le stava mostrando. Distese verdi, ricche di fiori di ogni tipo e colore; alberi rigogliosi dai quali pendevano frutti succulenti. Campi arati, pascoli liberi e gente sorridente. Le case erano in pietra grezza, i cui tetti in legno ospitavano diverse incisioni che ricordavano la terra a cui appartenevano.
Edgar andò avanti con la sua spiegazione.
«A nord-est troviamo Caeli, l'isola del vento. Essa governa principalmente gli eventi atmosferici e, coloro che provengono dalla foresta Ventus, guidano il cuore dell'essere umano. Infatti, sono persone necessarie in una corte come quella di Insperia. Importante, è il fiume Ictu dove, leggenda narra che sia possibile sentire ogni segreto nascosto nel profondo del cuore di ogni essere vivente bevendo semplicemente una goccia della sua acqua»
Questa terra era completamente diversa da quella mostrata precedentemente. L'isola era come divisa in zolle verdi sospese in aria, collegate l'una all'altra da ponti in marmo rosso, anch'essi sospesi. Il fiume scorreva tra di esse, cadendo poi in basso senza mai prosciugarsi. Anneka non riusciva a concepire come potesse esistere un luogo del genere.
«A sud-ovest c'è Stillamunt, l'isola dell'acqua. È un'isola ricca di fiumi, laghi e sbocchi sul mare. Gli abitanti sono molto particolari, alcuni li considerano viscidi e insipidi, essendo privi di emozione ma... sono ottimi consiglieri. Rose è originaria di questa terra»
Qui le case, simili a quelle presenti nell'isola della Terra, possedevano ognuno il proprio mulino e si chiudevano a piccoli gruppi attorno a distese d'acqua. Anneka sorrise quando vide alcuni bambini giocare sulla riva di un fiume, intenti a costruire un castello con il fango.
«A sud-ovest c'è Ignis, l'isola del fuoco. Il fiume Aurum è il fulcro di quest'isola interamente costellata da steppe inabitate. Non è decisamente il luogo che sceglierei per vivere ma... Gli abitanti dell'isola di Ignis sono conosciuti per le loro arti di seduzione, in quanto controllano la passione e la lussuria dell'animo umano. Sono ottimi amanti ma questo... Non è un dato rilevante.»
Costatò l'uomo, schiarendosi la voce dall'imbarazzato.
Anneka sorrise, lasciandosi guidare dal racconto dell'uomo mentre osservava quelle steppe aride e il fumo che sembrò bruciarle gli occhi.
«Infine, abbiamo Insperia, l'isola centrale e nonché l'isola più grande del regno. Al suo interno è possibile trovare lo stesso identico ecosistema presente qui, sulla Terra: infatti, i quattro elementi naturali coesistono, essendo guidati dai capi di ogni Clan nonché le famiglie più influenti. Insperia è governata dal principe Cassian, succeduto al padre Alexander quando aveva poco più di dieci anni.»
«Quindi esistono famiglie regali e sudditi?»
«Non precisamente... Tutto dipende da chi riesce a gestire i propri poteri in modo adeguato e questo li classifica più forti rispetto ad altri, permettendogli di rappresentare il proprio elemento e di vivere nell'isola di Insperia. Tutti sono obbligati a frequentare delle scuole, simili a questa, e una volta superato l'esame finale, sapranno se ritornare nel proprio regno oppure essere accolti a Insperia»
«E come si decide chi è in grado di governare il regno?»
«Inizialmente, coloro che decidevano il destino di Insperia erano gli abitanti di Linfa... L'unico clan in grado di governare tutti e quattro gli elementi. Essi erano i guardiani della vita e della morte, coloro che conoscevano il passato, il presente e il futuro di ogni singolo abitante; per questo, erano in grado di definire il giusto governatore del regno, unendolo in matrimonio con un altro individuo di elemento complementare o opposto. Infatti, il principe è frutto dell'unione tra Aria e Acqua»
«Perché parli dei guardiani al passato? Dove sono adesso?»
«Sono... Tutti morti. Il re Lorcàn, nonno di Cassian, ha ritenuto opportuno sterminare l'intera popolazione perché considerata... pericolosa.»
«Così? Di punto in bianco?»
Edgar sospirò, eliminando tutte le immagini della mappa, lasciando solo le fiamme delle candele a illuminare la stanza. Si appoggiò a degli scogli, incrociando le braccia davanti al petto.
«Si diffuse un'idea distorta, causata dal potere di cui i guardiani erano padroni, ovvero la guarigione. Erano capaci di guarire e persino di riportare in vita un uomo, utilizzando solo la forza della natura. Lorcàn li considerò delle bestie, degli abomini in quanto il loro potere venne considerato al pari di un omicidio dato che... Per avere indietro una vita, bisognava sacrificarne un'altra. Questo spinse il re a prendere quella decisione drastica. Furono anni duri...»
Anneka percepì il tono di Edgar farsi ancora più serio.
Era come se stesse raccogliendo le forze per poter spiegare la parte più importante.
«E adesso... Perché governa un nipote di un tiranno?»
«Con il fatto che i guardiani sono estinti, tutto si misura in base alla purezza d'animo e Cassian lo è. È molto diverso da suo nonno e soprattutto da suo padre, nonostante abbia dovuto affrontate Caym»
«Chi è Caym?»
«Lui è un demone adesso, ma prima era il più grande guardiano del Fuoco che io abbia mai conosciuto. Quando eravamo giovani io, lui e Alexander eravamo amici. Non facevamo altro che comportarci da ragazzini, allontanandoci dai nostri doveri... Anche se purtroppo non lo abbiamo fatto abbastanza. Caym era un ottimo amico e combattente oltre che un ottimo padre...»
«Poi cosa è successo?»
«C'è stata la rivoluzione delle fiamme, di cui lui ne fu responsabile, succube della sua pazzia e smania di potere. È a causa sua se ci troviamo in questa situazione ed è a causa sua se... Tessa è morta. Ha inviato lui quel demone per poterti uccidere e assorbire il tuo potere»
Anneka si sforzò di allontanare la rabbia dai suoi pensieri, cercando di fare altre domande e di eliminare più dubbi possibili.
«Perché... Perché io?»
«Anneka tu... sei sua figlia e hai sviluppato un potere alquanto straordinario»
La ragazza sentì quelle parole ripetersi come eco all'interno della sua mente, mentre i piedi presero a indietreggiare come a voler fuggire da quella verità che, nel profondo, aveva da tanto desiderato di sapere.
«Edgar... Non capisco, io ho già una madre e un padre.»
«In questi anni, coloro che hai ritenuto essere i tuoi genitori sono stati solo una copertura per poterti nascondere da lui: tu sei figlia di Caym e Iona, guardiana dell'Aria. La vita che tu hai vissuto fino ad ora è stata come una lunga attesa. Abbiamo aspettato pazientemente che tu ti ricordassi di te stessa e, non appena abbiamo avvertito la tua presenza, siamo venuti a cercarti e-»
«E mi avete rapita portandomi qui? Pretendendo che io ricordassi tutto dall'oggi al domani?!» il tono della sua voce si fece più alto. «Le mie amiche, New York, mio padre, Ellis è... tutto finto? Loro non esistono?»
«Si, sono persone vere ma, adesso, è come se tu non fossi mai esistita per loro»
Anneka sentì come un macigno pesarle sulle spalle, rendendosi conto di come la sua vita fosse solo una menzogna, una verità che nessuno aveva mai voluto svelare e che era stata costretta a scoprire da sola. Era figlia di un demone, di un assassino che voleva un potere che neanche lei conosceva.
Non vedeva alcuna soluzione a una tale situazione: nonostante avesse scoperto molte cose, si ritrovava ad essere circondata nuovamente da porte completamente sbarrate.
Era di nuovo al punto di partenza.
Cosa avrebbe fatto adesso?
«Anneka purtroppo sono passati molti anni da questi eventi. Più il tempo passa, più il legame si affievolisce non permettendoci di trovare una soluzione per distruggere Caym»
«Legame? Di cosa stai parlando adesso?!»
Edgar si avvicinò alla ragazza con un'espressione di compassione sul volto: sapeva di causarle dolore e sofferenza, ma era necessario affinché potesse ricordarsi della sua vera natura.
«Parlo del legame tra te e Levi...»
Ad Anneka mancò il respiro.
«In passato eravate uniti, collegati da qualcosa di straordinario. Eravate due elementi complementari ed è per questo che avete fatto un patto: uniti fino all'ultimo respiro. È un legame che collega la vita e la morte al destino di entrambi, ed è per questo che non tutti sono in grado di farlo. Ma voi lo avete fatto, nonostante il prezzo della vostra vita e avete dato origine a un potere immenso. Guarda, ne porti ancora il segno»
Edgar afferrò la mano destra della ragazza, sollevandola davanti ai suoi occhi.
«Nota mihi signum aeternae »
Anneka vide materializzarsi nel medio e nell'anulare due semplici cerchi neri, che circondavano le dita come fossero anelli. Non vi era alcun dettaglio, semplicemente due linee perfette.
«Perché... Perché non l'ho visto prima?»
«Perché non eri pronta a sapere tutto questo»
La ragazza sbatté più volte le palpebre, osservando quel segno sulle sue dita: era legata a una persona verso la quale nutriva sentimenti contrastanti.
Non era mai riuscita a comprendere il suo stato d'animo ogni volta che era insieme a lui, com'era stato possibile che si fossero legati?
Com'era possibile che Levi avesse voluto legarsi a lei?
L'unica cosa di cui era certa era l'odio che l'uno nutriva per l'altra, quindi perché legarsi a un vicolo così importante?
Troppe domande a cui, da sola, non poteva arrivare ad alcuna soluzione
«Tutto questo mi sembra assurdo» commentò, osservando incredula quei due segni «Devo incontrarlo Edgar»
Edgar la osservò, non riuscendo a decifrare ciò che le passasse per la mente: aveva come la sensazione che ciò che le aveva appena raccontato non l'avesse scossa minimamente, non più del sapere che Levi era legato a lei.
Non poteva più mentirle.
«Attualmente Levi è...»
«É cosa?»
«In coma, per aver usato fino allo stremo i suoi poteri»
Mostrami il segno del marchio eterno
SPAZIO AUTRICE!
Buon pomeriggio a tutti! ❤
Prima di iniziare con le domande sul capitolo ci tenevo a farvi gli auguri e a ringraziarvi per aver letto la mia storia. Spero davvero che questo 2020 passi e che diventi solo un brutto ricordo!
Che piani avete per stasera? Essendo che non si può uscire, io penso proprio di vedere tutta l'ultima stagione di Sabrina😂
Detto questo, passiamo a questo capitolo corposo di informazioni che spero abbiamo soddisfatto i vostri dubbi (o almeno in parte)!
Ci sono ancora tante cose da scoprire e questa è solo la superficie di ciò che si nasconde dietro al mondo di One of us!
Che ve ne pare? Vi è piaciuto?❤
Per qualsiasi cosa, dubbi, incertezze o consigli, scrivetemi pure! Sono sempre pronta a migliorare!❤
Grazie mille per aver letto la mia storia!❤
-imsarah_98
Ps: vi ricordo che alle 18 pubblicherò un nuovo capitolo quindi... stay tuned!❤
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