q u a t t o r d i c i

Error aveva ricevuto lo stesso invito da Fresh, anzi, tutta la Villain MOB lo aveva ricevuto, e tutti avevano intenzione di andarci.

Tranne lui, lui non era per nulla propense.

Non faceva altro che pensare ad Ink, voleva rivederlo.

Error stava riflettendo da solo quando fu interrotto da Cross.

Erano tutti riuniti da Grillby's, come sempre del resto, ed erano seduti a cerchio in un tavolo.

Horror, Fell e Blight avevano pure ordinato da bere, ed erano completamente andati, ma ci era abituato, finiva sempre così.

-Hey Error tu ci vieni?- chiese l'amico guardandolo con i suoi due occhi rossi e bianchi.

Error si girò a prestargli attenzione ma non rispose subito.

-...forse.- disse vago per poi tornare a concentrarsi sulla folla che li circondava, ognuno si faceva i fatti propri.

-Hey amico, sei strano da qualche giorno, che hai?- chiese Blight ridacchiando.

Error non lo considerò neanche, era ubriaco e non gli importava veramente la risposta in questo momento.

Come previsto, il capitano, vedendo che non veniva calcolato, fece finta di nulla e si rimise a parlare con Horror.

Nightmare lo guardava incuriosito, era quello più insospettito della faccenda, conosceva Error meglio degli altri, ma soprattutto gli aveva chiesto di entrare nel sogno di Ink, perché si, lo sapeva di chi era la mente che stava manipolando. La cosa era fin troppo strana.
Nightmare non era per nulla stupido, tutto il contrario.
E se qualcosa non andava, piano piano avrebbe capito.

Doveva parlare in privato con Error al più presto.

***

Dream sembrava essersi dimenticato della discussione di prima e Ink era più calmo.
Ora stava davvero meglio, era riuscito a mangiare qualcosa e aveva ricominciato a camminare, anche se il sognatore non era convinto, ma Ink lo aveva rassicurato e gli aveva detto che doveva camminare se voleva riprendersi.

Dream aveva sospirato annuendo e lasciando l'amico fare ciò che secondo lui era più giusto.

Ink uscì di casa e prese una grande boccata d'aria, si sentiva soffocare sotto quelle coperte, non era abituato a stare così tanto tempo fermò e al chiuso, non era fatto per questo.

Camminò verso una via che conosceva meglio delle sue tasche, e si ritrovò nel posto che cercava.

Era su una collina, in cima, e da lì si poteva ammirare il panorama del tramonto, dove il cielo era tinto di un arancione nostalgico.

Dopo aver ammirato per un po' quello spettacolo naturale, si voltò e trovò nello stesso posto di sempre un albero, con un'altalena legata ad un ramo.

Sorrise, non credeva che sarebbe tornato più lì, ormai era tanto che non faceva visita a quel posto pieno di ricordi.

Ink si avvicinò all'altalena e sfiorò le corde rovinate e consumate con un dito.

Ricordava bene con chi aveva costruito quel gioco.
Eh beh, l'aveva fatta proprio con Error.

Non lo avreste mai detto eh? Creatore e Distruttore che costruiscono insieme un'altalena e ci giocano come se fossero amici da sempre? Impossibile, direte.

E invece era proprio così.
Ed era questo che lo tormentava.
Error non se lo ricordava, ovviamente.
Lui non poteva...e forse era meglio così.

Ma perché proprio loro due?

Perché per un bambino non esiste differenza, non esiste il bene e il male, il bianco e il nero, il bello e il brutto, la luce o il buio, per un bambino è tutto uguale.

Non esisteva un concetto predefinito per il quale lui ed Error non potevano stare insieme, non erano ancora creatore e distruttore, loro erano solo piccoli e felici.
Nessuno poteva impedire loro di essere amici, di condividere qualcosa insieme, nessuno poteva giudicarli solo per il loro essere diversi. Loro si erano trovati e si volevano bene perché loro lo avevano scelto.

Ink voleva bene anche a Dream, a Blueberry e a Fresh, per carità, ma anche se avesse voluto essere amico di Error o di uno della MOB non ci avrebbe neanche potuto provare, sennò la gente avrebbe cominciato a guardarlo male per aver spezzato l'equilibrio. Per loro una parte doveva essere completamente divisa ed opposta all'altra senza mezze misure.
E lui era importate, come la sua reputazione, doveva essere d'esempio a chi abitava i suoi AU, anche se l'esempio che avrebbe sempre voluto dare era quello che tutti possono stare con tutti se solo lo desiderano.

L'amore, per esempio.

L'amore non ha età, non ha sesso, non ha colore, non ha religione, e ci dovremmo sentire liberi di amare chi vogliamo.

A Ink scese una lacrima nel ricordare i momenti passati in quel posto.

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