One More Tulip.
《Togliti quel vestito, muoviti.》
《Ho quarant'anni, decido io cosa indossare!》
《Sei mia moglie, e cosa devi o non devi indossare lo decido io.》
《Fottiti!》
Lydia infilò le cuffie nelle orecchie e scese le scale in punta di piedi.
In verità, anche se avesse corso non avrebbe fatto nessuna differenza; le urla dei suoi genitori, ormai routine quotidiana, coprivano ogni rumore e capitava che anche la signora dell'ultima casa bussasse spaventata.
Se avesse avuto qualche anno in meno Lydia sarebbe uscita dalla sua camera urlando, ricevendo sicuramente qualche ceffone e delle urla.
Ma con il tempo aveva imparato a tacere: il ruolo era passato a Catherine, sua sorella, che aveva quattro anni in meno e che non meritava niente di tutto quello che doveva sopportare.
D'altronde, finisce sempre così: le cose buone della vita non sono mai per le persone buone.
Lydia uscì dal portone e si ritrovò in giardino.
Prima che l'alcol devastasse la sua vita e quella delle persone intorno a lui, suo padre era stato un appassionato di giardinaggio, e il padre di suo padre prima di lui: il giardino di casa Clark era enorme, con un sacco di alberi e un aiuola dove c'era ogni tipo di tulipano.
Quando Lydia era più piccola suo padre le aveva insegnato come curare i fiori, e il giorno in cui le avevo fatto vedere dei tulipani la bambina se n'era innamorata.
I fiori avevano iniziato a comparire sempre più numerosi nell'aiuola, e anche se adesso del giardino non importava a nessuno, Lydia continuava a piantare un tulipano ogni volta che succedeva qualcosa di bello nella sua vita.
Questo, forse, spiegava perché ce ne fossero così pochi.
Andò a rifugiarsi sotto l'albero più lontano dalla casa, con la musica nelle orecchie al massimo volume, e chiuse gli occhi.
《Ehi, dormi?》
Le venne quasi un infarto quando sentì la voce.
Davanti a lei c'era una ragazza con i capelli rossi e gli occhi grigi, con la custodia di una chitarra sulle spalle.
Aveva lo sguardo smarrito e si guardava intorno, come se fosse casualmente entrata in un armadio e si fosse ritrovata a Narnia.
Però era carina. Molto carina.
《Ehm, ciao. Chi sei?》
La ragazza sorrise.
《Mi sono trasferita ieri. Abito in quella casa gialla laggiù, e ti stavo guardando dalla finestra. Lydia, giusto? Ho chiesto a una signora e mi ha detto che ti chiami così.》
La naturalezza con cui disse la frase, mentre si sedeva accanto a lei, fece sorridere Lydia.
《Ho visto una lacrima sul tuo viso riflessa dalla luce del lampione, ed è stata una scena talmente deprimente che non me la sono sentita di lasciarti da sola.》
Nemmeno si era accorta di star piangendo.
Si asciugò in fretta le lacrime, mentre la ragazza che era improvvisamente spuntata nel suo giardino voltò lo sguardo verso la casa, dove un piatto era uscito dalla finestra.
Lydia diventò dello stesso colore dei capelli della ragazza.
《Scusami, sono...》
《Ah, non farti problemi. Ci sono abituata. C'è un motivo se sono qui》sorrise la rossa, e senza che Lydia avesse chiesto niente iniziò a raccontare.
《I miei hanno iniziato a darsele sei anni fa. Io avevo dieci anni, ed ero terrorizzata. C'è stato un periodo dove si pestavano anche se cadeva un calzino dalla cesta dei panni, che pensandoci bene è il motivo per cui ho iniziato a fare la lavatrice da sola.》Sorrise, di nuovo.
Lydia la guardò mentre sorrideva: aveva qualcosa di strano, quel sorriso, era grande e luminoso e le formava due piccole fossette ai lati della bocca.
Le piaceva.
La ragazza continuò a raccontare, e intanto tirò fuori la chitarra.
C'era un'ammaccatura in basso.
《Oh, questa l'ha fatta la mia ragazza. Quando l'ho lasciata mi ha cacciato da casa sua lanciando la chitarra fuori dalla porta...》
《Ragazza?》
La domanda a Lydia sorse spontanea, e si pentì subito di averla fatta.
Ma la rossa sorrise -quel maledetto sorriso!- e accordò la chitarra.
《Ragazza, sì. Sono bisessuale. Oddio, ora esce che sei omofoba!》
Scoppiò a ridere. Perfino la sua risata era stupenda.
Ma c'era qualcosa di negativo in quella ragazza?
Lydia non era omofoba, anzi. Non era nemmeno etero.
Non sapeva come risponderle.
Era affrettato rivelarglielo?
Ma dopotutto, lei non si era fatta problemi. E qualcosa la spingeva inspiegabilmente a fidarsi di quella ragazza.
《Ma tu sei sempre così silenziosa?》
《I-io sono lesbica...》perché stava tremando?
Non lo aveva mai detto ad alta voce, e si sentì improvvisamente liberata da un peso.
Una lacrima fece capolino dai suoi occhi, ma fece attenzione ad asciugarla prima che scendesse sulla guancia.
Ma la rossa non sembrava sconvolta.《Era lapalissiano》fu la sua risposta, con la stessa naturalezza con cui i bambini chiedono alla mamma cosa c'è per cena.
《Lapache?》
《Cristo, non dirmi che non conosci la storia di La Palice.》
《...no?》
La ragazza si lanciò quindi in un accurato racconto della morte del maresciallo francese, quando al posto del consueto "se non fosse morto farebbe ancora invidia" venne cantato "se non fosse morto, sarebbe ancora in vita."
《Vuol dire che è una cosa scontata e banale.》Da come le scintillavano gli occhi, Lydia capì che quella storia doveva averla raccontata un sacco di volte.
Ci fu qualche minuto di silenzio, interrotto solo dalla chitarra.
Lydia non si era mai sentita così bene.
《Così, tu ogni sera sei sotto questo albero.》
《È il mio posto speciale. Da qui non si sentono le urla, e molte volte riesco a vedere la luna.》
《I tuoi non ci vengono mai?》
Lydia rise, ma la sua risata non era morbida come quella della ragazza al suo fianco.
Era una risata triste, che nascondeva una storia che durava da anni.
《Partono alle sei del mattino e tornano alle nove di sera, e quando tornano sono troppo presi dal distruggere la famiglia per badare minimamente anche solo all'erba. Se non ci fossi io, questo giardino diventerebbe un letamaio.》
《È la frase più lunga che io ti abbia mai sentito dire》rispose ridendo.
《Quindi posso lasciare la chitarra qui la sera?》
Lydia rimase interdetta. 《Ehm, sì?》
《Perfetto.》Fece uscire ancora qualche nota dalle corde, poi ripose lo strumento nella sua custodia e lo poggiò con delicatezza sotto l'albero.
《Alle nove e mezza sarò qui. Buonanotte, ragazza dalle poche parole.》
No, non andartene.
Resta qui.
Si avviò verso la siepe per passarci attraverso e uscire dal giardino, ma a metà strada si bloccò e tornò indietro, inginocchiandosi e lasciando un timido bacio sulle labbra di Lydia.
Si alzò.
《Non mi hai ancora detto come ti chiami.》
Sorrise.《Lena.》
Lena.
L'indomani ci sarebbe stato un altro tulipano nell'aiuola, rosso come i capelli della ragazza con la chitarra.
- partecipa all'iniziativa di AdottaUnaParola. ♡
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