CAPITOLO 24
CAPITOLO 24
Sherlin
Il giorno della laurea di Austin è finalmente arrivato. Un mosaico di emozioni complicate e contrastanti invadono il mio essere. Ho assistito a momenti significativi durante il suo percorso universitario in questi mesi, soprattutto nell'ambito sportivo, ma questo giorno in particolare, ha un peso e un'importanza che grava sul mio cuore in un modo che fatico a comprendere appieno.
Il vestito che ho scelto per l'occasione è elegante e sobrio, una scelta che spero la famiglia Turner apprezzerà... si, parteciperò alla festa di laurea del mio ragazzo.
Ho raccolto i capelli in modo da incorniciare il viso con semplicità, un trucco leggero sugli occhi, con un solo tocco di colore.
Mentre mi avvicino alla East River, dove si svolgerà la cerimonia, il cuore mi batte forte nel petto. È una giornata speciale, non solo per il capitano, ma anche per tutti coloro che hanno condiviso con lui questa fetta importante di vita, come Monty e gli altri giocatori dei Falchi. L'atmosfera che circonda l'università, è vibrante di energia, con studenti e famiglie che camminano come me verso il campus; ci sono volti sorridenti, altri preoccupati, altri ancora immersi sulle nuvole. L'aria è fresca, il sole primaverile splende alto nel cielo, tinge di dorato gli alberi in fiore e illumina gli edifici universitari dall'architettura maestosa. Il verde dei prati e il blu del cielo si fondono armoniosamente, creando uno sfondo perfetto per l'evento che si svolgerà a breve. I miei passi risuonano sul viale con un ritmo determinato, mi guardo intorno, osservando i volti dei miei compagni di corso, i professori, tutti presenti per celebrare questo importante traguardo per gli studenti dell'ultimo anno. Nonostante l'allegria che mi circonda, non posso fare a meno di notare che in me si sta facendo strada una sorta di malinconia. Ogni angolo della East River mi riporta alla mente momenti passati con Austin, mi ricordano i momenti felici e le sfide che abbiamo affrontato.
Con un sorriso sulle labbra, mi dirigo verso il mio posto per assistere alla cerimonia, cercando di pensare solo alle emozioni positive che questo momento mi suscita. Sono pronta a festeggiare il successo di Austin e condividere con lui questo giorno che mai dimenticherà.
Austin
Nella confraternita regna il caos, oggi più del solito. In corridoio risuonano voci animate e risate, mentre noi Falchi ci prepariamo a ricevere la laurea. Sono pronto, ma non trovo il coraggio di uscire dalla mia stanza. Sono sopraffatto dalle emozioni, soddisfatto per il duro lavoro fatto in questi anni e per lo sforzo fisico a cui ho dovuto piegarmi per raggiungere dei risultati epici in campo.
Qualcuno bussa alla porta e mi desta dal frullato di pensieri che si è generato nella mia mente. Monty entra nella mia stanza vestito di tutto punto, un completo elegante, colore rosso bordeaux, come le maglie della nostra squadra, gli calza addosso perfettamente. Solo lui poteva fare una scelta di questo tipo. Il ciuffo di capelli rosa è pettinato all'indietro e se non fosse per il colore, potrebbe anche sembrare un uomo d'altri tempi conciato così.
Senza dire una parola, si avvicina al mio letto e si posiziona al mio fianco.
«Sembra ieri che eravamo seduti in questa stessa posizione prima della nostra prima partita come giocatori dei Falchi». Dice guardando davanti a se.
«Eravamo talmente nervosi che ho dubitato delle nostre capacità, ma alla fine abbiamo vinto quel match».
«Ora è giunto il momento della laurea, è incredibile, quante cose sono cambiate in questi anni».
Immagino proprio che questo momento sia dei più malinconici, o almeno è così che sembrerebbe agli occhi di qualsiasi persona si affacciasse in questo momento nella stanza. Conosco Monty dal primo giorno di college, mi è stato accanto quando altri se ne fregavano di me, mi ha sempre supportato, anche nelle cazzate. Non è il mio migliore amico, è un qualcosa di più, un fratello, quel fratello che nonostante tutti i casini, nonostante tutti i problemi, ti porge un braccio intero per tirati su dalla merda. Sono immensamente grato a lui e anche a tutti i ragazzi della squadra, hanno risposto in me la loro fiducia e nemmeno dopo due partite mi hanno nominato capitano, devo tutto a questi bastardi in divisa rossa e anche se dopo oggi prenderemo strade diverse, ricorderò i loro occhi pieni di fame, grinta, passione, coraggio, in campo.
«Contro tutti i presupposti siamo arrivati lontano, sono fiero di noi!». Dico dandogli una pacca sulla spalla.
«Senza il tuo sostegno non ce l'avrei fatta, sei stato il capitano e il fratello perfetto, non solo per me ma per tutta la squadra. Scusa se ho fatto lo stronzo, ma la tua ragazza sa essere così convincente che...».
«Ha fottuto anche te amico. Non serve che dici altro». Il mio tono è scherzoso. So che Sherlin saprebbe convincere chiunque a piegarsi al suo volere. Monty è stato la sua pedina per farmi ingelosire.
«Non so cosa ci riserverà il futuro dopo oggi ma abbiamo ancora un ultimo match, andiamo a prenderci la laurea».
«One last match?».
«One last match amico!». E con quello che è ormai il nostro "in bocca al lupo" da anni ci dirigiamo fuori dalla mia stanza per raggiungere gli altri Falchi.
Questi anni sono passati in un soffio, ma ricordo ogni momento nei minimi dettagli. Porterò tutto nel cuore, per sempre.
Sherlin
Seduta tra Norah e Lerry, i miei amici più stretti, Lerry ancora in prova, siamo in attesa che inizi la cerimonia. Mi guardo intorno con occhi brillanti, osservo come una bambina l'atmosfera festosa e solenne che invade il cortile della East River in questo esatto momento. Ci sono molte persone, ognuna immersa nei propri pensieri ed emozioni. Cerco con gli occhi i laureandi, ma soprattutto il capitano, ma di loro ancora nemmeno l'ombra, immagino che arriveranno dopo il discorso del rettore.
Proprio il rettore Miller, si alza in quel momento per mettersi a leggio. Il suo sguardo attraversa la folla dei presenti, posandosi su ogni volto con un sorriso di gratitudine e rispetto. Dopo un momento, in cui è calato il silenzio, inizia il suo discorso con voce calma e sicura ed è proprio quando inizia a parlare che i laureandi si sistemano in prima fila per ascoltare le sue parole. Vedo Austin ma è così concentrato che non nota la mia presenza tra la folla.
«Cari laureandi, membri del corpo docente, familiari e amici, è con grande onore e con profondo orgoglio che mi trovo qui oggi, in occasione di questa cerimonia di laurea degli studenti della East River University. Oggi, cari studenti, non celebriamo solo il vostro impegno e dedizione, ma anche il vostro talento e la vostra capacità nel perseguire i sogni con determinazione e passione».
Sono costretta a turare fuori un fazzolettino dalla borsa perché sono certa che a fine discorso verserò più lacrime io che il diretto interessato.
«Oggi, cari ragazzi, siete i protagonisti. Avete superato sfide e ostacoli, a testa alta e per questo siete degni di questo riconoscimento quest'oggi. La laurea non è solo un pezzo di carta, come molti pensano, ma è un simbolo del vostro impegno nel perseguire l'eccellenza. Questo è l'inizio di un lungo viaggio, dopo oggi, vi aspettano nuove sfide, nuove opportunità, nuove esperienze. Siate sempre aperti al cambiamento, alla crescita e al vostro cambiamento personale. Vi faccio le mie migliori congratulazioni e lascio la parola ad uno studente che nonostante le difficoltà è riuscito ad eccellere, un applauso per Austin Turner!».
Il mio cuore manca un battito. Non avevo idea che il capitano parlasse in questo giorno, non mi aveva detto che avrebbe tenuto un discorso.
Austin si alza, sale sul palco, stringe la mano al rettore. Dalla toga estrae un foglio che probabilmente contiene il suo discorso, ma non lo apre, lo tiene semplicemente stretto nella mano.
«Tu lo sapevi?». Mi chiede Norah dandomi una piccola spinta sul gomito.
La guardo e le faccio cenno di "no" con la testa. Anche Lerry guarda la scena incuriosito.
«Buon pomeriggio a tutti». Inizia schiarendosi la voce e sistemando il microfono con fare impacciato. Gli sorrido e finalmente lui mi nota.
«Dovevo scrivere il mio discorso, ma da giorni non trovo le parole. Immagino che potrei iniziare con il ringraziare la mia squadra, i Falchi. Siete stati la mia famiglia in tutti questi anni, il mio sostegno maggiore in campo e fuori dal campo, la mia fonte di spensieratezza nei momenti difficili. Senza di voi non sarei arrivato fin qui, oggi. Vi ringrazio di cuore».
Dopo queste parole del capitano, si sentono commenti provenienti dalla squadra.
«Vai Austin».
Fischi.
«Il miglior capitano!».
«Sei grande amico!». Riconosco la voce gioiosa e orgogliosa di Monty.
«Abbiamo raggiunto molti traguardi, abbiamo lottato, abbiamo sudato, abbiamo vinto e anche perso, ma sempre insieme, uniti come un unico grande giocatore. Ogni sfida ci ha resi più forti, più uniti e pronti a raggiungere il successo. Sono fiero delle vittorie che abbiamo portato a casa, sono sicuro che raggiungeremo grandi traguardi anche in futuro, anche se non saremo più insieme, rimarremmo per sempre una vera squadra».
Non piangere Sherlin, non piangere.
«Come molti di voi ormai sanno, sono affetto fin da bambino da un problema chiamato asma. Ve ne parlo perché in questi anni accademici l'asma è stata la mia peggior nemica, l'ostacolo più difficile da superare. Ma nonostante questo, grazie alla determinazione, alla dedizione e al sostegno di quei pochi che lo sapevano, sono riuscito a controllarla e a torreggiare su di essa. Il mio non è stato un percorso semplice, ma ho imparato molto su me stesso e sulla mia capacitò di riuscire a superare le difficoltà. Perché nulla è facile, ma niente è impossibile. Spero che la mia storia, che la mia esperienza, possa ispirare gli altri a non arrendersi mai davanti alle difficoltà e a lottare per ciò in cui si crede».
Una lacrima mi riga il viso, mentre la folla esplode in un applauso. Ma sembra proprio che il discorso di Austin non sia finito e che il colpo di grazia sarà rivolto a me. Lo capisco perché punta gli occhi verso di me e non li stacca più.
Respira Sherlin.
Inspira, espira.
«Infine, vorrei ringraziare una persona speciale, che è entrata a far parte della mia vita creando un caos che poche sarebbero riuscite a creare. Bellezza, sei stata la stella più luminosa nel mio cielo buio, la forza aggiuntiva di cui non sapevo di aver bisogno, il mio amore in ogni istante. La nostra storia è fatta di alti e bassi, forse più bassi che alti, di gioia, di dolore, di ripicche, di parole al vento, inganni e di molto altro. Ma non c'è nessuno più di te che vorrei avere accanto. Grazie, grazie per aver reso la mia vita meno buia».
Vorrei prenderlo a pugni, ma non faccio altro che tamponarmi le lacrime. Non doveva farlo, non ce n'era bisogno. Il mio cuore urla il suo nome e tutto quello che desidero è incastrare il viso sul suo collo e abbracciarlo come mai prima di questo momento. Peccato che non lo posso fare, in alternativa, gli mimo un "ti amo" con le labbra e lui sorride come poche volte gli ho visto fare.
«Giuro che concludo. Vorrei augurare a tutti voi laureandi, a voi Falchi, il meglio per il vostro futuro. Continuate a credere nei vostri sogni e perseguiteli con la stessa passione e dedizione che vi ha portato oggi fino a questo traguardo. Siate sempre voi stessi e ragazzi ricordate che ci sarà sempre un "one last match" da superare! Grazie!».
I falchi si alzano in piedi e con un grido di gioia e incitazione urlano il loro inno.
«One last match, one last match!».
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