CAPITOLO 22

CAPITOLO 22

Sherlin

La partita contro la squadra del New York, segna la fine della trasferta e il culmine di questi giorni intensi e pieni di emozioni. Lo stadio risuona di rumori e grida, mentre e i tifosi delle squadre in campo si riempiono di entusiasmo e delusione per la squadra perdente. L'aria è carica di tensione, io e Lerry cerchiamo di destreggiarci in mezzo alla folla per catturare tutta questa energia nella telecamera. Dagli spalti, osservo con occhi lucidi il campo e i Falchi in fibrillazione. Noi della East River torneremo da vincitori. Il touchdown di Austin ha segnato la fine dello scontro che sembrava non terminare mai. Le azioni della partita sono state coraggiose, determinate, i Falchi hanno dato il meglio di loro per portare a casa la vittoria. Ogni loro passaggio, ogni placcaggio è stato accolto con urla e applausi da parte dei tifosi entusiasti. A ogni partita rimango rapita dallo spettacolo che i giocatori sono in grado di regalare, ma questa volta molto di più. Questa trasferta lascerà un'impronta non indifferente, indelebile, nei ricordi di tutti noi che ne abbiamo fatto parte.

«Abbiamo finito». Annuncia Lerry lasciando liberi i giocatori di tornare agli spogliatoi. Il materiale per il documentario da consegnare alla professoressa Lee è pronto, manca solo il lavoro di montaggio di cui mi occuperò personalmente. Porgo il microfono a Lerry e mi volto per andarmene.

«Sherlin». Mi mordo la lingua, sapevo che questo momento sarebbe arrivato.

«Ho dimenticato qualcosa?». Chiedo dubbiosa. Il mio ex amico mi guarda con aria colpevole, forse, per la prima volta dopo l'accaduto, i suoi occhi mi sembrano sinceri.

«Si, le mie scuse. Sono stato un amico di merda e ti capisco se non vorrai più avere a che fare con me. Ero semplicemente geloso». Inclino la testa di lato non capendo l'ultima parte di discorso. Perché mai Lerry deve essere geloso di me?!

«Geloso di che cosa?».

«Eri l'unica ragazza che non era ancora caduta ai suoi piedi, l'unica a non averlo mai guardato con occhi sognanti, eri l'unica cosa che io potevo dire di avere e lui no. Questo non mi giustifica, lo so, ma quando ho visto che iniziavi a nutrire dei sentimenti per lui ho avuto paura per te. Austin tratta tutte allo stesso modo, in questi giorni però l'ho studiato e sono sollevato nel dirti che probabilmente non sei tu che sei caduta ai suoi piedi ma è lui ad essere caduto ai tuoi». Sorrido per questo discorso tanto strano quanto sincero.

Austin Turner è caduto ai miei piedi, non oso dirlo ad alta voce però perché suonerebbe come una grandissima stronzata, ma dentro di me so che Lerry ci ha visto giusto.

«Mi devi una prima pagina». Gli dico facendogli l'occhiolino. Questa trasferta è andata fin troppo bene, tutti i tasselli sono tornati al loro posto, darò così un'occasione a questo secchione che tanto ammiro, spero ne faccia buon uso e che non mi deluda un'altra volta.

Ripongo i miei effetti nella valigia, è l'ultima sera a New York, domani mattina si torna alla realtà di tutti i giorni. Spero di non dimenticare nulla. Persa nella frenesia dei miei movimenti, il suono leggero di un battito alla porta mi fa sobbalzare, interrompendo il flusso di pensieri e azioni che sto svolgendo. Do un occhiata alla porta, guardo l'orologio al polso, è un ora insolita per venirmi a disturbare. Vado ad aprire, Austin è davanti a me, un sorriso misterioso gioca sulle sue labbra e noto che tiene qualcosa dietro la schiena. Ai miei occhi non passa inosservato che è vestito in modo insolito rispetto al normale, come se dovesse andare in qualche posto chic. Un completo scuro, composto da una giacca aderente, che delinea perfettamente la sua figura atletica e dei pantaloni dal taglio sartoriale che cadono con eleganza lungo le sue gambe. La camicia nera abbottonata fino all'ultimo, gli conferisce un tocco di raffinatezza. Ai piedi, il capitano sfoggia un paio di eleganti scarpe lucide. Ogni dettaglio in lui sembra studiato con precisione. Dopo aver passato in rassegna ogni centimetro del suo corpo, lo guardo negli occhi alla ricerca di una risposta.

«Bellezza devi venire con me». Strabuzzo gli occhi. Il mio primo pensiero è che in valigia non ho nulla di abbastanza elegante per uscire con questa specie di modello piombato davanti alla porta della mia stanza.

«E dovrei indossare quella?». Chiedo indicando la benda nera di raso che tiene dietro la schiena.

«Ovviamente si».

«E dove mi porta gentil signore?».

«Sappi solo che non te ne pentirai, andiamo?». Porto lo sguardo in basso. Dr.Martens nere, jeans e maglietta bianca. No, non sono affatto all'altezza di questo spettacolo che si trova di fronte a me.

«Non hai tempo per cambiarti». Mi dice interrompendo i miei pensieri. Non faccio in tempo a rispondere che Austin fa aderire la mia schiena sul suo torace e mi poggia delicatamente la benda sugli occhi. Non vedo un accidente, devo prendere la giacca, la manica corta non è una buona idea dato che il clima non è affatto caldo. Come se mi avesse letto nel pensiero il capitano mi poggia sulle spalle la sua giacca e vengo invasa dalla sua colonia che tanto mi piace. Finisce con il posarmi un bacio rovente alla base del collo che mi fa percorrere dei brividi in tutto il corpo.

«Vedrai che non te ne pentirai».

Spero per lui che abbia ragione, sono impaurita ma allo stesso tempo eccitata per quello che mi aspetta. Non ho idea di dove stiamo andando, ma mi fido di questo magnifico ragazzo che mi tiene per mano guidandomi verso l'ignoto.

Dopo quello che mi sembra un breve tragitto in auto, Austin mi fa scendere e senza dire nulla libera la mia vista dalla benda nera. Un eliporto si staglia davanti a noi, diversi elicotteri parcheggiati e uno che sembra pronto a decollare. I miei occhi si spalancano per la sorpresa, sono meravigliata e faccio fatica a rendermi conto di ciò che sta succedendo. Al mio fianco Austin è sparito, mi sta guardando, in piedi vicino a quel elicottero nero e sembra abbia tutta l'intenzione di salirci.

«Austin, che cosa stai facendo?». Chiedo confusa.

Il capitano sorride e ritorna da me e mi prende per mano con fare rassicurante.

«Questa è la sorpresa che ho preparato per te. Un elicottero, io, te e New York, che ne dici?».

«Dico che hai visto troppe volte Cinquanta Sfumature di Grigio».

«Certo, il signor Christian Gray è il mio spirito guida». Sorrido per questa battuta. Se davvero è il suo spirito guida a letto devo aspettarmi grandi cose.

Sherlin, non è il momento di pensare a queste cose.

I miei occhi brillano di gioia e incredulità mentre lo guardo, è incredibile che sto per vivere un'esperienza del genere. Sopraffatta dall'emozione seguo il capitano e salgo sull'elicottero, una volta legata al sedile mi accorgo che non c'è un pilota e che Turner si sta mettendo alla guida di questo affare pericoloso.

«Non guidi tu».

«Vuoi farlo tu bellezza?». Scuoto la testa.

«Ne sei davvero in grado?».

«Si, è una delle tante cose che ancora non sai su di me. Fidati e goditi questo momento».

Il motore si accende, le eliche iniziano a girare e d'istinto poggio una mano sulla coscia di Austin che mi guarda divertito. È tremendamente sexy al comando di questo bestione.

«November 132 Tango Delta pronto al decollo». Anche se non so nulla di aeronautica immagino che il capitano abbia appena chiesto autorizzazione a partire. Con un leggero trepido nell'aria, l'elicottero si stacca da terra, sollevandosi lentamente. Stringo la coscia di Austin con più forza, gli occhi fissi sulla scena mozzafiato che si apre davanti a me. Le scintillanti luci di New York si estendono infinite sotto di noi, creando un mosaico di colori e forme che sembrano danzare a ritmo della notte. Il vento mi sfiora il viso, mentre Austin dirige, con la cloche, l'elicottero sopra i grattacieli, regalandomi un altra prospettiva della città che non dorme mai.

Questo è un momento di pura magia, immersi nel silenzio incantato della notte, sospesi in questo momento che rimarrà impresso nel mio cuore per sempre.

Dovevo immaginare che la serata non si sarebbe conclusa con una stretta di mano, infatti mi ritrovo nella stanza d'albergo di Austin. Mi fissa con un intensità che mi toglie il respiro. È immobile, ha appena chiuso la porta dietro le spalle, poi un passo, un altro ancora, si sta avvicinando a me così lentamente che i suoi movimenti risultano quasi impercettibili. Mi fa male il petto per quanto forte sta battendo il mio cuore in questo esatto momento. Desidero che venga da me e che mi faccia sentire come ogni donna vorrebbe sentirsi sotto il tocco dell'uomo di cui è invaghita. Ogni cellula, ogni centimetro del mio corpo lo brama. Un formicolio violento si impossessa del mio basso ventre. Il capitano è talmente serio che quasi i suoi occhi sono chiusi a due fessure, sembra come se voglia farmi aspettare. Una volta di fronte a me mi posa le mani sui fianchi e mi spinge contro l'armadio, mi stuzzica il fianco, poi smette e di nuovo. Il suo respiro è affannato, caldo e dolce. Il mio corpo mi urla, perché forse sta per succedere quello che desidero ormai da un po'.

Fa che succeda, fa che succeda.

Prima che possa dire qualcosa che rovini questo momento, Austin mi prende il viso tra le mani cogliendomi alla sorpresa. Le nostre bocche giocano a un qualcosa di pericoloso, bacetti, piccoli morsi, fino a che lui non annulla la distanza tra noi. Il mio corpo, la mia mente, tutto in me si ferma, sono in cortocircuito. Sebbene abbia già baciato questo ragazzo prima di adesso, tutto in questo istante mi sembra nuovo. Le sue labbra sono perfette come le ricordavo, calde, deliziose, morbide. Il capitano mi stringe più forte a se, una mano sulla guancia che mi accarezza e una sulla nuca con cui mi tiene salda per i capelli provocandomi un dolce dolore che si trasforma in piacere. Il bacio si fa rovente, le nostre lingue si cercano e non sembrano avere intenzione di lasciarci respiro. Ad Austin sfugge un verso strozzato. Le mie mani sono tra i suoi capelli scuri e il mio corpo cerca il contatto con il suo. È un bacio brutale, pieno di passione, di cose non dette e di cose che dovranno essere scoperte. Il mio corpo va a fuoco, ed è una sensazione bellissima che non provavo da un po' di tempo e che non so se ho mai provato a questo livello con qualcuno prima di lui. Sono eccitata da morire e dalla durezza che preme contro la mia coscia capisco che anche lui lo è.

«Austin». Sussurro sulle sue labbra.

«Bellezza... Dio, sto impazzendo». Mi guarda poi mi bacia di nuovo.

Desidero di più, lo desidero con tutta me stessa, so che sono pronta, lo sono da tempo ormai. Nonostante tutto quello che di sbagliato è successo, tutto questo, noi, mi sembra tremendamente giusto. Il nostro bacio finisce di esistere quando le nostre labbra si prendo una pausa. Trattengo il fiato, quando Austin mi guarda negli occhi, ci leggo lo stesso desiderio che ho io. Mi sta guardando come se fossi la stella più bella del cielo che brilla solo per lui. Quasi mi manca il fiato, le gambe mi tremano, il mio cuore è in subbuglio.

Che cosa mi stai facendo Austin...

Assorbo ogni suo particolare per farlo mio una volta per tutte, gli zigomi alti e rossi per il momento di passione, la mascella contratta, gli occhi più profondi e blu che i miei abbiano mai conosciuto.

«Mi dispiace di essere stata una stronza fin dal primo momento».

«Bellezza, se non fosse successo quello che è successo non saremmo qua». Senza distogliere lo sguardo dal suo gli accarezzo il petto con mano tremante.

«Io ti voglio».

Ti prego, fa che anche lui voglia me.

Dillo, Austin, dillo e sarò tua per sempre.

«Solo uno stupido non ti vorrebbe, ma io ti desidero con tutto me stesso, è abbastanza per te?». Questo ragazzo ci sa fare, in tutti i sensi.

Lo bacio, con più forza rispetto a prima. Non so che cosa mi prende ma inizio a succhiargli le labbra come non avevo mai fatto.

«Nessuna mai mi aveva baciato così». Non so che cosa intenda ma continuo perché dai respiri corti che escono dalla sua bocca capisco che la cosa gli piace. In questo momento per me esiste solo lui e per la prima volta davanti ad Austin Turner mi sento bella, ma bella davvero.

Quando inizia a baciarmi il collo perdo completamente la testa.

«Santo cielo». Mi stacca dall'armadio e mi trascina in braccio fino alla scrivania. Mi allarga le gambe e si insinua su di esse. La sua erezione spinge nel mio punto più sensibile, rimangono i vestiti a separarci. Lo bacio, mi struscio su di lui. È chiaro che vogliamo di più, molto di più.

«Mi hai fregato bellezza, mi hai fregato in tutti i sensi». Geme sulle mie labbra e insinua la sua mano sotto la maglietta per cercare i seni.

«Era ora che qualcuno lo facesse». Alle mie parole sorride.

Gli sbottono la camicia, le mie mani vogliono altro. Trovo il suo torace delineato, caldo che freme sotto il mio tocco. Austin mi bacia con ancora più passione, le sue dita finalmente trovano quello che stavano cercando, mi tocca sotto il reggiseno, mi accarezza, mi tortura.

«Se vuoi che mi fermi devi dirlo ora, devo fermarmi?». Chiede bloccandosi per un momento. È gentile chiederlo da parte sua, ma desidero che continui come stava facendo.

«Non voglio che ti fermi». Il mio consenso lo fa decidere a continuare, la sua bocca è sul mio collo, lo succhia con forza quasi a farmi male, sento che mi vuole ed è una sensazione stupenda. Quando strofina la sua erezione sulla mia gamba grido di piacere. Lo sento duro e penso che l'unica cosa che voglio è averlo dentro di me.

«Potrei scoparti ora, su questa scrivania». Dice continuando questo gioco pericoloso ma piacevole.

Non so come siamo finiti sul letto, svestiti ma ancora con i pantaloni a tenerci lontani. Faccio distendere Austin sulla schiena e gli accarezzo le cosce avvicinandomi sempre più al punto che non vedo l'ora di esplorare. Mentre sfioro la sua erezione fasciata dal tessuto, ispira violentemente. Slaccio la cintura e sbottono i pantaloni. So che non è la prima volta che si trova in situazioni del genere, spero di essere all'altezza di tutte quelle che ha avuto in passato.

«Bellezza continua». Mi intima notando la mia insicurezza.

Le sue parole hanno il potere di darmi quella sicurezza in più di cui avevo bisogno allora continuo con ciò che stavo facendo. Rimango sorpresa nel scoprire che Turner è completamente nudo sotto i pantaloni.

«Tu sapevi che sarebbe finita così».

«Era inevitabile». Sorride soddisfatto di avermi fatta arrossire.

Respira Sherlin.

Inspira, espira.

Le sue dimensioni sono importanti, lo tocco dolcemente, la sua pelle è liscia. Lo afferro con più decisione e guardo il suo volto in cerca di segni positivi. Austin tiene la testa all'indietro e gli occhi chiusi, lo prendo come un cenno a continuare. Lo stringo più forte. Muovo lentamente la mano, su e poi giù. Il suo viso è una visione magnifica, contratto, la bocca carnosa aperta che cerca aria, ogni mio tocco lo fa sussultare.

«Fermati o la serata potrebbe concludersi qua». Mi dice trovando le mie labbra.

I ruoli si invertono e sono io ad essere sotto il suo tocco deciso ed esperto. Pantaloni e mutande sul pavimento, sono completamente esposta al suo volere. Le sue dita si muovono perfette sui punti più delicati di me. Austin muove le dita più velocemente ad ogni mio gemito. Inarco la schiena per andargli incontro. Il capitano mi sussurra parole in questo momento incomprensibili all'orecchio per incitarmi, un orgasmo mi pervade e crollo al suo fianco ansimando.

Waw.

Cazzo, tutto questo... waw.

Io però volevo venire in altro modo, non solo grazie alle sue dita.

«Mi sembra che tu sia delusa».

«Dimmi che non è ancora finita». Non so perché ma sento che il capitano si sta trattenendo, ma non voglio che lo faccia, lo voglio e potrei impazzire davanti all'eventualità che lui non abbia la mia stessa voglia. I miei pensieri però vengono interrotti e cancellato quando leggo nei suoi occhi che ha tolto qualsiasi tipo di freno che aveva tirato.

«Sher». Quando pronuncia il mio nome in questo modo penso che potrei sciogliermi.

«Fai l'amore con me». Gli dico baciandolo con tutta la passione di cui sono stata vittima.

Austin mi bacia ovunque, anche in posti di me che non sapevo di avere. Da come mi guarda capisco che forse, almeno per sta notte Austin Turner sarà mio, e mio soltanto. Sto per fare sesso con un Dio greco e me la sto vivendo come se fosse la mia prima volta anche se non lo è per davvero, ma sarà questo il momento che ricorderò come tale.

«Austin, è da un po' che... insomma».

«Shh, capirai che avevi torto quando hai detto che non so essere delicato». Sorrido sincera e mi stupisco nuovamente della capacità di questo ragazzo, sa leggermi dentro e non so se esserne felice o averne paura.

«Guardami». Prende la sua erezione in mano e la avvicina alla mia intimità. Sono pronta ad accoglierlo, non desidero altro che sentirlo dentro di me.

Si spinge dentro di me con una mossa delicata ma veloce, penavo sarebbe stato peggio, invece il dolore è minimo. Austin si muove avanti e indietro, una spinta, poi un altra. Ci guardiamo negli occhi e quella che creiamo è una connessione indistruttibile. La mia mente esplode, ci siamo solo noi, New York e questo letto che conserverà per sempre questo momento. La stanza è un mix di rumori, lamenti, gemiti.

«Non potevo desiderare niente di più perfetto, cazzo...». Austin spinge con più forza e velocità e mi fa scappare un altro grido.

Vedo il suo viso contrarsi, i movimenti diventano frenetici. I nostri cuori sono in perfetta sintonia, le nostre bocche non fanno altro che cercarsi disperatamente. Stringo le cosce intorno ai suoi fianchi, lo voglio sentire tutto.

«Bellezza, io...». Capisco che sta impazzendo e io con lui. Il nostro piacere esplode in un unico lamento. Austin è ancora dentro di me e i nostri corpi uno sopra l'altro. Non credevo che le cose tra noi potessero tornare apposto, invece eccoci qua. Quando esce da me sento un vuoto che solo lui potrà colmare di nuovo, perché dopo sta notte non potrò mai più fare l'amore con nessuno che non sia lui. Si distende al mio fianco e mi guarda con occhi strani, non avevo mai visto un espressione tanto appagata quanto la sua in questo esatto momento, mi accoccolo al suo fianco potando il lenzuolo sopra i nostri corpi.

«Ti è piaciuto?». Chiedo segnando con le dita il contorno del tatuaggio sul costato. Una scritta in corsivo, elegante... "One Last Match" dedicata sicuramente al suo sport.

«Bellezza è stato il sesso migliore che io abbia mai fatto». Gli do una pacca sul torace perché non credo affatto alle sue parole.

«Balle, quante ragazze ti sei portato a letto?». Chiedo sapendo che la risposta non mi piacerà.

«Molte ma non ho mai amato nessuna». Un allarme scatta dentro di me e mi tiro su a sedere perché immagino che questa conversazione abbia bisogno di tutta la mia attenzione.

Sherlin stai calma, non ha detto che ti ama.

Non ancora.

«E con questo che vorresti dire?».

«Che sta volta sono rimasto fregato bellezza e a fregarmi sei stata tu».

«Parla chiaro». Lo intimo portandomi il lenzuolo sui seni scoperti. Sono un fascio di nervi, di nuovo.

«Bellezza io mi sono fottutamente, perdutamente, inevitabilmente, innamorato di te». Mi porto una mano sulla bocca con fare teatrale. E Austin mi guarda sorridendo disteso sul letto con una mano dietro la nuca. Due sono le opzioni, o piango o lo prendo in giro. Vada per la seconda.

«Il capitano della squadra di football si è innamorato di una giornalista? Dai, potrebbe essere una buona storia per un romanzo rosa, che dici?».

«Sono serio bellezza, non dovresti prenderti gioco di me». Mi dice trascinandomi sopra di lui. Gli stampo un bacio dolce sulle labbra e gli scosto un ciuffo che gli è ricaduto sugli occhi.

«Austin Turner, giuro che se ti vedo ancora con il cazzo in mano a qualche cheerleader te lo stacco con le mie stesse mani».

«Sarebbe un modo carino per dirmi "ti amo anche io"?!». Chiede puntando gli occhi blu sui miei.

«Mi sono innamorata di uno stronzo, mia madre non ne sarà felice».

«Siamo due stronzi che sono rimasti fottuti».

Ha perfettamente ragione, lui con il suo caratteraccio, io con le mie bugie, tutto sembrava non doverci portare da nessuna parte, invece la giornalista e il capitano, da oggi e per chissà quanto tempo saranno qualcosa di reale. 

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