CAPITOLO 21

CAPITOLO 21

Sherlin

Il locale indicatomi da Norah si trova nel centro di Manhattan, mi trovo così davanti ad una facciata di mattoni rossi che si innalza maestosamente verso il cielo notturno. Al di sopra della porta principale, un'insegna luminosa annuncia il nome del locale a caratteri sofisticati, invitando chiunque passi di qui ad entrare. Questo posto sembra essere il ritrovo per eccellenza di giovani e adulti della Grande Mela. Mi addentro con passo deciso, sono sola, i miei compagni giornalisti hanno preferito starsene in hotel piuttosto che passare la serata con i giocatori di football. L'interno del Super-Star è caratterizzato da un mix audace di stili e influenze, le pareti di mattoni a vista sono in contrasto con i mobili moderni a cui si aggiunge un tocco vintage. Un'ampia area bar occupa il centro dello spazio e noto con piacere che i baristi, oltre ad essere molto belli e ben piazzati, preparano cocktail con maestria. Con tutta la gente che balla, faccio fatica a riconoscere qualche volto famigliare. Vagando con lo sguardo mi sembra di identificare il ciuffo rosa di Monty. Guardo nella sua direzione e noto che i Falchi hanno un'area riservata all'interno del locale, separata dal resto da una serie di tendine in velluto rosso che non lasciano vedere al loro interno. Mi dirigo verso Monty, devo imbucarmi alla loro festa o il mio piano per farla pagare ad Austin non funzionerà.

«Ehi ciuffo ribelle!». Non so come mi sia uscita una frase del genere, non è da me chiamare un ragazzo in questi termini. A Monty però, non sembra dispiacere e si volta nella mia direzione sorseggiando un drink.

«Waw Sherlin stai una favola». Mi dice avvicinandosi per darmi due baci sulla guancia. Non siamo soliti salutarci in questo modo ma sembra proprio che sta sera tutto è concesso.

«Che cosa stai bevendo?». Chiedo curiosa, sperando che la sua risposta sia "qualcosa di forte".

«Una soda, sai com'è, se il coach scopre che beviamo durante gli allenamenti ci castra a tutti quanti!». Ride e io dietro di lui.

Mi piace la spontaneità di questo ragazzo e decido che sarà proprio lui la mia pedina da giocare questa sera. Eviterò ovviamente, per quanto posso, di fargli prendere un altro pugno da Austin, non vorrei che questo suo faccino delizioso venisse ricoperto di lividi come l'ultima volta.

«Come facevi a sapere che eravamo qua?».

«Ogni buona giornalista ha i suoi informatori, ma sta sera sono qui solo in veste di Sherlin, niente di più!».

«Niente telecamere nascoste o roba del genere?». Rido per lo sguardo sospettoso con cui mi sta guardando. Immagino che dopo l'uscita dell'articolo nemmeno lui si fida di me. Ma insomma, ho già spiegato a tempo debito come sono andate realmente le cose, immagino non ci sia bisogno di ripetermi. Monty mi guarda con aria strana sorseggiando la sua soda, i suoi occhi percorrono il mio corpo e per quanto poco, apprezzo che quello che vede gli piace. Indosso un abito nero aderente, con sopra una camicia bianca arricciata delicatamente ai polsi, un tocco di classe senza tempo. I tacchi neri a punta che porto ai piedi sono forse la cosa più scomoda che abbia mai portato, ma com'è che si dice: se belle si vuole apparire... I capelli mi ricadono sciolti e ondulati sulle spalle, un tocco di rossetto sulle labbra e leggero trucco sugli occhi, gli stessi occhi che il ragazzo qui di fronte non smette di guardare con aria misto tra il divertito e il curioso.

«Se è così allora ti invito ufficialmente ad unirti a noi, c'è anche Austin, se può interessarti». Seguo Monty senza dire nulla.

Varcate le tende di velluto, mi guardo intorno e per fortuna nessuno sta facendo caso a me, la stanza non è molto grande ma abbastanza capiente da contenere i Falchi e annesse cheerleader. Mentre cerco di stemperare la tensione non smetto di cercare il capitano con lo sguardo, non ci metto molto ad individuarlo. Si trova al centro della stanza circondato dai volti vivaci delle cheerleader. Indossa una camicia nera che mette in risalto il blu dei suoi occhi, le maniche sono arrotolate fino al gomito. Un paio di jeans scuri gli fasciano le gambe e si adattano perfettamente alla sua figura atletica, scarpe da ginnastica bianche e nere ai piedi, un outfit degno di Austin Turner, nulla da dire. I capelli dal ciuffo ormai molto lungo, rispetto a quando l'ho conosciuto, gli ricadono ribelli sugli occhi. La luce soffusa del locale illumina la scena davanti a miei occhi, mettendo in risalto i suoi movimenti fluidi e sicuri mentre si muove a ritmo di musica. Le cheerleader gli ballano attorno con entusiasmo, creando una sorta di vortice di energia attorno al capitano. La musica pulsante riempie l'aria e per quanto mi piacerebbe sciogliermi come stanno facendo tutti gli altri, lasciandomi cullare dalle note della musica, la mia attenzione è troppo concentrata su di lui per farlo. Più lo guardo e più mi sento confusa, turbata. Nonostante l'ho già visto con queste ragazze, in circostanze ben peggiori, questa volta il suo sguardo mi sembra diverso. C'è un energia e una famigliarità tra loro, soprattutto con la ragazza mora di cui ignoro il nome, che non posso fare a meno di notare. Il mio cuore si stringe di fronte a questa visione. Una sensazione di gelosia mi attraversa il petto, seguita da un'ondata di confusione e incertezza. Non so cosa pensare di tutto questo, né come dovrei reagire.

Mi sento improvvisamente fuori posto.

Con un sospiro, però, cerco di respingere questi sentimenti di inadeguatezza. Se sono qui sta sera è per una motivazione ben precisa, nulla riuscirà a distogliermi dal mio obbiettivo. Cerco di ignorare i corpi fluidi delle ragazze che ballano intorno ad Austin, prima di voltarmi, però, mi sento d'un tratto osservata. Riposo lo sguardo dove l'avevo distolto e i miei occhi incontrano i suoi. I nostri sguardi si bloccano uno sull'altro creando un momento di tensione. Turner non ha idea che l'ho visto insieme a quelle due negli spogliatoi. Mi mordicchio il labbro inferiore, incerta su come reagire al sorriso che mi ha appena rivolto. Mi sento esposta, come se la mia faccia potesse tradirmi e da un momento all'altro rivelare le miei emozioni. Un sorriso imbarazzato mi compare sulle labbra, mentre cerco di mantenere il controllo della situazione. Decisa a non farmi raggiungere da lui decido di mettermi finalmente in gioco e divertirmi. Mi unisco così a un gruppo di giocatori, tra i quali c'è anche Monty. Vengo accolta calorosamente e mi sento subito a mio agio circondata da questi bestioni. Peccato, non avevo mai fatto caso al fatto che i giocatori dei Falchi fossero uno più bello dell'altro, se solo i miei occhi non vedessero soltanto lo stronzo della squadra...

Mi abbandono a ritmo di musica e faccio ondeggiare i fianchi lasciandomi trasportare dalla spensieratezza. Risate e sorrisi mi avvolgono in un atmosfera piacevole, facendomi dimenticare, temporaneamente, pensieri e preoccupazioni. Mentre ballo mi sento finalmente libera, mi godo ogni istante, pronta a mettere in atto il mio piano per farlo pentire di aver fatto porcherie con altre ragazze che non erano me.

Dopo un paio di canzoni, in cui ho avuto l'onore di ballare prima con Chase e poi con Devin, i Falchi che giocano in difesa, mi ritrovo tra le braccia di Monty, ed è come un dejavu, come un'opportunità servita su un piatto d'argento. Mi lascio guidare dal mio partner improvvisato, che tiene le mani salde sui miei fianchi. Mi giro dando le spalle a Monty, facendo aderire la mia schiena sul suo corpo, continuo a muovermi con movimenti sinuosi e decisamente sexy. Sono contenta che il mio piano sta funzionando perché in questo momento Austin mi sta guardando con occhi di fuoco, incenerendo con lo sguardo me e il suo amico alle mie spalle. L'espressione del capitano è indecifrabile, forse noto una punta di delusione sul suo volto. Tento di mantenere il mio sorriso migliore anche se questa situazione non mi piace affatto, ma mi ci ha portato lui a fare quello che sto facendo. Cerco di ignorarlo e concentrarmi su Monty che si è leggermente teso dietro di me.

«Giuro che non prenderai un altro pugno a causa mia». Dico voltando appena la testa per incrociare i suoi occhi verdi.

«Lo spero bene, ma stai giocando con il fuoco Sher, lascia perdere».

«Non ho chiesto il tuo parere, se ti va di aiutarmi allora continua a ballare con me, altrimenti chiederò a Chase, oppure a Devin».

«Non ti facevo una ragazza così cazzuta, mi piaci!». Rido incapace di fare altro.

Non so come può reagire Austin davanti a questa situazione analoga a quella che abbiamo già vissuto in passato. Il suo sguardo brucia ancora sulla mia pelle mentre cerco di mantenere la calma.

Ora o mai più Sherlin.

Mi volto verso Monty e gli sorrido, come se lui avesse capito le mie intenzioni mi fa un cenno di assenso con la testa e io non posso essere più grata di così. Poso delicatamente le labbra sulle sue e al contrario della volta precedente non c'è traccia di alcol in lui. Mentre incrocio la lingua con la sua, guardo con la coda dell'occhio il mio bersaglio. Il suo volto è un misto di confusione e sorpresa, il mio cure martella nel petto, sono convinta che quello che sto facendo condurrà sicuramente ad una sua reazione. Il bacio con Monty rappresenta a tutti gli effetti una sfida, sfida che spero, verrà accettata in breve tempo.

La reazione del capitano infatti non tarda ad arrivare, Austin mi afferra per un braccio attirandomi verso di se e facendo così finire il bacio con l'amico. Faccio l'occhiolino a Monty che sembra divertito da tutta la situazione.

«A te ci penso dopo». A queste parole Monty ride ancora di più. Austin però non sembra farci caso, la sua attenzione è rivolta soltanto a me. Mi tiene salda per il polso e mi trascina con lui districandosi tra la folla. Posso sentire la forza del suo tocco ardere la mia pelle. Senza fare un fiato mi lascio condurre attraverso il locale con il cuore in gola. Prego silenziosamente che Austin non senta i battiti del mio cuore. Finalmente la corsa folle finisce quando ci ritroviamo in un angolo appartato del locale, lontani da sguardi indiscreti. Austin è di fronte a me, i primi due bottoni della camicia sono slacciati e lasciano intravedere il suo torace che si alza e abbassa frettolosamente. Il suo sguardo è intenso e concentrato. Aspetto in silenzio che lui dica qualcosa, mi chiedo cosa stia passando nella sua testa in questi secondi di silenzio interminabile. Ma invece di parlare, Austin schianta le sue labbra sulle mie intrappolandomi i capelli in una morsa salda. È un bacio rude, privo di qualsiasi emozione, privo di sentimento, socchiudo le labbra ricambiandolo per un secondo ma quando la sua lingua sfiora la mia capisco che non era questo quello a cui volevo arrivare. Incapace di spostare il suo corpo dal mio, gli mordo il labbro sperando di innescare qualche reazione, voglio che parli chiaro, una volta per tutte.

«Bellezza, ma che cazzo!». Si tocca il labbro ferito e noto con dispiacere di avergli fatto uscire del sangue.

«Non volevo, insomma... e va bene, forse l'ho fatto di proposito».

«Mi spieghi che cosa c'è che non va in te?!». Il suo tono è tagliente e le sue parole mi lasciano per un attimo sconcertata.

«Ah fammi capire, nella tua testa sono io quella che ha qualcosa che non va? A me sembra sia tutto il contrario». Sbraito ad un centimetro dalla sua faccia. Lo sguardo di Austin è glaciale e il suo respiro irregolare.

«Ti ho chiesto scusa, mi sembrava ci fossimo chiariti. Mi chiedi "dove saremmo andati da quel momento in poi" ma vengo a cercarti finito l'allenamento e ti vedo con il cazzo in mano a due cheerleader, insomma! Ora, dimmi se sono ancora io quella che ha qualche problema!». Non sono solita essere così scurrile, ma con Turner meglio non usare mezzi termini.

«Scusa, non eri tu che mi hai insegnato ad usare metodi alternativi alla sigaretta per stemperare la tensione?».

«Si ma quei metodi dovevi usarli solo con me». Dico abbassando lo sguardo come se avessi appena fatto una confessione che non dovevo fare.

«Mi sembra che non me l'hai mai fatto presente... ora siamo pari giusto?».

«Potremmo definirci pari...».

«Allora dovrò stemperare la tensione solo con te bellezza?»

«Solo se è quello che vuoi anche tu». Lo guardo negli occhi in cerca di conferma ed ecco, la scintilla che tanto mi piace, gli passa sugli occhi blu.

«Lo voglio dal primo giorno che ho visto i tuoi occhi neri da dietro quella vetrata».

Questa frase mi fa definitivamente sciogliere. Le parole di Austin suonano come una promessa e il mio cuore in questo momento scoppia di felicità, spero che questo accordo duri il più allungo possibile.

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