2.1
Xiaver
Mi ha guardato... cioè, non ha guardato proprio me, ma questo lei non lo sa e per un attimo solo, mi sono sentito una persona.
Mi accascio a terra e mi costringo a respirare piano.
"Concentrati Xiaver" mi dico "Non puoi perdere l'unica vita che hai per qualcuno che non rivedrai mai più".
Mia madre mi trova dopo alcuni minuti, in posizione fetale e mi stringe a se. Piano, come se avesse paura di rompermi.
Gli uomini dovrebbero essere forti. È questo che ho letto nei libri.
Io non sono un uomo.
Le persone dovrebbero essere libere e vivere. È questo che succede da sempre.
Non sono neanche una persona.
Sono un prigioniero. Un'anima intrappolata in un destino che non ha scelto da se.
In realtà però, le scelte non esistono davvero; nessuno può decidere.
Il libero arbitrio?
Una palla.
Una barzelletta.
Eppure, quella ragazza ...
Mia madre mi guarda.
<< A cosa stai pensando?>> chiede.
I suoi occhi color nocciola sembrano preoccupati e so che non vuole sentirmelo dire... non vuole sapere davvero a cosa penso, ma "a cosa dovrei pensare".
<<Penso di aver bisogno di un dolce.>> le dico, cercando di sorridere.
Allora lei si alza felice e corre a prendermi il mio dolce preferito.
Non ci vuole poi tanto a far ridere le persone...
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