Try and fail but don't fail to try
~Try and fail but don't fail to try.~
Sono mano nella mano su una panchina coperta per ripararsi dalla neve che sta iniziando a scendere copiosamente sulla città. Si stringono l'uno all'altra per scaldarsi, e per eliminare ogni minimo spazio che li divide.
Chiacchierano come solo loro sanno fare, perdendosi nei discorsi originandone di nuovi. Parlano dei loro progetti, dei loro sogni, perché l'atmosfera magica fa credere loro che sia più facile che si avverino.
I sogni hanno origine da dentro di noi, nascono nel profondo della nostra anima e non se ne vanno finchè non arriverà il giorno in cui diverranno realtà. È questo che ci spinge a crederci, il fatto che siano così legati a noi. Ci appartengono più dei nostri nomi, una volta nati rimangono con noi per sempre. Non ci abbandonano mai, è una delle poche sicurezze in questa vita incerta, in cui anche se guidata dal destino, ogni azione, ogni gesto, appare come deciso sul momento.
I sogni sono qualcosa di nostro, che possiamo decidere noi se far avverare o no. O meglio, alcuni sogni si avverano per merito del caso, ma per la maggior parte di essi sta a noi scegliere se impegnarci o meno per farli diventare realtà. Siamo noi gli artefici del nostro futuro, se volessimo riusciremmo a cambiare il nostro destino. Basterebbe volerlo, e la nostra vita si plasmerebbe sotto il nostro tocco, come uno scultore fa con l'argilla.
Come in un viaggio: ci basterebbe scegliere la destinazione e solo grazie alla nostra volontà raggiungeremmo la meta. Come quando siamo in treno e sta a noi decidere a che fermata scendere, così nella vita è compito nostro scegliere cosa fare e quali desideri realizzare.
Ed è in questo momento che Dorian decide che il suo obiettivo sarà quello di fare felice Valerie.
E il suo sogno quello di essere per sempre felice con lei.
Il freddo si fa sentire sempre di più, il loro sangue sembra volersi trasformare in ghiaccio, le loro parole in neve. L'inverno li abbraccia con le sue grandi mani, che avvolgono tutto nel loro manto gelato. Non gli si può scappare, niente e nessuno può fuggirgli.
Valerie e Dorian si alzano, si sgranchiscono le gambe e poi iniziano a camminare verso un posto per scaldarsi. Ovvero un bar, o qualcosa di simile. Andrebbe bene qualsiasi posto, purché dotato di riscaldamento.
Raggiungono un ristorantino nella piazza. Si risveglia un lontano ricordo in loro, la strana sensazione di sicurezza, di tranquillità, di essere già stati lì. Magari in un altra vita, o in un altro mondo.
O più semplicemente tre anni prima, nel giorno in cui tutto cominciò, quel fatidico lunedì di autunno che mutò definitivamente le loro vite. Cambiò radicalmente le loro esistenze, li fece incontrare e innamorare, due destini si unirono in una cosa sola, la forza dell'amore trionfò ancora una volta sul male. Il bianco vinse sul nero, l'amore sull'odio, la felicità sulla tristezza, la vita sulla morte, la luce sul buio, Valerie contro il resto del mondo.
Ma adesso, il suo mondo era cambiato: ora era Dorian quello che contava, era lui il suo tutto, il suo universo. Non doveva più lottare contro il mondo, ma alleata col mondo, con il suo. Assieme a Dorian contro il male della vita.
Entrano nel locale e si siedono a un tavolino accanto al camino, decidendo di ordinare una cioccolata. Si scaldano le mani a vicenda, stringendosi vicinissimi per placare i brividi da cui sono scossi. Anche se il freddo si è impossessato di loro, sanno di avere il calore dell'amore dalla loro parte, capace di sciogliere qualsiasi strato di ghiaccio, sottile o spesso che sia. La sua potenza è superiore a ogni altra energia che esista sulla terra, è più forte dell'elettricità che alimenta le città, supera ciò che scaturisce l'odio e perfino il desiderio di potere si piega sotto il suo volere.
Il liquido caldo, denso e cremoso che hanno nelle tazze davanti ai loro occhi ha un aspetto così invitante che li spinge a bere, subito, senza neanche aspettare che si raffreddi. Sentono la lingua bruciare, il calore della cioccolata bollente percorrere l'esofago e raggiungere lo stomaco. Si sentono improvvisamente meglio, anche grazie agli zuccheri che forniscono energia istantanea.
Come due fenici sembrano rinascere dalle proprie ceneri, si sentono come se fossero in una nuova vita. Come se si fossero risvegliati dall'ibernazione causata dal freddo polare di questo inverno terribile.
Si guardano negli occhi, hanno riacquistato vigore e colore dopo essere stati per un po' al caldo. Esprimono moltissime emozioni, pur essendo semplici, normali, nell'ordinario. Ma sono occhi che riflettono l'amore vero, quello infinito, che nonostante tutto riesce ad esistere sempre con la stessa forza, instancabile e eterno.
Loro due sono come il sole, inesauribili, come le pile, ricaricabili, come la notte, magnifici, come la luna, splendente. O semplicemente come loro stessi, perfetti.
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