Dicono che ho un cuore di ghiaccio ma anche il ghiaccio si scioglie

~Mi dicono che ho un cuore di ghiaccio, ma non sanno che anche il ghiaccio si scioglie~

Non può credere che dopo così tanto tempo sua madre sia riapparsa magicamente. Non ha senso... nella sua testa ora c'è solo un grandissima confusione. Deve ancora collegare con un unico filo conduttore gli avvenimenti delle ultime nove ore: e questo è il difficile. Non ci sono assolutamente collegamenti tra tutte le cose che sono successe, per niente. Diciamo che due persone sono entrate nella sua vita, una dopo un tempo che sembra infinito, l'altra più velocemente di quanto lei si potesse aspettare.

Ora deve chiarire moltissime cose con sua madre: dal perchè lei l'abbia abbandonata, a quale sia il suo nome.

Non sa da dove cominciare.
Pensa solo che l'unico posto che in qualche modo la possa aiutare è dov'è cominciato tutto stamattina: casa sua.

Si incamminano silenziosamente per le strade affollate che sembrano prendersi gioco di lei, la confondono tanto che comincia a pensare che tutto stia girando vorticosamente. Non capisce più dove si trova: sa solo che forse, oggi finalmente capirà chi è. Per adesso, la sola cosa che vuole fare è perdersi nei suoi pensieri: come sempre, la aiuterà a mantenere la calma e a rilassarsi.

Raggiungono il palazzo e iniziano a salire le scale, che sembrano allungare di tantissimo la distanza tra lei e la verità. Dopo così tanto tempo, finalmente potrà scoprire tutto, e non vuole assolutamente ritardare questo momento.

Entrano in casa e silenziosamente si vanno tutti a sedere sull'invitante divano della cucina.

Sua madre si alza in piedi: "immagino che io ti debba delle spiegazioni..."
Lei annuisce, cercando di trattenersi e non scoppiare a piangere, perchè sa che quello che scoprirà adesso, la ferirà.

"Quando io e tuo padre ci siamo conosciuti, eravamo come tutte le coppie profondamente innamorati e anche abbastanza stabili economicamente. Abbiamo comprato una casa insieme e appena ho scoperto di essere incinta di te eravamo veramente felici. Tutto stava andando per il meglio, finchè tuo padre non ha perso il lavoro. Facevamo fatica ad arrivare a fine mese, e le cose tra noi non andavano bene come prima. Così, ti abbiamo portato a Venezia per poter incontrare dei nostri parenti che ci hanno ospitato e aiutato a pagare le bollette. Al ritorno a casa, dopo una notte ho sentito tuo padre rientrare a casa completamente ubriaco. Da quel giorno, tutte le sere arrivava con una bottiglia di birra in mano e gli occhi rossi, senza darmi nessuna spiegazione. È stato in quel periodo che ho deciso di andarmene. Ho preso tutte le mie cose e volevo portare via anche te, ma piangevi e non volevo far sapere a nessuno della mia partenza. Così, con riluttanza, ti lasciai nella tua stanza avvolta nelle coperte, e dopo averti ricoperto di baci, uscii da quella vita. I primi mesi furono i più difficili: la voglia di tornare era tanta ma anche quella di ricominciare tutto da capo in un'altra città. Vagai senza meta per moltissimo tempo, passando da un hotel all'altro e esaurendo i soldi che guadagnavo lavorando in un bar. Un giorno venni a sapere che anche tuo padre se n'era andato. Ormai mi ero quasi convinta a tornare, ma i sensi di colpa ebbero la meglio sulla ragione. Chiamai tuo zio per far sì che si prendesse cura di te, e incontrai si nascosto tuo padre: era decisamente messo male, le occhiaie occupavano più della metà della faccia, e gli occhi erano sempre più rossi. Non faceva altro che bere tutto il giorno, passando da un bar all'altro e senza avere un soldo per vivere. Dormiva per strada o si faceva ospitare da un amico, insomma la sua vita si era trasformata in uno schifo. Abbiamo deciso insieme che doveva cercare di "guarire" da questa situazione, e così è stato in una comunità per qualche anno. Continuavamo a vederci e lui stava lentamente guarendo, finchè un giorno arrivò un amico della comunità al posto suo dicendomi che durante una crisi, in preda ai ricordi, si era gettato dal tetto. Per me è cominciato un periodo molto brutto della mia vita, e ho pensato che la cosa migliore da fare fosse quella di trasferirmi per cominciare da capo. Ma dopo tanti anni... la tua mancanza si faceva sentire, e io mi sentivo sempre più in colpa per quello che avevo fatto. Così ho deciso di cercarti, ed ora eccomi qua"

Le lacrime scorrono incessantemente sul suo viso: non può fare a meno di pensare a tutto quello che le è stato detto, a tutti gli avvenimenti che hanno stravolto la vita ai suoi parenti mentre lei pensava di essere l'unica sfortunata ad essere stata lasciata al suo destino senza neanche un nome.

A proposito...

"Mamma... io avrei una domanda da farti. In tutti questi anni io non ho mai saputo il mio nome. Ecco... vorrei sapere come mi chiamo"
Lei ha una faccia semplicemente sconvolta. Sicuramente non poteva pensare che sua figlia non ricordasse nemmeno il suo nome.
"Il tuo nome, è..."

Angolo autrice
Scusate se ho aggiornato dopo tanto tempo ma avevo perso l'ispirazione. Oggi sul pullman dovevo studiare grammatica, e invece mi è arrivata una benedizione e così ho scritto di getto questo capitolo. Spero che la storia vi piaccia... lasciate commenti! NECESSITO di sapere il vostro parere!
Un bacio, la vostra scrittrice anonima.😚😉

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