Warning Sign

Si svegliò tutta scomposta, avvertendo un fiume di soddisfazione attraversarle il corpo. Non aveva mai dormito così profondamente negli ultimi anni, da quando quel fatale giorno si avventò come un meteorite sulla sua allora precoce, spensierata vita. No, no, non voleva pensarci. Anzi, da oggi in poi non avrebbe più dovuto farlo. Balzò dal materasso con una sorprendente energia, entusiasta per tutte quelle cose che avrebbe fatto in quel giorno. L'avrebbe dedicato interamente a se stessa; aveva già provveduto ad avvisare il suo datore di lavoro, che non sarebbe stata presente per quella volta, anzi, ha pure avanzato la richiesta di ottenere il licenziamento. A mai più! Era una donna libera ormai. Con i soldi risparmiati aveva comprato un nuovo abito e si era procurata tutto il necessario per rinnovare il suo aspetto. Per prima cosa, una doccia rinfrescante; dopodiché, con un abito scarno, tipico per le uscite ordinarie, sarebbe passata dal parrucchiere, a farsi quell'acconciatura che era così in voga in quegli anni, e risistemarsi quelle ampie sopracciglia; e così avvenne, e non doveva esserci un appuntamento galante come motivazione a ciò; era un altro tipo di appuntamento, ancor più speciale, molto più soddisfacente.

Il sole iniziava a farsi strada tra le nuvole. Si presagiva una giornata serena, e di un nauseante calore.

Tornata a casa per proseguire con il suo programma estetico, osservò allo specchio, estasiata, quei boccoli vaporosi che le contornavano il viso, e quelle maliziose sopracciglia ad ala di gabbiano...e a quel punto notò. Il volto corrugato, nonostante la giovane età, gli occhi consumati, le labbra rinsecchite, che da tempo ormai facevano a meno di sibilare suoni di vitalità, private della giusta dose di energia per continuare. Presa da quell'inusuale momento di novità, non ci aveva fatto caso quando ebbe visto il risultato dal parrucchiere.

Massì, ci avrebbe pensato il trucco, a restituire un po' di quel vigore smarrito. D'altronde, le sue magie son ben note a chiunque, specialmente in quegli anni di sfarzo e vuoto ottimismo. E all'appuntamento nessuno ci avrebbe minimamente fatto caso.

Si girò un attimo a notare la penetrazione dei raggi nella sua stanza cupa. Il sole a quel punto si era fatto più superbo, ergendosi fino in cima, imprimendo l'aria della sua presenza invadente, per poco asfissiante. Per fortuna c'era la brezza marina a mitigare il suo spirito di onnipotenza (abitava poco distante dalla spiaggia).

Dopo una doverosa, leggera passata di fondotinta, fu la volta dell'ombretto, del contorno occhi e del mascara. Per finire, applicò accuratamente il rossetto scarlatto su quelle rose appassite, che ora risplendevano di un provocante fascino. Si sentiva bellissima, e non poté fare a meno di sorridere. Ma se non poteva fare molto per imbianchire le perle che spuntavano lì in mezzo, poteva contornarsi di altre, molto più biancastre e lucenti, sulle orecchie, sul collo pallido, sulle dita gracili, abbinate al sontuoso abito a clessidra, lungo e smeraldino, che si era procurata il giorno prima, di ritorno dal lavoro. E così, uscì impaziente per completare l'opera.

Si avviò verso la spiaggia, dove non mancavano negozi di ogni genere e ristoranti di lusso. Lì avrebbe trascorso le restanti ore, tra boccali di birra e danze con gli sconosciuti - giacché non aveva più nessuno - , in compagnia di musica frenetica ed eccessivamente gioiosa. Non poteva non concedersi un assaggio di quei fasti di cui fu privata per tanto tempo.

E poi, il tanto atteso incontro con le onde...

Intanto entrò nella gioielleria dove era già passata la sera prima per farsi un'idea. Ci lavorava un ragazzo molto carino e disponibile, che certamente l'avrebbe aiutata a trovare i pezzi più adatti.

- Buon pomeriggio, signorina! - esclamò il ragazzo, sbucando dal bancone con la sua abitudinaria grinta, che però sembrava più autentica dell'allegria che si osservava in giro.

- Salve - rispose lei, con un tono più dimesso, abbassando poi lo sguardo.

- Oh, per poco non l'ho riconosciuta, vedo che si è data da fare stamattina...un appuntamento galante, eh? -

- Ehm...non proprio... - disse, guardando altrove, cercando di trovare un modo per spiegare ciò che provava - diciamo...un appuntamento con la vita, ecco! - e pronunciò quell'"ecco" con un certo entusiasmo, esibendo un forzato sorriso, questa volta guardando dritta il suo interlocutore.

Il ragazzo si meravigliò, per un attimo turbato da quelle parole misteriose.

- Mi...mi dica tutto - riprese a dire, con una certa esitazione.

La ragazza iniziò a descrivere gli accessori che aveva in mente, e intanto lui le presentava le varie scelte disponibili nelle bacheche. Passò un po' di tempo prima che trovasse ciò che le serviva; poco importava, in fondo si sentiva bene in compagnia del giovane commesso, e lui non mostrò alcun segno di impazienza. Quel suo carattere radioso le infondeva una sensazione così piacevole, una sensazione che a stento cercò di trovare, nella sua buia esistenza.

- Perfetto! Provo queste - esclamò indicando i gioielli di perle che il ragazzo aveva appena tirato fuori, e che le stava mostrando tra le mani. Prese per indossarli, facendo una certa fatica con gli agganci. Il commesso si avvicinò per aiutarla, e quando fu tutto al suo posto, la invitò a guardarsi allo specchio; si posò le mani sui fianchi, i gomiti sporgenti, in segno di soddisfazione.

- Si osservi! Le stanno benissimo... -

La ragazza annuì col capo, rimanendo con lo sguardo fisso.

"Peccato che non potrò guardarmi a lungo..." Improvvisamente gli occhi si fecero lucidi. No, questa volta non si sarebbe tirata indietro. Non vi è altra scelta, si ripeté, è l'unico modo.

"Sciocca, gli stai facendo perdere tempo" si esortò infine a interrompere quel flusso di coscienza, che in quel momento le pareva inopportuno. Si girò, e per poco non inciampava per i tacchi a spillo che aveva ai piedi, avvicinandosi al bancone. Tirò fuori, dalla borsetta lattiginosa, una somma cospicua che porse al commesso, ringraziandolo mille volte per il tempo e la pazienza che le aveva riservato. Ma poi si convinse di uscire il più in fretta possibile, non solo per il ritardo (i raggi del sole si erano fatti rossi, raggiungendole il viso, e l'aria si stava rinnovando della freschezza serale), ma perché la presenza di quel ragazzo iniziava a offuscarle le idee; aveva un certo timore di non riuscire a portare a termine la propria decisione, ma no, non poteva minimamente permetterselo.

- Buonasera - gli disse, evitando stavolta il contatto degli sguardi. Le replicò prontamente con lo stesso saluto e la guardò uscire, avvertendo una certa angoscia nel petto, e con una strana malinconia in volto.

La ragazza aveva molta fame, e per metterla a tacere non esitò a entrare in un locale pregiatissimo; avrebbe prosciugato tutti i soldi che aveva, e se ciò era difficile, avrebbe comunque fatto opera di beneficenza. In quella zona non mancavano persone più sfortunate, anzi, nel suo cammino ne aveva già incontrate, accasciate all'ombra dei locali, in cerca di una svolta improvvisa nella loro vita. Si meravigliava di quei disgraziati; non riusciva a comprendere come potessero sopportare tutta quella sofferenza, come potessero andare avanti nonostante il mondo gli fosse crollato addosso. Provava, ecco sì, provava una certa stima nei loro confronti, e si sentiva quasi avvilita; perché lei non ne era più capace.

E dopo essersi abbuffata, fu il momento di una bella danza. Niente di meglio per smaltire tutta quella sporcizia. Che ne dici di un po' di swing? O forse qualcosa di più al passo coi tempi, come il rock & roll? Anzi, no, li avrebbe provati tutti. Non aveva più nulla da perdere! E così si avviò verso un pub da cui sembravano provenire musiche invitanti. Inutile dire che, lì dentro, si attirò una significativa folla di ammiratori. E come biasimarli? Aveva fatto di tutto per apparire perfetta, proprio come voleva la falsa società in cui si è trovata a vivere. Perfettamente curata, perfettamente vestita, con un sorriso perfetto, e una personalità contagiosa che seppe esibire magistralmente nella sala da ballo. Ma tutta l'allegria che la circondava, tutta l'euforia che lei stessa ostentava...non ci fu nulla di più soffocante, di più nauseabondo.

Non vedeva l'ora di scampare a quell'asfissia, ma questo non avvenne prima di aver gettato addosso alla folla, come coriandoli, i risparmi che le rimanevano, con un gesto di irreplicabile teatralità. Era diventata, a suo malgrado, una specie di diva. E a contribuire a quell'aura fu, infine, la sua tacita, impercettibile sparizione nel buio notturno.

Il giovanotto uscì dal negozio per prendersi una boccata d'aria, stremato dalla fatica, ma soddisfatto dell'incasso che riuscì a totalizzare durante quel giorno insolito. Osservò a lungo il placido mare, che sembrava volergli comunicare qualcosa...qualcosa di terribile. Ma com'era possibile? Il mare non mostrava segni di agitazione, anzi...ma il suo silenzio non era per nulla confortevole. Riprese a pensare alla ragazza che venne a fare acquisti da lui, così curata nell'aspetto, così esigente, ma che a sua detta non aveva alcun particolare appuntamento. Gli parve impazzita. Sorrise al pensiero, e pensò che non avrebbe dovuto preoccuparsi troppo. Forse era fatta così, una ragazza che si divertiva a prendersi gioco delle convenzioni. "Beh, buon per lei" pensò "ha saputo farsi strada in un mondo unidirezionale come il nostro". Chissà se l'avrebbe rivista. La monotonia dei suoi giorni si faceva onerosa.

Un tonfo violento.

Il ragazzo non ci pensò due volte e corse in direzione del botto, nella speranza di recuperare il recuperabile. Urlò con tutte le sue forze per cercare aiuto, ma ben presto si rese conto di quanto fosse inutile, e così si decise a tuffarsi dalla modesta altura. C'era ancora speranza. Sì, tutto sarebbe andato per il meglio. E se fossi arrivato troppo tardi? Temo...temo di sì.

Oh Cielo...oh santo Cielo.

La tirò su trascinandola sulla riva, respirando affannosamente. Si voltò verso di lei, cercando qualche traccia di vita nel suo viso spento. Tentò di rianimarla contando unicamente sulle sue capacità. Forza. Forza. Ti prego, ti prego...non cedere. Dimmi che ci sei ancora.

Percepì un battito di ciglia, e un altro, e un altro ancora.

Dio, menomale. Oh...

Tirò un ampio sospiro di sollievo, e si gettò supino sulla terra sabbiosa, le braccia distese.

- Da adesso in poi non sarai più sola. -

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