L'ultimo messaggio dello Zaffirubino
Acqua, dolceamara culla
Nella qual esalo gli ultimi sospiri
Gli ultimi affanni, parole timbrate
Sullo sfondo del tempo
Eterno, inarrestabile
Imperturbabile a sofferenze umane
Vane ambizioni della nuda creatura
Spogliata del proprio buonsenso
E propria eterea natura
Avvolgimi nella tua seta trasparente
Trascinarmi in basso, sulla rotta che delizia
Il velluto cristallino
Nel quale i miei piedi affondano inesorabili
In balia del silenzio
Del suono perenne
Della sostanza indenne
Ai lamenti del granello che vuol vedersi brillare
Di bronzo, lucente agli occhi di chi non vede
Che esso non è altro che caduca sostanza
Prodotta dal fuoco
E destinata alle fiamme;
Di guerre lottate per le sue attenzioni
Mentre essa è impassibile e priva di emozioni
Ma io questa sorte non voglio subire
Al sublime infinito io voglio ubbidire
E null'altro
Se non a te, ti affido la mia storia:
Artigiano rubicondo, forgia come a te piace
Riempi il vuoto con la gioia
Di cui io son capace
Letti gli occhi tuoi
Nei quali io giaccio;
Uno spazio senza fine...
Finemente leviga le vecchie imperfezioni
Della ceramica mia
Con i tuoi tasti componi la dolce melodia
Dei nostri battiti, così in sintonia
Amara nostalgia
Già devo andar via
Ti affido la mia gloria
Ma sappi che, di questa storia
Tu sei già parte
E interamente la occupi
Con effusioni celate
Dagli affanni secolari
Dai fasulli battiti che fanno palpitare
Di terrore i nostri cuori
Dolori inspiegabili
All'arresto una depressione
Che solo la morte può curare;
Uccidere il tempo, per poi vederlo vivere
Acqua e fuoco amalgamati
Come acqua e olio
Questa è loro sorte e, se non mi credete
Provate l'esperimento nel reame del nulla
E del tutto
E create
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