Summer is near

-La lezione è terminata ragazzi, preparatevi che lo spettacolo è tra quattro giorni.
Disse il professor Downey, facendo correre come dei razzi i suoi ragazzi fuori dalla classe.
Erano passati mesi, e la scuola stava finendo. Tutti sentivano il richiamo dell'estate che rende immemore l'adulto quanto ribelle il giovane.
Tutti i professori si erano addolciti ora che mancava così poco alla fine, volevano far finire al più presto gli esami e mandare via tutti i maturandi, anche con un calcio nel didietro poiché l'importante era non vederli girare per i corridoi mai più.
E se gli altri avevano messo un masso sulla loro severità, il più temuto di tutti si era chiuso nella tristezza.
Tutti notavano come si era spento, certo continuavano le sue sgridate sarcastiche e ciniche, ma erano meno offensive delle altre volte. Non appena usciva dalla classe nemmeno rovinava la giornata a tutti gli altri, filava dritto in ufficio e non lo vedevi in giro finché non doveva far un'altra lezione.
Era perfino riuscito a far diventare la sua classe di musica una vera e propria band che suonerà il giorno dello spettacolo.
A volte osava addirittura ridere e scherzare con i suoi alunni, non si sentivano più urla o pugni sui banchi.
Downey era l'unico del corpo docenti ad aver terminato il programma prima di tutti, difatti era invidiato dai suoi colleghi e premiato dal preside in continuazione, dopotutto era suo padre.
Cambiato o meno, si vedeva lontano un miglio che era depresso.
Si lasciava abbracciare dalle sue alunne più piccole che avevano una costante cotta verso il suo corpo atletico, giocava a basket con la squadra della Walter High e faceva da supplente a Bart quando esso non c'era.
Faith notava questa colorazione improvvisa della scuola, ed era orgogliosa del fatto che finalmente, tutto sembrava messo al suo posto. Tutti la chiamavano, anche quelli del suo stesso anno, tutti per farsi aiutare nei compiti oppure in qualche esercizio di matematica.
Anzi, faceva direttamente lei la professoressa di ogni materia, bastava che un professore venisse a chiederle quel grande favore e, mentre lei teneva la classe dalla sua parte per evitare ribellioni, i prof se ne andavano da qualche parte a spassarsela.
La ragazza non si preoccupava più del fattore Downey, la lasciava sempre stare e aveva finalmente smesso di strisciarle ai piedi per chieder perdono.
Mentre guidava una scolaresca venuta dalle medie per vedere la scuola, incrociò il fulcro dei suoi pensieri che le batté un sonoro cinque, ma era solo per far credere ai ragazzini che quella scuola fosse allegra e divertente.
Tutti fingevano di essere contenti e felici, i professori gentili e disponibili e Downey era il miglior attore quando si trattava di visite alla Walter.
Mentre spiegava l'ambito degli orari, nella sua mente frullava il pensiero fisso che quella sera stessa, al Lord Byron, si sarebbe tenuta una cena di classe.
Erano tutti quelli dell'ultimo anno più i professori e indovinate un po'?
Il diavolo viene.
Si, esatto, tutti avevano accettato quell'invito.
Così, quando quell'ennesima giornata di pre estate terminò, Faith corse verso il suo nuovo rifugio vicino alla foresta.
Si lavò nel fiume che scorreva a fianco di quella piccola grotta protetta da alberi ed alberi e restò ad attendere la sera fumando seduta sui ciottoli della riva.
Era l'unico giorno libero che tutti avevano per fare quella maledetta cena, non poteva perdersela.
Quando il passato tornava a dilaniarla, Faith si attaccava al,a sigaretta elettronica senza pensarci due volte, come una tradizione.
E per quanto possa essere affascinante una ragazza bionda e bellissima con il fumo in bocca, il suo corpo ne risentiva.
Era più debole, non riusciva più a stare sveglia a notte fonda.
Diventava sempre più nervosa e con meno pazienza del normale, avendo degli scatti di collera improvvisa che appunto quietava con quel sapore di tabacco e un qualche frutto esotico.
Quando giunse l'ora di profumò ancora di più, nascondendosi nella cavernetta per indossare l'unico vestito elegante che si era portata: top nero che lasciava intravedere la pancia piatta, gonna a vita alta e rossa con motivi scozzesi, ballerine nere e un filo di mascara che aveva rubato a Chloe per vendicarsi.
Si specchiò nel dolce fiume, tracciando con le dita una riga laterale che creava un piccolo ciuffetto verso sinistra.
Dal borsone nascosto dietro una roccia prese la borsetta elegante che aveva le comprato Ashley anni fa, ma lei scoprì in seguito che era dove nascondeva le bustine di cocaina.
Mise infondo la pistola, coprendola con cianfrusaglie che una ragazza di solito si porta ad una cena, salendo poi sulla bici per raggiungere il pub.
Parcheggiò il suo fidato catorcio e raggiunse quel cumulo di prof e alunni che stava chiacchierando animatamente.
Tutti i ragazzi l'accolsero con fischi ed applausi, Faith rispose con un sorrisetto ironico e li ignorò.
Lentamente arrivarono tutti, Hannah Standall come vide la biondina le saltò addosso colpendola di complimenti sinceri e abbracci, affetto che fu ricambiato con riluttanza dalla protagonista.
-Ehi Davis, non è che dopo vieni in bagno con me? Ho pure il preservativo!
Le sussurrò un deficiente da dietro, mostrandole pure la bustina della Durex davanti agli occhi.
A salvata in angolo fu proprio la sua ex rivale, la quale afferrò quella bustina e lesse.
-Che c'è Standall, vuoi anche tu?
Lei rise.
-Mi dispiace Duncan, ma non è tuo questo, qua c'è scritto misura large!
Il cretino non rispose e riprese la sua roba, andandosene via. Scoppiarono a ridere le due ragazze, ma le loro risate furono coperte da un rombo di motore che invase l'aria.
Tutti si fermarono a bocca spalancata, fissando l'Audi R8 Spyder, bianca e dai bordi rossi, ringhiare nel parcheggio fino a fermarsi al fianco del furgone di quello di scienze.
Era senza tettuccio, perciò rimasero tutti ancora più sorpresi nel vedere il professor Downey togliersi gli occhiali da sole, passarsi una mano tra il ciuffo scompigliato dal vento e scendere dalla macchina.
Nel silenzio più totale fece il giro della bestia, aprendo la portiera a quella di geografia, diciamo la sua amica con cui si divertiva ogni giorno nel suo ufficio o direttamente in casa, almeno prima di Hannah.
Le prese la mano come un galantuomo, aiutandola a scendere per raggiungere tutti gli alunni e abbracciarli calorosamente.
I ragazzi si accalcarono attorno a lui per chiedergli dettagli sulla sua auto, su quanto costava e tutte le cose che interessano ai maschi.
Faith ancora aveva la mente benedetta da quella visione di Downey con addosso una giacca grigia, camicia rossa, cravatta oro a righe, pantaloni sempre grigi e mocassini neri lucidati fino alla pazzia.
Il mento coperto da una barbetta curatissima e il ciuffo tagliato sulla punta ma sempre dritto.
Quando i ragazzi sgomberarono la strada, fu il turno delle oche giulive che lo abbracciarono solo per sentire i suoi addominali contro il corpo, tutte tranne Hannah e Faith che se ne stavano in disparte a prenderle in giro.
Non le salutò nemmeno, entrò direttamente nel pub seguito da tutti gli altri.
Il loro tavolo era lunghissimo e formato a mo di ferro di cavallo, la biondina era riuscita ad ottenere una sala solo per loro dato che lei aveva organizzato il tutto altrimenti nessuno avrebbe fatto sta cena.
Si sedette al centro di quel gruppo, alla sua destra il lato della sala occupata da soli studenti, alla sua sinistra quella dei professori.
E chi poteva avere mai al suo fianco se non il professor Downey?
Grazie al cielo era intento a far morire dal ridere la professoressa di francese, altrimenti di sicuro si sarebbe sfogato con lei.
Solo lei sapeva che a fine serata doveva leggere una lettera di ringraziamento e dire ai camerieri a chi dare i regali che però tutta la classe aveva comprato per gli insegnanti.
-Ehi Robert, chi il tuo pupillo in classe?
Chiese strafottente un collega dell'interpellato, decidendo le sorti di Faith Davis che subito sentì una forza disumana prenderla e avvolgerla per le spalle, finendo stretta contro il corpo dell'uomo più elegante e figo della cena.
-Ovviamente questa ragazza qua!
Rispose euforico, ma stava recitando meglio di un Oscar.
Faith gli diede corda, sorridendo e partecipando alle battute che faceva per tenere animata la serata.
Dopo un po' con una scusa si alzò e corse in bagno, accasciandosi contro il lavandino mentre libera lasciava che la tristezza riprendesse il suo potere.
Aveva quel vuoto, le mancavano i pilastri della crescita: amore, famiglia, amici e una casa dove stare.
Ne sentiva la mancanza ogni giorno, nel cuore e negli occhi.
Strinse i bordi del lavandino, cercando di spingere il pianto fuori, ma rimanevano solo gli occhi lucidi.
-Eccoti qua Davis!
Esclamò Downey, chiudendo a chiave la porta e ghignando malefico.
Faith alzò lo sguardo e fissò il suo riflesso.
Per la prima volta vide la tigre nelle sue pupille, era pronta a tirar fuori gli artigli.

*quanto lungo sto capitolo. Perdonate errori di battitura, ma non ho tempo. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.


Ah, la Audi R8 Spyder è questa

E per chi non l'avesse capito, oggi Robert era conciato così

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top