Chloe

Faith Davis stava camminando verso l'aula magna che doveva essere teatro delle prove delle Letters Live, praticamente un gruppo di ragazzi che doveva leggere delle lettere scritte dai personaggi del passato.
Ma non dovevano solo leggerle, tutt'altro, loro dovevano essere quelle lettere, quelle parole, quelle frasi. Erano tutte lettere d'amore ovviamente, l'argomento è sempre e solo quello. Parli della guerra che stai combattendo? Lo dici alla tua amata. C'è odio? Scrivi solo amore.
Si risponde sempre con il contrario di ciò che si pensa.
La biondina fece il suo ingresso nella sala in pendenza, raggiungendo i suoi pochi compagni che seduti sulle sedie della platea ripassavano in religioso silenzio le loro lettere. Per ora il professor Downey aveva affidato loro il solo compito di leggerle e rileggerle tante volte, e loro ubbidivano. Faith stava ringraziando il cielo per il fatto che lui l'avesse spostata in quel gruppo molto meno rumoroso di quello di Romeo e Giulietta. Quel maledetto giorno dove il moro stava per sfondare la cassa toracica di un suo alunno.
Si sedette il più lontano possibile da tutti, tirando fuori dallo zaino la sua lettera ed iniziando a leggerla senza degnare di uno sguardo gli altri. Il professore era con l'altro gruppo, ma loro non osava fare casino in ogni caso.
-Ahhh, è troppo complicata!
Sbottò d'improvviso Chloe Syvan, alzandosi dal suo posto e attirando l'attenzione di tutti i presenti in sala. Faith la squadrò da capo a piedi, aveva sempre quella smorfia di disgusto in volto dopo aver passato la vita a soffrire peggio di un cane. Aveva il chiodo fisso di dover tornare a casa dai "suoi genitori" prima o poi, se li avrebbe trovati ancora come l'ultima volta di sicuro sarebbe scappata di casa per sempre.
Tutti la ignorarono, tornando a testa china sulle loro lettere.
C'era quella leggera paura che il professor Downey entrasse di punto in bianco nell'aula, sorprendendoli a fare casino per poi metterli in punizione o far loro qualcosa che andava oltre la detenzione.
-Sono stufa di stare tutti i giorni a testa bassa per leggere queste maree di cazzate! Siete con me?
Nessuno rispose.
Nella Walter High non c'erano rivolte, non c'era ribellione. Per quale motivo bisognava andare contro a qualcosa troppo grande per essere anche solo sfiorato?
Chloe si avvicinò a Faith, sedendosi accanto per strapparle il foglio dalle mani. La ragazza chiuse per un secondo gli occhi e inspirò tutta la pazienza del mondo, guardandola già con un cipiglio stizzito.
-Posso aiutarti?
Chiese con nervosismo.
-Dobbiamo parlare in privato Davis, ti prego.
La guardò più da vicino: gli occhi neri come la pece ora non brillavano più di ribellione, ma di paura, terrore. Si preoccupò e subito l'accompagnò a prendersi una merenda al distributore, ma la Syvan prese il suo braccio buono e la trascinò nel bagno delle femmine. Chloe controllò che non ci fosse nessuno e in due secondi sorprese Faith, scoppiando a piangere per poi abbracciarla.
Era molto alta quella ragazza, la studentessa faticò ad appoggiare il mento sulla sua spalla scossa da brividi insistenti.
Le diede delle pacche sulle spalle non essendo abituata a quel tipo di affetto, non lo riceveva mai.
-Che succede? Shawn ti importuna ancora? Devo metterlo in riga?
Chiese tutta premurosa, conoscendo ogni suo segreto che si portava nel cuore dopo ore ed ore di sedute dallo psicologo quando toccava a lei sostituirlo.
Chloe si staccò dal caldo abbraccio e la guardò facendosi piccola piccola nonostante fosse un gigante confronto alla protagonista.
-Non è lui...è...un..altro..
Faith prima di far iniziare il tutto le fece bere un po' d'acqua dal lavandino, sciacquandole la faccia con le sue stesse mani dato che non riusciva a muoversi.
-Fammi indovinare, ti ha picchiata?
Giudicò i lividi sulle sue braccia, giungendo alla conclusione che non solo era stata picchiata, ma stuprata. La bile salì alle stelle.
-È stato...lui...
Chloe Syvan ad un certo punto urlò dalla disperazione e dal panico, tirando fuori dalla tasca il coltellino che si portava sempre per sbucciare la sua mela a pranzo, portando la lama sul polso.
-FERMATI!
Gridò Faith, afferrandole la mano che teneva il coltellino, cercando con tutta la sua forza di toglierlo dalla sua presa. Ma la spilungona spingeva il braccio, rendendo la lotta ancora più dura. Alla fine la biondina riuscì ad averla vinta, gettando a terra il coltellino e alzandole senza imbarazzo la maglietta fin sotto i semi per vedere i lividi violacei che c'erano sullo stomaco e scendevano nel basso ventre. Vide con orrore il segno di unghie, graffi e morsi su tutto il suo corpo.
Prese il suo volto in lacrime, guardandola dritta negli occhi per darle tutta la sicurezza del mondo.
-Ti prego dimmelo.
Chloe strinse i denti.
-È stato...Downey.
Faith la lasciò andare di scatto, iniziando a boccheggiare. Provava un odio, un ribrezzo, una rabbia cieca e una collera che raggiunsero il suo sangue facendolo arrivare al cuore e non più al cervello. Agì perché l'istinto aveva preso il trono e non voleva lasciarlo per nessuna ragione.
-Dove vai?!
Chiese lei, vedendo la Davis correre via dal bagno. La biondina camminava a passi lunghi e misurati, il soldato britannico dentro di lei aveva imbracciato l'artiglieria. Vide gli alunni di teatro tornare in giardino per ricreazione, chiese a Jeff dove si trovava il bastardo professore, e trovò risposta dirigendosi verso il suo ufficio.
Aveva gli occhi di ghiaccio, non più cielo.
Non c'erano più le nuvole che cambiavano il loro colore, c'era un fermo e monotono ghiaccio dentro di lei.
Chloe però non si accorse che Faith, nella mano, stringeva con tutte le forze il suo coltellino.


*madooo, sono ancora quiii.  BTW ANDATE SUBITO A LEGGERE TRUE FRIENDS DI  00cass *con la voce di robert* DO IT NOWWW! Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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