Notes
Era tutto stranamente calmo e tranquillo.
Nonostante fossero molti in quel locale, il vociare non era fastidioso: era moderato, lieve.
Il profumo di cocktail di vario genere affollava il caldo locale, mentre alcuni erano proprio a sorseggiare uno di questi: seduti su sedie, poltrone o divani, a gustarsi il sapore e la calma della serata.
Karma si guardava attorno; gli occhi dorati si muovevano da una parte all'altra catturando vari dettagli o oggetti interessanti.
Ne aveva già visti di locali del genere: ambientazione vintage, musica jazz in sottofondo e la profumata aria dolce. Se non ricordava male, c'era stato una volta con i suoi genitori per un aperitivo di lavoro: era stato praticamente costretto ad andarci ed aveva passato tutta la serata in disparte, col cellulare in una mano ed un bicchiere di cocktail analcolico nell'altra.
Era stato lì così tutta la sera, attendendo con ansia l'ora del rientro a casa, così da potersi stravaccare sul suo letto e dormire fino al giorno dopo.
Karma ora osservava i suoi compagni di classe parlare e ridere tra di loro, con Koro Sensei che li intratteneva dicendo varie cose.
La 3-E aveva deciso di fare un aperitivo di sera per festeggiare un loro piano di omicidio, nei confronti del professore, quasi andato a buon termine.
All'inizio Karma non aveva molta voglia di andarci: avrebbe preferito rimanere a casa, magari finendo un gioco sul Nintendo oppure andando semplicemente a dormire.
Fu qualcuno a convincerlo di venire.
Un qualcuno dai capelli azzurri ed il sorriso sincero.
Nagisa Shiota era andato da lui, guardandolo negli occhi ed esclamando entusiasta <<dai, Karma! Ci divertiremo! >> e sorrise. E Karma contro quel sorriso non poteva nulla. Era qualcosa che lo metteva K.O all'istante per quanto lo trovasse semplicemente magnifico.
A quel punto sentí il cuore battere veloce e il viso scaldarsi dolcemente. Distolse lo sguardo, rosso, e sospirò, arrendensosi e accettando di venire.
Ed ora era seduto lì: su una poltroncina, immobile, ad osservare i vari compagni che si divertivano.
Aveva appena finito di bere il suo cocktail analcolico alla fragola, gustandosi ancora quel sapore dolciastro sulla lingua.
Spostò annoiato lo sguardo verso Koro Sensei: rideva sempre e perennemente e indossava quel suo solito finto costume da umano per non dare nell'occhio. Pensò a quanto fosse ridicolo quel cammuffamento, pensando che mai ci sarebbe cascato sul serio.
Poi spostò lo sguardo verso Nagisa: era seduto in mezzo a Kayano e Isogai, sorrideva, parlava. Aveva perennemente quella bellissima espressione angelica e solare che poco a poco scaldava il cuore del rosso.
Karma era ben consapevole dei suoi sentimenti per Nagisa, solo che non credeva minimamente di piacere al celeste. Gli sembrava semplicemente troppo lontano, irraggiungibile. Allora stava zitto, malinconico, osservando quell'angelo lontano.
Continuò a osservarlo, finché non vide Kayano stringere il braccio di Nagisa con quel palese sguardo da innamorata cotta, chiedendogli qualcosa che il rosso non riusciva a sentire.
Distolse involontariamente lo sguardo, Karma, con quel sapore dolce di fragola che veniva rimpiazzato da uno forte e amaro.
Cominciava a provare disagio, molto disagio: non gli capitava quasi mai, ma in quella situazione dove lui sembrava l'unico a non partecipare, avvertiva delle piccole scosse di imbarazzo.
"mannaggia a me che ti ho assecondato, Nagisa" pensò il rosso.
Decise che era meglio tagliare la corda per un po'.
Si alzò dalla poltrona su cui era seduto, dicendo un <<vado in bagno.>> che nessuno calcolò. Dopo ciò il rosso si avviò via, in cerca del bagno del locale.
Il locale era enorme ed aveva corridoi che si mischiavano, separavano ed intrecciavano tra di loro:
Un vero labirinto.
Sbuffò, Karma, passandosi una mano nei capelli <<maledizione>> disse, maledicendo il fatto di non aver chiesto indicazioni.
Dopo aver girato per un po', il rosso finì in un corridoio di porte tutte chiuse, tutte nere, che andavano in contrasto con i muri verniciati di rosso rubino.
Erano tutte chiuse tranne una.
Karma si avvicinò curioso alla porta aperta, guardandosi attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno e quindi, magari, non farsi beccare a fare qualcosa di possibilmente vietato.
Sbirciò prudentemente all'interno della piccola stanzetta: era una completamente decorata con ornamenti stile America anni '50,con pareti rosse, due mobili neri e lucidi ed infine, un pianoforte in mezzo alla stanza.
Il rosso vi entrò e curioso si avvicinò allo strumento: era un pianoforte molto grande, pulito a pennello, con piccoli ornamenti dorati e l'aria nuova di zecca. Vi era uno sgabello di tessuto rosso proprio sotto, anch'esso con ornamenti d'oro e definiture nere.
Il ragazzo vi passo delicatamente una mano sopra, ammirando lo strumento in tutta la sua bellezza. Alzò delicatamente il copri tasti, per poi accarezzare i tasti bianchi come l'avorio ed i tasti neri pece. Ne cliccò uno, facendo risuonare nella stanza il suono di quella nota appena intonata. Poi posò le altre dita, componendo una scaletta, seguendo quei bianchi tasti per ordine.
Non riusciva a capire perché, ma quel piano lo attirava in una maniera strana: come se lo avesse ipnotizzato e lo stesse pregando di spingere ogni suo tasto e far uscire dei suoni.
Si guardò attorno ancora una volta, Karma; poi preso lo sgabello di tessuto rosso e vi si sedette sopra, osservando lo strumento che gli si imponeva davanti.
Prese a schiacciare dei tasti, lentamente, facendo uscire una melodia leggera e delicata, ipnotizzante.
La sua professoressa Bitch-Sensei gli aveva insegnato giusto le basi per suonare il pianoforte, dicendogli che sarebbe stata un ottima tattica di seduzione e che con lui sarebbe andata a pennello.
Non aveva mai preso in considerazione l'idea di suonare uno strumento, tantomeno un pianoforte, ma la sua cara prof gli continuava a dire le solite parole:
"il pianoforte è lo strumento più adatto per entrare nei cuori delle persone: se riesci a controllarne la melodia, avrai conquistato ogni cuore che tu voglia."
Il ragazzo sospirò, alzandosi per uscire di lì, ma si fermò quasi subito: voleva davvero tornare lì? Era davvero questo che desiderava? Decisamente no.
Si risedette rassegnato, guardando lo strumento con la coda dell'occhio.
Non aveva nulla di meglio da fare, quindi perché non fare una prova?
Si ricordò di una canzone che Bitch-Sensei gli aveva insegnato, così prese un respiro profondo e poggiò le dita sui tasti.
Cominciò a suonare, osservando i movimenti delle sue dita, assicurandosi che premesse i tasti giusti; piano piano, la melodia gli entrò nella testa, lasciandogli la mente libera da ogni pensiero.
Seguiva le note come un sentiero, percorrendo note d'inchiostro che uscivano dal cuore.
Era strano, molto strano.
Piano Karma aumentò la velocità, stando meno concentrato sulle dita e più sulla melodia. Si stava lentamente trascinando con quei suoni: dolci, lenti, indelebili.
Era tutto così strano: sembrava che la stanza intorno a lui fosse sparita e che vi fossero rimasti solo il rosso ed il pianoforte.
Quasi non se ne rese conto, ma aveva chiuso gli occhi, continuando a premere i tasti lisci, senza mai fermarsi.
Non c'era niente nella sua testa, solo quella musica.
Si fermò solo quando si rese conto di non saper andare avanti col brano. Aprì gli occhi piano, con la mente che poco a poco tornava alla normalità. Guardava dritto davanti a sé, come se qual vuoto potesse dargli spiegazioni su quel che gli era successo.
Non riusciva a capire, non gli era mai capitata una cosa simile.
Prese un respiro profondo, riempiendo i polmoni d'aria, per poi far uscire tutto in un rilassato sospiro.
Bizzarro, davvero molto bizzarro.
Karma udì dei battiti di mani provenire dalla porta d'ingresso della stanzina: sobbalzò e girò lo sguardo verso la direzione del suono.
Dire che rimase sorpreso è poco quando si trovò Nagisa sull'uscio della porta, ad applaudire, con quel viso felice e meravigliato.
Karma era diventato rosso dall'imbarazzo e si era irrigidito sul posto.
<<wow, Karma: sei bravissimo! Non sapevo sapessi suonare!>> esclamò il celeste, avvicinandosi poi al compagno. Il rosso teneva lo sguardo basso per l'imbarazzo, non riuscendo a guardare il compagno negli occhi <<i-infatti... >> disse piano, con l'intero viso che gli andava a fuoco.
Nagisa lo osservava con quel suo fare innocente, scrutando per bene l'altro centimetro per centimetro.
Ci fu silenzio per un attimo.
<<c-come mai sei qui, Nagisa-kun?>> disse finalmente Karma, trovando il coraggio di guardare l'altro negli occhi <<oh! È che ti ho visto allontanarti, così sono venuto a cercarti per capire dove fossi... Poi ho sentito della musica e sono venuto qui>> alzò le spalle il celeste, mentre l'altro distolse lo sguardo ridacchiando a bassa voce <<non pensavo di avere una fatina materna>> ironizzò il maggiore, facendo assumere all'altro un broncio bambinesco <<fatina a chi!? >> esclamò offeso il minore, mentre l'altro rise divertito.
Vi fu poi un altro attimo di silenzio.
Shiota si sedette affianco al rosso, su quel piccolo sgabello in cui a malapena ci stavano entrambi. <<perché non vieni di là? Non è più divertente stare con gli altri? >> chiese Nagisa, facendo abbassare lo sguardo dell'altro e facendolo leggermente stringerlo in sé <<preferisco stare qui... >> mentì il ragazzo, per non dire quanto in realtà non sopportasse l'idea di vedere Nagisa passare tutto il suo tempo con Kaede, sentendosi il cuore stretto in una morsa e la sensazione di sentirsi impotente davanti a ciò.
Nagisa lo guardò perplesso, capendo che il maggiore avesse qualcosa che non andava.
Il celeste lo osservava di continuo e sapeva perfettamente come Karma si comportava quando qualcosa non andava. E odiava quando succedeva perché non sapeva come rimediare e si sentiva inutile, stupido, incapace di farlo stare meglio.
Il maggiore accarezzò piano i tasti dello strumento, non guardando Nagisa, mentre quest'ultimo cercava di capire cosa fare <<sicuro di stare bene? Non m-mi sembri molto in forma sta sera... >> cercò di dire Nagisa, ma ricevendo in cambio la disinteressazione del rosso. <<I-insomma... Di solito ti diverti e stai con gli altri, mentre sta sera... >> continuò il puffetto, ma il ragazzo affianco a lui ancora lo ignorava. <<... Sei strano... >> sospirò il minore, sta volta guadagnandosi un forte colpo di tasti su una nota bassa.
Rimase stupito, Nagisa, mentre il rosso non capiva perché si sentisse così stranamente irritato dalle parole del celeste.
<<te lo avevo detto che era meglio se non venivo... >> sussurrò roco il maggiore, mentre l'altro rimase basito.
Da Karma Akabane puoi aspettarti di tutto: insulti, prese in giro, attacchi a sorpresa... Ma mai si può immaginare di ottenere una simile reazione, soprattutto non lo concepiva Nagisa.
Il minore guardò l'altro perplesso, stringendo le mani l'una con l'altra <<e perché non hai rifiutato, allora?>> chiese con un filo di voce.
Karma si sentì ancora una volta svuotato, ma stavolta non in positivo: sentiva come se la sua stessa anima lo avesse abbandonato a quella domanda, lasciando il corpo lì, immobile e morto.
Si mise ad osservare il soffitto, Karma, con gli occhi spenti e vuoti <<perché non riesco mai a dire di no se sei tu a chiederlo>> affermò.
Lì per lì, Nagisa non capì: guardò l'altro ancora più confuso di prima, sforzandosi a capire. <<che intendi? Ti comporti in modo strano stasera... Non sembri tu... >> disse preoccupato Shiota. A quel punto Karma lo guardò: ma non con gli occhi vuoti di prima, bensì con degli occhi di una serietà quasi non sua. <<e se tu non sapessi nemmeno chi sono io?>> chiese, al che a Nagisa scappò un sussulto <<no Karma, non dire così... >> sussurrò incredulo a quell'affermazzione <<i-io ti conosco, ti devo conoscere... >> fece ancora. <<e se non fosse così? >> chiese ancora Akabane <<se ci fossero ancora miliardi di cose che non sai su di me? >>.
Nagisa sentí il petto riempirsi di tristezza, non capendo cosa stesse accadendo a Karma e sentendo come una pressa schiacciargli l'anima.
Lui voleva conoscere il rosso, lui VOLEVA sentirsi il più vicino a lui possibile. Voleva poterlo consolare ogni volta che stesse male, voleva che il rosso lo accogliesse a braccia aperte e gli sussurrasse dolci parole che gli avrebbero reso le notti tranquille.
<<c-che stai dicendo...? >> chiese confuso Nagisa, senza parole.
E Karma stava per esplodere ormai. Avrebbe sboccato del tutto se non l'avesse detto.
Guardò Nagisa dritto negli occhi, con quei due ori di un profondo spaventoso, mentre le iridi azzurre dell'altro lo guardavano confuse e velate di lacrime.
<<se io ti amassi, che faresti?>> chiese Karma, facendo sprofondare il silenzio.
A quelle parole, Nagisa si bloccò: confuso, incredulo.
Cosa... Cosa aveva appena detto?
Quale parola aveva usato?
A-amare? Aveva seriamente detto quella parola?
Il maggiore ci mise un po' per realizzare cosa avesse appena detto. Spalancò gli occhi appena trovata la verità, portandosi una mano alla bocca, spaventato ed incredulo.
Si alzò di scatto dallo sgabello, Karma, non riuscendo a guardare l'altro negli occhi.
Si era fatto scoprire e per di più in modo stupido.
Maledetto lui e i suoi sentimenti.
<<scusa... >> sussurrò lievemente Akabane, cercando di fuggire da quella stanza.
Nagisa lo guardò basito per un attimo, per poi riprendere velocemente la ragione e cercando di fermare l'altro.
Si accollò ai fianchi del maggiore, poggiando la nuca sulla sua schiena e stringendo gli occhi con forza <<A-ASPETTA! TI PREGO!>> urlò a gran voce il più piccolo tra i due.
Karma si paralizzò.
Nagisa cominciò a singhiozzare, stringendo ancora più forte il rosso.
Il maggiore non capì, immobile. <<p-per favore, fermati... N-non andare... N-non lasciarmi solo... >> singhiozzò il celeste con le lacrime agli occhi. Akabane si voltò verso l'altro, guardandolo basito; Nagisa alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi blu pieni di lacrime con quelli oro basiti del maggiore.
E adesso? Che si doveva fare?
Nagisa voleva a parlare, voleva dirgli ciò che pensava a provava, ma le parole si bloccavano in gola, soffocate dalle lacrime che gli scendevano sulle guance. Perché diavolo non poteva lasciarsi andare?
Era stato zitto per troppo tempo, aveva nascosto tutto da troppo.
Ora era giunto al limite.
Deglutì pesantemente, Nagisa, per poi liberare la presa dai fianchi dell'altro e andandogli a prendere il viso con le mani. D'altro canto, Karma non riusciva a capire, con gli occhi spalancati e confusi.
Lentamente, il celeste si avvicinò al viso del rosso, posando poi le labbra rosee su quelle del compagno.
Il rosso perse un battito, cercando di realizzare la situazione.
Nagisa lo stava baciando davvero?
Non era un sogno, vero?
Era tutto reale?
Il rosso strinse a sé il celeste, apprestandosi a ricambiare il bacio dell'altro.
Che la professoressa Bitch ci avesse visto giusto?
Si staccarono poco dopo, guardandosi negli occhi: Shiota strinse forte la maglietta dell'altro con le mani, tirando su col naso e cercando di smettere di piangere. <<s-se tu mi amassi, s-sarei la persona più felice al mondo... >> disse piano il minore, trattenendo i singhiozzi.
Akabane lo guardò spiazzato, per poi avvicinarsi al suo orecchio e sussurrargli <<allora diventalo... >>.
A quelle parole Nagisa arrossì vistosamente, guardandolo poi negli occhi sorpreso.
Karma sorrise dolcemente, accarezzando il viso del compagno.
No, Bitch-Sensei non ci aveva preso: non era stato il piano a conquistare il cuore di Nagisa, ma la semplice sincerità che il suo cuore aveva tirato fuori, dando tutto al caso, tirando a sorte, scoprendo poi che non era l'unico a provare quei sentimenti. Non era stata la canzone, non erano state le note. Era semplicemente stato un filo rosso che li aveva avvicinati piano piano, facendoli intrecciare tra di loro.
Si strinsero forte, i due, sentendosi finalmente vicini l'uno all'altro.
Avrebbe fatto meglio a tornare dagli altri, ma non ci vedevano nulla di male a rimanere ancora qualche minuto lì, attaccati e felici, sentendo finalmente i loro cuori uniti.
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