9) Salvato da un coyote

Vero mi accompagnò fino alla fermata dell'autobus. Durante il tragitto incontrammo almeno sei ragazzi che fischiarono in sua direzione ma lei non li degnò di uno sguardo.
«Perché Nick non è guarito subito come noi?» chiesi.
«Ricorda che è stato Jacopo a ferirlo! - rispose lei. - Le ferite inflitte da un Alpha ci mettono di più a guarire e poi non ci è andato leggero»
Mi resi conto all'improvviso che erano le otto meno cinque e Caterina mi stava aspettando come promesso. Chiesi consiglio a Vero su come spiegare il mio essere licantropo ad una ragazza, non so perché ma sentivo che potevo fidarmi di lei.
Lei mi guardò severa:«Sei sicuro di poterti fidare? Meno gente sa della nostra esistenza meglio è! E poi se dovesse reagire male la perderesti per sempre!»
Ok, non era stata molto incoraggiante ma non ebbi tempo di replicare poiché il mio autobus arrivò.
Arrivai alle otto e cinque sotto casa di Cate ma sua madre mi disse che era andata da Irene a dormire. Perplesso, me ne andai, un po' deluso dal fatto che si fosse dimenticata di me ma in parte anche sollevato dal non doverle dire la verità. Non ancora almeno.
Nei due giorni successivi Cate non si fece più sentire ma in compenso la vidi di sfuggita in centro con Anna e Irene. Sembrava che mi evitasse. Al contrario Jacopo continuò a torturarmi con i suoi scontri forzati ma le cose migliorarono: la quinta ora di addestramento del secondo giorno, riuscii a trasformarmi senza bisogno del suo ruggito. Avevo imparato che dovevo lasciar incanalare nel mio corpo la rabbia e la potenza che avevo acquisito e lasciare semplicemente che avvenisse la trasformazione. Nick non era più un problema, ora lo stendevo senza troppa fatica. L'Alpha mi aveva fatto sfidare altri Beta ma riuscii a batterli seppur con difficoltà. Modestamente anche in uno scontro non sovrannaturale me la cavavo da sempre. Quello che mi salvava era la mia velocità che non dava il tempo ai miei avversari, benché più grossi di me, di sopraffarmi. L'unica era Vero.
La ragazza era micidiale e infermabile. Sentii dire da alcuni Beta che era seconda solo a Jacopo. Lui però non combattè mai in quei giorni.
La sera del secondo giorno Jacopo se ne era andato verso le otto portandosi con se Vero è un altro paio di Beta. I rimanenti, tra cui Nick,  mi si avvicinarono guardandomi in cagnesco. Si trasformarono tutti contemporaneamente e si avventarono su di me.
Sentii artigliate da tutte le parti e provai a ripararmi con le braccia ma erano troppi. Mi ritrovai a terra sanguinante in mezzo a loro che all'improvviso si erano fatti attenti.
«Cosa è questo odore? Non è un lupo!» esclamò un Beta. Gli altri assentirono e Nick aggiunse:«Arriva qualcuno di sovrannaturale ma non è un licantropo!»
Una Beta fece un verso di scherno:«Non c'è nessun essere sovrannaturale oltre ai lupi!»
«Oh, davvero?» fece una voce famigliare. Tutti i Beta si voltarono verso Alan che era apparso dagli alberi. Nell'oscurità dietro di lui si accesero due occhi celesti. Possibile che ci fosse un altro Omega?
La creatura a cui appartenevano gli occhi fece un balzo in avanti e riuscii a scorgere un luccicare di artigli e zanne.
I Beta si trovarono a combattere contro il misterioso avversario che li atterrò uno ad uno con una rapidità che avrebbe sopraffatto anche Vero. Quando tutti i miei aggressori giacquero a terra la figura misteriosa si alzò e si girò verso di me.
Una ragazza bellissima con i capelli corti e gli occhi bruni mi guardò con curiosità prima di esordire, in un inglese americano, con:«Ciao Yuri, tu sei l'Omega che ha trovato Deaton?»
Alan fu più pratico e mi aiutò a rialzarmi benché fossi tutto sanguinante poi rispose al posto mio: «Si è lui e siamo arrivati in tempo per fortuna - si rivolse a me- è stato Jacopo a dirgli di attaccarti?»
«No, volevano vendicarsi perché li avevo sconfitti» risposi. Poi specificai:«Nell'uno contro uno!»
La ragazza mi guardò sorpresa: «Sei in grado di tenergli testa?»
«Finché fanno a turno...»
«Quanti anni hai? 15?»
«No, 16 -risposi.- «Tu chi sei? Ho visto che sei un Omega come me ma gli altri non ti hanno riconosciuta come licantropo!»
«Lei è la ragazza a cui ti ho accennato - intervenne Deaton. - colei che, sono sicuro, ti istruirà molto meglio di Jacopo»
«Non sono una Omega, in realtà sono un coyote mannaro. È una lunga storia - disse lei presentandosi - Piacere di conoscerti, mi chiamò Malia Hale»

SPAZIO DELL'AUTORE:

Maliaaaaa! E non sarà l'unica! Ma cosa ci fanno qui queste persone? Presto lo scopriremo!
Ciao a tutti
SonOfCondor28

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