6) Avvertimenti
Andrea mi aiutò a rialzarmi e rimanemmo a guardare l'uomo allontanarsi, uno più spaventato dell'altro. Chi era Monroe? Era un Cacciatore? Mi avevano già trovato?
Ci incamminammo mogi verso la casa dell'amico quando mi venne in mente che dovevo passare a prendere Caterina tra poco meno di mezz'ora. Salutai quindi il mio migliore amico e presi un pullman, troppo stanco e preoccupato per camminare ulteriormente. Durante il tragitto venni avvicinato da una bellissima quanto sconosciuta ragazza sulla ventina con i capelli rossi e gli occhi verdi che si presentò: «Ciao, io sono Veronica ma puoi chiamarmi Vero. Tu sei Yuri giusto?»
«Ehm... ciao, si sono io. Però non credo ci fossimo mai presentati» risposi. Un volto così non l'avrei certo scordato!
Lei si avvicinò al mio viso e sussurrò:«Tu sei l'Omega di cui ci ha avvertiti Jacopo?»
Lo presi come uno sgarbo personale. Possibile che mezza Varese mi avesse già scoperto! Tutte queste persone legate al sovrannaturale all'improvviso spuntavano come funghi! Lei continuò:«Ho visto cosa ti ha fatto quel cacciatore. Quello era Strozzalupo, la pianta a noi letale! Senti, lo so che non mi conosci ma devi fidarti di me. Il Branco Vena non è un luogo sicuro. Ai novellini come te viene richiesta una prova di forza. Dovrai combattere, tu sai già trasformarti a piacimento?»
La guardai atterrito:«No! Non mi insegnano nulla prima?»
«Non è la filosofia di Jacopo. Devi essere abbastanza forte per sopravvivere. Solo così ti mostrerai degno di entrare nel branco»
«Ma io voglio solo essere istruito su come controllarmi! - replicai.- non voglio entrare in quel branco!»
«Non hai scelta! Ormai Jacopo ti conosce e ti vuole con lui! Se ti opponi sarà il primo a darti la caccia!»
Ero troppo sconvolto:«Non ne parli con amore! Perché sei in quel branco allora?»
«Mi ha aiutata in un momento difficile, Jacopo, rendendomi un suo Beta. Anch'io non condivido il suo modo di fare ma è l'unico Alpha di Varese. O stai con lui oppure sarai una preda»
L'autobus arrivò alla mia fermata con mio grande sollievo ma prima che me ne andassi Vero mi disse un altro cosa: «quando ci vedremo domani, tu non dire di avermi visto. Questo incontro non è mai avvenuto o Jacopo si arrabbierebbe molto»
Io annuí e mi diresse verso casa ancora più preoccupato. Mancavano solo dieci minuti alle otto.
Decisi che era inutile salire da me e mi misi alla porta di casa di Cate, aspettando.
Dopo qualche minuto lei scese, vestita con una giacchetta di pelle e una gonna bianca e il mio cuore fece una capriola.
La salutai imbarazzato e ci incamminammo verso la fermata dell'autobus ma ebbi la strana impressione di essere seguito. Mi guardai intorno ma non vidi nessuno.
Una volta sul bus mi tranquillizzai un poco ma stetti allerta fino a quando non entrammo a casa di Francy che ci accolse entusiasta e ci fece strada per il salotto dove erano già presenti Andrea, Matteo, Martino e Anna. Mancava solo Irene che arrivò poco dopo.
Iniziammo a cenare con le pizze prese a domicilio. Le ragazze poi tirarono fuori birre di tutti i tipi ma, visto che non se ne intendevano, riuscimmo a rifilare solo a loro quelle analcoliche. Eh già, in questo mondo esiste la birra analcolica.
La serata sfociò in un circolo di sfide alcoliche e tutte quegli stupidi giochi che si fanno alle feste.
Ci presi gusto e poi, detto sinceramente, volevo dimenticare tutte le preoccupazioni della giornata e le incertezze del domani. Buttai giù la prima lattina, poi la seconda, la terza ecc.
I miei amici iniziavano ad essere particolarmente allegri ma io non mi sentii particolarmente sveglio. Finimmo per giocare ad obbligo o verità. Matteo si rivolse a me e io scelsi verità. Lui mi chiese: «Quale delle ragazze qui presenti ti faresti subito?»
Lo maledissi in silenzio mentre tutti gli occhi erano puntati su di me. «O rispondi - continuò Teo. - oppure bevi tre birre di fila!»
Cate mi stava guardando e alla fine scelsi di bere. Mandai giù tutto abbastanza tranquillamente mentre tutti mi guardavano ammirati. Anch'io iniziai a farmi qualche domanda. Perché non sentivo nessun effetto dovuto all'alcol?
Proseguimmo ancora un po' con quel gioco ma poi ci stufammo e decidemmo di mettere un po' di musica. Collegai il mio cellulare alle casse e stavo per schiacciare il tasto "play" quando quello fu sostituito dalla cornetta di una chiamata in arrivo. Senza volerlo premetti. La voce di Deaton, amplificata dalle casse, esclamò: «Per ora vai con Jacopo, io ti ho trovato un insegnante migliore ma ci metterà un po' ad arrivare!»
Tutti mi guardarono sbalorditi ma Alan riprese: «Sarà un onore essere istruito dalla ragazza di Scott McCall!»
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