Tradimento e Fuoco

Al molo 17, tra container arrugginiti e luci tremolanti, la tensione era palpabile, un'atmosfera carica di elettricità. L'odore salmastro si mescolava a quello acre della pioggia imminente, un mix pungente. Le onde si infrangevano contro i pilastri del molo con un ritmo cupo, incessante, un suono che amplificava l'angoscia. Un'atmosfera carica di presagi, di pericoli incombenti.

Nel suo ufficio, ore prima, Max aveva esaminato il piano, con attenzione, con meticolosità. La falsa Stella di Pandora giaceva sulla sua scrivania come un gioiello maledetto, un oggetto di inganno. "Un inganno necessario," pensò Max, con amarezza.

"Sei sicuro che funzionerà?" aveva chiesto Gabriel nel retro del Midnight Pearl, con preoccupazione. "Deve funzionare," aveva risposto Max, con fermezza. Il pensiero ossessivo rivolto a Lola, alla sua salvezza, alla sua incolumità.

Quello che Max e Gabriel ignoravano era che Eddie aveva già venduto la loro fiducia, tradendoli. Quella sera, nascosto nell'ombra, Eddie aveva ascoltato ogni parola del loro piano, ogni dettaglio, ogni mossa.

Al molo 17, l'aria era carica di elettricità, di tensione. Max avanzava tra i container, con passo deciso, la falsa Stella stretta nel pugno, un oggetto simbolico. "Un guanto di sfida lanciato al nemico," pensò Max, con determinazione. "L'inizio della resa dei conti, dello scontro finale."

Vincent Harlow emerse dall'oscurità, circondato dai suoi uomini, una figura imponente, minacciosa. I suoi occhi brillavano di una fredda intelligenza calcolatrice, uno sguardo che incuteva timore. Al suo fianco, Nico, ex mercenario il cui viso sfregiato raccontava storie di violenza, di brutalità. La rivalità tra Max e Nico era palpabile, un'ostilità profonda, un odio reciproco.

Lola era con loro, prigioniera, inerme. Un livido le macchiava lo zigomo, una ferita evidente, ma nei suoi occhi ardeva ancora quella fierezza indomita, quella forza interiore che la caratterizzava. Il suo sguardo incrociò quello di Max, un contatto fugace. Un legame silenzioso, una promessa muta di proteggerla, di salvarla.

"Max Stone," la voce di Harlow era fredda come l'acciaio, tagliente. "Hai portato quello che ho chiesto?" Max sollevò la chiavetta USB, con un gesto teatrale. "Lascia andare Lola, e la Stella è tua." Un bluff rischioso, un azzardo calcolato.

Fu in quel momento che Eddie emerse dall'ombra, con passo incerto, la pistola puntata contro Max, un'arma minacciosa. Il tradimento era evidente nei suoi occhi stanchi, scavati, un'espressione di rimorso, di colpa. "Mi dispiace, Max," mormorò, con voce flebile. "Il peso del tradimento," pensò Max, con amarezza, "il rimorso che lo tormentava, che lo divorava."

"C'è sempre una scelta, Eddie," rispose Max, con voce ferma. Il cuore pesante per il tradimento dell'amico, un dolore profondo.

Harlow sorrise, un sorriso privo di calore, un ghigno crudele. Con un movimento deliberato, calpestò la chiavetta USB, distruggendola. "I tuoi giochetti finiscono qui, Stone. So della vera Stella nel pianoforte." Un gesto di disprezzo, di sfida.

Un attimo dopo, l'ordine di Harlow squarciò la notte, un comando brutale: "Sparate senza pietà, uccideteli." Il molo esplose in un inferno di spari, un caos di violenza. Una sinfonia di violenza, un concerto di morte.

Max si mosse con l'istinto affinato da anni di servizio, da mille pericoli affrontati, trascinandosi dietro un container e rispondendo al fuoco, con precisione, con rapidità. Nel caos, si fece strada verso Lola, con determinazione, tagliando le sue legature, liberandola. La tirò con sé dietro una fila di casse, proteggendola con il proprio corpo, un gesto istintivo.

Gabriel, nascosto tra le ombre, copriva la loro ritirata, con coraggio. Ma un proiettile vagante, sparato dalla pistola di Nico, lo colpì al petto, una ferita mortale. "Gabriel!" Il grido straziante di Lola si perse nel frastuono, un lamento di dolore.

Max raggiunse il ragazzo, caduto a terra, inerme, trascinandolo al riparo, un gesto disperato. Il sacrificio di un ragazzo coraggioso, un atto di eroismo.

Gabriel, ormai privo di forze, riuscì a sussurrare le sue ultime parole, un soffio di voce. "La vera Stella... Usala per fare giustizia, Max. Per Elena... Per tutti noi." Un ultimo respiro tremante... e poi il silenzio, la morte.

Max sentì il peso di un'altra perdita, un altro dolore, un'altra ferita. Il suo sacrificio non sarebbe stato vano, una promessa silenziosa.

Max e Lola si allontanarono nella notte, fuggendo dal molo insanguinato, un luogo di morte. La battaglia decisiva doveva ancora essere combattuta, lo scontro finale era imminente.

La voce di Harlow, furiosa, risuonò nel buio, un urlo di rabbia: "Inseguili! Nico, voglio Max Stone morto."

Mentre Max e Lola si rifugiavano nella sua Chevrolet, un'auto malconcia, Nico si lanciò all'inseguimento, una caccia spietata. Gli spari infransero il finestrino posteriore, un pericolo costante. Lola sparò verso l'auto di Nico, con coraggio, con determinazione. Una fuga disperata, una lotta per la sopravvivenza.

Ma Nico riuscì a spingere la Chevrolet fuori strada, con violenza. L'impatto fu violento, devastante. L'auto prese fuoco, un inferno di fiamme. Max e Lola riuscirono a strisciare fuori per un soffio, miracolosamente illesi. Scampati miracolosamente alla morte, per un soffio.

Nico li raggiunse a piedi, la pistola puntata, un'arma minacciosa. "È finita per te, Stone," disse, con voce roca. Fu in quel momento che Lola afferrò la pistola caduta e sparò a Nico, colpendolo al petto, un gesto disperato. Un atto di legittima difesa, un gesto necessario.

Lola aiutò Max a rialzarsi, e insieme si diressero verso l'unica guardia medica di Nour che non faceva domande, un rifugio sicuro. Un rifugio temporaneo, un luogo di cura.

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